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Trio

Lezione sul gelato

By 29 Luglio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Gli esami di maturità stanno ormai finendo e le ripetizioni che ho dato quest’anno sembrano finalmente dare i loro frutti.

Sono ormai oltre cinque anni che in questo periodo almeno una collega mi chiede di dare ripetizioni a qualche figlio, lo sprint finale, l’ultimo ripasso. Bench&egrave mi faccia pagare, non lo faccio mai per il denaro, mi &egrave sempre piaciuto insegnare e con la scusa della ripetizione mantengo i concetti vivi nella memoria.

Quest’anno a chiedermi di dare ripetizioni al figlio &egrave stata Roberta, suo figlio ed un suo amico avevano bisogno di un buon ripasso di latino ed era sicura di poter contare su di me, io non l’ho delusa.

Ale e Mirko, questi i due ragazzi da seguire, lezioni a casa di Roberta – madre di Ale – tutti i giorni per due settimane, dalle 17.00 alle 18.30; io e Roberta uscivamo insieme da lavoro per arrivare da lei, lezione e poi tornavo a casa a piedi, giusto per fare una passeggiata.

Tutto normale, tutto secondo la scaletta, tutto bene per sette giorni fino al secondo mercoledì.

Ale e Mirko erano in classe insieme da cinque anni e da cinque anni erano molto amici, era chiaro che si intendevano con uno sguardo e che io non fossi passata indenne nelle loro fantasie di ragazzi; non sono stupida e mi ero accorta di tutto, ma portavo avanti il mio mestiere senza dare peso evidente a queste cose.

Torniamo a quel mercoledì, Roberta mi avverte che ha un impegno per il pomeriggio e la cena con il marito, quindi mi accompagna sotto casa sua, mentre io salgo incrocio il marito che scende. In casa ci sono i due ragazzi che stanno studiando, riprendiamo il ripasso e tutto va avanti tranquillo fino alla solita pausa delle 17.45 circa.
Il caldo inizia a sentirsi ed in uno scambio di battute Ale dice:
“Ci vorrebbe proprio un gelato”
Avallo la necessità e un’occhiata tra i due fa suonare un mio campanello, Mirko immediatamente si alza per andarli a comprare, due cornetti e un fior di fragola per me.

Passano cinque minuti quando Mirko si ripresenta in cucina:
“Mi spiace, ma aveva finito tutto, c’erano rimasti solo questi” e da una bustina di carta tira fuori tre “calippo”, nuova occhiata tra i due e secondo campanello, ma ormai ho mangiato la foglia, non ho più bisogno di indizi, bench&egrave non mi ero neanche immaginata una cosa del genere in un attimo decido che ne vale la pena e gioco il loro gioco, anzi esagero.

Questa volta butto io l’amo:
“Bene ragazzi, sono sicura che voi non siete capaci di mangiarvi questo gelato nel migliore dei modi”
Ale abbocca pensado di guidare:
“Qual &egrave il miglior modo per mangiarlo?”, sorrisetto
“Guarda” e così dicendo prendo il calippo e lo inizio a far ruotere tra le mani per la lunghezza,
quando ritengo si sia staccato dall’involuco lo spingo da sotto e ne tiro fuori oltre le metà,
quindi inizio a leccarlo dal basso verso l’alto, arrivo in cima e lo avvolgo con le labbra, succhio,
scendo di nuovo e risalgo, lo rimetto in bocca e lo faccio scorrere due tre volte, alzo gli occhi a guardare i miei due cacciatori.

Entrambi hanno la patta che tira, ad Ale la cosa &egrave più evidente perch&egrave ha dei pantaloncini, mentre Mirko con i jeans si cela in modo maggiore ma comunque evidente. Stanno lì fermi a guardarmi, con la bocca semiaperta, gli occhi di fuori, senza ingoiare, non speravano in nulla di ciò, non sanno che sono generosa ma comunque una dominatrice, lo impareranno presto.

Mi avvicino ai ragazzi e gli tolgo il gelato da mano, li butto nel lavabo, poi abbasso le mani sulle due patte, come una reazione a molla le loro mani mi arrivano addosso ed iniziano a toccarmi dapertutto, le loro bocche si avvicinano al mio collo, i palmi delle mani sfiorano i miei seni, i glutei, sento quattro mani che girano vorticosamente sul mio corpo.
Mi abbasso per prendere i miei gelati di carne e la merce non &egrave male, mentre i due si guardano con gli occhi che brillano dalla contentezza io ho iniziato il mio lavoro andando su e giù con la bocca e accarezzando con le mani e con la lingua; la cucina rimbomba dalle eco dei gemiti dei due ragazzi.

Mi fermo e mi alzo, guardandoli negli occhi dico:
“Allora, vogliamo continuare più comodi? Ma guardate che non sarà tutto come vi aspettate, vi devo comunque insegnare qualcosa … ”
I ragazzi sorridono e ci avviamo verso la camera di Ale; mi siedo sul letto e li invito a spogliarsi di fronte a me.
Per la prima volta li guardo come uomini e non come studenti, entrambi hanno un fisico asciutto, Ale &egrave alto circa un metro e ottanta, carnagione scura, capelli neri, occhi neri, ha dei bei bicipiti e dei bei addominali, la dotazione nella norma, ma quella già l’avevo accertata. Mirko &egrave pochissimo più basso, capelli castani tendenti al rosso, carnagione chiara, spalle larghe e fisico
senza grasso, sembra un nuotatore, anche lui uomo nella norma. Sono eccitatissimi.
Inverto il gioco, faccio mettere loro seduti ed io mi spoglio di fronte a loro; come prima cosa tolgo le scarpe, poi sciolgo i miei capelli e con un gesto secco mi tolgo la maglietta mostrando un reggiseno pieno di ben di Dio, quindi mi giro di schiena e mi tolgo i jeans mostrando il perizoma in completo con il pezzo di sopra, ma non penso che abbiano notato questa finezza.
“Bene, ora farete quello che dico io, al primo ‘NO’, mi rivesto e me ne vado”
I ragazzi annuiscono, sicuramente non sono vergini, ma altrettanto sicuramente non gli &egrave mai capitata una cosa del genere, a questa età le ragazze se la fanno pregare e poi sono sempre i ragazzi a condurre il gioco attenti a non superare mai quel limite invisibile che loro pensano possa far cambiare idea alla ragazza senza sapere che anche per noi &egrave difficile tornare indietro.

Dico ad Ale di sdraiarsi sul letto con le gambe allargate, io mi inginocchio nello spazio tra queste e dico a Mirko di affiancarsi al letto vicino a me, quindi scendo con la bocca sul sesso di Ale, lo lavoro un poco, poi alzo la testa e dico a Mirko:
“Guarda bene, voglio che quello che sto facendo io poi lo rifaccia tu”
Vedo una smorfia sulla faccia di Mirko ed altrettanto su quella di Ale, allora aggiungo:
“Il sesso non &egrave solo fica e cazzo, ognuno deve sapere tutto, poi può scegliere le cose che gli piacciono e quelle che preferisce evitare, non vi chiedo di avere un rapporto completo tra di voi, voglio solo che assaggiate il sapore di un uomo … o me ne vado?”
Silenzio, poi Ale che ormai ha il pisello in tiro da scoppiare perch&egrave mentre parlavo continuavo a giocarci, accetta; Mirko sebbene di malavoglia accetta anche lui.

Riscendo con la bocca su Ale e lecco l’asta dal basso verso l’alto, giro intorno alla capella, la prendo in bocca, mentre con l’altra mano gioco con i testicoli, poi mi alzo e cedo il posto a Mirko che con riluttanza cerca di imitarmi. Soddisfatta del risultato ordino il cambio di posizione, quindi inizio a baciare il sesso di Mirko e poi passo l’azione ad Ale.

Finalmente soddisfatta della lezione impartita faccio alzare i due ragazzi, quindi mi siedo in pizzo al letto con le gambe allargate e li invito a leccarmi:
“Fatemi vedere cosa sapete fare, &egrave l’ora che questi due ragazzi mi riempiano di loro”
I due si buttano a capo fitto a leccarmi tra le gambe, le loro mani esplorano le mie cosce, si alternano, si azzuffano, sembrano due assetati che bevono da una fontana, io sono al settimo cielo.

Li fermo:
“Dai prendete i preservativi che ora si va avanti con il gioco vero”
Ale apre il comodino ed estrae un pacchetto di condom, lo prendo e faccio per metterglielo, poi si avvicina Mirko e Ale chiede:
“Allora, come dobbiamo comportarci?”
“Fate come volete, io vi chiedo solo di usare i condom e se ci riuscite di venirmi in bocca, &egrave una cosa che adoro”
Quest’ultima affermazione sembra aver dato fuoco alle micce, mentre Mirko ancora senza condom me lo infila subito in bocca, Ale inizia a penetrarmi mettendosi in ginocchio tra le mie gambe mentre io sono messa a coltello; sono ben lubrificata, entra senza problemi ed ha un buon ritmo, farà contente molte donne. Mirko geme sotto i colpi della mia bocca e nella morsa delle mie mani che giocano con i suoi testicoli, finch&egrave non lo sento chiedere un cambio di posizione.

Ora si &egrave disteso sul letto e mi invita a cavalcarlo, gli infilo il condom, salgo e lentamente lo faccio entrare in me, Ale gira un poco intorno, come indeciso sul da farsi e poi lo sento che si accomoda dietro di me, vuole entrami nel secondo canale.
Rallento il ritmo della cavalcata fino a fermarmi, lo sento poggiarsi, iniziare a premere, ancora più forte, lo blocco:
“Ale, se non mi aiuti con un po’ di saliva o in qualche altro modo non entrerei mai!”
Lo sento allontanarsi mentre riprendo a cavalcare Mirko che ne ha approfittato per togliermi il reggiseno ed attaccarsi con la bocca ai miei capezzoli, ritorna, lo sento armeggiare con le dita intorno al mio ano, ha qualcosa di unto sui polpastrelli, segue il ritmo mio e di Mirko, quindi sento entrare un dito, per me &egrave già una libidine, arriva il secondo dito, poi il terzo, io grondo umori a morire, avverto Ale che ora può riprovarci, mi fermo ed attendo.

Sento di nuovo Ale puntare al forellino, la strada &egrave decisamente più facile, entra lentamente, sento il sottile strato di carne che divide i due ragazzi dentro di me farsi sempre più sottile, li sento uno vicino all’altro, eccitati ed affamati, altre al piacere
fisico &egrave la situazione stessa che mi eccita. I due riprendono il ritmo, anzi il controritmo visto che si muovo uno al contrario dell’altro in modo che io ne abbia sempre almeno uno dentro e quando si scontrano nel tornare indietro sento picchi di piacere, ripressi immediatamente dall’affondo interno.

Non ce la fanno più, sento che rallentano il ritmo per non venire, mentre io sono già più che appagata, li fermo, faccio stendere Ale vicino a Mirko, gli tolgo i condom e riprendo a giocarci con la bocca, ormai sono al limite, mi dedico prima a Mirko mentre continuo ad accarezzare Ale con la punta delle dita per tenerlo in tiro. A Mirko bastano cinque sei pompate che mi viene in bocca, dolcissimo, continuo a leccarglielo e pulirglielo perch&egrave sono golosa di dolce e di sperma, non sono mai sazia.
Ora tocca ad Ale che ha già due goccioline di liquido trasparente che gli brillano dalla punta, decido di farlo impazzire, lo accarezzo con la lingua, mi aiuto a stimolarlo con la mano, giro veloce e rallento di colpo, lo sento che sta per scoppiare, mi diverto a vederlo arrivare al limite e allentarsi per poi ricominciare a godere.
Sta arrivando, l’ho portato al limite del non ritorno, il suo pisello ha un sussolto come voler diventare ancora più duro -se potesse- allenta la tesione, seconda tirata di nervi e seconda tensione allentata, terzo scatto, nell’allentarsi stavolta schizza una bella doccia di latte, quindi le tensioni continuano ma sono sempre meno forti ed esce sempre meno latte.
Gli lecco il pisello, le gambe, gli addominali, ovunque ci sia ancora un poco del suo sperma da raccogliere; &egrave meno dolce di quello di Mirko, comunque buono, poi almeno il piacere di vedere una donna che raccoglie il suo seme per berlo gliela posso dare.

Ora i due sono spompati, sorridono ed io sorrido con loro. Mi alzo, raccolgo i miei vestiti mentre faccio i complimenti ai due ragazzi, complimenti che contraccambiano; quando sono vestita, loro sono ancora nudi sul letto, gli sorrido un’ultima volta, poi li avviso che questa &egrave stata la prima e l’ultima volta che la lezione andava in questo modo:
“Mi raccomando, oggi avete imparato che, uno, si usano i condom, due, prenderlo in bocca non &egrave mortale, tre, non si stuzzica il cane che dorme”
e li saluto con un bacio e una stretta di pisello ad ognuno.

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