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Racconti 69Trio

Io Miriam e mamma

By 30 Settembre 2008Febbraio 9th, 2020No Comments

TITOLO: Amante di mia madre.

AUTORE Mark

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La porta era accostata,la stanza di Mark, mio figlio era nella penombra, lì ci batteva il sole e faceva molto caldo; la spinsi e lo vidi seduto sulla poltroncina, completamente nudo, con l’uccello bene in tiro che si stava masturbando.
Aveva la testa reclinata all’indietro e la sua mano percorreva l’uccello con studiata lentezza.
Se la stava proprio godendo, feci per andarmene quando si accorse della mia presenza, feci un rumore impercettibile e lui mi disse:-
‘Oddio mamma… .’
Di colpo l’uccello perse la sua erezione mentre Mark, cercava di mettersi più in ombra per non farmi vedere quello che stava facendo.
‘Sei tu che devi scusarmi se ti ho interrotto’.
‘Non sei arrabbiata?’ mi chiese incredulo.
‘Ascolta…’ mi sedetti sul letto vicino a lui ‘nel sesso non c’&egrave niente di male. &egrave la cosa più bella che si possa fare, sia da soli che insieme ad altre persone. Masturbarsi poi &egrave una cosa che fanno tutti’.
‘Davvero?’
‘Anche tu mamma lo fai?’
‘Certo. Mica sono un marziano’ gli dissi sorridendo.
Mi alzai per andar via e lasciarlo solo e passando dietro la poltroncina gli feci una carezza sulla testa
‘Finisci pure quello che stavi facendo, ci vediamo dopo’.
Mark, con aria di sfida mi chiese : mamma resta anche tu, se non c’&egrave niente di male?….
‘Va bene se vuoi ti terrò compagnia’.
Mi sedetti sul letto di fronte a lui, la sfida era stata lanciata ed io l’avevo raccolta, mentre lui riprese a manovrare il suo uccello.
Aveva un gran bell’uccello Mark, lungo una ventina di cm, e poi era nodoso, aveva una cappella di notevoli dimensioni, pensai tra me e me, chissà che sforzo per entrare dentro una donna se non &egrave ben lubrificata.
Mi accorsi dopo che mio figlio aveva avvicinato la poltroncina, quasi a sfiorare le mie gambe, avevo socchiuso gli occhi e la mia mano era scesa lungo le cosce fino a giungere alla mia passera, la trovai fradicia, mi eccitava vedere scappellare il cazzo turgido di mio figlio, si mi ero eccitata, ma non volevo darglielo a vedere così mi ricomposi un poco e quando riaprii gli occhi vidi che Mark stava per godere, per la miseria aveva indirizzato il fiotto di sperma sulla mia mutandina.
I nostri umori si mischiarono, imprecai e dissi Mark :- Ma che cazzo hai fatto ?
Scusa mamma, non volevo, ma ho immaginato che tu fossi la mia ragazza e non ho saputo trattenermi dal venire sulle tue gambe!
Mi alzo incazzata e dico :- Altro che gambe, mi hai imbrattato la passera!, poi vedendolo mortificato e per sdrammatizzare continuo, speriamo che non resti incinta!
Ridiamo di gusto e ognuno si ritira in bagno .
Quando ritorniamo nei nostri ruoli, chiedo a mio figlio: – Perché ti sei spaventato tanto prima?’
‘Beh sai Giovanni mi ha raccontato che sua madre lo ha beccato mentre si masturbava, e gli ha fatto una ramanzina che levati. Lo ha chiamato figlio degenere e cose così, allora pensavo che anche tu ti saresti arrabbiata’.
‘Povero caro. Te l’ho detto non c’&egrave niente da vergognarsi. Strano che la madre di Giovanni si sia comportata in quel modo. Oltretutto la conosco da anni e ti posso assicurare che non &egrave certo una santa’.
Chiacchierammo un bel po’ quel pomeriggio.
Il caldo nei giorni seguenti aumentò e Mark si lamentò del fatto che nella sua camera era impossibile dormire.
‘Hai ragione tesoro, ci batte il sole tutto il pomeriggio. Se ti va puoi dormire con me?’
A patto però di fare il bravo……..
‘ Qualunque cosa ma dormire in quella camera no’.
Quella sera andammo a dormire abbastanza tardi sperando che rinfrescasse un po’, invece faceva sempre più caldo.
Lasciai la finestra aperta, tanto abitavamo al quinto piano, e ci sdraiammo sul letto tutt’altro che assonnati.
La stanza era rischiarata dalla luce che proveniva da una luna piena.
Chiacchierammo un po’, poi andai in cucina a prendere del th&egrave freddo
Dopo qualche minuto che eravamo in silenzio Mark mi chiese
‘Ti spiace se mi tocco un po”
‘No, tesoro fai pure’
E poi soggiunsi, come fai ad eccitarti se qua non hai i tuoi giornaletti?,
Mark mi guardò stupìto, e soggiunse :- Mamma, ma ci sei tu !.
Lo guardai e volendomi schernire, c’&egrave la tua vecchia madre, ti sarà difficile che ti ecciti
Mark non rispose,si tolse gli slip, aveva solo quelli, e iniziò ad accarezzarsi l’uccello.
Io mi girai sul fianco per guardarlo meglio, i nostri sguardi s’incrociarono e quando tornai a guardare verso il basso, la sua erezione era diventata notevole.
Ero piacevolmente attratta dalla sua irruenza giovanile, ogni tanto ci scambiavamo un’occhiata ed un sorriso.
Venne arcuando la schiena e schizzando sperma dappertutto, poi si rilassò.
Lo baciai e gli carezzai i capelli.
‘Ora hai fatto venire voglia anche a me. Non ti dispiace vero…’
‘No mamma, figurati. Non mi dispiace affatto’
Mi rimisi supina e alzai la maglietta che usavo per la notte, mi tolsi le mutandine e cominciai a carezzarmi la figa.
Mark era molto interessato. Adesso era lui che girato su un fianco mi osservava.
Aumentai il ritmo e, mentre Mark mi carezzava un seno,e mi stringeva con forza un capezzolo arrivai all’orgasmo.
‘Adesso che ci siamo un po’ calmati forse riusciremo a dormire’
Ci scambiammo un bacio e sentii un fremito corrermi lungo la schiena, pensai ci siamo spinti oltre, invece Mark si accontentò ed io mi sentii sollevata che la situazione non era degenerata.
Le giornate passarono così aspettando che finisse il gran caldo e godendoci questa nuova intimità che, con il passare del tempo divenne, quasi una consuetudine.
Mark, tutte le sere, si masturbava sotto il mio sguardo benevolo, a volte lo facevamo insieme e poi ci abbracciavamo e restavamo a parlare fino a che non sopraggiungeva il sonno.
Anche durante il giorno ci scambiavamo gesti affettuosi, carezze e bacetti.
Un pomeriggio, seduti sul divano, cominciammo a scambiarci effusioni, Mark ad un certo punto mi disse
‘Sai cosa m piacerebbe fare adesso?’
‘Cosa tesoro?’
‘Mi piacerebbe se ci spogliassimo e ci coccolassimo un poco, ma nudi’.
Mi sembrò un’ idea troppo spinta, ma non riuscii a dire di no; così mi sbottonai lentamente la camicetta e mi sfilai i pantaloncini e le mutandine insieme, mostrando la mia fichetta ben curata, proprio come mi disse che piacevano a mio figlio, il quale mi aveva confessato che tutte le ragazze si depilavano lasciando vedere tutto l’apparato sessuale, e non lasciando niente all’ immaginazione. Io al contrario avevo un bel pelo setoso, curato e pettinato che incorniciava la mia passerina. Mark, mi aveva osservato mentre mi denudavo, e mi disse che aveva un poco vergogna avendo indossato un tanga maschile, io non li avevo mai visti e gli chiesi se potevo essere io a spogliarlo, mi ritrovai sfacciata, ma in verità mio figlio mi faceva eccitare moltissimo, non vedevo in lui una parte di me anzi vedevo in lui la migliore parte di un macho.
Gli tolsi in fretta i pochi indumenti che aveva.
Era la prima volta che ero nuda davanti a lui alla luce del giorno.
‘Sai mamma, ora che ti vedo bene debbo proprio dirtelo, sei bellissima’.
‘Davvero, trovi che sono ancora bella?’
‘Certo, sei la donna più bella che conosca’ e si buttò fra le mie braccia.
Ci accarezzammo in maniera languida e sensuale poi Mark cominciò ad accarezzarmi con insistenza i capezzoli che erano eretti e sensibilissimi,
‘Ti piace così?’ mi chiese
‘Sì tesoro, mi piace molto.’
Poi la sua mano scese lungo la mia pancia per fermarsi in mezzo alle gambe.
‘Sì. Continua così ma lentamente’
Le sue carezze si fecero più insistenti, gli presi l’uccello e cominciai a masturbarlo, quando venne il suo sperma mi bagnò la pancia e quel contatto procurò anche a me un orgasmo.
Rimanemmo a coccolarci per tutto il pomeriggio.
Eravamo felici di quel contatto di pelle e null’altro, ma io i dubbi li avevo : avrei saputo resistere se mi avesse chiesto un rapporto completo?
Fortunanatamente alcuni giorni dopo mi telefonò Miriam, era appena tornata dalle vacanze.
Io e Miriam siamo amiche da molti anni e da un paio siamo anche amanti, la sua presenza avrebbe sicuramente interrotto quel gioco pericoloso che io e mio figlio avevamo cominciato.
Vi voglio raccontare come era nata la nostra storia; &egrave nata casualmente un pomeriggio di due anni fa, Miriam venne da me in lacrime, addolorata dai continui tradimenti del marito. La consolai fra le mie braccia stringendola e baciandola ogni tanto sulle guance. Casualmente le nostre labbra si sfiorarono, poi si cercarono e i baci divennero baci pieni di passione e desiderio, lei mi confidò che con una donna non ci sarebbero stati tradimenti e, o sotterfugi e che sicuramente io l’avrei capita più di un uomo; finimmo l’una con la testa fra le gambe dell’altra.Fu un’amplesso liberatorio per entrambe, godemmo in un modo semplicemente meraviglioso senza dolore anzi fu piacevolissimo.
Da allora ci vediamo ogni volta che possiamo a casa sua, quando il marito &egrave impegnato al lavoro.
Questa volta, però non era possibile, suo marito era ancora in ferie, per cui la invitai da me.
Decisi di parlare con Mark spiegandogli la situazione.
‘Vedi siamo molto amiche e ci piace coccolarci come &egrave successo a noi l’altro giorno. Ci vedi qualcosa di male?’ lo vidi perplesso.
‘No. Però non pensavo a una cosa così fra te e Miriam.’
‘Quando ci si vuole bene si fanno queste cose non trovi?’
‘Sì hai ragione tu. Se vuoi esco vado a fare un giro’
‘Ma no che dici, non voglio mica mandarti via. Ce ne staremo in camera mia e tu puoi girare per casa tranquillamente’
Lo abbracciai e scherzammo sulla mamma che invita le sue amanti in casa.
Miriam giunse poco dopo, Colsi nello sguardo di mio figlio un lampo di curiosità morbosa.
Prendemmo il caff&egrave poi presi per mano Miriam e la portai in camera mia.
‘Credi sia il caso?’ mi sussurrò in un orecchio. Gli spiegai la situazione.
‘Sei grande’ disse cingendomi le spalle e premendomi le sue tette burrose sulle mie spalle, si spostò per baciarmi sul collo, io rabbrividii avevo voglia della sua bocca, della sua lingua; incurante che mio figlio mi stesse ancora guardando, andammo sul mio letto e facemmo all’amore tante volte, godemmo in un modo spaventoso, dovevamo recuperare il tempo perduto . Miriam andò via lasciandomi distrutta.
Sentii Mark gironzolare per la cucina, lo chiamai.
‘Grazie piccolo. Sei stato proprio bravo. Vieni qui vicino la tua mamma fatti dare un bacio’
gli sfiorai le labbra.
‘Sai pensarti qui con Miriam…’
‘Ti ha turbato un po’ ‘
‘Sì, senti…’
La mia mano si appoggiò sulla patta dei pantaloni. Lui mi sorrise.
‘Rimettiamo le cose a posto. Toglili.’
Si spogliò in un baleno.
Decisi di fargli un regalo. Afferrai il suo uccello turgido e cominciai a menarglielo per bene come avevo visto fare tante volte a lui. Non riuscì a resistere molto, mi riempì la mano di sperma.
Gli chiesi adesso fammi godere anche a me, si mise disteso tra le mie gambe e cominciò a titillarmi il clitoride, la lingua saettava con maestria, ora tra le grandi labbra ora sul clitoride, era quasi meglio di Miriam.
Fu tentato più volte di smettere di giocare con la lingua e di penetrarmi col suo turgido cazzo, io non sarei stata capace di resistergli, ma per fortuna si limitò solo alla lingua: godetti altre quattro volte, poi mi abbandonai stremata sul letto, e lo vidi che si stava masturbando ancora e venne copiosamente sulle mie cosce.
Sfiniti ci addormentammo.
Le visite di Miriam si fecero più frequenti, ormai ci vedevamo a casa mia, Mark adesso era
completamente a suo agio. Un pomeriggio, alla fine di un estenuante sessantanove, bussò alla porta ed entrò con in mano un vassoio con tre bicchieri di the freddo.
‘Ho pensato che avreste potuto aver sete’ esordì con un sorrisetto malizioso.
Io e Miriam ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere.
‘Ci hai proprio letto nel pensiero’ gli rispose Miriam ‘siediti qui vicino a noi’
Avevamo sentito tutte e due il bisogno di un maschio nel nostro rapporto e chi più di mio figlio poteva condividere la nostra passione.
Miriam fu posta al centro delle nostre attenzioni, la sua era una bella presenza, alta,un viso decisamente gradevole, occhi blu, capelli a caschetto castani,il seno florido e duro, una terza piena, il seno duro si reggeva da solo, diceva che avrebbe messo il reggiseno solo quando le tette non stavano più su da sole, il suo vezzo erano gli slip, ne aveva una moltitudine impressionante, neri ,di pizzo tanga, culotte, sottili, grandi minuscoli,trasparenti, avrei sicuramente avuto modo di vederli, era così esibizionista.
Quando cominciammo a toccarla, ne aveva uno decisamente ridotto, era a vita bassa e le fuoriusciva un ciuffo di peli rossi, ma che cazzo, sopra era castana, mi guardò e dischiudendo le labbra in una risata si scoprirono i suoi denti bianchissimi, mi sussurrò in un’orecchio che un’altro vezzo che lei gradiva era di tingersi,io le chiesi cosa?
:- E lei indovina tu !
Quel suo sussurrarmi nell’orecchio mi fece venire i brividi e le risposi
:- La passerina !
No, fu la sua risposta, quelli sono originali, mi coloro i capelli.
Mi tuffo tra le sue cosce abbronzate, lei dischiude leggermente le gambe, riesco ad entrare con facilità nella sua vagina,umida, ridondande di umori, Miriam non aspettava altro, si lascia cadere sul letto, mia madre le si stende sopra e porge la sua umida fica alle labbra dell’amica.
Alzo la testa per vedere cosa fa mia madre, Miriam afferra la testa e me la rificca tra le gambe e mi ordina di continuare:- E’ troppo godurioso.
Mamma, la sento mugolare dal piacere e dice a Miriam :- Ma cosa hai fatto?, mi sembra che tu abbia un cazzetto al posto della lingua, mugulano tutte e due dal piacere, poi vedo Miriam che si scuote con forza inarca la schiena per agevolarmi nell’ingresso del suo antro, sfilo la lingua e la penetro con forza, il mio lungo e nodoso cazzo le entra con qualche difficoltà, ma poi scende giù che &egrave un piacere, mamma le mette un cuscino sotto le reni, adesso &egrave tutto dentro, mi chiede di arrestarmi un’ attimo, voglio assaporarlo tutto; mamma mi si avvicina e mi dice pensa Mark tu sei riuscito a farle fare sesso con un ‘uomo dopo un’anno di astinenza, col marito i rapporti sono interrotti.
Miriam mi prega di lasciarlo dentro, vuole gustarselo, comincia così lentamente a stringere e a divaricare i muscoli della vagina, mi sento strozzare per come riesce a contrarli, alzo gli occhi e vedo mia madre che ci guarda con passione, le dico:- Dopo sarò tutto per te.
L’amica di mamma dopo quattro-cinque minuti mi chiede di stantuffarla, io lentamente comincio a farlo, poi in un crescendo armonioso, afferrandole i glutei glielo spingo tutto dentro, soffia, ansima poi comincia ad assecondare i miei movimenti veniamo quasi insieme, la sento tremare due – tre volte e poi le sborro dentro tutto il mio seme, ne esce tanto alla fine dopo averlo lasciato ancora dentro qualche minuto estraendolo, dalla sua vagina comincia a scendere un rivolo copioso di sperma, mamma si ferma a guardare sbalordita per la quantità di liquido che le esce e Miriam le dice credo che ci sia anche molto del mio,- &egrave stato stupendo; credo che dell’uomo non si possa fare a meno; mamma la guarda quasi sgomenta e Miriam le dice : – Del tuo Mark non se ne può fare a meno.
Stiamo distesi sul lettone ancora un paio d’ore, poi Miriam con nonchalance dice di allontanarsi per farsi una doccia e dice che poi va a prepararci un caffé, prima di un quaranta minuti non sarò di ritorno.
Ci lascia soli, io sono appagato, resto steso e socchiudo gli occhi, dopo qualche attimo mi sento frugare, delle dita leggere fanno scivolare il prepuzio, la cappella esce fuori, la sento avvolgere da qualcosa di caldo, apro gli occhi e vedo la lingua di mamma che saetta lungo il frenulo, automaticamente il mio cazzo si indurisce, non credevo che fosse possibile, mamma si ferma e mi dice:- Avresti il coraggio di lasciarmi asciutta dopo tutto il sesso che hai fatto con Miriam?,Io penso di si, ma il mio cazzo dice di no; svetta turgido nella bocca di mamma, la quale lo assapora fino in fondo, lo fa scorrere tra le labbra fino alle palle, poi tira fuori la lingua e comincia a titillarmi le palle, mai vista una cosa del genere.
Io resto steso sul letto con le gambe penzoloni, mamma leggermente piegata in avanti continua a succhiarmi, dopo un poco la sento sussultare, apro gli occhi e vedo che Miriam da dietro le sta succhiando gli umori che le scendono copiosi tra le gambe, ad un tratto si ferma dal farmi il pompino; mia madre salta a cavalcioni e si infila d’un colpo nella fregna la mia asta.
La sento soffiare, ansimare, contorcersi, ma non molla inarca la schiena, lo fa entrare più a fondo se &egrave possibile, mi cinge le gambe con le sue, mi graffia il petto la sento mugolare, sembra un’animale ferito, da dietro Miriam scivola tra le mie gambe e con colpi saettanti lecca la mia asta quando esce dalla fica di mia madre, la insaliva tanto che ad un certo punto mi sembra di non sentire più lo scorrere del mio cazzo tra le grandi labbra di mia madre.
Mamma chiede di fermarsi un’attimo; si gira e volge la sua schiena verso il mio volto, ora può baciare la sua amante e sentirsi riempita del mio cazzo, Miriam si ferma e dice alla sua amante, voglio vederti mentre godi, dopo pochi colpi ben assestati un’altra copiosa sborrata esce dai miei coglioni, mamma si lascia cadere all’indietro, cercando di non far uscire fuori il cazzo dalla sua vagina, Miriam le si avventa addosso e comincia a leccare i nostri umori, lo fa quasi con rabbia sento mamma che si contorce e raggiunge un’altro orgasmo; io da parte mio sono visibilmente stanco, infatti dopo poco il moscio muscolo scivola fuori dalla fica di mia madre.
Le due donne si appartano e si concedono ancora del sesso, io per conto mio ho chiuso per oggi.

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