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Trio

Stefania e Filomena

By 15 Dicembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Non ricordo esattamente come conobbi Stefania, forse capitai per caso nel suo ufficio, ma questo ha poca importanza. Ciò che non mi è sfuggito è il suo aspetto: minuta, un personalino ben proporzionato in tutte le sue parti un viso tondo regolare sormontato da un baschetto di capelli castano chiari e due occhi vivi nerissimi. Mi piacque immediatamente e, sfacciatamente glielo dissi. Stefania mi sorrise e timidamente mi disse che avrebbe potuto anche crederci. Per convincerla la invitai subito a colazione, sarei stato sotto l’ufficio ad aspettarla. Lei accettò e così iniziò la nostra storia.
A tavola parlammo molto: mi disse che aveva ventitre anni, che si era sposata a diciassette perché in cinta, che aveva un figlio di cinque anni, si era separata da sei mesi e viveva con il figlio in casa dei genitori. La sistemazione non gli piaceva, voleva vivere la sua vita da sola e per questo cercava una casa vicino ai genitori per poter far crescere il figlio in un ambiente familiare, cosa che altrimenti sarebbe stata difficile per lei che lavorava. Alla fine della colazione sapevo già tanto della vita di Stefania, ma, principalmente, avevo avuto il suo numero del telefono e la promessa che ci saremmo visti ancora, quando io fossi stato libero e disponibile.
Tanto per non far raffreddare l’effetto del nostro incontro, la sera stessa gli telefonai: chiacchierammo di cose futili, alla fine gli chiesi se la sera successiva potevo vederla, mi disse che avrebbe dovuto parlare con la madre per vedere se teneva il bambino. Mi lasciò assicurandomi che mi avrebbe telefonato per farmi sapere.
In quella giornata avevo appreso che la compagnia di Stefania era piacevole e in me era cresciuto il desiderio di starle vicino, la vedevo fragile, sola bisognosa di comprensione e di protezione. Si, Stefania mi piaceva.
L’indomani mattina, dopo alcune ore passate con malcelata impazienza, arriva la telefonata di Stefania. Dopo i convenevoli mi dice che la madre seppur a malincuore gli aveva dato la possibilità di uscire. Gli aveva raccontato che sarebbe uscire con una sua amica e che, poiché avrebbero fatto tardi, avrebbe dormito da lei. Visto che l’amica si era prestata a questa sua bugia casalinga, mi chiese se mi dispiaceva che venisse con noi. La rassicurai dicendogli che non c’era nessun problema e, se voleva avrei invitato un amico così saremmo stati in quattro. Accettò volentieri e, presi gli accordi per la sera, mi affrettai a telefonare a Marcello spiegandogli la situazione. Lui accettò senza discutere. Ci demmo appuntamento, io sarei andato a prendere le ragazze, poi ci saremmo incontrati nel luogo dell’appuntamento per poi andare a cena.
Quando arrivai da Stefania lei era già sulla strada ad aspettarmi, con lei una ragazzina che mi fu presentata come Filomena, solo più tardi seppi che aveva diciassette anni, era carina e rotondetta, nulla a che vedere con Stefania, la differenza era, appunto, tra una donna ed una bambina. Seppur non si somigliassero passavano per essere due sorelle. Non posso nascondere che Filomena mi metteva in imbarazzo, in effetti era troppo piccola per uscire con due uomini adulti. Superai la cosa sostenendo, dentro di me, che io avevo a che fare con Stefania; ad ogni modo Filomena era una ragazzina matura, parlava come un’adulta ed era piacevole nel discorso.
Prendemmo Marcello e ci dirigemmo verso il ristorante. Per l’occasione avevo scelto, anche per fare impressione, un famoso roof ‘garden da dove si dominava la città. Ci accolse il direttore che conoscevo da tempo, che diede subito disposizioni ad un cameriere di portarci ad un tavolo appartato e, nello stesso tempo vicino alla vetrata panoramica. Ci fu servita una cena leggera ma raffinata. Marcello intanto aveva preso confidenza con Filomena, mentre io ero sempre più preso dal fascino di Stefania.
Terminata la cena, era ancora abbastanza presto ma io non sapevo che ora potevano fare le due ragazze, visto anche l’età di Filomena, perciò chiesi a loro cosa avrebbero voluto fare, noi eravamo li per esaudire i loro desideri. Fu proprio la più piccola a dettare il programma: disse che non voleva andare in giro per locali in quanto avrebbe potuto correre il rischio di incontrare qualcuno che conosceva e andasse a raccontare al suo ragazzo di averla vista, se avevamo un posto esclusivamente nostro dove andare ad ascoltare musica e bere qualcosa sarebbe stato meglio. Io all’epoca abitavo in una bellissima mansarda, era un pò fuori mano ma certamente faceva al caso nostro. Ci dirigemmo li e, quando entrammo, le ragazze rimasero sorprese, si trovarono in un ampio salone, ovviamente con il tetto spiovente, un angolo cottura molto carino, un grande letto e salotto e poltrone, ovviamente c’era anche un bel bagno con specchi dappertutto. Fui io come padrone di casa a dire che, se volevano, potevano mettersi in libertà mentre io mettevo della musica soft e preparavo i beveraggi rigorosamente alcolici.
Filomena mi prese in parola ed iniziò a togliersi le scarpe invitando tutti a seguirla: non era giusto calpestare se non a piedi nudi la magnifica moquette che c’era sul pavimento. Stefania era un po’ ritrosa, si sentiva in imbarazzo di fronte alla sfrontatezza che aveva assunto Filomena. Fu da li che partì la presa in giro di Filomena. Gli disse: ‘Dai, togli le scarpe oppure vuoi che lo faccia io? Lo sai che non mi fermerei solo a quello’. Ne nacque una specie di battibecco tra le due, allora Filomena, prendendo l’iniziativa disse: ‘Va bene ora ti faccio vedere’ ed iniziò a sbottonarsi la camicetta finché questa non rimase completamente aperta lasciando così intravedere due tette maestose contenute in un reggiseno a balconcino inferiore almeno di una misura. A quel punto Marcello gli disse: ‘Non vorrai per caso far soffrire quel ben di dio tenendolo stretto dentro quel coso’.
La serata stava prendendo una piega imprevista io sentivo crescere un’eccitazione fuori programma. Stefania non diceva nulla ma non mi sembrava neppure contrariata. Ad un certo punto Filomena si avvicinò a Stefania dicendogli: ‘Perché non me lo slacci tu il reggiseno?’ Io mi sarei aspettato un diniego invece, mantenendola di fronte, abbracciandola, gli passò le mani dietro e gli sganciò quello strumento di tortura dal quale sprizzarono le poderose tette. Noi maschi eravamo allibiti oltre che eccitati, mentre le ragazze andavano oltre: ora era Filomena che stava sbottonando la camicetta di Stefania e lei, continuando ad abbracciarla la lasciava fare finché non giunse a metà. A quel punto Filomena iniziò a baciarla nel solco delle mammelle mentre Stefania sospirava profondamente anche lei al massimo dell’eccitazione. Anche Stefania rimase con solo il reggiseno e fu allora che, come in estasi, gli sganciò anche la gonna lasciandola cadere ai suoi piede mettendo in mostra il corpicino ancora acerbo di Filomena che iniziò a baciarla sul collo, mentre Stefania lentamente la spingeva verso il grande letto. Anche la gonna di Stefania fece la stessa fine per la gioia dei nostri occhi. Stefania era fantastica.
Fu Marcello che per mantenere la situazione in pari, tirò per primo fuori una verga enorme. Era la prima volta che mi capitava di vederlo e ne rimasi impressionato. Cominciò a masturbarsi ed io lo seguii dappresso. Ero estasiato dallo spettacolo imprevisto che anziché offendere emanava una carica di erotismo da far desiderare ancora di più quel corpo di donna manovrato da una bambina. Intanto le due donne erano arrivate sul letto dove si lasciarono cadere sempre allacciate.
Filomena si mise a cavalcioni sul suo bacino, reggendosi sulle cosce piegate ai lati dei fianchi. Le prese la testa tra le mani, infilando le sue dita in mezzo ai capelli, si chinò e la baciò. Stefania, dapprima non gli rese il bacio, poi aprii la bocca e lei a sua volta aprì la sua. Stefania sembrava sottomessa: non riusciva a prendere l’iniziativa di fronte alla sua così energica e avvolgente di Filomena. Il bacio durò infinitamente.
In quei momenti l’eccitazione crebbe molto su tutti.
Filomena gli chiese: “Ti sei bagnata?”
“Sì.”
“Anch’io… adesso controllo se dici la verità…”
Così dicendo si levò da quella posizione e si spostò più in basso, inginocchiandosi in mezzo alle gambe aperte. Le toccò le mutandine, le prese ai due lati e le sfilò.
“E brava, ti sei rasata i peli, che meraviglia…”
Si dispose sopra.
“Leccamela”, disse a mo’ d’ordine.
Con una mano dietro la nuca gli alzò la testa, e con l’altra gli aprì le grandi labbra
“Ti prego, toccami, sto venendo” disse Stefania ormai in preda all’eccitazione.
Filomena si girò nel tronco e portò la mano sulla vagina, lisciandola dolcemente. Stefania venne chiudendo gli occhi ed emettendo un urletto gutturale. Poi prese a odorare il fiore rosa di Filomena, vistosamente madido. A quel punto cercò in mezzo al pelo il suo organo del piacere. Il clitoride era enorme, glielo strinse tra le labbra e iniziò a succhiarlo, crebbe ancora di più, incredibile, sembrava che crescesse continuamente a dismisura. Che esperienza, chi l’avrebbe mai detto. Stefania infilò la lingua nella rosellina e una “cascata” d’umore gli colò sulle labbra e sul mento.
Noi uomini continuavamo a masturbarci, loro non si erano minimamente accorte che nel frattempo noi ci eravamo spogliati e ci stavamo masturbando.
Era evidente che non era la prima volta che facevano l’amore tra di loro e, forse, era stata la gelosia che aveva fatto scattare qualcosa su Filomena per prendere l’iniziativa che avevano intrapreso.
Quando si ripresero dall’orgasmo che avevano avuto, si accorsero di noi. Stefania mi volle vicino a se e Marcello si avvicinò a Filomena. La ragazzina ebbe un irrigidimento evidente, io interpretai la cosa alle dimensioni del pene di Marcello ma lei spiegò subito che era minorenne, aveva un ragazzo con il quale, con ogni probabilità si sarebbe sposata ed essendo vergine, non poteva che farlo per la prima volta con lui con il quale si erano ripromessi di farlo al compimento dei suoi diciotto anni. Ora era disposta a fare qualunque altra cosa, anche perché ne aveva una voglia matta, purché gli fosse stata lasciata integra la verginità.
Sento quanto Filomena sta dicendo a Marcello, ma non ho occhi che per Stefania. E’ meravigliosa con quella fica tutta rosa aperta dall’orgasmo che aveva avuto poco prima. Stefania mi attira a se vuole che la baci e li sento il dolce sapore degli umori della fica vergine di Filomena, Il nostro bacio, appassionato dura all’infinito poi passo a toccarle il seno, sento il desiderio di possederla ma prima voglio sentire il sapore di lei, voglio dissetarmi alla sua fonte.
Ho il membro duro e si vede ma mi eccita troppo guardare Stefania depilata. La mia verga scatta in avanti lungo e rigido, Stefania sorride ‘Non osavo chiedertelo ma lo sapevo che ci saresti arrivato presto’. Ora è che lei guida l’asta dentro al suo paradiso, privato da ogni peluria, più la guardo e più mi fa eccitare.
Quando sono dentro però non mi importa più nulla, devo pompare e godere.
‘Si, voglio che godi a modo tuo. Dai, cavalcami e non ti preoccupare di me.’ Io ormai sono partito e a colpi di reni la squasso senza scrupoli, non mi stancherei mai di pomparla a fondo tanto è morbida e sensuale. Per diversi minuti non smetto ma mi accorgo che Stefania cerca di farmi godere ma non raggiunge l’orgasmo.
‘Stefania, cambiamo posizione, prova a venirmi sopra tu e scopami con i tuoi ritmi, voglio che godi con il mio membro dentro.’ In un attimo io sono disteso e lei mi viene sopra. Stefania si muove con foga, si impala su di me ma dal suo viso capisco che non ottiene lo stesso effetto che fa a me. ‘Prova a montarmi lentamente, estrailo quasi del tutto e infilalo lentamente, dimmi che cosa provi’ ‘Mi piace, mi piace sentire che ti faccio godere ma non mi arriva l’orgasmo, non preoccuparti, non pensare a me, lasciati andare’
‘No, non mi piace così, masturbati un poco ma non sino all’orgasmo, fermati quando sei vicina e poi lascia che sia io a farti esplodere’
Non se lo fa dire due volte, senza peli la vedo benissimo accarezzarsi la punta del clito prima rapidamente poi lentamente seguendo i suoi ritmi, sento che la fica si sta contraendo sempre di più, è più stretta adesso e mi strizza l’asta conficcata a fondo, anche il suo respiro e’ affannoso. ‘Fermati, non venire con le dita, voglio farlo io, capito’ Annuisce e dopo poco si ferma. ‘Adesso sono pronta, sborrami dentro perché credo che questo mi possa far venire, dai, adesso’..’
Anch’io sono quasi in fondo. Appena ricomincia a pomparmi arrivo all’apice in breve, la afferro e la distendo su di me mettendole la lingua in bocca, sento che si agita e allora le sussurro all’orecchio. ‘Stefania mi piaci da impazzire, sei la donna che mi ha fatto godere di più. Voglio che anche tu raggiunga il piacere adesso che ti sto riempiendo la fica della mia sborra calda, e’ tutta per te, voglio che la bevi tutta e che tu la tieni per sempre dentro il tuo pancino. Godi con me e dimmi che lo vuoi. Ti amo.’
Sento che freme, devo aver detto le parole giuste. ‘Si godo anch’io ‘mi sussurra-, se mi ami allora vengo con te e prendo il tuo succo in fondo alla mia passera che non aspetta altro. Si. Vengo, vengo ogni volta che ti sento spararmi la sborra in fondo, che bello venire mentre ti riempie chi ti ama. ‘
Anch’io sto godendo anche perché le contrazioni vaginali mi stanno mungendo in modo impressionante.
‘Finalmente godo con il tuo membro dentro la fica, non credevo che ci sarei riuscita, è la prima volta che mi capita, con mio marito non è mai successo, ora voglio essere la tua fica perfetta e che tu non debba mai lamentarti di me. Sento che stai svuotandoti dentro di me, non credevo che avessi tanto sugo nelle palle. Ti amo, non smettere mai di essere il mio maschio’ .
Per un attimo ci rilassiamo, poi ci rendiamo conto di non essere soli su quel letto, Filomena è impegnata a domare l’enorme mazza di Marcello, la sua piccola bocca non riesce a contenerla. Sono affascinato da quella vista: Stefania si accorge dell’attenzione che sto dedicando alla sua amica, il movimento della testa fa muovere quelle tette in un sincronismo eccitante. Stefania, vedendo che guardavo ammirato tanto ben di Dio, mi legge nel pensiero e mi dice: “Vuoi provare a toccare i suoi seni…..sentirai che meraviglia…Filomena te lo permette, non è vero?” E Filomena, lasciando per un attimo l’asta di Marcello, sorridendo, disse: “Dai ….Tocca pure, così ti togli la voglia e accerti una volta per tutte come sono….Stefania li ha a pera, i miei invece sono tondeggianti”
Io non me lo faccio ripetere e inizio a palpeggiare quei due seni meravigliosamente esibiti e con i capezzoli visibilmente eccitati, sino a che Marcello, evidentemente per non essere da meno, prende ad accarezzare le tette di Stefania. Lei lo lascia fare senza protestare, anzi, si china verso di lui per agevolargli il compito. Il vedere Marcello che tocca la mia ragazza, anziché darmi fastidio, mi provoca uno stato di eccitazione mentale inaspettata, che mai avrei immaginato.
Fu proprio quella variante che provocò Marcello, un enorme fiotto di sperma si riversò su Filomena che tentò di ingoiarlo tutto con scarso successo. Fu Stefania ad aiutarla nel compito, leccandola sul viso finché anche Marcello si mise in pace, poi le ragazze si abbandonarono in un lungo bacio appassionato dove si divisero tutto quanto avevano avuto da noi. Stefania si girò è volle ripetere quel bacio anche con me come a suggellare la nostra unione che avrebbe compreso pure Filomena.
Intanto si era fatto tardissimo e le ragazze dovevano rientrate a casa. Non vollero che fossi io ad accompagnarle visto che Marcello avrebbe comunque dovuto andar via. Così dopo essersi fatte una doccia, andarono via lasciandomi solo.
Dormii il sonno dei giusti, senza sogni, pesantemente. Un sonno ristoratore che fa recuperare le energie spese.
Mi sveglio alla solita ora ed il pensiero va subito alla notte precedente. Un’erezione immediata mi riporta alla realtà della notte. Stefania e Filomena, la loro unione è sconvolgente ma mi porta in paradiso. Se mi avessero chiesto prima cosa ne pensassi, avrei certamente dichiarato in senso di fastidio. Ora è successo a me e trovo tutto normale, anzi, eccitante. Si voglio stare ancora con loro. Sono dolcissime. Rivedo tutta la scena, Stefania, con la sua micetta da bambina che bacia Filomenna, questa che la lecca ovunque, Marcello, con la sua enorme, paurosa mazza che la offre a Filomena, io che faccio l’amore con Stefania. Mi rendo conto che mi sto toccando, ho voglia di masturbarmi. Squilla il telefono, torno alla realtà. Alzo il microfono, al mio ‘Pronto’ sento ‘Ti ho svegliato?’. E’ Stefania, la tranquillizzo e gli dico subito del mio stato. ‘Credevo che non volessi più vedermi dopo stanotte. Non volevamo metterti subito di fronte al fatto compiuto. Con Filomena eravamo d’accordo che era troppo presto e che prima te ne avrei parlato. Non era previsto neppure che facessimo l’amore eppure è accaduto ed è stato meraviglioso. Dimmi che vuoi vedermi ancora. Io vi amo tutti e due.’ Detto tutto di un fiato mi ha lasciato per un attimo senza parole, poi ‘Sei meravigliosa. Non mi importa se ami Filomena, purché ami me. Mi abituerò anch’io ad amare Filomena come la ami tu.’ ‘Vuoi vedermi stasera? Saremo soli, io e te’. ‘Certo che lo voglio, ti amo e ti desidero come tu non puoi neppure immaginare. Vengo a prenderti in ufficio’. ‘No, vieni a prendermi a casa. Ti amo. Voglio andare subito a casa. Voglio fare l’amore solo con te’.
Sono le otto, io sono li in macchina, sotto casa ad aspettarla. Dopo qualche minuto la vedo apparire sul portone, porta un abitino leggero che lascia poco all’immaginazione. è bellissima, è proprio come io la voglio.
Vorrei che tutti potessero vederla come la vedo io. Non mi stancherei mai di guardarla. Monta in macchina, sorride e si guarda intorno. ‘Non avrei mai immaginato di sentire quello che sento per te, mi hai fatto godere cosi’ tanto che ti desidero da morire’ La mia eccitazione è evidente, lei se ne accorge e sorride. La bacio sulle labbra e partiamo verso casa, io non riesco a staccare gli occhi dalle gambe di Stefania, con una mano sollevo la sua gonna cortissima e le apro le gambe: ‘Voglio vederti subito, non resisto’ lei si abbandona sullo schienale scivola sul sedile sino a scoprire la fica rosea e morbida, non porta nulla. ‘Ho voglia di toccarmi, posso? Non mi dire di no, ti prego’ Vedo la sua mano raggiungere il bottoncino e con l’indice accarezzarlo, chiude gli occhi e si abbandona al piacere. Io fatico a prestare attenzione alla strada ma per fortuna il traffico e scarso. Non credo che gli altri automobilisti riescano a vedere dentro, Stefania sembra addormentata sul sedile. Finalmente siamo a casa, Stefania ormai e’ partita e continua a coccolarsi con gli occhi chiusi sino a dentro il garage dove restiamo fermi, io ho la testa che mi gira. ‘Non voglio venire così ormai mi piace troppo farlo con te, ma adesso sono pronta per te, non farmi aspettare, ti prego’ Esco come un fulmine, entriamo in casa di corsa, già nell’ingresso siamo nudi e ci stiamo baciando con passione.
Ormai siamo arrivati sul letto. Lei è quasi a contatto con la mia erezione, mi giro su di un fianco e mi appoggio a lei. Aderisco alla sua schiena morbida e faccio sprofondare il membro in mezzo alle chiappe, mi piace la sensazione che provo. Mi appiccico ancora di più al suo corpo ed il profumo che aspiro mi inebria, Stefania intanto ha allungato un braccio e mi sta’ stringendo contro di lei, ho il viso schiacciato contro i suoi capelli e sono proprio a mio agio, rilassato e felice. D’istinto mi abbasso gli slip infilando la mia verga dura tra le cosce calde, Stefania gira la testa e mi bacia sulla bocca. La sua lingua si infila tra i miei denti e cerca la mia, poi ci gioca, la sento ansimare dal piacere, anche per me e’ un bacio dolcissimo e eccitante. Intanto muove lentamente il sedere e mi fa penetrare sempre di più tra le sue gambe anzi mi sta masturbando lentamente contro il suo sedere, sento che l’eccitazione mi arriva ormai alla testa, ho voglia di Stefania, non resisto se non lo faccio mia subito. Lentamente si gira sulla schiena senza smettere di baciarmi, il membro si e’ sfilato dalle sue chiappe ma sento la sua mano che lo impugna masturbandolo in modo quasi impercettibile, anzi direi che lo sta accarezzando e strizzando, io mi alzo su un gomito perche’ voglio vederla, voglio gustarmi il corpo di questa donna che mi sta facendo impazzire dal desiderio. Con una piroetta sono sopra di lei e mi sento in paradiso, sto galleggiando sulle sue tette abbondanti e sul suo ventre morbido, mi sembra di essere accarezzato dal suo corpo. Lei apre lentamente le gambe e mi fa’ scivolare, ho il membro che struscia contro il suo spacco e mi sembra bagnato e bollente, ormai non voglio altro che infilarmi dentro e godere, non mi importa niente di niente, c’e’ solo questo corpo stupendo che mi fa impazzire dalla voglia. Stefania non smette di baciarmi il viso, gli occhi, le guance, sembra non essere mai sazia di me, le sue gambe sono spalancate ed io ci sono sprofondato in mezzo, mi sento avvolto dalle sue rotondità morbide e calde.. Una mano mi impugna la verga ormai durissima e la strofina contro la fica, adesso sento che anche lei sta godendo. Indugia contro il clito che sento lungo e duro, sempre baciandomi capisco che si sta masturbando usando il mio bastone come un dildo, le piace, ansima ed ha la bocca spalancata, deve essere abituata a darsi il piacere così. Io la abbraccio e cerco di controllare i suoi movimenti ormai violenti che rischiano di disarcionarmi, mi piace da impazzire questa cavalcata finché non si irrigidisce quasi stritolandomi tra le sue cosce e gode con un rantolo lungo e profondo. Rimango immobile sopra di lei e la sento riprendere lentamente il respiro normale, mi bacia di nuovo ed e’ tenera e sensuale come non si può descrivere. Io ho sempre il membro duro tra le sue gambe ma Stefania è immobile, abbandonata sotto di me e respira lentamente completamente rilassata, sento il suo calore avvolgermi ed il profumo di femmina che mi fa’ girare la testa. Allungo una mano tra le cosce e le trovo allagate, lo spacco lungo e’ intriso di piacere che cola sul lenzuolo sotto di lei. Le esploro la fica, ha un clito molto lungo e duro, la fica è spalancata, la rosetta sotto e’ fradicia di umori, continuo a giocarci con le dita ma Stefania non reagisce. No, anzi, ogni volta che le accarezzo il bottoncino ha un fremito, me ne accorgo e allora indugio finché non la sento ansimare di nuovo. Si sta di nuovo eccitando, lo capisco dai capezzoli duri che mi forano il petto. Scivolo su di lei e con il viso sprofondo nella sua femminilità, quando le aspiro il clito si inarca, sembra incredibile l’energia che ha in corpo. E allora io succhio e mordicchio quel piccolo cazzetto caldo, con la lingua ne titillo la punta, Stefania sta impazzendo di nuovo. Adesso ansima sempre più forte ed emette suoni gutturali, il suo pube spinge contro il mio viso che ormai e’ tutto imbrattato degli umori che le colano dalla fica spalancata. Allungo le mani e le afferro le tette, i capezzoli sembrano chiodi ed ormai Stefania è tutto un fremito. Poi gode di nuovo, non riesco a tenerla ferma sembra indemoniata ‘Ahhhh godo, godo ancora, si, dai fammi venire ancora, ho voglia! ‘ Poi non capisco più nulla di ciò che dice finché non si accascia di nuovo e rimane immobile.
Continuo a leccarla, risalgo lungo il ventre largo e morbido poi finalmente raggiungo i seni. Ha le aureole grandi, adesso lo vedo, sono scure e con un capezzolo dritto al centro. Me ne infilo in bocca uno alla volta e non smetto di succhiare questo seno morbido. Adesso le sue mani sono sulla mia testa e mi guidano dove c’è più bisogno della mia opera, non mi stancherei più di mangiare questo corpo stupendo, il suo calore mi fa’ impazzire.
Mi trascina più in su e con la lingua mi esplora un orecchio e poi sussurra ‘Voglio che godi su di me, ricoprimi di sborra, ti prego’. Intanto la sua mano ha raggiunto di nuovo il mio membro e comincia a masturbarlo con dolcezza, io non riesco a pensare a cosa fare, vorrei chiavarla ma sono completamente in sua balia. Mi sollevo di più e glielo presento davanti alla bocca. ‘Voglio la tua sborra su di me non venirmi in bocca, ti prego, è così che ti ho sognato’ Intanto la sua lingua comincia ad accarezzarmi il membro e poi se lo infila tra le labbra, mi sembra di impazzire. Adesso sono io che ansimo, spingo sempre più forte e la scopo in gola, la sua bocca e’ calda e morbida, ho voglia di riempirla di seme, devo sborrare presto o impazzisco. Stefania se ne accorge e mi blocca ‘Voglio vedere mentre mi copri di sperma, lasciami accendere la luce’ Il raggio di luce mi ferisce gli occhi, mi riprende in mano l’asta ormai paonazza ‘Dai adesso vieni su di me, fammi questo regalo che sogno da tanto, allagami le tette e la pancia, ti prego’ Intanto mi mena sempre più forte ed io non resisto, quando parte il primo schizzo le fermo la mano e mi svuoto con lunghi getti sul suo viso, sulle tette e sulla pancia fremente. ‘Dio, mi fai impazzire, godi su di me, fammi vedere come ti piace. Ma quanta sborra hai ! Bagnami tutta, segnami come la tua fica per sempre. Ho il tuo odore addosso. Ora sono tua’. Io continuo a venire e lei dirige il getto sul suo corpo, poi con l’altra mano se lo spalma e si lecca le dita. ‘Come e’ bello sentire il tuo piacere su di me, com’è buono’ Si allunga una mano tra le gambe ed in un attimo vedo che sta godendo ancora, così alla luce la trovo stupenda, di una sensualità mai vista prima. Davvero Stefania mi stupisce con questo suo erotismo. Non ho mai incontrato una donna come lei.
Ci rilassiamo per un po. E’ lei la prima a parlare: ‘Non so come mi stai giudicando. E’ la terza volta che ci incontriamo ed hai fatto il massimo delle scoperte sulla mia vita. So che ti debbo una spiegazione, poi sarai tu a giudicare ed a prendere le decisioni che vorrai. Voglio solo dirti che sei il secondo uomo della mia vita e che sono convinta di amarti’. Gli dissi che non dovevo giudicare nessuno, lei mi piaceva e non volevo rinunciare a lei per nessuna ragione. ‘ Io voglio raccontarti tutto di me. E’ giusto che tu sappia. Come ti ho detto ho un figlio di cinque anni, sono rimasta in cinta che ne avevo diciassette così come il padre di Cristian. I nostri genitori vollero farci sposare ma eravamo solo due bambini senza alcuna responsabilità. Il primo anno abitammo dai miei, poi ci fecero andare a vivere da soli. Non ci amavamo, stavamo assieme solo perché le nostre famiglie amiche, sostenevano che dovevamo stare assieme. Andammo ad abitare in un appartamento, vicino a noi viveva una famiglia con una bambina, Filomena. Fu lei a rompere il ghiaccio, quando mi vide con Cristian volle prenderlo in braccio, coccolarlo, giocarci. A me non sembrava vero, avere qualcuno con cui dividere il mio bambino durante la giornata, Filomena era quasi una mia coetanea ed era così assennata che non feci fatica ad affezionarmi a lei. Con mio marito avevamo poco o niente da dirci. Lui lavorava nel negozio dei genitori, tornava alla sera cenava, vedeva un po di televisione, andava a letto e, quando ne aveva voglia, mi sbatteva sotto di lui, senza preamboli, senza amore, mi scopava, si girava dall’altra parte e dormiva. Nulla del bambino, nulla di me. Io, anche se non avevo nessuna esperienza, ero infelice ma mi sforzavo per non farlo apparire. Spesso, quando mio marito usciva la mattina, piangevo per questa mia situazione. Sentivo bisogno di amore, avevo bisogno di sesso. Cercare altri uomini era fuori dalla mia portata, non ci ho mai neppure pensato, quando non ne potevo più ricorrevo alla masturbazione, solo così riuscivo a calmarmi. Filomena, normalmente passava il pomeriggio con me, qualche volta uscivamo assieme, ma spesso stavamo a casa. Io con lei non avevo parlato mai dei rapporti con mio marito. Un giorno, circa due anni fa, mi disse che mio marito non gli piaceva. Anche se io non gli avevo detto mai nulla, era sicura che mi faceva soffrire. Io, non sapendo casa rispondere ad una giovane che aveva appena superato l’adolescenza, spontaneamente l’abbracciai e piansi sulla sua spalla. Lei mi consolò con parole da adulta e, da quel giorno mi fu più vicina. Iniziarono le prime confidenze, sollecitata dalla sua curiosità gli parlai dei rapporti sessuali, quasi inesistenti e, comunque, insoddisfacenti tra me e mio marito. Volle sapere come facevo io a sopportare questo stato di cose e, un giorno mi scappò che riuscivo trovare soddisfazione da sola. Fu li che anche lei mi confesso che spesso si masturbava. Un pomeriggio che mio marito aveva portato Cristian dai miei genitori che volevano tenerlo. Ero felice, potevo avere un pomeriggio tutto per me, potevo godere della mia libertà, avrei potuto sognare di fare sesso, avrei potuto accontentarmi e godere quanto mi pareva. Mi ero appena messa sul divano e già iniziavo a sognare quando sentii bussare alla porta, contrariata andai ad aprire, era Filomena. La tenni sulla porta non volevo neppure lei quel pomeriggio sembrava dovesse togliermi qualcosa. Fu lei a dirmi che aveva visto che mio marito aveva portato via il bambino e, per questo era venuta per stare sola con me. A malincuore la feci entrare, mentre andavamo in soggiorno vedevo la mia serata sfumare. Iniziai subito a trattare in maniera scorbutica Filomena che, dopo un po mi chiese il motivo per cui la trattavo in quel modo, lei era venuta convinta di farmi felice con la sua presenza, se volevo, mi avrebbe lasciato sola. A quel punto sbottai, gli dissi che non ce l’avevo con lei, che, si, sarei voluta rimanere sola, anche io avevo diritto di godere di un po’ di libertà. Gli dissi che quando aveva suonato alla porta stavo per iniziare a darmi un pò di felicità e che lei aveva interrotto un momento che forse non sarei più riuscita a trovare. Filomena si alzò e si mise a piangere, era tornata ad essere quella bambina che era. Io capii subito l’enormità delle cose che avevo detto, mi alzai anch’io e l’abbracciai per consolarla, lei piangeva con dei lacrimoni ed io non sapevo cosa fare per calmarla anche perché come avrei potuto farla tornare a casa sua in quello stato? Iniziai a baciarla sul viso, a raccogliere con le mie labbra le sue lacrime, lei si strinse forte a me e, tra un singhiozzo ed un altro, mi disse che non voleva assolutamente contrariarmi, lei mi amava tantissimo e voleva solo il mio bene, perciò sarebbe andata via subito. Io continuavo a baciarla, quelle parole mi avevano sconvolto, iniziai a piangere anch’io fu così che iniziammo a scambiarci dei baci, prima innocenti poi sempre più sensuali, finchè le nostre labbra si sfiorarono ed infine le nostre lingue si unirono. Ci siamo amate tantissimo e, da quel giorno, la mia vita ritornò ad avere un senso. Non ho mai trascurato mio marito e tanto meno mio figlio, eravamo felici e, forse, fu proprio quello che indusse mio marito a lasciarmi. Un giorno senza che nulla facesse presagire quanto stava per fare, mi disse che se ne andava a vivere con una donna che aveva conosciuto e che riteneva di amare più di me. Non ci fu nessuno scandalo, nessuna reazione da parte mia. Molto realisticamente io dovevo affrontare la vita da sola con mio figlio. I miei genitori presero atto della nuova situazione e vollero che riprendessi il mio posto a casa. Accettai, dovevo trovarmi un lavoro per me e per mio figlio, non avevo scelta.
L’amore di Filomena mi aiutò a superare le ovvie difficoltà, quando riuscivamo a stare assieme il nostro mondo si riempiva e trovavamo una vera, nuova felicità. Poi sei arrivato tu. Per me è stato come essere travolta da un ciclone. Hai risvegliato in me quella femminilità che credevo di non possedere. Ho capito di amarti subito, ma amo tantissimo anche Filomena e prego che nessuno di voi due mi metta mai di fronte ad una scelta. Ne ho parlato con Filomena, è ancora una bambina anche quando dimostra una maturità che tante sue coetanee non hanno: lei mi ama ed ama tutto ciò che io amo. L’unica cosa che desidera è poter avere un piccolo posto tra noi. Gli ho assicurato che oggi te ne avrei parlato. L’altra sera con Marcello ha voluto andare un pò oltre anche se non è successo nulla di irreparabile, non vuole stare più con lui, vuole stare con me, con noi. Lo vorrei tanto anch’io, non voglio mai essere costretta a mentire a nessuno di voi due, vorrei tanto che la nostra vita trovasse un equilibrio’.
Io ascoltai questo lungo sfogo di Stefania senza mai interromperla.
Stefania era impassibile in attesa di una mia parola. Quanto mi aveva detto non era cosa da poco ma io già avevo accettato quella situazione la notte precedente, ed ora avevo li Stefania, avevamo fatto l’amore, lei era stata magnifica ed io non volevo perderla. La presenza di Filomena la trovavo meno invadente di quanto non si volesse valutare, eppoi non era mica detto che sarebbe dovuta essere sempre con noi. Tutto questo lo dissi a Stefania che per sottolineare la sua gioia mi abbracciò con forza e volle fare di nuovo l’amore per suggellare quanto gli avevo appena detto.
Iniziò così la nuova avventura. Era dolce fare l’amore con le due ragazze, cioè con Stefania e con la partecipazione di Filomena. Era Stefania a far partecipare Filomena ai nostri giochi. Io dovevo rispettare la volontà di lasciare intatto ciò che lei conservava per il suo uomo, per il resto, quando c’era, diventava parte attiva. Era dolce vedere le due giovani donne baciarsi, era bellissimo poter leccare le due roselline mentre loro consumavano le loro effusioni, era bellissimo baciare il seno di Stefania e sentirsi prendere in bocca il pene da Filomena e viceversa. Ma, quando entravo dentro Stefania, la partecipazione di Filomena era limitata ad una forma di assistenza passiva e ci lasciava fare, capiva perfettamente che allora il mondo era nostro e di nessun altro.
Una sera mi telefona Stefania, va subito al sodo, mi chiede se possiamo passare il successivo fine settimana assieme fuori città. Gli rispondo di lasciarmi un attimo di tempo per verificare se è possibile organizzarmi. Mi sottolinea che ci tiene tanto di stare quel fine settimana particolare sola con me.
Riesco a sganciarmi dai vari impegni che avevo e decido per trascorrere tre giorni a Venezia. Confermo a Stefania la mia disponibilità senza dirgli dove andremo. Quando me lo chiede gli rispondo che voglio fargli una sorpresa. Intanto ho prenotato sia l’aero che l’albergo. Voglio fare colpo sulla mia donna. A Stefania dico solo di essere elegante.
Il venerdì, nel primo pomeriggio, vado a prenderla a casa, è bellissima, vuole sapere dove andiamo, gli rispondo che lo avrebbe saputo molto presto. Arrivati in aeroporto apprese che si andava a Venezia. Stefania si commosse sino alle lacrime. Aveva sempre desiderato visitare quella città ed ora ero io che inconsciamente avevo fatto si che il suo desiderio si avverasse. Mi baciò e, sottovoce mi disse che non mi avrebbe fatto pentire della scelta.
Il volo si svolse senza nulla di speciale, a parte il fatto che Stefania si era affettuosamente aggrappata a me. Arrivati a Tessera ci dirigemmo subito verso l’imbarcadero e, preso un motoscafo, diedi l’indirizzo del Danieli. La mia donna, quando entrammo rimase estasiata dalla ricchezza del salone, ma, il colpo finale lo ebbe quando entrammo nella suitte che avevo prenotato: era chiaro che non si aspettava nulla di simile e che era la prima volta che qualcuno la trattava in quel modo. Liquidato il cameriere che era venuto ad aprirci la camera, ancora nell’atrio-soggiorno mi buttò le braccia al collo e mi baciò con un trasporto mai verificato. Capii che avrebbe voluto subito fare l’amore ma io mi staccai, volevo che prima prendesse visione di tutto l’ambiente, perciò le presi la mano perché mi seguisse. Come entrò nella camera da letto rimase a bocca aperta: una camera enorme con un grandissimo letto in stile con baldacchino, il balcone sul Canal Grande poi, il bagno grande anch’esso, al centro, sollevata, una vasca in marmo rosa, per due persone, alle pareti specchi ed ancora marmo rosa. Li mi fermai e l’attirai a me. Baciandola iniziai spogliarla, lei capì subito le mie intenzioni e, senza staccarsi anche lei inizio a spogliarmi. Fu un’operazione che compimmo molto adagio, sapevamo di avere a nostra disposizione tutto il tempo che volevamo. Mi staccai un attimo per far scendere l’acqua nella vasca e per versarvi i sali che avevo trovato sul bordo, poi mi dedicai ancora a lei e lei a me. Le nostre mani frugavano dappertutto i nostri corpi ma entrambi evitavamo di arrivare al massimo. Tutto proseguì fino a che la vasca fu piena poi entrambi ci immergemmo nell’acqua e li finalmente ci liberammo del nostro desiderio: entrai dentro di lei riempiendo quella meravigliosa delizia, invadendola con tutta la mia passione, con tutto il mio amore.
Non so quanto durò il nostro amplesso. Quando uscimmo dal bagno era già buio. Ci sdraiammo sul letto sfiniti, un attimo di rilassamento poi chiesi a Stefania cosa voleva fare, le alternative che gli proponevo erano due: la prima andare a cena all’Harris-bar, ascoltare un po di musica e farci avvolgere dalla voluttuosità di Venezia; seconda, andare a cena al roof dell’albergo e cenare ammirando Venezia di notte dall’alto. Stefania rifiutò entrambi le mie proposte: ‘Non lascerò questa stanza neppure per la cena migliore del mondo. Sto troppo bene e poi, non voglio fare la fatica di vestirmi per poi dovermi spogliare. Ho te, tu sarai la mia cena.’ ‘ Va bene riposati, non ti preoccupare, vado a fare una telefonata in soggiorno poi sono di nuovo da te.’
Andai di la, telefonai al servizio ristorante e ordinai una cena a base di granseola, non dimenticai ne lo champagne ne il dolce. Mi assicurarono che entro mezzora il servizio sarebbe stato in ordine. Gli raccomandai di preparare tutto e di bussare in camera da letto quando tutto era pronto. Fatto questo tornai da Stefania che mi aspettava, con aria imbronciata, sdraiata sul letto, ancora addosso l’accappatoio. Tentai di toglierlo ma mi bloccò, volle rimanere così stretta a me con gli occhi chiusi, sembrava una bambina indifesa in cerca di protezione, non aveva nulla della donna ardente che poc’anzi aveva dato tutta se stessa nel massimo della lussuria. Si appisolò in un dormiveglia rilassato; era di un tenero da far paura.
Era trascorsa esattamente mezzora quando, puntuale, sentii bussare discretamente alla porta, poi più nulla. Svegliai la mia bambina baciandola sugli occhi: lei si stiracchiò e si scusò per essersi addormentata: La feci alzare e, tenendola abbracciata su un fianco la condussi verso il soggiorno. Come aprii la porta lei rimase di stucco, anche io non mi spettavo tanto. La camera in penombra aveva un tavolo rotondo apparecchiato in maniera sontuosa. Un candelabro in argento con cinque candele accese al centro; i piatti di ‘sevre’, i bicchieri di cristallo di Murano le posate in argento pesante, troneggiavano su una tovaglia bianca di merletto di Burano. Le due sedie stavano di fronte e, fra loro lateralmente un carrello portavivande, anche lui imbandito in maniera fiabesca.
Stefania, incantata si volse verso di me senza pronunciare parola: non immaginava potesse essere vero,era la sua fiaba che raccontava di una bella fanciulla rapita dal suo principe azzurro sul cavallo bianco. Attimi di incantesimo. Fui io a riprendere in mano il gioco e, posandogli un bacio su una tempia la introdussi nella stanza incantata. A metà strada lei si fermò per dirmi che una simile serata non potevamo trascorrerla in accappatoio, avremmo dovuto metterci in abito da sera. La rassicurai, nessuno dei due disponeva di un abbigliamento appropriato a quella tavola, per questo stavamo nel nostro appartamento, dovevamo godere al massimo di questa situazione.
Ci accomodammo. Ci servimmo la cena, Stefania passava da uno stato di euforia a quello di imbarazzo, da lei emergeva tutta quella gioia da fanciulla che si era venuta a trovare nel mondo delle fiabe vivendola da protagonista. Volle bere lo champagne che le diede una carica del tutto particolare. A me piaceva guardarla, consapevole di essere io colui che aveva creato questo nuovo, sconosciuto, meraviglioso personaggio.
Al termine venne da me, si sedette in braccio e molto civettuolamente si lasciò scivolare l’accappatoio rimanendo completamente nuda. Non ci volle molto per subire gli effetti di avere tra le braccia questa meravigliosa bambina. Abbracciati raggiungemmo la camera da letto. Trascorremmo una notte esilarante, finchè, sfiniti, ci addormentammo.
La mattina fui io il primo a svegliarmi, era quasi mezzogiorno, mi voltai verso Stefania e la baciai dolcemente sulle labbra che aveva socchiuse: lei seppur addormentata rispose alla carezza che le avevano fatto le mia labbra. La lasciai li a dormire ed io andai in bagno da dove uscii dopo essermi rasato e fatto una doccia ristoratrice, quando entrai in camera, la trovai sveglia che guardava il soffitto, mi avvicinai per baciarla ma girò il viso, solo allora notai che grosse lacrime le rigavano il viso. Preoccupato gli chiesi perché piangeva, per tutta risposta si rannicchio su di me nascondendo il viso sul mio petto. Iniziai a carezzarla, piano piano si distese e solo allora, sempre senza scoprire il viso iniziò a parlare.
‘Ti voglio tanto bene ‘ iniziò a dire Stefania- , se tu mi lasciassi soffrirei da morire, ma amo anche Filomena. Siete la mia vita. Noi, ieri, stanotte siamo stati tanto felici. Sono stata io a chiederti di portarmi fuori e tu mi hai accontentato facendomi sentire il centro del tuo mondo. Non ti sei neppure chiesto perché e per quale motivo volevo allontanarmi da casa, lasciando pure mio figlio, Tu mi hai assecondato e basta e mi hai dato tanta felicità quanta non ne avevo mai provato. Ora mi vedi piangere e ti preoccupi anche se non devi. Io sto piangendo per amore. Penso che alla nostra felicità, alla mia felicità manca qualcosa, a me manca moltissimo Filomena avrei voluto avere questi stessi momenti assieme a lei, tutti noi uniti. Forse tu non riesci a capire quanto mi manchi e quanto oggi, si, proprio oggi senta maggiormente la sua mancanza. Tu, per capire, devi sapere: Filomena, per mio tramite, ti ama come io ti amo e se lei non ha potuto darsi a te come io mi sono donata a te, conosci il motivo. Oggi ricorre il suo diciottesimo compleanno e, come già sai, lei aveva promesso al suo ragazzo che gli avrebbe dato la sua verginità solo passata quella data. Lei ancora non avrebbe voluto, anzi non vorrebbe proprio, sta troppo bene con noi quando c’è. L’ardore che aveva nei confronti del ragazzo è un po svanito, vorrebbe fare l’amore con noi, completamente,ed anch’io lo vorrei. Vorrei tanto che tu entrassi in lei ed in me senza nessuna remora, vorremmo, io e Filomena che tutti e tre ci amassimo, ma perché questo sia possibile è indispensabile che lei si liberi del fardello che tu sai. La mia tristezza è rivolta a lei. In questo momento, probabilmente, lei ha perso la sua verginità, ed io gli sono lontano, forse lei ha bisogno di me, è solo una bambina e sono stata io a sollecitarla a farlo, volevo che si liberasse. Egoisticamente volevo che fosse pronta per noi, per te. Si, era anche lei a volersi liberare, era anche lei a desiderare di stare con noi in un rapporto completo, era lei a dirmi di amarti come io ti amo, era lei a soffrire nel non poter godere di certi momenti così come io godevo. Ecco, ora ti ho detto tutto, noi abbiamo festeggiato e stiamo festeggiando il compleanno di Filomena. Ho voluto allontanarmi da lei perché non avrei sopportato di essere li e non poterla assistere in un momento tanto importante per noi donne’. Io l’avevo lasciata parlare, nel mentre gli accarezzavo i capelli, capivo il suo tormento anche se nel frattempo mi ero eccitato da morire. Comincio ad accarezzarla con tenerezza mentre la mia mazza si è ormai rizzata senza pudore, ci scambiamo un bacio appassionato, poi vedo che i suoi occhi sono di nuovo lucidi ed il respiro rapido. Mi dice quasi implorando: ‘Ti prego, riempimi subito, non resisto senza, voglio il tuo cazzo dentro di me, voglio sentire il tuo succo colarmi tra le gambe, ti prego ne ho bisogno adesso, subito’! Come faccio a resistere, anch’io mi sento una tensione nel basso ventre insopportabile. Mi sollevo in ginocchio, le allargo le gambe e vedo la sua passera umida aprirsi davanti a me come un fiore rosa. ‘Voglio che tu mi tratti come la tua donna, non avere riguardi, montami come ti piace ma subito’. Non me lo faccio ripetere, prendo in mano il mio arnese che è sempre più duro, lo dirigo tra le labbra morbide, pronte e bagno il glande con il succo che cola. Dopo poco punto l’ingresso, senza riguardi entro dentro di lei: come mi sembra stretto, sento la vagina dilatarsi a fatica mentre spingo senza esitazioni, vado fino in fondo e ho l’impressione di sfondarla. Devo averle schiacciato ormai il collo dell’utero perché ad un certo punto non riesco ad andare oltre, sono però ormai infilato quasi del tutto e sento perfettamente il calore e le sollecitazione della fica che mi accoglie. Resto un attimo fermo mentre Stefania trattiene il respiro e si morsica le labbra, deve sentirsi aperta in due ma non dice nulla, anzi sento i movimenti dei muscoli vaginali che mi massaggiano la verga conficcata a fondo. Lo sfregamento con le pareti strette mi fa impazzire dal godimento, mi sembra di essere infilato in una vergine, non mi succede da tempi indefiniti. Mi rendo conto di essere stato un po brutale, ora cerco di essere delicato ma è mi difficile, in questa posizione posso pomparla come mi piace e comincio a muovermi prima piano poi sempre più freneticamente. Mi accorgo di darle delle spinte terribili quando arrivo in fondo ma la strettezza del tunnel che trovo e provo, mi fa perdere la testa. Stefania ha la bocca aperta e geme ad ogni colpo, ha il respiro affannoso e gli occhi chiusi. La vedo squassata dai miei colpi, le tette oscillano continuamente e mi abbasso per prenderle in bocca un capezzolo duro e lungo. Apre gli occhi un momento e mi dice con voce alterata. ‘Ho bisogno di te, scarica il tuo seme in fondo al mio utero, ne ho bisogno subito ! Non farmi aspettare, ti prego riempimi, non resisto’. Sentire le sue parole mi fa arrivare lo sperma alla base del cazzo in un momento. Appena le arriva il primo getto in fondo comincia a rantolare, non riesco a tenerla ferma e mi sembra che la fica sia impazzita, una pompa aspirante assetata di sperma. Mi lascio andare e non so quanti spruzzi le ho infilato in fondo ma mi sembra di non smettere mai. Mi fermo sempre piantato in fondo e lei si calma lentamente. Mi offre la bocca e mi bacia con un trasporto mai visto, è completamente mia, siamo un corpo solo. Poi sorride e mi sussurra. ‘Grazie, non resistevo più, adesso mi sento bene. Avrei voluto che anche Filomena avesse potuto godere con noi questi momenti unici e indimenticabili. Ti amo da impazzire’. ‘Stefy, è stata la cosa più bella che mi è successa da anni, vorrei restare sempre così dentro di te. Se è per la tua felicità, farà piacere anche a me avere vicino Filomena e godere assieme questi momenti’. è adorabile vederla felice impalata dalla mia verga con gli occhi lucidi, il seno nudo ed i capelli scompigliati sul lenzuolo. Io però mi sto ammosciando un po’ dopo quello che è successo, lei se ne accorge e sembra contrariata. ‘No, ti prego, rimani dentro di me, ti voglio sentire mio e poi non posso allagare tutto. Per favore’. Intanto spinge per trattenermi dentro di lei ma inesorabilmente il cazzo strizzato scivola piano fuori seguito ad un rivolo di sperma bianco che si spande sul letto. Stefania allunga la mano e cerca di bloccare il flusso ma è inarrestabile. Ormai c’è una pozzanghera sotto di lei. Ha l’aria contrariata. ‘Non ti preoccupare,non è successo niente’. ‘Non lo sopporto, mi vergogno, eppoi è mio ed è così buono e vorrei che nulla andasse sprecato’. Parlammo ancora ed io ebbi modo di dirgli che lei era il mio amore, ma senza nulla di egoistico. Non ero geloso dei suoi sentimenti nei confronti di Filomena. Volevo bene anche a lei e mai avrei fatto nulla che potesse separarle. Lei, da parte sua mi confidò che avevano lungamente parlato di me e dei sentimenti che ci legavano. Filomena non voleva escludermi dalla loro unione, voleva stare con noi finchè l’avessimo voluta. Ora stava per compiere un qualcosa che avrebbe dovuto liberarla da quel pregiudizio e poter godere completamente del nostro amore. Il tempo era tiranno, erano passati due giorni nei quali abbiamo fatto ancora l’amore ed abbiamo visitato la città. Avremmo voluto entrambi fermarlo ma, inesorabilmente dovemmo prendere atto che era trascorso e dovevamo tornare alla vita di sempre.
Prendemmo il volo per Roma promettendo a noi stessi che saremmo tornati con Filomena.
Arrivammo a Roma ad ora di colazione: pregai Stefania di rimanere con me, ma lei volle andare subito a casa, anzi volle prendere un taxi, andò via con la promessa che mi avrebbe telefonato.
Io andai direttamente in ufficio e mi dedicai completamente al lavoro: non volevo lasciare nessuno spazio ai pensieri personali.
Passò la giornata. Solo quando arrivai a casa mi resi conto di non aver sentito Stefania. La chiamai, rispose lei al telefono, mi disse subito che era felice, che mi aveva cercato tante volte ma non era riuscita a parlare con me, voleva sapere se ero adirato con lei, cosa aveva fatto per non rispondergli al telefono. La tranquillizzai, gli dissi che mi ero buttato sul lavoro e avevo dato disposizioni di non passarmi nessuno al telefono, la segretaria mi aveva preso alla lettera, includendo pure lei tra le persone alle quali non volevo rispondere. Gli assicurai tutto il mio amore e lo stato di felicità in cui mi trovavo; gli dissi pure che mi mancava e che avrei voluto averla vicino, così come lo eravamo stati nei giorni scorsi. Mi disse di non essere egoista, anche il suo piccino aveva diritto di stare un pochino con la mamma, comunque mi disse che gli mancavo e che al più presto mi avrebbe fatto una sorpresa.
Nei giorni che seguirono non potemmo vederci, io ero super impegnato, la sera, finivo tardissimo, quindi stanco andavo a casa e dopo una telefonata per dargli la buona notte, andavo a letto e dormivo un sonno senza interruzioni.
Il venerdì mattina, cosa insolita, mi chiama Stefania, dopo i primi convenevoli mi dice di non prendere impegni per il sabato, vuole andare alla sua casetta al mare e, se ci stiamo bene, rimanere per il fine settimana, poi’mi farà la sorpresa che mi aveva promesso. Ha aggiunto di fare le mie cose con calma, lei sarebbe andata da sola, sarebbe stato sufficiente raggiungerla per pranzo. Le chiesi se dovevo portare qualcosa e lei mi disse di provvedere allo champagne, possibilmente quello che avevamo bevuto a Venezia. Gli dissi che per l’ora di pranzo non mi era possibile, sarei arrivato per la sera.
Stemmo un po a parlare al telefono, poi ci lasciammo ed io iniziai la mia giornata lavorativa che andò avanti tutto il giorno sino alle nove, fatto salvo una breve pausa per un panino.

Arrivai da Stefania che erano le dieci passate, gli avevo telefonato che stavo per arrivare, di aver pazienza. Quando arrivai mi sorprese trovare la porta di casa socchiusa, suonai, nessuna risposta, chiamai Stefania, nulla, entrai, silenzio assoluto. Preoccupato mi diressi verso la camera da letto dopo aver dato uno sguardo in cucina: da un primo sguardo uno spiraglio di luce, entrai nella stanza, la luce era soffusa, sul letto due ombre, Stefania e Filomena erano già distese, indossavano camicie da notte completamente trasparenti, attraverso il tessuto impalpabile Stefania giocava, quasi distrattamente, con i capezzoli di Filomena, che teneva gli occhi chiusi. Rimasi li fermo, incantato dallo spettacolo eccitante delle mani di Stefania che spaziavano sull’immensità di quel seno, Filomena accennava dei movimenti lenti con il bacino, segno che la cosa le piaceva. Non appena percepirono la mia presenza smisero per saltarmi addosso entrambe. Fu Stefania la prima a salutarmi, poi Filomena. Notai subito che in lei vi era qualcosa di mutato, era più allegra del solito, che dire, più brillante, ed aveva un viso più splendente del solito. Stefania mi disse: ‘Mentre ti aspettavamo ci siamo messe un po comode, spero non ti dispiaccia’. ‘Assolutamente no. Anzi credevo fosse quella la sorpresa’. ‘No la sorpresa sarà ben altra cosa, ma ne parleremo dopo cena. Intanto vuoi metterti comodo? Filomena puoi aiutarlo mentre io porto in tavola?’. ‘Se vuole lo faccio con immenso piacere’. Poi rivolta verso di me, ‘ Se a te non dispiace, naturalmente’. ‘ Perché dovrebbe dispiacermi? Se te lo chiede Stefy’. E’ così che iniziò lentamente a spogliarmi, finchè giunse agli slip. Li si fermò non senza aver apprezzato l’erezione che aveva provocato nel ragazzaccio che stava tra mie gambe. Intanto Stefy aveva portato le pietanze a tavola e ci accomodammo tutti.
La cena era piacevolissima, leggera e raffinata, tutta a base di pesce per concludersi con una meravigliosa crema di limone. Lo champagne era stato riservato per il dopo cena che andammo a trascorrere in soggiorno. Quando stappammo la champagne, Filomena propose di fare un brindisi a se stessa, cosa che applaudimmo. Esordì dicendo: ‘Stefania mi ha raccontato del vostro bellissimo viaggio a Venezia, mi ha anche detto di quanto tu gli sia stato vicino, anche nei momenti tristi, senza chiedergli nulla. So pure che ti ha detto il motivo della sua tristezza, da parte mia devo dire che in quel momento mi è mancata e ora mi conforta il fatto di sapere che tu hai fatto di tutto per farle sentire meno la mia lontananza. Ora però finalmente mi sono liberata di quel problema; con il mio ragazzo non sono stata male anche se gli ho dato il mio corpo pensando a Stefania, pensando a voi. Forse non dovrei dirlo, ma, in quel momento, immaginavo di essere con voi, ecco perché ho pregato Stefy di venire qui stasera e di passarci la notte. Ma non è questa la sorpresa che ti è stata promessa, è ben altro. Ne abbiamo parlato lungamente questa settimana con Stefania, lei è d’accordo con me perché ci ama tanto ed anch’io mi sono resa conto di quanto vi ami perciò vogliamo donarci a te come non abbiamo mai fatto. Quindi in attesa che la promessa si compia vorrei brindare al proseguo della nostra serata e della nostra notte d’amore’.
Dopo questo lungo discorso, mi avvicinai a loro e le baciai, prima Stefania, che ricambiò appassionatamente, poi Filomena, che subito mi infilò la lingua in bocca per cercare freneticamente la mia e succhiarmela, lasciandomi in bocca il sapore dolce della sua saliva.
Cominciai ad accarezzarle. Lentamente, carezzandole, mi distesi sul letto e cominciai a baciare i loro corpi. Mentre mi soffermavo all’interno delle cosce cominciai ad avvertire un tremito: ero sulla strada giusta. Stavo baciando il corpo di Stefania, Filomena si impossessò del mio sesso rigonfio e cominciò con una lentezza esasperante a massaggiarlo su e giù, una sensazione dolcissima si propagava in tutto il mio corpo. Risalii fino al seno di Stefania e mi tuffai con tutto il viso in quella massa morbida leccando dappertutto. Giunto ai capezzoli, iniziai a ciucciare con forza. La mia bocca si riempiva tutta della morbidezza del suo seno. Lei reagiva a queste mie attenzioni con brividi che le scuotevano tutto il corpo emettendo leggerissimi mugolii di piacere. Le baciai il collo e le labbra: la sua naturale reazione fu quella di aprire avidamente la bocca e lasciare che la mia lingua la esplorasse ovunque.
Improvvisamente Stefania si pose a sedere sul letto, accanto a Filomena che si risollevò dalla sua posizione iniziale e tutte due cominciarono ad occuparsi della mia verga, con le bocche una di fronte all’altra, semiaperte, lo chiudevano in mezzo e lo facevano scorrere tra di loro. Giunte sul glande, si dividevano i compiti: Filomena lo infilava completamente nella sua bocca, mentre Stefania mi succhiava le palle, delicatamente. Poi si scambiavano i ruoli. La bocca di Stefania era più larga di quella di Filomena e riusciva ad introdurre completamente tutto il mio fallo fino in gola. Io sentivo la punta che toccava contro le pareti bollenti della sua gola. Mi accorsi che ben presto sarei arrivato e mentre accarezzavo dolcemente le teste delle mie compagne glielo annunciai.
Fu come se avessi dato l’annuncio che una pietanza prelibata stava per essere portata in tavola. Gli occhi di Filomena si illuminarono e si rivolsero verso Stefania, come per dirle di star pronta. Le loro dolcissime manovre ben presto mi fecero perdere ogni controllo: il vulcano che avevo dentro iniziò a spingere verso l’esterno fiumi di lava incandescente che mi attraversavano tutto prima di raggiungere la punta del cazzo e schizzare nella bocca di Filomena, che, avendo capito che cosa stava per accadere, aveva strappato il mio arnese dalle mani di Stefania e se lo era piazzato in bocca. Sentendosi riempire la bocca dai primi formidabili schizzi di sperma, prese il mio pisello e lo passò subito nella bocca di Stefania, che non aspettava altro, dato che la spalancò giusto per farsela riempire dai successivi getti. Vedevo entrambe le gole che si contraevano per ingoiare tutto il mio liquido. Spruzzai le ultime gocce in Stefania, la quale, finito di ingoiare, rivolse il viso verso Filomena e la baciò, in modo che potessero scambiarsi quello che di me era rimasto in loro.
Io non connettevo ormai quasi più. Le gambe mi tremavano più per l’emozione che per lo sforzo di essere rimasto in ginocchio, fermo, per offrire il frutto della mia passione alle mie due ragazze. La nostra intesa sessuale era praticamente perfetta.
Passato un tempo ragionevolmente breve che aveva segnato una languida pausa, Filomena, la cui fantasia pareva non conoscere tregua quella sera, si rimise in moto. Ricominciò a baciare e massaggiare Stefania che fece prima distendere a pancia in giù sul letto, poi mentre le baciava schiena e cosce la fece accovacciare e poggiare sulle ginocchia e sui gomiti, come un cane; poi le allargò le cosce e si mise dietro di lei a leccarla.
Guardavo con aria estasiata le tette di Stefania, che andavano avanti e dietro, seguendo i movimenti di Filomena tra le sue cosce. Le tette erano talmente gonfie che i capezzoli quasi sfioravano la superficie del letto. Mi avvicinai e con le mani cominciai ad accarezzare quelle sode campane che ondeggiavano sotto il tocco sapiente di Filomena, che aveva allargato al massimo le cosce di Stefania, con le mani allargava i glutei, scoprendo un buchino rosa ed umido, al quale avvicinò la lingua, leccandolo con avidità. Stefania emise un mugolio profondo, che denunziò il piacere estremo che quel tocco di lingua le provocava, piacere che aumentò ulteriormente quando Filomena le infilò completamente la lingua nel buco.
‘Hai capito cosa sto facendo?’ mi chiese Filomena: ‘Sto preparando Stefania perché ti possa accogliere dentro di se. Ascoltare queste parole mi provocò come un attacco di febbre. Brividi bollenti mi scorrevano lungo tutto il corpo ed il mio pisello, inflaccidito dall’orgasmo versato nelle loro bocche era nuovamente turgido e pronto per una nuova avventura. Filomena mi prese per mano e mi fece salire sul letto, dietro a Stefania. Poi, accarezzandole i glutei, la pancia e le tette, le chiese: ‘Ora lui entra dentro di te, sono io a volerlo, sono io che voglio che tutto il nostro amore sia completo’. Stefania, che cominciava a connettere poco, tra mugolii ed ansiti, rispondeva. ‘Si, lo voglio, voglio sentirmi piena di lui.’.
Filomena mi prese il pisello in mano e lo avvicinò alla fica di Stefania, che ormai era inondata dalla sua saliva. Poi mi fece scivolare in basso la pelle del prepuzio, scoprendomi tutto il glande, che era ancora lubrificato per il recente orgasmo, puntandolo direttamente sulla fica di Stefania. Lentamente lo spinse dentro. Io avvertii subito la sensazione della stretta violenta di Stefania sulla mia punta e mi fermai. Ormai ero dentro, chiesi a Stefania se le piaceva. ‘Si, ti prego, continua così, mi piace da pazzi’ rispose felice. Cominciai a spingere leggermente, ma continuamente, il mio membro mentre Filomena le accarezzava il clitoride. Stefania aveva completamente perduto il controllo, spingeva con forza verso di me ed in questo modo provocava un inserimento ancora più profondo del mio membro dentro di lei. Lentamente, ma inesorabilmente, non ne era rimasto fuori nemmeno un centimetro: le mie palle erano tutte a contatto con la sua vagina, che Filomena provvedeva a massaggiare con impegno. Sentivo il mio fallo stretto dalle pareti della fica come se lo fosse da una mano fortissima. Poi mi ritrassi indietro e cominciai un movimento di va e vieni. Sentivo lo splash delle mie anche che urtavano contro le sue natiche e questo rumore mi faceva eccitare da pazzi. Filomena, non contenta di massaggiare il clitoride di Stefania le scivolò sotto e cominciò a leccare tutta la parte inferiore dell’amica, tette, fica, cosce, soffermandosi particolarmente sul clitoride, che era ormai diventato rosso, turgido ed enorme. Mentre io stantuffavo freneticamente Stefania, Filomena, le succhiava il clitoride, le leccava la fica e leccava anche me, quando il movimento mi avvicinava alla portata della lingua. Compresi che non potevo trattenermi ancora. Il solito vulcano iniziava ad esplodere nelle mie viscere. Non sapendo se la mia eiaculazione potesse provocare fastidi ‘ sto per arrivare, posso venirti dentro?’ . Fu Filomena a rispondere: ‘No non farlo, aspetta, c’è la tua sorpresa, fermati, riposa un momento perché devi disporre di tutta la tua forza’. Stefania non parlava, l’iniziativa era tutta in mano della sua amica che intanto aveva ripreso a leccargli il forellino rosa. Lo fece per un tempo che non saprei definire , io ero sempre più eccitato ma non facevo nulla in attesa . Poi Filomena mi fa avvicinare, mi guarda e sussurra con voce roca: ‘Prendi la prima parte della sorpresa, lo sappiamo che lo desideri tanto, vogliamo che sia tuo. Si sto parlando al plurale perché anche io voglio darti una parte di me incontaminata, siamo entrambi vergini, sii delicato, noi ti aiuteremo’. ‘Siete sicure? Lo desidero tanto ma non voglio farvi male’. E’ incredibile, Stefania sapeva che desideravo violare il suo buchetto posteriore e me lo offre, assieme a Filomena. Mi sento un vulcano tra le gambe pronto a esplodere.
Stefania ha aperto le gambe mentre Filomena comincia a massaggiarle il culo spalmandoci della crema davanti e dentro con il medio. Io la carezzo sui glutei e sulla schiena, sento che è tesa ma sorride felice dimenandosi e accompagnando il mio armeggiare.
Filomena ne usa una dose anche sulla mia cappella rigida, poi punta il mio cazzo all’ingresso spingendomi lentamente. Accidenti come è stretta, mi sembra di non riuscire ad entrare, invece a poco a poco l’anello si allarga e inizio la mia strada verso il suo intestino. Stefania si sta mordendo le labbra ma non dice una parola, è determinata a lasciarmi fare. Ad ogni avanzamento mi fermo un poco, poi proseguo, ormai sono dentro più di metà e mi sento in paradiso con la verga strizzata in questo tunnel. Comunque la parte più difficile è forzare l’anello di ingresso, il resto viene di conseguenza. Anche se sto impazzendo dalla voglia cerco di non fare troppo male, mi muovo lentamente, uscendo ed entrando di poco ma mi accorgo che lentamente si sta rilassando, favorisce sempre di più la mia entrata.
Filomena è sotto di lei a leccarle la fica e con due dita dentro nella sua passera, riesce a sentire il mio cazzo che si muove nell’altro buco, Stefania sta godendo e ormai deve essersi dimenticata del dolore. Sono troppo eccitato dalla novità, sento lo sperma risalire lungo l’asta, non posso trattenermi e comincio a riempire il culetto di Stefania con getti su getti di sperma caldo. La sento contrarsi nell’orgasmo, il mio cazzo nel suo meraviglioso tunnel è risucchiato dai suoi muscoli interni, sono al settimo cielo. Siamo al settimo cielo. Dopo poco esco con cautela per non farle male ma il suo culetto rimane ancora dilatato, uno spettacolo meraviglioso, mi verrebbe voglia di rientrarci. Anche Filomena si distende a fianco di Stefania che si mette supina, rimaniamo per un po’ così, la prima a parlare è Filomena, vuol sapere da Stefania come è stato. Anch’io voglio sapere: ‘Dimmi se ti è piaciuto anche se forse sono stato un po violento ma ero troppo eccitato dal tuo regalo che non ho resistito, ti giuro che sarò più bravo in seguito. Ti ho fatto male’?’Un pochino, ma credevo peggio, poi mi è piaciuto davvero, non avrei mai pensato che fosse possibile. Ho solo il rimpianto di non averlo fatto a Venezia. Quello è il mio regalo, è solo tuo e non sarà mai di nessun altro. Ora dimmi che mi vorrai ancora e vorrai ancora la mia micetta’. ‘Come può venirti in mente una casa del genere. Certo che ti voglio ancora, ti voglio subito e ti voglio tutta e per sempre, finchè tu non ti stancherai’. ‘No amore mio, io non mi stancherò mai di te, ma ora devi ‘riscuotere la seconda parte della sorpresa, anzi ora brindiamo alla mia perduta verginità, riprendi fiato perché ti aspetta un’altra impresa abbastanza ardua. Non dimenticare che ti sei assunto l’onere di avere due donne e Filomena vuole anche lei donarti qualcosa che non intende dare a nessun altro. Questo è il modo per dirti che ti amiamo. Lo sai, Filomena è la nostra bambina è il nostro amore, va trattata con delicatezza, lei non ha il coraggio di dirtelo ma le tue dimensioni sono diverse da quelle dell’uomo al quale si è data. Io l’ho tranquillizzata, poi ci sono io vicino a lei, gli ho promesso che non la faremo soffrire’. ‘voglio assolutamente che stia tranquilla, noi siamo qui per darle il massimo del godimento, sarà lei a dirci se avrà fastidio’.
Filomena aveva ascoltato in silenzio tutto il nostro discorso, poi fu lei a parlare: ‘Con Stefania abbiamo parlato a lungo, come sai avrei voluto donare a lei la mia verginità ma, ci sono di mezzo le famiglie è sono dovuta stare con quello che sarà mio marito. Gli sono molto affezionata e poi lui è contento della nostra amicizia. Quando gli ho detto che saremmo stati due giorni al mare si è detto contento e non ha fatto alcuna obiezione, pur sapendo che sacrificava un fine settimana da passare con me. Noi siamo qui ed io voglio dare a Stefania quello che rimane di integro in me perciò anch’io ti darò la mia verginità e anch’essa sarà solo tua, nostra, mia tua e di Stefania. Per realizzare questo nostro amore vorrei che tutto si svolgesse nello stesso modo come hai fatto poco fa con Stefania. Vorrei che mi amassi come ami lei e come io amo voi. Vorrei che tu facessi l’amore come hai fatto prima, vorrei che potessi apprezzare la mia fica e, poi’avrai il premio finale. Ora rilassati’.
Stiamo li ad accarezzarci per un po, le due donne sono vicine e continuano a farsi delle coccole, io le faccio a Stefania che e quella più vicino a me, poi lei si sposta per farmi venire vicino Filomena è lei mi prende una mano e si accarezza la guancia, poi la bacia, sembra non voler farmi smettere, mi prende la mano e si accarezza il collo, poi me la guida sul seno. ‘finalmente, mi sembra di impazzire. Senti come ti voglio’!
Ha i capezzoli duri e mi strofina la mano sui seni caldi e morbidi, io non so come reagire, ora è tutto diverso, anche se Filomena è sempre stata con noi, è la prima volta faremo l’amore e la cosa mi imbarazza. so che Stefania è dietro di noi e con la coda dell’occhio la vedo che ci osserva. Filomena ha ormai perso la testa, mi guida la mano tra le sue gambe ed è bagnata. ‘Lo senti come sono pronta? Tutte le notti mi sono toccata sognando questo momento’.
Filomena tiene gli occhi chiusi ed io mi volto a guardare Stefania. Toccare il corpo di Filomena mi eccita ma non riesco a rilassarmi completamente, mi sembra di fare un affronto a Stefania, è lei che voglio più di ogni altra donna. La guardo e sto per dirglielo ma lei si porta il dito alle labbra e mi fa cenno di tacere, ha gli occhi lucidi. Si avvicina e inizia a carezzare Filomena.
Io non i muovo, lei sempre più decisa, vede che l’asta non è completamente rigida, non riesco a lasciarmi andare completamente. Stefania, completamente a suo agio, continua a trattenere la mia mano tra le cosce di Filomena,poi si china e mi prende in bocca la verga che si indurisce rapidamente. Mi sembra di vivere in un sogno, mi sento girare la testa.
Quando si accorge che sono pronto mi spinge tra le gambe di Filomena che le allarga con un sospiro, mi prende in mano l’asta e la infila dentro la tana di Filomena che è strettissima,dolcemente mi spinge sul sedere finché non sono dentro sino alla radice.
Intanto accarezza Filomena e la bacia mentre io piano comincio a pomparla, non vorrei farle male ma Filomena mi abbraccia e mi stringe con frenesia.
‘Si, , così ti voglio, finalmente ti sento, ho sognato tanto questo momento, non smettere, godi con me, lo voglio! Sì voglio che mi riempi tutta, fammi sentire i tuoi schizzi, lo voglio’. Stefania come un’eco, mi incitò anch’essa dicendomi che così anche lei avrebbe potuto godere la sua parte. Infatti Stefania baciava dappertutto e con la lingua la stuzzicava provocandole dei tremiti convulsi. Non ne potei più ed eccitato dal discorso di Filomena e di Stefania, le riversai dentro quel che mi sembrava un fiume di sperma. Le contrazioni del mio pisello non avevano mai fine e ad ogni contrazione partiva uno schizzo che penetrava a fondo nella fica di Filomena nella quale spingevo sempre più profondamente.
Restiamo un po’ così poi lei tenta di muoversi un poco ma la cosa più bella è sentire le sue contrazione vaginali, non so se stia venendo in continuazione ma è un massaggio indescrivibile. Si muove di poco poi mi fa sprofondare di nuovo sino alla radice.
‘Adesso sono vostra, finalmente vi sento fino in fondo, voglio che continuiate a riempirmi proprio li. Mi fa male ma è un dolore stupendo’.
Credo che cominci ad abituarsi alla mia dimensione, sembra impazzita dalla voglia, Io vorrei gustarmela un po’ ma lei diventa ancora più frenetica. ‘Dai, vienimi dentro, voglio il tuo seme in fondo, sono la vostra femmina in calore e tu devi riempirmi, diglielo anche tu Stefania, dammela tutta presto ! Adesso lo voglio, subito’ !Io sono senza parole, Filomena ha parlato al plurale, è ovvio che ha accomunato, me e Stefania.
‘ Ti prego sparami la tua sborra nell’utero, Ti prego, non resisto più. Sei in fondo ed è lì che devo riceverla. Bagnami tutta dentro, non aspettare è da ieri che sto aspettando di essere riempita. Lascia andare tutto il tuo succo. Riempimi completamente’ !
Io do uno sguardo a Stefania che mi fa un cenno di assenso. ‘Sei sicura, guarda che mollo tutto in fondo alla tua passera, ne ho una quantità enorme e non vedo l’ora di riempirti. Ti allago tutta se mi lascio andare, lo vuoi davvero’. ‘Si, ti ho detto di si, voglio sentirti venire. Ti prego, impazzisco dalla voglia. Riempimi tutta’.
Filomena è come impazzita, ansima e spinge sempre di piu’ cercando farmi entrare anche le palle, non e’ possibile che non si senta aperta in due dalla mia verga.
‘Mi hai sverginata con il tuo arnese enorme e adesso berrò tutto il succo bollente che mi farà godere e mi feconderà. Dai riempi la tua fica, senti come lo vuole, ti prego lascia andare tutto’.
è il massimo, sento che lo sperma sale e comincia ad esplodere dentro la sua pancia, al primo spruzzo si ferma e lancia un urlo, poi comincia a contarsi in un orgasmo che sembra senza fine.
Filomena è davvero stravolta continua a sussultare, ha la bocca spalancata ma non riesce a dire una parola. Non ho mai visto una donna godere così tanto, mi stringe le braccia come indemoniata restando impalata sul mio cazzo che continua a venirle dentro.
Quando smetto di eiaculare lei rimane ferma, sempre scossa dagli spasimi, ha il viso contratto ma sorridente, i capelli arruffati e le mani sudate.
Ora Stefania mi allontana dolcemente da Filomena, con dolcezza comincia a carezzare Filomena, a baciarla sino a raggiungere la fica martoriata dalla quale sta uscendo un rivolo di sperma. La leca, la pulisce, credo che gli lenisca anche un po di dolore che certamente ha.
Dopo la lunga battaglia finiamo per assopirci. Mi risveglio la mattina, non ha ancora fatto giorno pieno, alla poca luce che entra dalla finestra intravedo le due ragazze abbracciate che dormono, sono bellissime. Il mio membro ha una reazione immediata. Stefania è dalla mia parte e mi da la schiena, ha una posizione quasi fetale ed io posso ammirare quel suo meraviglioso didietro che mi ha dato tantissimo piacere. Non resisto alla tentazione di baciarlo. Al primo tocco delle mie labra, Stefania ha un immediato gemito di piacere e, ancora semi addormentata pronuncia un ‘Aaaaahhh’siiii’!
Anche Filomena da segni di vita, ormai sono entrambi sveglie è Stefania che mi allontana: ‘Amore’mettiti comodo e preparati, avrai ancora necessità di tutta la tua forza, ancora il tuo compito non è terminato, aspetta sarò io a chiamarti quando verrà il tuo momento’.
Poi entrambe allacciate in un amplesso saffico si sdraiarono sul letto. Assunsero la posizione classica del 69 con Filomena sopra Stefania fu lesta ad aprire le cosce di Filomena ed affondare la lingua tra le sue grandi labbra facendole sfuggire un gemito di piacere.
Io vedevo la lingua di Stefania frullare sul forellino di Filomena ed iniziai lentamente a masturbarmi. A quel punto non resistetti più, mi avvicinai allargando con le mani le chiappe di Filomena e cominciai a leccarle il buchetto.’Mmmmh’siii’siii’.leccatemelo”oooh’siii’..muoio’siiiii!!’ mugolò Filomena mentre tutti e due tentavamo di spingerle la lingua dentro il buchetto che si apriva a chiudeva come un fiore. Poi sentii la voce di Stefania che aveva smesso un attimo di leccare i culetto dell’amica.
‘Bravo amore mio’ adesso mettiglielo dentro tutto, vedrai, ‘.le piacerà’.fai piano ma, entra in lei!’
Non me lo faccio ripetere due volte, tenendo ben saldo il mio cazzo alla base, appoggio la cappella nel buchetto fremente di Filomena. Strusciai la cappella tra le chiappe e poi vidi Stefania che da sotto mi guardava con occhi languidi e la bocca spalancata. Non resistetti e infilai la cappella tra le sue labbra. Mi succhiò avidamente per qualche secondo insalivandomi il glande.
Così ben lubrificato il mio cazzo era pronto ad entrare nel culo di Filomena che, seppur un po spaventata, non attendeva altro. Ripetei l’operazione precedente e puntai più decisamente la cappella sul suo buco che trovò una prima forte resistenza poi, iniziò pian piano a dilatarsi. La mia libido era al massimo, l’istinto mi portava a spingere forte ma sapevo che avrei fatto male alla mia bambina. Filomena stava soffrendo ma non diceva nulla, si vedeva da due lacrimosi che gli stavano solcando le guance. Il cazzo era fermo in un punto dove la resistenza era massima, dovevo superare lo sfintere, con una leggera decisa spinta superai l’ostacolo e’fu la liberazione perché il mio cazzo da quel momento entrò come una lama nel burro, nonostante le dimensioni non certo minuscole, accolto da un lungo ululato.
Rimasi fermo dando a Filomena la possibilità di abituarsi all’invasione che stava subendo. Fu lei a dirmi quasi con un tono di pianto:’Siiii’.chiavami’.scopami il culo”.spaccami tutta’siii’godo’vengo”.
IL mio piacere era aumentato dalla lingua di Stefania che leccava alternativamente la sua figa e le mie palle e questo, ovviamente, portava tutta l’eccitazione accumulata nel vedere le due donne e prima sodomizzazione di Filomena non mi permisero di resistere a lungo e poco dopo iniziai a sentire l’orgasmo che saliva dai lombi. ‘Vengo”sborro”..ti riempio..siiii’sboroooooo!!’ urlai dando gli ultimo violenti colpi. ‘Siii’riempimi’..sborrami tutta’.godo’.godoooooooo!!’ che Filomena venne scossa da un altro travolgente orgasmo.Mi scaricai completamente nel suo retto mentre sentivo le pareti del culetto martoriato che si stringevano quasi a volermi mungere anche l’anima. Rimasi Fermo in lei finchè il mio pisello, piano, piano cominciò a sgonfiarsi ed io lentamente, lo estrassi dal culetto di Filomena, che continuava ancora ad ansimare e a mugolare. Poi mi resi conto che Stefania non aveva mai smesso di leccarle fica e clitoride. Anzi, mentre io estraevo il membro, sgorgò un fiotto di sperma, che scomparve immediatamente nella bocca di Stefania che, con aria sognante, lo ingoiò. Questo fu il mio regalo e la mia sorpresa. Quella giorno ci amammo con una intensità inimmaginabile. Stefania espresse il meglio di se e Filomena fu una compagna dolcissima per tutti e due. Il nuovo giorno ci trovò abbracciati,sfiniti ma felici.
Il nostro amore a tre durò un lungo periodo, poi successe qualcosa che cambiò indirizzo alle nostre vite. Ma, questa è un’altra storia ed io voglio ricordare solo quella che ho appena descritto. Un grande amore, nulla di morboso, solo dolce, bellissimo da tenere dentro al cuore.

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