Skip to main content
Trio

Il gioco di Sandro (1° parte)

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Sudore.
Eccitazione.
Muschio e sandalo.
La sua pelle è un cocktail di odori e profumi terribilmente sensuali.

So che il mio uomo è da qualche parte nella stanza e ci sta guardando; è stato lui a proporci questo gioco, a disporre i nostri corpi come i soggetti di una natura morta, che vengono sistemati su un tavolo affinché il pittore possa rappresentarli al meglio.

Siamo in ginocchio, abbiamo entrambe le mani legate dietro la schiena
dell’altra in un abbraccio forzato e gli occhi ci sono stati bendati.
Morbidi foulard di seta stringono delicatamente i polsi, i volti sono
vicinissimi.
Il sudore diventa colla sui nostri corpi che combaciano perfettamente.

E’ alta all’incirca come me, forse un po’ più magra; i suoi seni si
schiacciano delicatamente contro i miei, sono piccoli e sodi, mentre il suo sesso a contatto col mio mi da’ un po’ di prurito, forse si è depilata da poco.
I suoi capelli profumano di shampoo alla camomilla.
La immagino bella, bellissima.

Sandro ci ha dato una pallina di plastica che dobbiamo tenere insieme tra le nostre bocche: “Non fatela cadere, per favore…”
…per favore…

Sentire le labbra calde di questa sconosciuta attaccate alle mie senza
poterla baciare è una tortura che si sviluppa in un crescendo quasi drammatico: ci cerchiamo, ciascuna tenta di afferarre per un istante la bocca dell’altra con un morso appena accennato o carezzandola con la punta della lingua.
Sfreghiamo i nostri corpi, il suo seno sulla mia pelle, il mio sesso a
regalare umide carezze al suo.
Sospiri, gemiti…sinfonia di voglie, calore di femmine.

TAC………….TAC……..TAC….TAC…

La pallina è caduta e nel silenzio che avvolge la stanza il ticchettio del rimbalzo sembra il rullare dei tamburi di un plotone di esecuzione.

Restiamo impietrite entrambe, non sento più il suo respiro caldo sul collo.
Forse ha anche lei un po’ paura. Come me.

Passano pochi secondi e le sue labbra si incollano alle mie, la sua lingua spinge per entrare nella mia bocca: ma in quel bacio non c’è passione, c’è semplicemente il bisogno di un rassicurante contatto fisico con qualcuno che è nella sua stessa barca, qualcuno che corre i suoi stessi rischi.
E mentre ricambio quel tenero bacio con tutta la dolcezza di cui sono
capace…un rumore.

Passi.

Si stanno avvicinando.

E’ lui.

Una carezza sulla schiena, un dito che passa morbido lungo il solco dei
glutei, un respiro dolcissimo sul collo, un morso leggero su un capezzolo…
Violenti brividi mi scuotono, mentre lascio che il suo profumo fatto di
tabacchi pregiati e dopobarba mi avvolga insieme ad una sottile sensazione di paura, sapendo che una di noi due verrà punita per aver fatto cadere la
pallina.

Sento la ragazza muoversi appena, morbide carezze sul mio bacino,
lentissime, quasi impercettibili. Sembra che stia seguendo qualcosa, che i suoi movimenti le servano per non perdere un contatto fisico…forse Sandro la sta accarezzando, forse la sua mano grande adesso è sul suo culo e stringe la carne morbida…

E’ un pensiero che mi infastidisce, un sospetto che mi mette addosso una strana inquietudine: sono gelosa di qualcosa che non vedo ma che posso soltanto immaginare.

La testa della ragazza improvvisamente si riversa all’indietro…l’ha presa per i capelli, li sta tirando forte…come ha fatto tante volte con
me….riconosco lo scatto innaturale del viso anche senza vederlo, sento un urlo appena accennato uscire dalle sue labbra.

Qualcosa mi strizza improvvisamente la pelle del braccio, ma è una sensazione troppo rapida, non riesco a distinguere cosa sia stato.

Di nuovo, stavolta all’orecchio.

Non capisco se sono le dita di Sandro o…

Ancora la stessa sensazione, stavolta più forte, la morsa mi ha afferrato
il labbro inferiore: passo la lingua nel punto ancora un po’ dolorante ed il sapore che sento mi sa di artificiale…non è la sua pelle….è….non
so…plastica, forse. Una molletta.

Passano diversi secondi, forse adesso sta giocando con lei, vuole studiare le sue reazioni.

Sento il corpo della mia compagna irrigidirsi appena a
intervalli regolari…

Un’altra volta…il mio capezzolo sinistro resta strizzato nella
molletta….non molla la presa….ma non riesco a sentire dolore, vorrei che stringesse ancora più forte, vorrei sentire il sangue gocciolare lungo la pancia ed arrivare alle cosce…

E così, improvvisamente come era arrivata, quella dolce tortura mi viene tolta. Atroce.

E’ durato tutto solo pochi istanti, è stata come una prova, l’esame che
avrebbe deciso chi di noi due avrebbe dovuto scontare la colpa di aver fatto cadere quella maledetta pallina.

La mia amante stringe l’abbraccio che la lega al mio corpo e sento la molletta puntare contro i miei seni.
Ho vinto io. Solo che non so se ne sono poi così contenta.

Una mano.
Mi accarezza le gambe, si insinua tra le cosce sudate.
Una scarica di elettrica eccitazione si impadronisce di me.
Sandro raccoglie i miei umori e con la mano bagnata mi accarezza i capezzoli per poi risalire fino al mio viso, alla bocca…mi lascia pregna del mio stesso odore.

Sento il calore del suo fiato farsi sempre più vicino, fino a giungere al mio orecchio.
“Sei bellissima”
E’ un sospiro, una frase appena sussurrata…sfiora le mie labbra con
le sue, mentre dai movimenti convulsi della mia compagna di giochi capisco che lui la sta accarezzando, forse la sta penetrando con un dito, magari due…esattamente come vorrei fare io…

Di nuovo la voce suadente dell’uomo che amo mi accarezza i sensi: “Fammi vedere quanto sei brava”.
Aiuta la ragazza a sciogliere l’abbraccio; mi abbasso appena per facilitarle il compito di sfilare il mio corpo dalle sue braccia.
Si sta allontanando.

Sento freddo. Da morire.
Mi manca il calore della sua pelle sul mio corpo, mi manca il suo odore.
I movimenti di Sandro e della nostra amica sono attutiti dal tappeto, fatico ad orientarmi nella stanza, non riesco a capire dove sono andati.
Mi sento abbandonata.
Un rumore metallico, forse una cintura che è finita sul pavimento.
Lui si sta spogliando.

Una carezza.
Non riesco a capire da che parte provenga, quando mi volto la mano è già sparita.
Mi sento confusa…

Improvvisamente la mano di Sandro mi afferra per una spalla, mi costringe ad alzarmi.
Facciamo pochi passi, poi vengo di nuovo fatta inginocchiare mentre il mio viso viene spinto verso il basso fino a scontrarmi con la molletta che è ancora agganciata al seno della nostra amante.

“Liberala…”

Cerco con i denti di aprire le due parti di plastica, mentre sento il petto
del mio uomo poggiarmi sopra la testa.
La sta baciando…puttana!

Fatico ad aprire la molletta con la bocca, così rinuncio e con un gesto
repentino afferro tra i denti quel pezzo di plastica che ancora tortura
la ragazza e lo strappo via senza minimamente allentare la presa.

Urla.

Un sorriso meschino mi si dipinge sul volto, mentre le sussurro piano
“Scusami…” e la bacio appassionatamente, obbligata dalla presa di Sandro che mi spinge contro le sue labbra.

Di nuovo mi sento afferrare per i capelli e vengo costretta a spostarmi di circa mezzo metro, quasi sdraiandomi a terra.
Sono di nuovo vicina alla mia amante, anche lei distesa sul tappeto.
Il mio uomo sta facendo l’amore con lei.

Urla la mia bambina, gode.

Gode e si agita.

Anche se a fatica, cerco di seguire i movimenti che lui mi impone: gioco con la lingua inserendomi nel loro amplesso e leccando i loro sessi che sanno ognuno del sapore dell’altro, poi risalgo piano, a volte per perdermi nei baci dell’uomo che amo, a volte per leccare delicatamente quel corpo di donna distesa vicino a me.

E proprio mentre la bacio, sento Sandro avvicinarsi e riversare dopo pochi istanti il suo orgasmo su quel viso a me sconosciuto.
Le labbra della ragazza si contraggono in un sorriso soddisfatto che
interrompe bruscamente il nostro gioco di lingue.
Stupida.
Sei stata solo uno strumento, un gioco. Lui ha goduto del mio corpo, non del tuo.

Devo riappropriarmi di quello che lei crede di avermi portato via:
lecco dal suo viso lo sperma ancora caldo, l’orgasmo che IO ho regalato
all’uomo che amo.

Lo cerco, ho bisogno di sentire Sandro vicino, ma il lungo tempo
trascorso bendata mi ha fatto perdere il senso dell’orientamento.
La sua mano mi toglie dall’incertezza della cecità e con forza vengo buttata per terra.

Sento i peli delle sue gambe sulla pelle del viso, mi avvicino ancora…un odore nuovo, un sapore nuovo, ogni volta diverso, come le nostre amanti.
Comincio a leccare il suo sesso come lui mi ha insegnato, come so che gli piace, dal basso verso l’alto, mentre qualche ultima goccia di sperma mi rimane intorno alle labbra.

Sandro mi aiuta a rialzarmi, mi bacia.
“Sei stupenda, unica, meravigliosa….e MIA”

Lo amo.

Mi afferra i seni con le mani e li bacia avido…la voglia mi cresce dentro
fino ad infiammarmi il viso in una feroce ondata di calore.

Si allontana. Come è giusto che sia.

Dal rumore dei suoi passi sento che si sta avvicinando alla nostra amica.
La libererà, la rivestirà.

“Ci rivedremo?” domanda lei.

Nessuna risposta.

Passi che si avvicinano.
Un bacio.

E’ lei.
“Sei bella. Grazie, amore mio”.

Ancora un bacio.
Sandro.
“Aspettami qui mentre la riaccompagno a casa. Non ti muovere”

Non mi muoverò. Resterò così seduta per terra su un tappeto appoggiata al muro, bendata e legata come piace al mio uomo.
Sento il suo sperma che si sta seccando sulla pelle.

La porta sbatte nel chiudersi.

La trama del tappeto a contatto del mio sesso eccitato e ancora
insoddisfatto mi ricorda la sua barba appena accennata.

Brividi.

[…continua…]

Dedicato a Sandro, adorabile compagno d’avventure senza la cui preziosissima collaborazione tutto questo non sarebbe mai nato.

Leave a Reply