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Trio

L’immensità e la carne

By 14 Maggio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

è notte. Notte d’insonnia. I lampioni nella strada sono spenti e la via è immersa nell’oscurità. La pallida luce lunare filtra fra le chiome degli alberi nel giardino, è riflessa dai tetti e dai vetri delle finestre chiuse, rinforzata dalla tenue luminosità dei lampioni che arriva come estranea dalle vie adiacenti. C’è uno strano senso d’irrealtà in questo chiarore diffuso e vago. Un senso d’immobilità, di sospensione. La città mi fa l’effetto di un congelatore onirico dove le passioni, le brame, le angosce e le attese, tutte le attività umane sono sopite e messe da parte, rese irrilevanti dal messaggio d’immensità trasmesso dal cielo stellato.
Nelle ore precedenti ho provato impressioni opposte, confinate alla carne, alla vertigine dei sensi. Un cosmo di sensazioni brucianti racchiuse nei pochi metri quadrati di un letto, dove tre corpi nudi disegnavano intrecci proibiti. In confronto alla vastità del tempo e dello spazio, le vampate dei sensi sono effimere, destinate a estinguersi, eppure queste piccole fiammate rendono memorabile a noi stessi qualche momento della nostra vita, soddisfano il nostro bisogno di piacere. Perché è il piacere l’alimento di cui siamo perennemente affamati.
Mi sono svegliato a notte fonda e mi sono alzato. Ho acceso il computer. Scrivo queste parole che poi magari si perderanno nella memoria artificiale di circuiti e integrati.
Flavia sta dormendo. Simone dorme coricato accanto a lei, con un braccio sul suo seno. Li ho osservati in silenzio, come derubandoli della loro intimità. Erano belli, così addormentati, esposti senza veli al mio sguardo predatore. Flavia è bella, così sazia, appagata, sprofondata nel torpore che segue l’esplosione della libidine. è bella e seducente, addormentata accanto a questo ragazzo che ha quindici anni meno di lei. E io l’amo. Non saprò mai più rinunciare alla follia delle nostre fiamme proibite.
Stanotte Simone è venuto ‘in fuga’ da noi. è il figlio della portinaia e qualche mese fa lo abbiamo sedotto, se così si può dire. O forse lui ha sedotto noi, chissà. Abita al pianterreno con la madre e certe sere esce di nascosto dalla finestra di camera sua e viene a passare la notte su da noi. Viene in fuga, appunto. A passare la notte fra le braccia di mia moglie, fra le sue cosce. Anche fra le mie braccia, per la verità, visto che il nostro giovane amico non ha alcuna preclusione circa le cose che riguardano il sesso.
In fatto di sesso, Simone è insaziabile, curioso, sempre disponibile a qualsiasi esperienza. è versatile. Un giovane maschio che può trasformarsi in una ragazza spudorata, capace di sbattere Flavia o sospirare fra le mie braccia con lo stesso ardore.
Ora è quasi l’alba e lui dorme nel mio letto, abbracciato a mia moglie. Fra un po’ dovrò chiamarlo, affinché rientri di soppiatto in camera sua, prima che sua madre si svegli. Stanotte l’ho scopato come si scopa una donna, vis a vis, con le sue gambe sulle mie spalle. Lo penetravo e intanto Flavia lo succhiava, dandogli piacere da maschio nello stesso tempo in cui io gli davo piacere da femmina. Uomo e donna contemporaneamente, penetrato e penetrante.
Non ho una particolare predilezione per la sodomia, soprattutto con gli uomini, però mi elettrizza inculare Simone mentre lui fotte mia moglie. Mugolano entrambi come ninfomani. Entrambi implorano d’essere penetrati a fondo.
Stavolta, mentre affondavo la mia erezione nel culo di Simone, lei gli poppava l’uccello. La cosa non mi è di certo dispiaciuta. Un cazzo nella bocca di mia moglie è lo spettacolo che da sempre preferisco. Quando lui è venuto, Flavia si è tirata su e mi ha mostrato lo sperma nella sua bocca. Poi però mi ha baciato con le labbra chiuse, resistendo all’invadenza della mia lingua. Allora mi sono staccato da Simone e ho penetrato lei, ottenendo in cambio un bacio vero, bagnato dal seme del ragazzo, reso osceno dall’eiaculazione che faceva da collante alle nostre labbra unite. Flavia passava lo sperma nella mia bocca e io glielo restituivo. Ho sentito che lei precipitava nell’orgasmo e io l’ho seguita, incurante delle proteste di Simone, che si lamentava del fatto che non ero venuto dentro di lui.

Un tenue chiarore emerge da est, facendo risaltare l’orlo dei monti sullo sfondo del cielo non più nero. Il sole è ancora nascosto, ma avanza a portare il risveglio su questa porzione di mondo addormentato. è ora di chiamare Simone.
Metterò la moka sul fornello, in modo che lui trovi il caffè pronto non appena si alza. Sarà imbambolato dal sonno, ma chissà, magari si presterà a lasciarsi succhiare mentre beve il caffè. Scrivere queste righe mi ha messo di nuovo voglia. Vorrei svegliare Flavia portandole il caffè a letto e dicendole che ho fatto un pompino al nostro ragazzo. Forse lei vorrà sentire il sapore di cazzo sulle mie labbra. Cercherà l’umore di sborra augurandomi il buongiorno con un bacio.
In alto, nel cielo, una stella pare impazzita, oppure sembra che si sia messa a giocare correndo in mezzo alle altre stelle. è un aereo. La luce di un aereo che segue la sua rotta verso destinazioni lontane, a me ignote, esotiche. Corre veloce verso oriente. Verso l’alba.

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