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Racconti sull'AutoerotismoTrio

Il solitario di Antonella

By 17 Ottobre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Antonella non aveva alcun problema con se stessa, forse potevano averne gli altri con lei.
Era vergine a 24 anni ma non gliene fregava niente. Sapeva solo che al momento opportuno avrebbe avuto un piacere che fosse tutto per sé, regalato dal corpo di un uomo’ forse un suo coetaneo? Sapeva che avrebbe avuto mani, lingua e gesti opportuni per placare in compagnia quelle voglie che la tormentavano dai primi anni dell’adolescenza.
Il gioco preferito di Antonella era il solitario’ un solitario giocato a letto nelle posizioni più disparate.
Erano le carte a cambiare volta per volta.
Mescolate nella sua mente in combinazioni sempre nuove.
Il gioco iniziava così. Una mano tra le gambe e una sui seni, i suoi pensieri mescolavano il mazzo mentre il suo corpo nudo prendeva la posizione ideale sul letto.
Pescava la prima carta’ un uomo.
Lo vedeva disteso accanto a sé e allargava di più le gambe per farsi toccare. Le sue dita erano guidate da polpastrelli sapienti che con delicatezza la scansavano prendendo il suo posto.
Seconda carta’ una posizione.
Si ritrovava ribaltata, il sedere per aria, il tocco di quelle mani sagge sui fianchi rotondi. Poi il fuoco, quello che ti brucia nel fondo, la penetrazione. Pur se vergine dentro sé conosceva quel calore. Forse un residuo di ricordo genetico? Di quello che tutte le donne conoscono prima ancora di provarlo? Il piacere di essere possedute? C’era quello in quella animalesca posizione’ a pecora. Non male per una ragazza vergine, vero?
Intanto le mani roteavano più forte sul bottoncino di carne tra quelle cosce tornite e, come in un qualsiasi solitario che si rispetti, dal mazzo mescolato pescava una nuova carta.
Terza carta’ la foga.
La foga nello spingere, il calore dello sfregamento, il suo bacino che si muoveva per incontrare quello del suo occasionale amante. E come spesso il pensiero influisce su ciò che facciamo, quella fantasia la portava a spalancarsi tutta, nel suo tocco le dita assecondavano il lento dondolio del suo corpo, un movimento nuovo che in mente sua l’aiutava ad accogliere meglio quella invitante verga del piacere.
Quarta carta’ un altro uomo.
Che fosse vergine era assodato ma i suoi pensieri? Non erano vergini da tempo! E lo pensava, lo credeva che appena potuto, appena avesse perso la verginità e acquisito maggior bravura e meno timore verso il proprio corpo e verso sé stessa, si sarebbe concessa all’amore più ampio’ molto più ampio, quello del sesso a tre. E allora questo secondo uomo le tastava i seni’ con le mani prometteva nuovi piaceri’ più intensi’ più folli. Il primo uomo si sistemava sotto di lei che ora lo montava e con forti colpi la spingeva tanto da sollevarla. Intanto il secondo si preparava alle sue spalle. Spingeva la pelle sulla sua asta di carne, la tirava in avanti e poi indietro come a controllare un fucile carico.
Colpo in canna, Antonella pescava la nuova carta’ due uomini’ contemporaneamente.
Il secondo si apprestava a violare il pertugio sul retro, con ampi colpi di lingua lo allargava, lo lambiva, con le dita sforzava piano, sfruttava con sapienza la normale cedevolezza della carne mentre ad occhi chiusi il corpo di Antonella si contraeva sempre più e il respiro si accavallava come sbuffi di vapore di un treno spinto in una folle corsa. Il cuore in petto era un martello pneumatico, il corpo tutto una corda di violino tesa allo spasmo.
Poi il secondo fu all’interno’ in una spinta sola, lenta e costante, un lungo strisciare nella carne stretta, il budello che si allargava non senza bruciore e, al contempo, non senza eccitazione.
Ed ecco che Antonella pescò l’ultima carta, quella giusta per completare il suo solitario’ il godimento.
I suoi amanti immaginari spingevano forsennatamente, la sua carne si apriva così tanto da sentirsi spaccata a metà, il piacere era solo una lunga onda che la travolgeva fino a farla affondare, le dita tra le sue gambe erano come note impazzite che ripetevano incessantemente la medesima melodia.
E arriva’ arriva’ arriva!
Lungo come un tormento, forte come una scarica!
Le toglieva il fiato, le bloccava il respiro, la lasciò ansante, aggrappata ad un alito di vita.
Il solitario era completato e Antonella aveva vinto.
Antonella era vergine ma non si poneva neanche il problema. Le sue coetanee avrebbero potuto fare ciò che volevano, lei aveva il suo solitario a farle compagnia.

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