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Trio

I bravi fratelli condividono tutto

By 12 Marzo 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

La casa al mare di Matteo e Giorgio era davvero bella anche se non molto grande. Poche camere da letto, una cucina, un bel salone e un solo bagno. Conoscevo i due fratelli da quando eravamo piccoli, stesso quartiere, stesse scuole, stesse amicizie, le nostre vite erano strettamente incrociate sotto lo sguardo benevolente dei rispettivi genitori che, ormai, conoscevano il nostro affiatamento da anni.
E così i miei non si stupirono più di tanto quando mi invitarono a trascorrere le vacanze nella loro casa al mare, casa in cui ero stata ospitata più e più volte dagli stessi genitori dei due fratelli.
Ma il tempo passa, per i genitori è inevitabile vederci sempre come bambini.
Quell’estate non lo eravamo davvero più da molto’ io diciottenne, Matteo anche, Giorgio appena ventenne.
Gli abbracci e i giochi si sprecavano ovunque, sempre affiatati, sempre uniti noi tre, come fratelli uniti dalla vita più che dal dna.
Si andava in spiaggia insieme, si tornava a pranzare insieme, si usciva insieme, si andava a ballare insieme’ un affetto fraterno incommensurabile che non credevo sarebbe mai cambiato.
Però non eravamo più bambini’ e a volte mi appariva strano abbracciare Giorgio strettissimo come spesso facevo, o fare i dispetti a Matteo mentre era in doccia facendolo, con mio immenso divertimento, arrabbiare.
Le cose cambiarono in fretta una sera ad un falò con i nostri abituali amici di vacanza che, dopo un anno di scuola o di lavoro, ci raggiungevano nella nostra medesima località di mare.
Bevemmo e cantammo a squarciagola mentre uno dei ragazzi suonava la chitarra. Matteo aveva davvero esagerato con l’alcool, rideva e parlava quasi istericamente, non lo avevo mai visto così e allora mi offrii di accompagnarlo a casa.
Come tutti gli ubriachi, testardamente diceva di stare bene e di non aver esagerato affatto allora lo trascinai via con me convincendolo di essere io quella che aveva bisogno di essere accompagnata a casa da lui.
Rientrammo dopo molto più tempo di quanto impiegassimo di solito mentre Matteo farfugliava discorsi bizzarri che mi facevano sorridere. Lo aiutai a sedersi sul divano e non feci in tempo ad andare che mi prese per i fianchi e mi tirò a se. Mi voltai e gli vidi in volto una maggior lucidità allora gli chiesi cosa volesse.
Lui’ lui era triste, aveva bevuto per tristezza’ Giorgio era innamorato di me ed, essendo il fratello maggiore, Matteo avrebbe dovuto farsi da parte.
Rivelandomi ciò infilava lentamente le mani sotto il mio vestitino leggero e me le passava tra le cosce sospirando’ mi desiderava ardentemente, mi voleva per sé, solo per sé’.
D’improvviso quell’affetto fraterno provato per anni svanì per essere soppiantato da una forte eccitazione e una voglia prorompente.
Mi sedetti a cavalcioni su di lui e iniziai a baciargli il collo’ sentii l’odore della sua pelle, quell’odore che riconoscevo già da bambina, ma che in quel momento assumeva connotati diversi, non un odore infantile ma l’odore di un ragazzo, l’odore di un giovane uomo.
Gli baciai il collo risalendo fino all’orecchio per succhiarglielo mentre lui infilava le mani nei miei slip tastandomi con forza il sedere fino a spingersi più giù verso il mio sesso ormai bagnato dalla voglia.
Non so come’ ma quella sera finimmo nella stanza col letto grande a fare l’amore’ più e più volte tutta la notte’ le sue mani sui miei capezzoli’ la mia bocca sul suo ventre’ il suo pene dentro me che spingeva sempre più, all’inizio veloce, colto dalla frenesia del momento, poi lento e a fondo, per farmi godere di ogni suo millimetro che mi possedeva. Urlai più volte godendo di orgasmi che mai ebbi con altri ragazzi in passato, intensi e sconquassanti, in una rincorsa al piacere che non aveva tregua, che saliva e scemava di poco per poi risalire sempre più forte, sempre più in alto, per lasciarmi stremata e inerme.
Al mio risveglio ero sola nel lettone con la figa arrossata e le gambe ancora tremolanti.
Era l’alba. Mi alzai dal letto e mi diressi in cucina mentre Giorgio rientrava dal falò che era durato tutta la notte. Mi vide, mi diede un bacio in fronte, prese un succo di frutta e sparì nella sua camera.
Tornai a letto pensando a Matteo, a ciò che avevamo fatto e a Giorgio che era innamorato di me.
Mi distesi e mi riaddormentai subito.
Quando mi risvegliai l’orologio sul comodino indicava le tre di pomeriggio’ nel sogno avevo rivissuto la notte con Matteo e il ricordo intenso mi faceva vibrare dentro’ mi sentivo colare, bagnare’ mi voltai ancora verso il comodino e vidi la mia spazzola dal manico spesso, non troppo lungo.
Scansai le lenzuola e, spostato il vestito, la infilai negli slip spingendomela dentro. Mi lasciai sfuggire un gemito’ poi chiusi gli occhi e, riportando ancora alle mente ciò che era successo la sera prima, mi masturbai intensamente, spingendo la spazzola più che potevo e allargando le gambe ad ogni penetrazione’ l’immaginazione faceva il resto.
Un’immaginazione forte, quasi reale, tanto da sentire ancora le sue mani sul mio corpo e il suo profumo sulla mia pelle’ le sue mani si facevano sempre più intraprendenti’ mi accarezzavano le cosce e le sue dita mi allargavano le piccole labbra per agevolarmi la penetrazione’ poi, sapienti, stuzzicavano il clitoride schiacciandolo, scuotendolo e strizzandolo alternativamente.
Aprii gli occhi colta da un forte ed intenso orgasmo e mi accorsi che quelle mani erano reali: Giorgio era seduto sul letto vicino a me, una mano sulla mia figa e una sul suo cazzo, era duro e se lo menava su e giù di poco.
Vidi in lui uno sguardo diverso, non il volto di un fratello ma quello di un porco.
Era eccitatissimo e mi fissava compiaciuto, avevo involontariamente condiviso con lui un momento della mia sessualità’.
Si pose tra le mie gambe e iniziò a baciarmi le cosce, a leccarle fin su alla giuntura con l’inguine, intorno al mio sesso, e allungava una mano sotto il vestito per strizzarmi le tette. In quel momento non capii più nulla, volevo solo che mi prendesse, che mi scopasse come dio comanda: forte, violento.
E lo fece.
Si calò su di me e mi penetrò stringendomi per la vita e iniziando a fottermi e a grugnire in modo animalesco mentre io godevo di nuovo ancora e ancora’ sentivo la differenza rispetto a Matteo, il suo cazzo era più grosso e tozzo, più venoso ma più corto, mi faceva sentire aperta in due e il suo pelo strisciava contro il clitoride provocandomi leggere vibrazioni.
Iniziai a gemere e ansimare mentre Giorgio mi teneva una mano sulla bocca soffocando le mie urla di piacere nel timore che Matteo ci sentisse ma non riuscì nell’intento: la porta si spalancò, ci voltammo e lo vedemmo sull’uscio guardarci incazzato. Andò verso la cucina imprecando mentre Giorgio uscì da me e lo seguì. Mi risistemai alla ben meglio e li raggiunsi in tempo per fermarli’ i discorsi si facevano pesanti e le mani iniziavano a volare.
Mi inserii tra di loro mentre i due tentavano di spintonarsi, mentre Matteo diceva che ero sua, che avevamo scopato la sera prima, mentre Giorgio diceva che con lui avrei goduto di più, che di un ragazzino come Matteo non avrei saputo che farmene.
Ero tra di loro per separarli quando iniziarono a toccarmi.
Giorgio inserì le mani ancora nei miei slip passando l’indice tra le natiche fin giù a toccare il mio sesso umido, Matteo infilò le dita nella scollatura e poi nel reggiseno e iniziò a pizzicarmi i capezzoli che divennero ritti e durissimi.
Ciascuno di loro rivendicava per se il mio corpo e il mio piacere’ e mi toccavano insistentemente come a sancire la loro proprietà’ come a dire ‘lei è mia, ci faccio quello che voglio’.
Mi sollevarono il vestito entrambi e mi fecero distendere sul tavolo a gambe aperte’ dell’affetto fraterno ormai non era rimasto nulla, volevo solo che mi facessero godere, entrambi, insieme, ciascuno a modo suo. I due si guardarono in volto nello stesso modo in cui facevano da bambini con un giocattolo nuovo che volevano entrambi: mi avrebbero condivisa, avrebbero giocato entrambi con me’ io non attendevo altro.
Matteo iniziò a leccarmi la figa furioso mentre Giorgio vi inseriva un dito e lo muoveva, poi lo estraeva, lo insalivava e lo inseriva ancora. Vedevo le teste brune dei fratelli ambedue tra le mie gambe, concentrati ad esplorarmi mentre uno teneva le piccole labbra allargate e l’altro vi inseriva la lingua più dentro che poteva.
Li scansai, scesi dal tavolo e li tirai a me: li volevo, li volevo entrambi e allora abbassai i pantaloni dell’uno e dell’altro scoprendo i loro cazzi durissimi e ritti’ pensai ‘sono tutti e due per me’ e la cosa mi fece impazzire.
Ne misi uno in bocca succhiandolo e massaggiai l’altro con la mano e viceversa mentre entrambi sospiravano e mi incitavano e prenderli. Aprii la bocca più che potevo e li avvicinai per farli entrare tutti e due mentre un rivolo di saliva scendeva dalle mie labbra per colarmi sul seno.
Giorgio mi fece alzare, mi girò e mi fece appoggiare le mani sul tavolo. Questa volta toccava a lui assaporarmi per cui Matteo mi allargò le natiche e Giorgio iniziò a leccare infilando la punta della lingua e un dito, poi due, poi tre’ i muscoli iniziarono a cedere mentre lui si insalivava il membro e se lo menava affinché fosse duro come il ferro. Scoprì del tutto la cappella del suo membro e, con una mano lo passò su e giù lungo lo spacco per inserirlo bene, poi spinse, un colpo e io urlai.
Entrato dentro iniziai a sentire i brividi, le gambe tremavano sotto i suoi colpi mentre il mio miele colava lungo le cosce.
Matteo lo raccoglieva. Sentivo la sua lingua risalire su per le gambe fino al sesso e leccarlo tutto fin dietro, fino all’asta del fratello e passarci la lingua, passarla sul bordo del buco e poi insalivare il cazzo del fratello che mi inculava a forti spintoni.
Mentre Giorgio spingeva più che poteva, Matteo inseriva le sue dita nella mia figa, ruotandole velocemente e portandole alla bocca per succhiare il mio nettare.
Gemevo forte, i colpi erano così violenti da farmi rabbrividire, iniziai ad urlare, l’orgasmo si approssimava ma questa volta sarebbe stato diverso’.
‘Stenditi!’ dissi a Matteo.
Mi staccai da Giorgio e mi avvicinai a lui massaggiandogli il membro’ lo guardavo vogliosa, ogni tanto gli leccavo l’asta dalle palle fino al glande, quell’asta lunga e chiara’ mi impalai su di lui’ iniziò a strizzarmi i seni mentre spingeva con colpi di ventre.
‘Cosa fai lì? Vieni, sbrigati!’
Giorgio ci guardava godere, se lo menava e godeva’ per lui eravamo un film p0rn0 visto in diretta’ ci guardava e se ne compiaceva’ si compiaceva di noi’ io volevo solo si unisse a noi.
Feci fermare Matteo e mi allargai con le mani le natiche’ gli dissi ‘Vieni, c’è posto anche per te”.
Non se lo fece dire due volte. Infilò a poco a poco sempre più dita mentre suo fratello mi riempiva. Li volevo dentro entrambi’ un desiderio folle finalmente realizzabile.
Spinse il suo cazzo dentro, quel cazzo più spesso e corto e mi sentii lo sfintere cedere.
Iniziarono a spingere entrambi, li sentivo strisciare sulle sottili pareti del mio interno’ strisciavano tra di loro a ritmi diversi, stantuffando ognuno a modo suo. Io’ non potevo far altro che urlare mentre i due fratelli grugnivano eccitati e spingevano come tori’ più uno accelerava ritmo e forza, più l’altro lo seguiva e lo superava perché io potessi sentire chi di loro due fosse il migliore.
Tra i tre era indubbio: la vincitrice ero io’ godevo spropositatamente’ un cazzo in figa, uno in culo, due giovani arrapati che spingevano a più non posso.
Gli orgasmi andavano e venivano di continuo, sempre più forti, sempre più intensi, mi facevano vibrare tutta, sentivo le gambe farsi sempre più molli e il corpo cedere al’eccesso di piacere.
Vennero entrambi, prima Matteo, poi Giorgio’ si staccarono da me e mi aiutarono ad alzarmi mentre lo sperma colava a fiotti tra le mie gambe. Mi presero entrambi per una mano, l’uno baciandomi in fronte, l’altro sulla guancia. Raccolsero i vestiti ed andarono ciascuno nella propria stanza a cambiarsi mentre io mi diressi in bagno per lavarmi.
Chi dei due aveva vinto? Chi dei due avrei frequentato non più come fratello ma come ragazzo?
Io non volevo rinunciare a nessuno dei due’ ciascuno, a modo suo, era importante’.
Ora’ esco con entrambi’ scopo con entrambi, uno per volta o anche insieme’ loro lo avevano capito, comprendevano quanto fosse difficile per me scegliere e non volevano mettermi davanti ad un bivio’ me lo dissero loro’ che non era necessario che io scegliessi.
E poi, si sa’ i bravi fratelli condividono tutto’.

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