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Trio

L’ascensore

By 15 Ottobre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

La sveglia suona ininterrottamente da qualche minuto, il sole &egrave già alto ma Aurora borbotta nel sonno. La luce accarezza le sue gambe attorcigliate tra le lenzuola stropicciate. Con un gesto improvviso lascia cadere a terra la sveglia e si rimbocca tra le calde lenzuola che hanno l’odore di chi ha vissuto una notte di passione.
Aurora spalanca i suoi occhi verdi, distende gli arti e sbadigliando decide di alzarsi. Il suo corpo nudo esce dalle lenzuola, la sua pelle sa di notte, una notte infuocata.
A terra gli indumenti disseminati sul pavimento in legno: una culotte rosa, scarpe con i tacchi alti e poco altro. All’improvviso il suono di un telefono la percuote dal suo torpore. Aurora goffamente alza la cornetta e sente dall’altra parte una voce calda e forte che le dice :”Buongiono, oggi ferie autogestite?”, il respiro di Aurora si blocca. Quella voce calda appartiene all’uomo per cui lavora, la sua testa si volta di scatto verso l’orologio e si rende conto di essere in estremo ritardo. La donna balbettando qualche improbabile scusa cerca di ricomporsi velocemente e liquida il suo capo dicendo “dieci minuti e sarò da Lei”. Aurora corre in doccia, asciuga in fretta i capelli, indossa un completino nero in pizzo, una camicia ed una gonna stretta a tubino, le sue scarpe preferite e corre per le scale.
Arrivata nell’androne del grattacielo dove &egrave ubicata l’azienda pubblicitaria per cui lavora si dirige con passo svelto verso l’ascensore. A quanto pare non &egrave l’unica ad aver tardato quest’oggi, l’ascensore &egrave affollato e si ritrova stipata per i 32 piani che la separano dall’ufficio. L’aria &egrave pesante, Aurora prova a conquistare una posizione comoda per evitare cadute alla prima fermata e poter consultare le news sul suo Smartphone. Al primo piano nuovi ingressi la spingono in fondo all’ascensore, con il viso rivolto verso la parete. Aurora cerca inutilmente una posizione comoda, pessima idea quella di indossare dei tacchi così alti. Il tentativo però di recuperare spazio risulta vano, anzi…all’improvviso sente una presenza che la spinge maggiormente verso la parete, senza darle possibilità di voltarsi. Aurora inizia a sentirsi a disagio, la posizione &egrave scomoda e non &egrave molto stabile sui tacchi. L’ascensore si ferma e la gente intorno a lei &egrave in fermento. La donna intanto recupera il suo telefonino dalla borsa, ad attenderla, oltre ai soliti buongiorno di amiche ed amici, decine di messaggi delle sue colleghe che la cercano e le intimano di raggiungere al più presto l’ufficio per evitare l’ira funesta del grande capo. Aurora sa già che la attenderà l’ennesima ramanzina per il suo comportamento poco professionale, i suoi rapporti con il nuovo direttore sono stati pessimi dal principio. Sono quotidiani i loro scontri e gli sguardi di disapprovazione che il capo ed il suo fidato segretario lanciano verso di lei. I pensieri di Aurora però vengono bloccati, all’improvviso sente un tocco lieve sulla sua coscia…un tocco che diventa sempre più insistente. Aurora &egrave confusa ed imbarazzata, sente una presenza imponente alle sue spalle, l’odore intenso di una cologna maschile la stordisce e qualcosa di duro spinge sulle sue natiche.
Vorrebbe allontanarsi ma l’uomo &egrave su di lei con tutto il suo corpo. Vano &egrave anche il tentativo di allontanare la mano dalle sue gambe, l’uomo incurante del pericolo &egrave risalito tra sue le cosce e le sfiora ripetutamente il perizoma. Infuriata e pronta a bloccare tanta sfrontatezza Aurora si volta verso l’uomo e si ritrova di fronte agli occhi scuri e magnetici del suo capo. Le parole si bloccano, Aurora rimane impassibile. L’uomo la guarda con uno sguardo di sfida, si avvicina al suo orecchio e le sussurra “Sssshhh. L’azienda pretende il massimo dai suoi dipendenti. &egrave ora di punirla per le sue carenze”. Il capo scandisce ogni parola ed accompagna il suo sussurrare con delle carezze continue sul perizoma. Aurora &egrave sconvolta, non avrebbe mai immaginato un comportamento del genere dal suo irreprensibile capo ma ancor di più non avrebbe mai sospettato di potersi eccitare. Le dita dell’uomo continuano a scorrere sul tessuto bagnato, Aurora inarca la schiena per facilitarne i movimenti e mordicchia le labbra per sopprimere i primi gemiti di piacere. Il capo sposta il perizoma, accarezza il clito ormai duro ed inserisce due dita nella fessura bollente. Gli umori di Aurora bagnano la mano dell’uomo che continua a penetrarla con un ritmo sempre più costante, le dita si piegano dentro di lei, ruotano per sentire il contatto con le strette pareti e continuano ad affondare sempre più velocemente. Aurora ha perso la cognizione del tempo e dello spazio, sente che le gambe stanno per cedere quando due mani sconosciute la sorreggono con forza. Sconvolta nell’essere stata scoperta in quel momento proibito alza lo sguardo e si ritrova ad osservare il volto imperscrutabile del segretario. Solo allora Aurora si rende conto di essere accerchiata dai due uomini. L’ascensore &egrave ormai vuoto, l’ultimo piano &egrave sempre più vicino ma nulla sembra fermare le intenzioni del capo. L’uomo continua a masturbarla e rivolge al segretario un invito chiaro e perentorio “Non stare lì impalato, la signorina ha bisogno di tante attenzioni”. Il segretario non se lo fa ripetere 2 volte, avvicina la mano alla bocca della donna, inserisce due dita in quelle labbra morbide e carnose fino a sentirle ben bagnate; lentamente scende con la mano sulla camicetta della donna, le sbottona 2 bottoncini, tira fuori il florido seno dal balconcino ed inizia a torturare i capezzoli ormai duri. Aurora si sente impazzire, il suo sesso continua a contrarsi ed i suoi capezzoli diventano sempre più sensibili sotto le carezze e le torsioni subite dalle mani del segretario.
Mancano pochi istanti all’arrivo all’ultimo piano. Aurora &egrave combattuta, da un lato lo stordimento per una situazione così inattesa ma dall’altro l’eccitazione ed il piacere che montano dentro di lei. Il capo toglie all’improvviso le dita dal suo corpo caldo, guarda Aurora con un ghigno, preme con un colpo secco il pulsante che blocca la corse dell’ascensore e le dice “La corsa &egrave ancora lunga…”.
L’uomo sbottona la giacca, allenta la cravatta argentea ed ordina al segretario di spogliare il loro giocattolino. Le mani del segretario sono veloci ed in un attimo Aurora si ritrova ad indossare solamente il perizoma ormai bagnato per i suoi copiosi umori e quelle scarpe col tacco che tanto aveva odiato poco prima. Il capo si avvicina lentamente a lei e senza darle modo di replicare si avvinghia alle sue labbra. La bocca dell’uomo &egrave calda ed accogliente e la lingua assaggia ed assapora ogni angolo della dolcissima bocca della donna. Aurora si fa rapire dalla mascolinità di quel bacio, un bacio di possesso, un bacio che sa di marchio. Il capo si sposta, fa poggiare Aurora alla parete dell’ascensore, abbassa la zip del suo pantalone di alta sartoria, sposta il perizoma e con un colpo deciso la penetra.
Aurora si sente subito piena, il membro del capo &egrave grosso e nodoso, capace di arrivare fino in fondo. Il suo corpo &egrave piegato sotto i colpi vigorosi, la camicia dell’uomo struscia sulla sua schiena, una mano le accarezza le natiche mentre con l’altra le tortura il clito. Le sue gambe si fanno sempre più deboli, i suoi mugolii di piacere riempiono l’ascensore e si fanno più intensi ad ogni colpo ricevuto dal possente membro. Il capo si rende presto conto che l’orgasmo di Aurora &egrave imminente, la sua bollente ed accogliente fica &egrave diventata ancora più stretta e sente il suo cazzo risucchiato dalle pulsazioni. Spinto dal piacere e dalla voglia di sentirla pienamente sua l’uomo lancia uno sguardo di intesa al segretario, si abbassa sulla schiena della donna, le lecca la spina dorsale e le sussurra ad un orecchio “So io come zittire questa bocca…” Il cambiamento &egrave immediato, il segretario si slaccia rapidamente i pantaloni, tira fuori il suo membro, la prende per i capelli, la guarda con lussuria e infila senza remore il suo cazzo eretto nella bocca della donna.
Aurora perde ogni freno inibitore. Succhia avidamente il cazzo del segretario, lecca la punta e lo passa sul suo viso mentre Il capo non rallenta il suo ritmo. L’orgasmo &egrave sconvolgente, Aurora sente il corpo attraversato da brividi e pura elettricità, i due cazzi però non le danno tregua e continuano a montarla senza sosta. Il tempo sembra infinito, i colpi del capo si fanno sempre più possenti, l’uomo si spinge sempre più in profondità aggrappandosi ai fianchi sinuosi della donna mentre il segretario le scopa la bocca fino in fondo. Aurora sente il suo corpo attraversato da un piacere mai provato, si aggrappa ai glutei del segretario e sente giungere un orgasmo molto più intenso del primo. Proprio nel momento in cui il capo con un’ultima poderosa spinta svuota il suo seme caldo e corposo nel sesso della donna, il segretario le riempie la gola. Piena del caldo nettare dei due uomini Aurora esplode nel suo piacere che la lascia stremata per terra.
I due uomini si ricompongono in fretta, il capo allaccia la cravatta, si abbassa su Aurora e le dice “Ecco cosa succede ad arrivare in ritardo”.
Un colpo secco e l’ascensore riprende la sua corsa. Sono trascorse 2 settimane dallo sconvolgente incontro avvenuto nell’ascensore. Aurora rivive senza sosta i momenti e le sensazioni provate in quel piccolo cubo. Il giorno successivo si era recata in ufficio attanagliata da mille dubbi e paure, era bastato scorgere il volto del direttore per sentire una morsa allo stomaco e l’adrenalina scorrere nelle vene ma l’uomo le aveva rivolto il solito sguardo di disapprovazione per trincerarsi in un glaciale silenzio. I giorni successivi la donna si sente impazzire, inizia a chiedersi se si sia trattato di un sogno, di un illusione. Trascorre tutte le notti a masturbarsi in modo forsennato, cerca con le sue dita di ritrovare il piacere che il membro del direttore le aveva provocato, tortura il suo clitoride senza pietà e si arrende ad orgasmi intensi ma mai completamente soddisfacenti.
La sua mente &egrave ormai preda del desiderio e questo influisce negativamente sul suo lavoro. Aurora si reca in ufficio sempre più svogliata, manca di concentrazione e sfugge in bagno alla vista del direttore o del fidato segretario. In preda alla distrazione non impiega molto tempo a commettere un errore imperdonabile, cestina involontariamente alcuni documenti fondamentali per una riunione che si sarebbe tenuta il giorno successivo. Aurora si rende conto troppo tardi dell’errore commesso, il direttore la convoca immediatamente nel suo ufficio. L’uomo la accoglie con la sua tipica freddezza, il suo sguardo caldo e magnetico ora &egrave colmo di disapprovazione “Sapevo di non poter contare sulla sua puntualità, sapevo di non poter contare sulla sua precisione ma speravo di poter contare sulla sua professionalità. Pessimo errore di valutazione da parte mia”. Aurora si sente svenire, vorrebbe giustificarsi ma le parole le muoiono in gola, rivolge all’uomo uno sguardo supplicante ma il direttore &egrave implacabile “Signorina le concedo un’ultima possibilità, la consideri frutto solo della mia immensa clemenza. Al prossimo errore &egrave fuori da questo ufficio. Cerchi di risolvere i suoi problemi altrimenti non perda altro tempo e faccia i bagagli. Ora può andare”. La donna fugge dall’ufficio in lacrime, si sente umiliata ma &egrave consapevole che il duro discorsetto del direttore racchiudeva una verità fondamentale: deve dimenticare l’ascensore, deve svegliarsi da questa sorta di maledizione. L’unico antidoto che le viene in mente &egrave il sesso, farsi scopare senza pietà e sostituire i ricordi con qualcosa di concreto. Torna alla sua postazione e scrive una mail ad un vecchio amico di letto palesando senza molte remore i suoi desideri, la risposta del uomo non si fa attendere e dopo qualche battutina i due si mettono d’accordo per incontrarsi l’indomani dopo il lavoro.
La mattina successiva Aurora si veste con cura maniacale, indossa una brasiliana trasparente in pizzo azzurro abbinata ad un reggiseno a balconcino, delle calze autoreggenti nere velate ed un tubino grigio capace di evidenziare il suo fondoschiena pronunciato ed i suoi seni pieni. Completa il tutto con un paio di tacchi a spillo ed acconcia i suoi capelli in un morbido chignon laterale. Si reca in ufficio in perfetto orario, incurante degli sguardi di desiderio e lussuria che il suo corpo attira. La giornata lavorativa si svolge senza grandi intoppi, la prospettiva dell’incontro serale sembra aver liberato la sua mente da stupide illusioni e fantasie. Pochi minuti prima della fine dell’orario d’ufficio Aurora spegne il pc, indossa il suo rossetto color ciliegia e si alza per recarsi all’appuntamento ma accanto a lei si materializza il segretario che senza indugio le dice ” Il direttore ha urgente bisogno di scambiare due parole con lei, si rechi immediatamente nel suo ufficio”.
La donna resta pietrificata, vorrebbe fuggire ma sa di non poterselo permettere, bussa con esitazione alla porta dell’ufficio ed entra senza nemmeno attendere l’autorizzazione. La stanza &egrave quasi in penombra, le uniche fonti di luce sono una lampada poggiata sulla scrivania e le luci notturne della città che risplendono dalle finestre. Aurora entra titubante, il direttore la guarda da dietro la sua scrivania imponente, i soli rumori sono il respiro pesante della donna e le dita dell’uomo che tamburellano sul legno. La donna balbettante si rivolge al suo capo “Buonasera, voleva vedermi?”. Il direttore attende qualche istante per poi sferrare il suo attacco ” Signorina, speravo di essere stato molto chiaro con il mio discorso ma a quanto pare l’ostinazione le appartiene. Immagini quanto sia stata grande la mia sorpresa a scoprire che ieri, subito dopo il nostro incontro, lei ha utilizzato il pc aziendale durente le ore di ufficio per dedicarsi ad inviare queste mail di così poco gusto.” Aurora sente la pelle diventare bollente e le ginocchia cedere, inizia ad indietreggiare verso la porta, l’unica idea che le viene in mente e di scappare il più lontano possibile. La voce del direttore però la ferma “Dove pensa di andare? Crede che stasera le permetterò di divertirsi col suo amichetto? Venga qui”. La donna si avvicina all’uomo quasi ipnotizzata, lo raggiunge dall’altro lato della scrivania e lo guarda rimanendo pietrificata dall’intensità di quello sguardo. Il direttore si alza, slaccia la sua cravatta ed il primo bottone della camicia, si avvicina, passa il dito sulle labbra color ciliegia della donna e le dice con la voce roca “Un rossetto da troietta, dei tacchi da troietta, un vestito da troietta…bisogna sfruttarli per bene”. L’uomo si avventa su di lei, con una mano le imprigiona i capelli mentre con le labbra le percorre il collo lungo e sensuale. L’erezione &egrave già evidente, la sua mano sinistra percorre il corpo della donna, indugia sulle cosce, risale sull’attaccatura delle calze per poi arrivare alle brasiliane ormai intrise di umori. Il direttore passa la sua mano sul monte di Venere di Aurora, strofina senza tregua e guarda con un ghigno il corpo della donna ormai in preda al piacere. Si ferma all’improvviso, le alza il vestito fino al l’ombelico mettendo in mostra i sui fianchi rotondi e la sua brasiliana, avvolge con le mani il fondoschiena della donna e le fa percepire il suo membro svettante. Il direttore ha ormai la donna in suo potere. Con un gesto repentino le strappa la brasiliana, la fa inginocchiare, abbassa la zip del suo vestito di sartoria, tira fuori il suo cazzo lungo e nodoso e lo passa sul viso della donna. Basta un “Succhia” ordinato dall’uomo con il suo tono perentorio a spingerla ad accogliere quel membro bollente nella sua bocca. Aurora si avventa con foga, lecca tutta l’asta dalle palle fino alla cappella, mette in bocca le palle piene mentre con la mano accarezza il membro in tutta la sua lunghezza. La donna, con le lacrime agli occhi ed il trucco sciolto, assapora ogni angolo di quel cazzo vigoroso, gira con la lingua sulla punta bagnata e lo ingoia tutto fino ad arrivare in gola. Il direttore aiuta il ritmo spingendo la testa della donna con entrambe le mani,poco prima di godere però la ferma e la fa rialzare. Aurora si sente stordita e confusa, osserva con trepidazione l’uomo in attesa di una sua parola. Lui si siede sulla sua poltrona, si accarezza il membro e la guarda con sfida “Tocca a lei scegliere. Vuole uscire da questo ufficio per incontrare il suo amichetto o cavalcare il mio cazzo?”. La donna non si fa ripetere l’invito, toglie il vestito, slaccia il reggiseno, si arrampica sulle gambe del direttore e si impala sul cazzo. La sua fica stretta ma grondante di umori accoglie quell’invasione così piacevole, Aurora gode della sensazione di pienezza, muove lentamente i fianchi ma il direttore le spezza il fiato con una spinta vigorosa. L’uomo impone un ritmo massacrante, le palle sbattono contro di lei, il membro si ingrossa sempre di più strofinando sulle pareti strette e la bocca si lancia sul capezzolo destro mordicchiandolo. Aurora non trattiene più i suoi gemiti, avvinghia le dita ai capelli dell’uomo e lo invita a sbatterla senza pietà. Il direttore la solleva del tutto dal suo membro, la gira e la impala nuovamente poggiando il petto alla schiena sensuale della donna. In quel momento l’uomo si ferma, prende la cornetta dalla scrivania e intima un ordine al l’interlocutore “Ti aspetto qui”. Dopo qualche istante entra in ufficio il fidato segretario, Aurora si blocca colta dall’imbarazzo, si copre i seni con le mani, prova ad alzarsi ma il direttore le impedisce ogni movimento. L’uomo assesta spinte forti e vigorose mentre con le mani si avventa sul clitoride e sul capezzolo destro della donna. Il segretario guarda impassibile la scena, il direttore le lecca e succhia il collo e gli dice “Guarda come gode la mia troia”. &egrave un attimo, Aurora si fa travolgere da un orgasmo squassante che le percorre tutto il corpo, non può fare altro che urlare tutto il suo piacere mentre il direttore la riempie con il suo seme bollente. I due rimangono senza fiato, accasciati alla scrivania. Il segretario esce silenziosamente dall’ufficio. Il direttore scosta i capelli della donna, si avvicina al suo orecchio e le sussurra “Punirla &egrave sempre un piacere”.

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