Quando arriva l’estate Roma si riempie, oltre che di turisti, di mariti soli che si aggregano per andare a fare conquiste; la maggior parte delle volte poi tornano a casa senza aver fatto nulla ne rimorchiato nessuna.
Un tranquillo martedì di inizio agosto sono uscita con i miei amici per fare un giro per “Roma di notte”, in genere il tour è sempre lo stesso ed è quello di tutti: Piazza del Popolo, Piazza di Spagna, Fontana di Trevi, Pantheon, Piazza Navona; arrivati a fontana di Trevi abbiamo preso il solito gelato, al bar dietro la Pigna, poi ci siamo seduti come tutti sulla scalinata.
Uomini, galletti, turisti, uomini-galletti, turisti, venditori di rose, il panorama è sempre lo stesso, meno male la magnificenza della fontana; finché la mia attenzione è stata catturata da due uomini seduti poco sotto di noi, stavano parlando dei fatti loro, amicizia, lavoro, ristoranti … ogni tanto si segnalavano a vicenda qualche bella ragazza per poi godere nel guardarla, quindi la discussione riprendeva come un film dopo una pausa pubblicitaria.
Entrambe sposati, almeno con la fede al dito, ma non galletti; stavano per fatti loro e come io mi godevo il panorama della fontana, loro si guardavano le ragazze … finché io con la solita mia intraprendenza non ho deciso di rompergli l’anima, così mi sono alzata e sono andata al bordo della fontana, quindi mi sono sporta verso l’interno per mostrare bene il mio sederino, ho atteso un attimo e mi sono girata andando a guardare proprio i due uomini che come immaginavo stavano fissi su di me, nonostante cercassero di celare il comportamento incrociavo continuamente i loro sguardi. Ho quindi lasciato la fontana e sono andata dritta da loro: “Avete una sigaretta?”.
Il primo ha risposto un imbarazzatissimo: “No, spiacente non fumiamo”, la sua voce nascondeva imprecazioni verso questa loro buona abitudine, il secondo invece: “Se aspetti un attimo te la trovo una sigaretta” con un sorriso della serie “vero che ora non te ne vai?”.
Ho sorriso ed ho risposto: “Non ti preoccupare, non fumo neanche io”, dopo un attimo di spiazzamento l’uomo che si era offerto di cercami la sigaretta ha allungato la mano verso di me: “Piacere Gabriele”, “Marta”, “Antonio”. Il ghiaccio era rotto, la domanda successiva fu il classico “Sola?” alla quale risposi che stavo con degli amici, ma erano abituati al fatto che me ne andassi senza preavviso, quindi non mi avrebbero ne cercato ne tanto meno aspettato.
Parlammo un poco, loro erano sposati, trentatreenni, Gabriele aveva due figli ed Antonio nessuno, le mogli erano in vacanza al mare e loro a lavorare in città, erano amici di lunga data e quando le mogli non c’erano gli piaceva tornare un po’ ragazzi, parlare e girare per Roma; Antonio aveva un repertorio di battute da film, simpatiche ma note, Gabriele aveva un umorismo particolare, divertente ed originale, ma non sempre al massimo. Io gli raccontai che ero single e che benché avessi avuto diverse storie sapevo che il problema di base era dovuto al mio rapporto con il sesso; qui la domanda che aspettavo “Perché?” ed io risposi senza problemi: “L’amore è una cosa, con l’amore c’è il sesso, ma per me c’è anche il sesso senza amore, fine a se stesso, come atto liberatorio e di solo godimento, il ragazzo che mi accompagna deve accettare che se incontro un uomo che mi attira me lo porto a letto, senza amore”. Antonio rispose immediatamente che con una come me, lui, ci si sarebbe mai fidanzato, Gabriele invece osservò che per una donna è facile portarsi a letto un uomo che l’attira, per un uomo portarsi a letto una donna che lo attira è quasi impossibile; secondo lui la libertà, a parole, metteva sullo stesso piano, ma nei fatti, non lo era.
Quando Gabriele finì di esporre il suo punto di vista io dissi: “Bene, io stasera mi voglio portare a letto voi due”, stupore, imbarazzo, poi da bravi amici hanno iniziato a discutere sul reciproco silenzio con le mogli e sulla possibilità di andare a casa di uno o dell’altro, alla fine decisero di andare a casa di Antonio, conclusero la discussione con Gabriele che osservò ridendo: “Finalmente dopo venti anni che ci conosciamo ti vedrò nudo!” io incitai: “Bene, andiamo?”
Gabriele è alto circa un metro e settantacinque, occhi neri, capelli neri lunghi, pieni di gel, non magro ma dal fisico interessante; Antonio è un filo più alto, ha meno capelli e molto corti, brizzolati, anche lui ha gli occhi neri, il fisico è un po’ più definito dell’amico. Come sono io ormai lo sapete dagli altri racconti che ho narrato.
In macchina continuammo a parlare e giocare e ridere, si parlava anche di questa avventura, increduli, ridendoci sopra, nessuno dei tre mostrava imbarazzo, sembravamo tre amici che tornano a casa. L’appartamento di Antonio è un tipo due camere, cucina e salotto, si vede la presenza della mano femminile, Antonio ci fece accomodare sul divano e prese dei liquori, quindi prese posto su una sedia di fronte a noi. Continuammo a parlare, i due erano tranquillissimi, per loro la serata poteva anche finire così, non cercavano sesso e non erano frettolosi di arrivare al dunque, l’ambiente era di completo relax.
Decisi di cominciare i giochi, chiesi ad Antonio di sedersi al posto mio sul divano vicino a Gabriele, io andai in bagno a lavarmi, quando tornai non mi sedetti sulla sedia, ma mi inginocchiai di fronte a loro mettendo le mani sulle loro patte, non c’era più bisogno di parlare, era giunto il momento di prendere quello che volevo. Gabriele ed Antonio si rilassarono, si accomodarono meglio sul divano e mi aiutarono ad aprile le patte, slacciare le cinture ed i pantaloni, calarsi i pantaloni e gli slip, era una continua serie carezze e di gesti, terminati nell’avere impugnati i loro uccelli in tiro. I due sono pressoché uguali, quello di Antonio è un po’ più lungo, quello di Gabriele un po’ più largo, entrambe nella media.
Il gioco continuò con i due seduti sul divano ed io che passavo con la bocca da uno all’altro e in alternativa muovevo lentamente la mia mano a fare una sega ed accarezzavo le palle. Antonio fermò l’azione: “Andiamo sul letto, saremo più comodi”, quindi ci alzammo e Antonio ci fece strada, Gabriele passò per il bagno e quando arrivò in camera c’era Antonio seduto sul bordo del letto nudo ed io nuda accovacciata che continuavo il mio lavoro con la bocca; Gabriele si spogliò, mi prese per i fianchi e mi alzò il bacino, quindi avvicino la sua bocca al mio sesso e comincio a leccare, ma la posizione era scomoda, allora propose di cambiarla.
Ci disponemmo con Gabriele sdraiato sul letto ed io a sessantanove sopra, solo che invece di avere in bocca il suo sesso avevo quello di Antonio che si era messo a cavallo, in ginocchio, sopra le gambe di Gabriele. Proposi ad Antonio di sedersi sopra il sesso di Gabriele, ma la sua risposta fu determinata e chiara: “Questo genere di rapporti non è mai rientrato e non rientrerà mai nelle mie fantasie”. Gabriele mi leccava con una bravura che non avevo mai provato, lentamente, velocemente, esplorando ovunque arrivasse con la lingua, girando intorno all’ano, tornava alla clitoride e poi si insinuava finché poteva tra le labbra, si aiutava con le mani per accarezzare e penetrarmi leggermente, con la sua saliva inumidiva l’ano e ci infilava un dito, giochi da mandarmi in estasi; venni mentre avevo in bocca l’asta di Antonio e Gabriele continuò senza fermarsi mentre io rantolavo il mio piacere. Lo bloccai e chiesi di cambiare posizione, Gabriele propose: “Ti hanno mai leccata mentre qualcuno ti scopa?” risposi: “Si, ma sono sicura che con te la cosa sarà magnifica” Antonio prese un condom dal comodino e passò dietro di me mentre io e Gabriele facevamo un sessantanove, Antonio usò il suo arnese con grande abilità, benché fossi fradicia di umori dall’orgasmo appena avuto e dalla saliva di Gabriele comunque entrò con estrema lentezza e mentre Gabriele uccideva con i denti e la lingua la mia clitoride lui lentamente entrava completamente per poi tirarlo indietro fino quasi ad uscire per poi riprendere la corsa, Gabriele oltre ad usare stupendamente la sua lingua aveva portato le mani a cingere i miei seni e stringeva i miei capezzoli aumentando le sensazioni e la sensibilità del mio corpo.
Venni di nuovo, ormai ero talmente eccitata ed i due talmente bravi che venivo ogni tre minuti, mugolavo, stringevo le lenzuola e loro con tranquillità e costanza continuavano il loro compito finché io li fermai.
Cambiammo di nuovo posizione, questa volta mi sedetti su Antonio, a smorzacandela, Gabriele venne in piedi sopra Antonio e mi propose il suo uccello da prendere in bocca, ma Antonio intervenne: “Gabry, non voglio disturbare, ma non mi piace il panorama che mi si presenta, potresti cercare un’altra soluzione?” presi la palla al balzo per dire sorridendo: “Dai Gabriele, togliti da qui, vedi se riesci a entrare dietro”. Gabriele prese un condom dalla scatola che Antonio aveva lasciato sul comodino e andò dietro di me, come previsto iniziò prima a leccare un poco, io avevo Antonio piantato dentro di me e mi limitavo solo a muovere il bacino avanti dietro, quindi sentii un dito di Gabriele, poi due, poi una sua mano che premeva leggermente sulla mia schiena per dirmi di abbassarmi e permettergli di entrare e così lo sentii entrare lentamente, preso il ritmo con i due uomini sentii la mano di Gabriele andare a cercare la mia clitoride, in un attimo scoppiò in me un nuovo orgasmo, Gabriele uscì da me, quindi scavalcai Antonio, chiesi ai due di rimettersi seduti uno al fianco dell’altro sul bordo del letto, mi inginocchia di nuovo di fronte a loro, tolsi i condom e ripresi a baciare i loro uccelli fino a farli venire, prima uno e poi l’altro, bevendo tutto il loro latte, aveva un buon sapore, inoltre il clima che si era creato mi faceva vivere quel rapporto con un’intimità calda e tranquillizzante.
Mi feci spazio e mi sedetti sul letto tra loro, riprendemmo a parlare e ridere scherzando su quello che era appena successo e su altre cose, come se il fare sesso fosse stato un normale atto tra amici, fino a quando Gabriele decise che per lui era ora di tornare a casa, mi rivestii anch’io e nonostante l’offerta di Gabriele di accompagnarmi a casa chiamai un taxi, uscendo da quella serata e da quella coppia di amici come vi ero entrata, senza lasciare traccia.
Avevo fatto una bella scelta, oltre ad avere una serie innumerabile di orgasmi mi sono divertita tantissimo.
Grazie mille, Rebis, sono felice che ti stia piacendo. La scrittura è una cosa che mi permette di staccare un…
Racconto pazzesco..vero o di fantasia? Di dove sei?
Wow, stupenda..dov’è ambientato? Se ti andasse di approfondire grossgiulio@yahoo.com
Ciao! È un po' che seguo i tuoi racconti. Ho seguito anche la serie precedente. Ho spesso ammirato la tua…
grazie! puoi guardare il mio blog se vuoi leggere altro