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Trio

Manuela e la sua amica universitaria

By 6 Aprile 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Era da tempo che la vedevo ed era eccezionalmente bella ma avevo notato insieme ai miei colleghi di facoltà che quella ragazza dava confidenza solo a poche persone; coloro che provenivano da fuori città erano esclusi dalla sua cerchia. Era evidentissimo che era classista evitando tutti quelli che non appartenevano ad un giro sociale di famiglie benestanti che vivevano in un quartiere non lontano dalla facoltà dove le ville ed i palazzi dell’alta borghesia abbondavano.
Che fosse la ragazza dei desideri di molti lo sapevano tutti. Le ragazze meno dotate e quelle che erano politicizzate non la vedevano di buon occhio e l’epiteto più comune per identificarla era ‘stronza’.
I suoi abiti erano sempre di alta moda, pettinatura impeccabile trattenuta da un ferma capelli, scarpe e calze da ragazza alla moda senza eccessi. Occhiali sempre diversi portati come accessorio.
Il suo corpo non lo esponeva tanto ma si vedeva che era ben fatta e lo curava bene. Era un angelo, penso che avesse circa diciannove anni.
Il suo fidanzato aveva i capelli chiari ed anche lui sia dal comportamento, sia dagli abiti apparteneva all’alta borghesia della città. Molto spesso veniva al termine delle lezioni a prenderla in auto facendoci morire perché era una Porche di colore bianco con il tetto apribile.
Eravamo d’accordo che ad un ragazzo così come si poteva resistere?
Il nome della ragazza era Manuela e scoprimmo per caso che aveva confidenza con un assistente di matematica che le permetteva di andare a trovare gli insegnanti nelle loro studi. Naturalmente si diceva che la desse agli insegnanti per passare gli esami e così tante altre cose dovute all’invidia ed anche al fatto che il comportamento era da stronza. Nell’aspettare l’ingresso alle lezioni dimostrava a tutti noi quale fosse la sua superiorità ma era un comportamento alla pari dei suoi amici e delle sue amiche con cui faceva cerchia e studiava, guardandoci quasi schifata e comunque non considerandoci per niente.
Gli esami, guarda caso, li passava tutti, nessuno escluso, con il massimo dei voti con domande ed argomenti vergognosamente facili.
Era chiara l’invidia che avevamo verso di lei. La falsità delle sue parole era ben nota anche se qualcuno dei ragazzi che non la conosceva bene tentava un approccio e ne rimaneva scottato.
La dea fortuna un giorno volle che fossi seduto a studiare nella sala lettura dell’istituto della mia facoltà.
Io andavo spesso in quella sala per il silenzio e d’estate per l’aria condizionata. Al sud dell’isola dove abito c’è veramente caldo d’estate e stare a casa a studiare è veramente faticoso e somiglia ad una sauna prolungata.
All’improvviso sento una voce dolce che attira la mia attenzione; era Manuela che parlava con una delle sue amiche fighe. Sollevo per un attimo lo sguardo dai libri e la vedo lì anche lei a studiare.
Non avevo fatto caso a lei e neanche al suo ingresso in quell’ambiente quindi non so da quanto fosse lì.
Mi meravigliò molto il suo modo di vestire ed anche l’atteggiamento nel stare seduta.
Ciò che i miei occhi vedono è uno spettacolo decisamente sensuale. Lei è seduta di fronte, indossa una minigonna molto corta che le fascia in modo perfetto la parte superiore delle cosce accavallate. Sono belle, interminabili e sode. Indossa un top bianco dal quale s’intravede la forma del seno in tutta la sua bellezza. E’ decisamente bella, capelli lisci e lunghi, un viso dolce e allo stesso tempo dall’aspetto malizioso, labbra carnose e occhi neri decisamente espressivi.
Non avevo mai visto Manuela vestita così. Mi vien da pensare che il ragazzo l’avesse mollata e questo pensiero mi piaceva molto perché sapeva di vendetta ed anche di remota, anzi remotissima, possibilità di farmela. La sua visione mi lascia incantato qualche minuto finché non si accorge che sto guardando le sue gambe sotto il tavolo.
Solitamente Manuela portava ampie gonne con una cintura in vita e camicette o magliette, scarpe tacco 7-8 centimetri non essendo altissima. Il suo aspetto era di ragazza proporzionata e con il viso di forma ampia e solare. Da ragazzo intraprendente decido di fare lo stronzo quanto lei ed allora sollevo lo sguardo e la fisso negli occhi. Lei mi guarda e quell’attimo che sembrò interminabile, mi sorride e, con la sua solita eleganza accavalla le gambe invertendole di posizione, la gonna si solleva ma lei non si degna di abbassarla sotto le ginocchia. Durante la manovra intravedo le sue mutandine di pizzo bianche.
Mi levo dalla sedia e m’incammino verso il bagno. Era una scusa per vederla da tutte le parti e godermi la sua vista che comunque restava splendida. Al ritorno le passo vicino, non la saluto e vedo che sulla sua scrivania ci sono gli stessi testi che utilizzo per preparare il mio esame; al volo capisco che è un’occasione da non perdere e così m’avvicino ma non le sorrido.
“Ti va di scambiare dubbi sugli argomenti dell’esame che stiamo preparando?”
Come al solito si comporta da stronza “Sono di fretta. Ti lascio il mio indirizzo. Se ti va passi a casa mia in serata e ne parliamo. Ci sono vari argomenti che non capisco e vorrei chiarirli. Ti aspetto”. Vedo che scrive qualcosa su un foglio di appunti e, mi saluta e va via. Sul foglio c’è il suo indirizzo e numero di telefono.
Nel pomeriggio non la chiamo al telefono pensando che mi sarei bruciato la visita e vado direttamente a casa, arrivato sotto casa citofono e una voce mi dice di salire al secondo piano. Era una bella villetta nel quartiere ‘bene’ della città con vista mare e sulle altre ville e giardini.
Busso alla porta e aspetto finche non viene ad aprirmi una ragazza davvero bella, bionda, alta circa come me (1,77 cm) e con un corpo da modella. Indossa un pigiama molto aderente dal quale si nota la forma del suo seno molto prorompente.
“Ciao. Sei l’amico di Manuela? Sei quello che l’ha avvicinata stamane in facoltà?”
“Si” rispondo “Ci siamo incontrati oggi in Istituto nella sala lettura” nel dirlo penso alla stronzaggine della mia collega di studi. Ma come le è venuto in mente di dire una balla del genere!
“Accomodati. Manuela è un minuto in bagno. Sta facendo la doccia. Non restare lì impalato entra pure ed accomodati”
Che figa! Da dove viene fuori questa dea? Mi chiedo
Così dicendo si volta e si dirige da un’altra parte della casa percorrendo il corridoio.
Ero ancora in piedi nel piccolo soggiorno della casa e vado alla porta per guardare quella ragazza per vederla da dietro. Così mi godo il suo culo perfetto in ogni centimetro che ancheggia in tutta la sua bellezza nel camminare con le ballerine ai piedi.
Rientro nella stanza molto accogliente, arredata con gusto, con molti pupazzi e ninnoli che denotano un’abitazione di due ragazze giovanissime.
La ragazza che avevo visto sculettare nel corridoio torna da me, si siede di fronte e mi dice “Manuela mi ha detto che anche tu stai studiando l’esame di Fisica 1. Che palle! E’ un esame particolarmente difficile ma a mio parere è reso ancora più difficile dagli insegnanti che sono troppo pretenziosi”
Le rispondo “Effettivamente è molto difficile ma ci fa capire come funzionano molte cose. Certo che gli insegnanti sono veramente duri. Pretendono dagli studenti una precisione notevole e soprattutto non ammettono sbagli neanche momentanei o fraintendimenti”
“Mah! Non possiamo farci niente. Oh! Scusa. Non ci siamo presentati; io mi chiamo Milena ma preferisco dagli amici essere chiamata Milù e tu?”
“Mi chiamo Angelo” le rispondo ed allungo la mano per stingere la sua.
Così dopo esserci scambiati i nomi e aver parlato del più e del meno appare Manuela in tutto il suo splendore con indosso l’accappatoio e i capelli ancora umidi “Ciao Angelo! Sei già qui!”
“Ciao Manuela, sei bellissima” le rispondo sorridendo.
Non so dove abbia trovato il coraggio di dirle quelle parole visto il comportamento da stronza tenuto da lei in facoltà, ma alla sua bellezza è difficile resistere e non dire la verità.
Manuela guarda l’amica e le sorride.
“Grazie” mi risponde e guardando la mia cartellina dice “hai portato i libri! Stasera non mi sembra il caso di studiare ed i dubbi su Fisica li lasciamo ad un altro giorno”
La mia sorpresa era grande; mi aveva colto di sorpresa e non sapevo cosa avesse intenzione di fare.
Le rispondo un imbarazzatissimo “Pensavo che potessimo …”
Manuela con un tono perentorio uguale a quello che sempre usava “Non m’interessa quello che pensavi” e fa anche un sorrisino malizioso e beffardo “Oggi ho deciso di divertirmi un po’ e mandare affanculo lo studio. Di tempo a studiare ne passo molto e penso che ogni tanto ci debba essere una distrazione. Non credi? Sei d’accordo se mangiamo qualcosa e poi facciamo qualche gioco?”
Gioco? Ma di che parla questa stronza. Non sapevo cosa fare e né come comportarmi. Ero imbarazzatissimo. Sembravo un pesce fuor d’acqua. Non era ambiente per me. Questa è matta! Pensai ma allo stesso tempo ero attratto dalla novità.
Me ne uscii con “Ok, per me va bene”
Manuela replicò “Adesso voltati per favore. Voglio vestirmi”
Mi volto verso Milù e vedo il riflesso di Manuela nel vetro della finestra.
Ciò che avevo pensato e che tutti in facoltà pensavano sul suo corpo era realtà, anzi forse meglio.
Inizia così la mia eccitazione.
Noto Milù che guarda Manuela con uno sguardo malizioso ed anche me con uno sguardo di intesa invitandomi ad essere complice.
Manuela effettivamente ha due gambe splendide, il pube poco peloso e segnato da un ciuffo di peli tagliati alla moicano, la forma del sedere è a dir poco stupendo senza imperfezioni, alto, sodo e carnoso. Quest’ultimo lo si intravvedeva dai vestiti indossati alle lezioni ma vederlo nudo era un’altra cosa.
Riflessa dal vetro la vedo indossare le mutandine, il reggiseno e infine una maglia lunga che arriva sotto l’inguine bianca con scollo ampio.
“Bene! Ora puoi voltarti” mi dice.
E’ perfetta, non ho mai visto una ragazza così bella. Ero estasiato ed avevo difficoltà a parlare.
“Dai! andiamo di là a mangiare qualcosa, stasera ho fame. Spero che ci sia qualcosa di buono” dice Milù.
Non so chi preparasse i pasti in quella casa, ma sicuramente non provenivano dalla mensa universitaria dove la stragrande maggioranza degli studenti andava.
Seguo le due ragazze in cucina dove la tavola era apparecchiata per tre. Non mi chiesi chi avesse apparecchiato la tavola; seppi poi che mentre guardavo Manuela vestirsi, Milù era andata a farlo.
Mentre mangiavamo Manuela mi chiede da quanto tempo la osservavo
Le rispondo che è dall’inizio delle lazioni e ciò era dovuto soprattutto al suo aspetto che era al di sopra di quello delle altre studentesse, che seppur carine, non erano belle quanto lei ed in più era eccitante il solo vederla. Chi invidiavamo era colui che aveva la Porsche e veniva a prenderla al termine delle lezioni.
La risposta fu:
Io non ce la faccio più con i bamboccioni che non fanno altro che invidiarti e spalarti addosso! Non sanno fare altro che un sacco di preamboli, toccati le tette, togli il reggiseno, tocca le gambe, entra nelle mutandine, entra nella figa, mi fai piacere, mi bagno, sto pensando a quanto mi farai godere e poi al più lui mi lecca, Magari godo se mi titilla il clito così vengo e poi l’imbecille me lo infila e non fa in tempo a massaggiarmi la figa mentre io mi allupo e, quando sto per venire di vagina, lui viene prima di me, poi si affloscia e prima che riprenda ci vogliono 15 – 20 o più minuti, e poi  di nuovo a menarglielo e a succhiarglielo. E’ vero che di solito la seconda volta dura un po’ di più, ma sempre poco. Insomma è sempre una fatica mal pagata.
Per non parlare di quando si sente arrapato e vuol chiavare ancora!
Allora daccapo! Toccatine, pompino, dita dentro, cazzo sempre meno rigido con lui che quando viene la seconda terza o quarta volta fa una faccia come se facesse fatica!
Ecco, così io mi stufo. Dopo un po’ tutto mi sembra ridicolo e la situazione mi fa passare ogni voglia e spegne in me la libidine. Basta!
Allora meglio uno che duri alla prima volta! Ma voglio godere con la vagina e con il clitoride, senza perdere troppo tempo. Ho anche da fare e tu lo sai che facoltà alcuni insegnanti sono duri.
L’orgasmo clitorideo me lo so fare da sola o con lei (Milù) con la quale quando ci incontriamo, ci lecchiamo un po’, usiamo i vibratori ed altri aggeggini carini.
Io voglio scopare con uomini veri, non quei bambinetti segaioli dei miei colleghi di facoltà che vengono subito perché sono abituati a farsi seghe pensandomi!
Io cerco uomini un po’ stagionati, magari con una moglie brutta.; mi lisciano la pelle di ventenne, mi adorano, mi leccano, mi baciano in fretta e quando mi scopano durano a lungo. Mi piace guardare le loro faccia concentrata e impotente quando sborrano. Mi fanno sentire una regina.
Il suo sfoga lo fa davanti anche a Milù che non la guarda sorpresa ma con un’aria di falso interesse, annuendo ed infine approvando ciò che dice l’amica.
“Io sono dello stesso parere. Sono bisex e preferirei una bruttina ad un allupato segaiolo. Se non altro quando ho un dildo dentro e una lingua sul clito godo da matti. Posso dirti per esperienza diretta che basta che un maschietto intraveda la figa sotto le mutande oppure anche solo un triangolino azzurro o rosa sotto una gonna e subito il loro cervello si confonde e non sono contenti finché non la leccano o comunque sognano di farlo e si danno piacere da matti anche se la portatrice della figa è esteticamente brutta.
Per come conosco le donne, in genere loro sono più carine. Io non mi ritengo lesbica anche se qualche esperienza l’ho avuta e mi piace lesbicare. Da piccole tra amiche ci tiravamo giù le mutandine e poi ognuna toccava e mostrava la sua fighetta, poi col tempo abbiamo imparato a toccarci a vicenda e anche a metterci le dita dentro ma avevamo paura di sverginarci. Però volevamo diventare esperte ed allora una volta successe che una mia compagna molto in calore guidò la mano mia e quella di un’altra ragazza dentro la sua figa. Quando le togliemmo erano insanguinate. Forse l’avevamo fatta troppo grossa! Pulimmo le mani con le nostre mutandine dandogliele poi per fare da tampone, così tornai a casa senza slip. L’aria fresca sotto la gonna fu piacevolissima e poi pensai che era molto più comodo. Da allora non porto mutandine, tanga e raramente perizomi e se lo faccio è solo perché sono belli”
Il discorso poi prese altri argomenti in cui si capì che qualche assistente universitario se le aveva fatte tutte e due.
Del maschio con la Porsche neanche una mezza parola.
Dopo avere spuntinato, Manuela va in camera sua e torna con un mazzo di carte in mano “Ora giochiamo un po’. Chi prende la carta più alta dovrà bere mezzo bicchiere di vino tutto di un fiato. Angelo tu ci stai?”
“Io ci sto” annuì Milù sorridendo.
“Io sono d’accordo” risposi.
Così giocando tra una risata e l’altra, scherzando e ridendo, toccandoci e abbracciandoci, scoliamo più di un litro di vino.
Io ero allegro ma non totalmente sbronzo. Manuela aveva il viso rosso e si rinfrescava allargandosi la lunga maglia scoprendo così le mutandine e il reggiseno.
Mi sollevo per andare in bagno e mi accorgo che le gambe non sono ferme e le ragazze si offrono d’accompagnarmi.
“Ora che ti abbiamo accompagnato ci devi dare qualcosa in cambio e penso che anche Milù sia d’accordo. Quindi dovresti farci vedere il tuo pisellino” dice Manuela guardandomi con aria maliziosa da fanciulla che sa sedurre.
Anche se non sono nel pieno delle mie facoltà non me lo faccio ripetere due volte. Apro la zip dei pantaloni e tiro fuori il cazzo.
“Niente male il ragazzo!” dice Milù con aria di meraviglia e di apprezzamento.
Riesco ad orinare e non mi danno neanche il tempo di asciugare l’ultima goccia che una mano mi accarezza il cazzo.
Mi volto con aria sorpresa e Milù lo impugna e lo tira come se fosse un guinzaglio, costringendomi a seguirla nella stanza da letto.
Manuela e Milù mi spingono sul letto, accendono lo stereo e una luce soffusa rosa invade la stanza.
Entrambe come invasate iniziano a ballare in modo sinuoso ma anche ad abbracciarsi, sfregare i loro corpi in atteggiamenti chiaramente lesbici e si spogliano lentamente mentre si baciano. Vedo le loro lingue muoversi e intrecciarsi nelle bocche e percorrere tutto il corpo.
Restano con le mutandine. Milù ha un perizoma nero meraviglioso con una stringa dorata che le attraversa le natiche.
Mi degnano di attenzione. Si avvicinano e mi denudano e non mi sembra vero. Le loro mani e le lingue sono dappertutto ed io cerco di palpare e di baciare le tette di Milù e le natiche di Manuela.
“Angelo, hai un cazzo bellissimo. Ne ho visti di più lunghi, ma così largo, no” dice Manuela.
Milù finisce di spogliarsi ed ira nuda è veramente una straordinaria bellezza. Ha un seno molto ben fatto con due capezzoli che sembrano due piccole ciliegie. Il pelo è biondo, non folto, ben curato e forma una V con il vertice inferiore ad indicare la figa, le labbra della figa sembrano una seconda bocca.
“Ora vogliamo che ci chiavi con forza in tutti i buchi e noi ti faremo godere tantissimo” mi dice Milù nell’iniziare a masturbarmi. Le sue dita scorrono lungo la mia asta dura come il marmo.
Manuela intanto mi lecca il petto su cui ho radi peli, scendendo sempre più giù; mi lecca ovunque r mi sembra d’essere all’apice dell’eccitazione che raggiungo quando la sua lingua va sulla punta della cappella. La mano di Milù è sempre lì a farmi una sega e guarda ciò che fa la sua amica.
Non resisto più, metto una mano dietro la testa di Manuela e, afferrandola per i capelli, le spingo con violenza il cazzo in bocca. Vedo la sua testa scendere e sento il suo naso premere sui miei peli.
E’ la prima volta che il mio cazzo viene inghiottito del tutto ed arriva alla gola di una ragazza. Le muovo la testa su e giù sempre più velocemente. Sto per spruzzare lo sperma in bocca di Manuela quando Milù mi blocca “smettila o Manuela soffoca. Dai! Ti ha fatto godere abbastanza, non credi?”
Manuela disfatta e ansimante si stende; è bellissima, un corpo da favola, molto sodo, penso che debba fare molto sport per mantenersi così carnosa. Inizio a baciarla, ha una lingua forte e veloce. Le bacio le tette e gli succhio i capezzoli con forza. Poi scendo sempre più giù, finché non sento quell’odore incantevole quale può avere una fica del genere. Le infilo la lingua tra le labbra della fica, mi sembra di baciare una terza persona. Mi diverto a mordicchiargli il clitoride sempre con maggiore decisione.
“Angelo, ti prego, non ti fermare. Mi fai impazzire. Continua ti prego!”
Da quel che mi aveva detto sapevo cosa fare e allora penso che le piacciano le maniere forti; così stringo i denti anche sui suoi capezzoli finché non sento un urlo di dolore misto a tanto piacere “Veeeeeeengo”!”
Milù è lì affianco a noi che si sgrilletta e sento lo sciacquio delle dita nella figa ed i suoi sospiri mi danno maggior carica.
Infilo nuovamente il cazzo con forza nella bocca di Manuela e mentre la scopo, sento il respiro di Milù tra le mie natiche, me le allarga aiutandosi con le mani e mi spinge la lingua nel buco del culo. E’ una sensazione indescrivibile, chiavo Manuela in bocca e contemporaneamente Milù mi lecca il culo. Non resisto più sento il cazzo vibrare e anch’io grido “Bevi tutto! E’ tutto per te!” spruzzando con violenza il mio sperma nella gola di Manuela. Ho degli spasmi muscolari incredibili e lo sfintere che stringe la lingua di Milù. Penso che è stata una fortuna aver evacuato l’intestino prima di andare da loro.
Non tutto lo sperma viene trattenuto in bocca; ne è caduto anche sugli occhi e nei capelli di Manuela che continua a pompare e a passare la lingua lungo l’asta ripulendola ben bene.
Che spettacolo! Lei la ’stronza’ che ingoia tutta la mia sborra! Chi l’avrebbe mai detto!
Manuela non mi lascia un attimo di tregua, continua sempre a pompare. All’improvviso sento un’altra lingua sul mio cazzo, è quella di Milù che viene a raccogliere la sborra dal viso dell’amica e scambiarla tra le bocche.
Vedere le ragazze baciarsi e passarsi lo sperma da una bocca all’altra mi fa venire una nuova erezione. Milù si alza, va verso il comodino, apre il cassetto e prende un vibratore nero di gomma bello grosso. Comincia a giocarci e a leccarlo con la lingua e poi lo infila in bocca. Penso sia per me e sarebbe una nuova esperienza.
Manuela mi viene sopra poggiando le sue tette sul mio cazzo e così ho la visione del suo culo ondeggiante. Solleva il tronco e un po’ sulle gambe per poi abbassarsi lentamente finché non tocca con la figa la cappella del mio cazzo. Quando inizia a spingere sento una sensazione di calore sul cazzo avvolto dai muscoli della figa.
“Aprimi la figa, ti prego!” grida Manuela.
Si siede con forza andando a conficcare il cazzo fino all’utero. Si piega un po’ in avanti arcuandosi e comincia a cavalcarmi.
Milù, intanto, sta giocando con il fallo nero e gode infilandoselo e stantuffandolo nella fica guaradndo negli occhi Manuela che gode.
All’improvviso Manuela cambia posizione, si volta, mette le mammelle sulla mia faccia, mi prende il cazzo con una mano e se lo infila nuovamente nella figa e riprendendo a cavalcare con molta forza e velocità.
Vedo anche che Milù si alza e va dietro Manuela. Gli lecca il culo anche a lei mentre io la sto scopando, tira fuori il vibratore dalla sua figa e, bagnato com’è, e lo spinge nel buco del culo di Manuela. Avverto che la figa si è fatta molto più stretta ed avvolgente ma lei non smette di cavalcare.
“Chiavatemi insieme! Non resisto più! Dai! Continuate!” urla Manuela.
Continuo a chiavarla per alcuni minuti, finché non invertiamo le posizioni.
“No Angelo, ti prego! Non mi inculare! il tuo cazzo è troppo largo”
Come? Non ti devo inculare? Hai fatto la stronza facendo la preziosa per tanti mesi ed ora non vuoi? Ora ti faccio vedere io!
Non mi faccio scrupoli e spingo per aprire lo sfintere ed entro fino a quando non sento le palle toccare i glutei di Manuela.
“Aaaaahhhhh! Mi duole! ho un dolore cane!” Milù la guarda per nulla meravigliata mentre Manuela, da falsa qual era, spinge con forza anche lei.
Che troia!
La scopo con forza nel culo per alcuni minuti fino a quando sento Milù che mi allarga le chiappe e spinge il vibratore verso il mio ano.
“No, questo no!” le dico.
“Perché a te piace che noi lo prendiamo e noi non possiamo farlo a te?” dice Milù in tono gentile sussurrato “vedere un maschio chiavato da un vibratore è carino. Se non vuoi farlo è meglio che te ne vai e non torni più”
“Ok, va bene! Ma fai piano. E’ la prima volta!”
Riprendo a scopare Manuela nel culo e sento il vibratore pian piano entrare dentro di me. E’ una bellissima sensazione.
Continuiamo così finché non sento di nuovo quegli spasmi e quella sensazione che indica prossima la sborrata. Esco dal culo e lo dirigo verso la faccia di Milù. Me lo prende in bocca e dopo due o tre spruzzi sento Milù che ingoia il mio sperma mentre continua a succhiare.
”Sei proprio ingorda! Lasciane anche a me” dice Manuela che si tuffa con la testa tra le mie gambe, togliendo il cazzo ancora pieno di sperma dalla bocca di Milù.
“Leccalo tutto, fino all’ultima goccia” e così dicendo mi accascio sul letto stordito, stanco, disfatto e mi addormento.
Al risveglio le due ragazze sono ancora assopite abbracciate.
Mi chiedo “Quello che viene a prendere Manuela in facoltà chi è?”
Mi vengono molte risposte ma nessuna ha una certezza che sia quella vera, però una mi venne: se chiedo a Manuela chi fosse, lei ora dovrebbe dirmi qualcosa.
Sento le due ragazze bisbigliare tenendosi per mano “Hai visto? Mi è piaciuto. L’ho visto tante volte in facoltà ma mai avrei pensato che fosse così ‘bono’. Tu che ne dici?”
“E’ stato splendido. Molto meglio di Osvaldo! Mi sa che quello è buono solo con i gay!”
Non ci posso credere! Sono letteralmente allibito.
Da ingenuo non resisto e mi viene da chiedere “Chi è Osvaldo?”
“Ah! Lui? E’ un associato nell’istituto della mia specializzazione. Lo conosci perché è lui che viene a prendermi con la Porsche” replica Manuela
Ora le cose sono chiare ma non basta.
“devi sapere che se vado avanti con gli esami è perché mi metto in mostra, mi espongo e gioco sul sottile piacere del vedere e non vedere. Certo tu non puoi farlo. In facoltà molti docenti piace vedere le ragazze sotto le gonne. Io però, con il fatto che sono figlia di un importante personaggio politico locale che ben conosci dalle cronache, mi sento ancora più sfrontata e con qualcuno ho anche scopato”
“Ora capisco perché hai la media di trenta nei voti!” dico a Manuela.
“Ti dirò di più, caro mio, mi fissano gli esami quando voglio e se possibile di sera dopo le19 quando non c’è quasi più nessuno e si può fare sesso in libertà”
Che cosa potevo pensare se non che veramente Manuela fosse troia?
Milù intervenne
“A corollario sappi anche che Osvaldo ha un compagno ed è bisex ma scopare con lui a me non piace. Non mi sembra abbastanza maschio. Lo trovo un tantino pieno di boria e leggermente effeminato”
Guardai l’orologio e pensai che era di cena, momento di ritrovo con gli amici alla mensa universitaria. Cercai di andare via ma le due non ne vollero sapere. Fui quindi costretto a scoparle tutte e due durante la notte.
Dove avessi trovato tutta l’energia e la sborra per Milù e Manuela non lo so.
Con Manuela l’indomani mattina andammo a piedi in facoltà ridendo e scherzando senza il minimo accenno a ciò che c’era sto tra noi il giorno prima.
Arrivati all’ingresso dell’Istituto lei si separò da me con un semplice saluto e da allora continuò a fare la stronza come sempre lanciandomi delle occhiate di complicità molto chiare a cui io mai risposi.
Anni dopo la laurea mi capitò di tornare nell’Istituto dove mi sono laureato ed ebbi la bella sorpresa di rivedere Manuela. Camminava sottobraccio ad un uomo felice e contenta. Mi riconobbe e parlammo della nostra vita dopo la laurea ed anche della eventuale famiglia.
Manuela mi presentò l’uomo dicendo che era professore di non ricordo quale strana materia, che era stato il compagno di Osvaldo e che poi l’amore cambia tutto e tutti.
Io le dissi che mi ero sposato con una bella donna molto energica ed attiva sessualmente.
Anche lei mi confermò di essere ancora attiva e di avere un figlio ma non del suo compagno attuale, di insegnare Urbanistica Rurale e di non avere più notizie di Milù che era andata a vivere con una compagna.
Mi salutò molto formalmente e da allora non l’ho più vista.
Forse è meglio così

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