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Trio

Montata dalla Polizia.

By 24 Marzo 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

A pasquetta è sempre la solita storia; tanto tempo buttato via a organizzare con gli amici le solite gite fuori porta. Quest’anno però ho deciso di trascorrere la pasquetta da sola con mio marito nella nostra villetta in campagna. Abbiamo lasciato il nostro bambino ai miei genitori e siamo partiti con le peggiori intenzioni. Per questo motivo sono nuda ai bordi della piscina, su una sedia a sdraio e mio marito è sopra di me, con la sua nerchia infilata nel mio corpo, e mi tiene le cosce sollevate e sento la sua bestia entrare e uscire dalla mia passerina bagnata. Non trattengo le mie urla di piacere, socchiudo gli occhi e mi lascio scopare; sono sua. Mi piace talmente tanto come mi scopa che anche se usa delle brutte parole per offendermi lo lascio fare, anzi mi piace. Poi mi prende per i fianchi e mi gira a pancia in giù e con il culetto all’aria; tenendomi il busto in giù contro la sdraio mi penetra da dietro a pecorina, una posizione che quasi mi fa sentire inferiore a lui, come se mi stesse dominando, come se fossi solo una puttana per lui. Mi colpisce il culetto con qualche schiaffo e io mi lamento un po’ per il dolore perché so che a lui piace.
‘Che gran troia che sei’ mi dice, e con una mano mi tiene per i capelli e mi tira delicatamente indietro. ‘Me ne sono scopate di ragazze prima di te, ma tu sei davvero la più maiala’.
‘Anche io mi sono fatta sbattere da altri ragazzi, che credi?’ gli rispondo quasi per ripicca. ‘E alcuni ce l’aveva anche più grosso del tuo’.
‘Ah è così?’.
Sento che mio marito ha fatto appena uscire la sua trave dal mio corpo, ma solo per cambiare buco. Sento il suo glande che preme contro il buchetto del culo, lo spinge dentro, urlo dal dolore e poi trattengo il fiato, sento il buchetto dilatarsi ma mi fa un male cane. è come se stesse cercando di punirmi per quella cosa che ho detto. Mi tiene le mani sui fianchi e spinge sempre più dentro il suo enorme cazzo.
‘Porca troia, Eros. Mi fai male così, ti prego fai piano’.
Ormai il suo cazzo è tutto dentro, così inizia a spingere. è bellissimo; solo noi nel giardino della nostra villa di campagna, una giornata di sole magnifica e tanta voglia di fare sesso in ogni modo. Ma qualcuno ci guarda da una finestra di fronte. Bisogna sapere che la villa era abbastanza isolata, abbiamo soltanto un’altra villetta di fronte, di due piani, di una coppia di anziani rompicoglioni che avevano sempre da ridire su tutto. Per vederci sarebbero soltanto dovuti salire al secondo piano, cosa che abitualmente non facevano mai. Ma quel giorno invece il vecchio si mette alla finestra a guardarci. Se si fosse messo li a guardarci come un vecchio guardone, la cosa non avrebbe potuto farci altro che piacere. Purtroppo è uno di quelli a cui piaceva rompere le scatole.
‘Ma non vi vergognate di quello che fate?’ urla.
Eros tira fuori dal mio buchetto il suo cazzo molto sorpreso da quella voce e cerca di coprirselo con le mani, ma non ci riesce perché ha un erezione così enorme che ci vorrebbero sei mani per nasconderlo! Mi metto in piedi a guardare in direzione del nostro dirimpettaio, con i pugni contro i fianchi, sono molto arrabbiata perché ha spezzato un momento di grande passione anale e non glielo perdonerò mai. Mai come oggi stavo godendo come una porca con la proboscide di mio marito ficcata nel culo.
‘Se non le piace quello che stiamo facendo non guardi’ gli dico.
‘Tu ti dovresti vergognare più di lui’ mi risponde. ‘Ti fai trattare come una sgualdrina’.
‘Se vuole spiarci faccia pure, ma stia zitto’ metto una mano sul petto di Eros e l’accompagno sulla sdraio, lo faccio stendere e con la bocca raggiungo il suo cazzo, lo bacio prima a timbro sulla cappella e poi lo infilo tra le labbra.
‘Daniela, forse dovremmo fermarci’ mi dice.
‘Eh no, sono troppo arrapata. E poi ormai è diventata una questione di principio’.
Dopo averlo abbondantemente succhiato mi ci metto sopra e inizio a cavalcarlo come una furia, dando le spalle al nostro spettatore rompipalle che può vedere benissimo il mio buchetto del culo ancora allargato. Il cazzo di mio marito è così eretto che me lo sento arrivare in gola.
‘Basta! Chiamo la polizia!’ urla il vecchio.
Questa volta non gli rispondo neppure, sono troppo impegnata a cavalcare il mio uomo. Sono una puledra scatenata ma all’improvviso sento il cazzo di Eros irrigidirsi dentro di me, diventa di marmo, poi ecco i suoi abbondanti fiotti di sperma che mi invadono il corpo. Lo guardo con gli occhi spalancati, non posso credere che abbia già sborrato. In genere mi monta pure per tre quarti d’ora; ma è sempre la solita storia, quando c’è qualcosa che lo turba sborra prima. Tutta colpa di quel vecchio stronzo che non si fa mai gli affari suoi.
‘No Eros!’ gli dico un po’ sorpresa e un po’ delusa. ‘Non puoi essere già venuto! E adesso?’.
‘Scusami amore, ma sai quel vecchio non mi fa stare tranquillo’.
Mi metto in piedi sfilandomi dalla passera il cazzo di mio marito che non è più duro come prima. Dalla mia fica cola giù lo sperma caldo di Eros e a piccoli rivoli scende lungo il mio interno coscia.
‘Dai, cazzo. E a me non ci pensi? Sono arrapata come una troia, ho voglia di cazzo. Senti com’è bollente la mia fighetta’ gli dico prendendogli la mano e portandomela alla passera.
‘Se aspetti un po’ mi ritorna duro’ mi dice.
‘Se aspetto un po’ la fighetta prende freddo’ gli rispondo in tono polemico.
Mio marito si alza dalla sdraio e va verso l’interno della casa, forse a prepararsi qualcosa da bere. Sono particolarmente annoiata e sbuffo in continuazione; mi stendo sulla sdraio al posto suo e allargo le cosce, decido di fare da sola, con le mie dita. Mi allargo le labbra della passerina e con la punta del dito medio mi massaggio il clitoride. Chiudo gli occhi e mi immagino che quel dito sia di Franco Trentalance; sorrido. Passo perlomeno dieci minuti in quello stato, ma non riesco a venire, perché volevo un cazzo non un dito. E non mi accorgo che la polizia è appena entrata in giardino; il cancelletto della villa è sempre aperto, così si sono intrufolati dentro senza troppe difficoltà.
‘Signorina, siamo della polizia, deve rivestirsi’ sento la loro voce, ma sono in estasi per rispondere a tono, così continuo a punzecchiarmi il clitoride tenendo le cosce oscenamente aperte.
‘Dovevate chiamare i pompieri, non la polizia, perché qui in mezzo c’è un incendio’ dico quasi senza accorgermene.
Poi dopo un po’ apro gli occhi e quando vedo i due uomini in divisa muoio dalla vergogna e cerco di coprirmi con le braccia, ma è una cosa alquanto inutile.
‘Abbiamo avuto una segnalazione dai vostri vicini’ disse uno di loro. ‘Dovete rivestirvi, questi sono atti osceni in luogo pubblico’.
Li guardo bene e mi rendo conto che sono due stalloni non indifferenti. Mi rendo conto che sono ancora arrapatissima perché non ho la lucidità per andarmi a ricoprire, anzi, quasi spero che siano loro a togliersi le divise. Chissà quanto ce l’hanno grosso! Così faccio un po’ la cretina, e restando sulla sdraio mi metto su un fianco e con una mano mi accarezzo il culetto, poi scendo verso le cosce. Faccio un po’ la gatta morta.
‘Mi scusi agente, e se facessi opposizione a pubblico ufficiale?’.
‘Signorina, non faccia storie’.
‘Scusatemi, ma questo non è un luogo pubblico. Non credo che il codice della strada preveda che io non possa stare nuda in casa mia’.
I due poliziotti si guardano negli occhi quasi per consultarsi. Non so se ho trovato io una falla nel codice della strada oppure sono loro che evidentemente non hanno studiato bene il regolamento.
‘Dai, mettetevi comodi, non mi lasciate da sola’ dico con una voce da emerita puttana.
‘Beh effettivamente il nostro turno è terminato, quindi credo che”
‘Ecco, bravi’.
I due poliziotti, molto giovani tra l’altro, cominciano a togliersi le divise e io non mi perdo neanche un attimo di quello spogliarello tutto per me. Sembra di vedere una coppia di spogliarellisti professionisti, e sono anche molto muscolosi. In qualche minuto rimangono in mutande.
‘Togliete anche quelle’ gli dico.
Adesso sono completamente nudi e hanno dei cazzi bellissimi. Non molto grandi, però belli duri, con vene belle toste che girano intorno all’asta che ne sottolineano la potenza e sicuramente l’abbondanza nello sborrare.
‘Così va meglio’ sussurro.
‘Ma suo marito dov’è?’.
‘Quello stronzo mi ha lasciato qui tutta sola, arrapata come una maiala. Però forse potete aiutarmi voi’.
‘Ma certo signora, siamo sempre al servizio del cittadino’.
‘Che bello! Sono questi i momenti che ti fanno sentire felice di pagare le tasse’.
I due poliziotti super palestrati vengono verso di me con quelle nerchie belle erette, io mi metto in piedi e mi lascio circondare da tutti e due. Uno mi si mette davanti e l’altro dietro. Quello che mi sta davanti ha iniziato a baciarmi, la sua lingua contro la mia, e con le mani mi accarezza le braccia. Quello che mi sta dietro mi sta baciando il collo e sento il suo cazzo premere contro il mio culetto, quasi come se fosse impaziente di entrare. è bellissimo sentirsi al centro dell’attenzione di due uomini, e che uomini! Mi lascio spupazzare come meglio vogliono, e quasi vorrei che Eros ci scoprisse per fargli capire che la prossima volta è meglio che non mi lascia insoddisfatta. Perché una Daniela insoddisfatta è una troia a piede libero e aperta a tutti. Sento una mano che mi si infila in mezzo alle cosce, quello che mi sta dietro ha cominciato a stuzzicarmi le labbra della passerina, e io ansimo di passione, chiudo gli occhi e resto immobile. Quello che mi sta avanti continua a baciarmi in bocca ma senza la mia partecipazione, perché sono troppo presa dal piacere.
‘E poi dicono che non c’è mai un poliziotto quando serve’ sussurro e poi scoppio a ridere.
Prendo i loro arnesi in mano e comincio a smanettarli lentamente, mentre loro fanno del mio corpo quello che vogliono. Quello che mi sta dietro mi ha infilato un dito nel culetto e mi sta penetrando, invece quello che sta avanti ha preso a baciarmi le tette. Poi dopo un po’ decido che è arrivato il momento di smetterla di giocare, così spingo il poliziotto che mi sta dietro sulla sdraio.
‘Avete qualche preferenza per quanto riguarda i miei buchi?’ domando.
‘Il culetto lo voglio io’ risponde quello che sta alle mie spalle.
‘Benissimo’ allargo le cosce per cavalcare l’uomo disteso sulla sdraio.
Con una mano tengo il cazzo dell’uomo che mi sta sotto eretto verso l’ingresso del mio paradiso, e lentamente scendo col bacino facendo entrare prima la cappella, e poi ecco tutta l’asta che sfila dentro. Inizio a cavalcarlo tranquillamente e ritrovo finalmente la felicità; ansimo di gioia e rido di felicità, finalmente la mia passerina ha ricominciato a godere. Poi ecco l’altro uomo che sta dietro di me che indirizza il suo cazzo contro il buchetto del mio culo, lo lascia entrare dentro senza troppe difficoltà e mi tiene per i fianchi dandomi delle spinte da dietro che mi fanno un po’ male ma mi piace lo stesso. Il sandwitch dell’amore, e io in mezzo a loro come una bambola del sesso mi faccio penetrare e cerco di trarne il maggior piacere possibile.
Dopo un po’ li faccio uscire dal mio corpo, mi viene voglia di farmi sbattere in piscina. Quindi andiamo verso i bordi, e guardo in direzione del nostro dirimpettaio; è lì alla finestra e ci guarda. Gli sorrido cinicamente, poi entro in acqua e loro mi seguono. L’acqua ci arriva fino al collo, e restiamo lì ai bordi. Uno sta con le spalle alla scaletta di metallo e l’altro è dietro di me. Dov’è quello stronzo di Eros quando serve? Vorrei proprio fargli vedere come mi faccio sbattere da altri uomini. Così impara a lasciarmi insoddisfatta. Intanto questi due uomini mi stanno facendo impazzire; scopano da dio. Finalmente lo sento, sento l’orgasmo, sta arrivando, un brivido percorre tutto il mio corpo e esplodo in un urlo di piacere, tenendomi aggrappata al corpo dell’uomo che mi sta davanti.
‘Oddio, vengo!’ urlo. ‘Madonna come scopate!’.
E loro continuano a trombarmi nonostante sia nel bel mezzo di un’orgasmo pazzesco. Il piacere è indescrivibile e mi fa tremare tutta, quasi mi sento di svenire. Poi viene il loro turno, uno di loro esce dalla piscina e prendendomi per le braccia mi solleva facendo uscire anche me. Sono annebbiata dall’intenso piacere, e tento di aprire gli occhi e mi vedo i loro due cazzi piantati davanti alla faccia. Si stanno smanettando, poi ecco i loro fiotti di sperma saltarmi sulla faccia e sui capelli; sono densi e abbondanti come avevo previsto.
‘Che sborrata!’ dice uno di loro. ‘Ma lo sa che è proprio una gran maiala?’.
‘Lo so. Ci sono nata così’ gli rispondo ridendo. ‘Non so come ringraziarvi, siete due angeli’ teneramente gli prendo i loro cazzi nelle mani.
‘Dovere’ risponde uno di loro, poi riprendono le divise e le indossano e ritornano in auto.
Mi rilasso un attimo. Chiudo gli occhi e mi gusto quella sensazione che mi è rimasta nel corpo. Poi a mente lucida mi rendo conto che se Eros mi avesse vista tutta unta di sperma il nostro matrimonio sarebbe andato a puttane, così mi rituffo in piscina liberandomi da tutta la sborra dalla faccia e dai capelli. Poi raggiungo la scaletta di metallo e salgo su. Eros è appena uscito in giardino, per fortuna non si è accorto di niente. Si è rivestito. Vado da lui e lo bacio e gli dico che lo amo tantissimo, poi vado a farmi una doccia.
Il vecchio dirimpettaio è ancora lì che guarda nel nostro giardino.
‘Bella troia che hai sposato’ dice ad Eros, ma lui lo ignora e rientra in casa a guardare un po’ di tivù.

nynfetta@tiscali.it

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