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Voyeur

Dogging

By 27 Ottobre 2025No Comments

Questo è il racconto di una fantasia che avrei tanto voluto realizzare e alla quale, forse un giorno, con Cristina, daremo corpo.

La mano di Laura scorre lenta, facendo scorrere la pelle lungo l’asta turgida, scoprendo il fungo del glande lucido e teso, per , poi, tornare a ricoprirlo.
La situazione che stiamo vivendo la eccita, ne è la prova l’umidore che ricopre le sue cosce, in mezzo alle quali scorre la mia mano, carezzandole fino all’inguine scoperto, ma la mia mano non è la sola che la sta carezzando intimamente.

Laura è mia moglie.
Una mora, alta, con lunghi capelli corvini, un visino su cui spiccano degli occhi verdi come smeraldi, una terza abbondante di seno bello sodo, ventre piatto e delle gambe lunghe e toniche che terminano nei piedini affusolati che amo baciare e leccare.
Il lato B non è da meno; la schiena scende perfetta per arrivare a due natiche tonde come dei mezzi meloni e belle sode.
La conobbi una mattina al bar dell’università mentre sorseggiava un succo d’arancia e parlava con dei compagni.
Fui subito folgorato dalla sua bellezza ed attratto dal suo corpo eccitante.
Quando i compagni la lasciarono a finire la consumazione, decisi di giocare il tutto per tutto per conoscerla.
Ero un ragazzo piuttosto timido, ma la voglia di conoscerla era tanta, mi feci coraggio e le rivolsi la frase più banale che mi venne in mente.
-“Posso offrirtelo io?”.
-“Cosa?” – fece lei girandosi.
-“Il succo che stai bevendo”.
-“Perché?”
-“Mah, perché mi farebbe piacere e mi farebbe piacere conoscerti. Sono uno studente fuori sede e qui non ho molte amicizie” – continuai confuso.
-“Beh è uno strano modo di fare conoscenza.” – mi disse scoppiando a ridere – “Mi offri un succo d’arancia perché vuoi aggiungere il mio nome alla lista delle tue conoscenze?”.
-“Mah no… io non volevo…” – balbetto.
-“Comunque va bene.” – disse continuando a sorridere – “Io mi chiamo Laura”.
-“Piacere io sono Matteo” – le dissi allungando la mano a stringere la sua.
Rimanemmo, poi, a parlare fino a quando l’orario delle lezioni ci richiamò alle nostre aule.
Per non farla tanto lunga, la nostra conoscenza divenne una relazione e dopo tre anni, finita l’università, ci sposammo.
Ora dopo dodici anni e due gravidanze, Laura è nel pieno della sua bellezza matura ed io sono ancora innamorato perso di lei.

Questa sera siamo invitati alla festa di compleanno di un nostro amico in un noto ristorante del centro.
I bambini li abbiamo portati dai genitori di lei, così saremo più liberi di goderci la serata, anche se faremo tardi.
Finito di truccarsi, Laura indossa un vestito nero, leggero, che le arriva sopra al ginocchio, sorretto da delle bretelline di perline; lo indossa facendolo scivolare sul suo magnifico corpo nudo.
Apre un cassetto e si china per prendere qualcosa.
Nel movimento il vestito aderisce alle curve del suo sedere in modo estremamente provocante ed io sento un inizio di erezione muoversi nei pantaloni.
Estrae una brasiliana nera dal cassetto e si appresta ad indossarla.
-“Non le mettere” – le dico con voce roca.
-“Cosa?” – chiede girandosi.
-“Le mutandine, non le mettere” – continuo.
-“Ma che dici?” Perché?”
-“Perché mi piace sapere che sotto sei completamente nuda e che io sono il solo a conoscere questo nostro segreto”.
-“Mah, non so.” – esita dubbiosa – “E va bene.” – decide alla fine rimettendo l’indumento nel cassetto – “Certo che sei un bel porcellino” – conclude ridendo.
Si avvicina e mi da un bacio profondo che m’infiamma subito.
Faccio scorrere le mani sul suo corpo carezzandolo attraverso la stoffa serica del vestito e tento di sollevarne l’orlo per arrivare alla sua pelle nuda.
-“Basta.” – fa separandosi da me – “Altrimenti faremo tardi; conservati per quando rientriamo”.
La serata si svolge allegramente fra risa, battute, buon cibo e, soprattutto, abbondante buon vino.
Laura è molto allegra e non risparmia di farsi qualche bicchiere più del normale.
Quando la riunione ha termine salutiamo tutti e ci dirigiamo all’auto.
-“AAhh, che serata magnifica!!!” – esclama adagiandosi sul sedile sospirando.
Mi metto alla guida prudentemente, non vorrei attirare l’attenzione di qualche pattuglia della polizia; qualche bicchiere l’ho bevuto anch’io.
Dopo una decina di minuti Laura cede alla stanchezza ed al vino e si appisola.
Nella rilassatezza del sonno l’orlo del vestito è risalito a scoprire le sue splendide cosce fin quasi all’inguine.
La strada sta costeggiando i bordi di un parco che so essere frequentato da scambisti e voyeurs ed un’idea balzana mi assale.
Senza pensarci sopra imbocco un viale alberato che porta all’interno e dopo un mezzo chilometro trovo uno spiazzo dove mi fermo e spengo auto e fari.
Accendo la luce azzurrata dell’abitacolo, mi sporgo verso di lei e le accarezzo una coscia risalendo fino all’inguine nudo.
Laura ha un sobbalzo e spalanca gli occhi.
-“Che fai?” – domanda allarmata, stringendo le cosce e girandosi verso il finestrino – “Dove siamo?”
-“Calma amore,” – le dico – “siamo in posto tranquillo ed ho voglia di te”.
-“Sei pazzo?” – ribatte – “Può venire qualcuno e, poi, se ci assalgono?”
-“Sì, sono pazzo di te.” – dico continuando ad accarezzarle le labbra intime – “Non ti preoccupare, rilassati”.
Le mie carezze, intanto, stanno producendo il loro effetto perché sento le sue labbra intime inumidirsi e schiudersi.
-“Sei proprio matto” – fa avvicinandosi e posando le sue labbra sulle mie.
Il bacio che ci scambiamo è intimo ed eccitante ed il mio membro s’indurisce all’istante.
Anche lei si lascia prendere dalla situazione inconsueta e si eccita, appoggia un piede sul cruscotto, allarga le cosce, e mi lascia mano libera nel masturbarla.
Con l’altra mano faccio scendere le bretelline del vestito scoprendole i seni con i capezzoli già turgidi.
-“Uuuhhhmmm…” – mugola di piacere quando le accarezzo un seno e stringo il capezzolo tra le dita, mentre continuo a masturbarle la figa.
In quel momento vedo un’ombra avvicinarsi al suo finestrino ed un viso accostarsi al vetro; deduco che è un guardone che vuole gustarsi lo spettacolo che stiamo dando.
Laura ora è completamente partita, si lascia andare sullo schienale sospirando e mugolando e la sua vulva è madida di umori.
Allontana la mia mano dal seno e si china sul mio ventre.
Abbassa la zip dei pantaloni ed estrae il membro rigido che, finalmente, libero si erge verso l’alto vicino al suo viso.
Lei lo prende con la mano e posa un bacio sulla punta, poi, apre le labbra e lo lascia scivolare dentro.
Il calore della sua bocca mi assale e devo fare uno sforzo per non venire subito.
Guardo verso il finestrino e vedo che anche l’uomo ha estratto il suo membro, che mi sembra non tanto lungo ma di un buono spessore, ed ha cominciato a menarselo; allora con la mano libera abbasso il vetro a metà.
-“Cosa fai?” – domanda girandosi verso il finestrino ed accorgendosi dell’uomo che ci sta spiando.
Allarmata si tira su e vorrebbe coprirsi, ma io con una mano la blocco e la faccio adagiare sullo schienale.
-“Stai calma, non ci farà del male, rilassati e lasciagli godere lo spettacolo” – le dico con voce calma e suadente.
Lei non mi sembra molto convinta ma si riappoggia allo schienale continuando a tenermi il pene con la mano.
Per rassicurarla mi rimetto all’opera mordicchiandole i capezzoli, che per esperienza so che è una cosa che le piace moltissimo, mentre continuo a masturbarle il sesso con le dita.
Le mie manovre sortiscono l’effetto voluto; la sento lasciarsi andare, la sua figa ritorna a bagnarsi, incurante dello sconosciuto che ci guarda.
Quando credo che, ormai, sia eccitata al punto giusto, sollevo il viso dal seno.
-“Perché non dai un po’ di piacere anche a lui” – le dico all’orecchio.
-“Che vuoi dire” – domanda guardandomi con gli occhi luccicanti.
-“Beh, ad esempio, potresti prenderglielo in mano”.
Laura mi guarda dubbiosa, poi, sembra prendere una decisione e si gira verso il finestrino, che io, intanto, ho aperto completamente.
Pur senza lasciare il mio pene, allunga l’altra mano, incerta, ed avvolge le sue lunghe dita laccate di bianco attorno al membro dello sconosciuto, che ora ha spinto il ventre più avanti mettendo il membro completamente dentro l’abitacolo.
La vedo che lo stringe, come a saggiarne la consistenza, poi, inizia un lento movimento su e giù e, contemporaneamente, riprende a segare anche il mio.
Lo sconosciuto si fa audace e chinandosi allunga la mano ad accarezzarle la figa ed insieme, uno per lato, continuiamo a masturbarla.
Dopo un po’ credo, a giudicare dai suoi grugniti, che l’uomo sia arrivato quasi al culmine del godimento.
Laura, allora, fa una cosa che non mi sarei aspettato; si sporge verso il pene rigido e da un bacio sulla punta, poi un altro.
-“Sa di buono, di pulito” – dice volgendosi verso di me.
Torna a girarsi e, stavolta, ne circonda la cappella con le labbra, poi, risoluta, se ne affonda una metà in bocca ed inizia a succhiarlo, pur continuando a segarlo con tre dita.
A questo punto l’uomo non resiste più, con un grugnito animalesco, si stacca dalle labbra di Laura, la quale, però, non lo molla e continua a segarlo velocemente.
Bastano pochi colpi e vedo un getto di sperma zampillare dalla punta e finire sul suo seno nudo, poi un altro ed un altro ancora, cospargendo il seno di mia moglie di bianca crema.
Finito di godere l’uomo si ritira, rimette il membro nei pantaloni e si allontana velocemente.
-“Allora? Sei soddisfatto? Era questo che volevi? Ti è piaciuto?” – mi domanda mentre si pulisce il seno con dei fazzolettini.
-“Sei stata fantastica, una vera troietta, La “mia” troietta.” – rispondo – “Ma da come ti sei comportata penso sia piaciuto anche a te”.
-“È vero e mi ha anche eccitata, sono tutta bagnata. È tu ti sei eccitato a guardare?”
-“Ora te lo dimostro”.
Tiro indietro completamente il suo sedile e scavalcato il tunnel m’inginocchio davanti a lei.
Le prendo le gambe, le sollevo aprendole le cosce e avvicino il viso alla sua vulva; è veramente madida di umori che luccicano nella tenue luce dell’abitacolo!!!
Non resisto attacco le mie labbra alle sue intime e prendo a leccare e succhiare quei succhi deliziosi.
-“Sììì… Amoreee… Cosììì… Fammi godereee…” – rantola, ormai dimentica di dove siamo.
Mi metto d’impegno a farle un cunniligus partendo dalle grandi labbra per, poi, passare all’interno ed arrivare al clitoride che aspiro tra le labbra, senza tralasciare di accarezzarle con un dito il forellino posteriore.
-“Così! Così, mi fai impazzire! Ancora! Vengo! Dai, che vengooo…” – urla e le sue gambe iniziano a tremare – “Ho voglia di scopare. Fammi godere ancora, ma, ti prego, scopamiii…” – continua ad urlare spingendo il ventre in avanti.
Allora mi sollevo e con un solo affondo la penetro completamente, senza incontrare nessuna resistenza tant’è bagnata ed aperta.
-“Ooohhh… Sììì… Scopami… Scopami per bene, fammi sentire quanto mi desideriii…”
I miei affondi si fanno sempre più veloci e mi portano in breve tempo all’orgasmo e lei, che era già venuta, continua ad agitarsi in preda alle ondate di piacere mai finite.
-“Vieni. Riempimi, voglio sentirti svuotare le palle dentro di me. Dai, sborrami dentrooo…”
Così urlando mi stringe le gambe attorno ai fianchi bloccandomi completamente dentro di lei ed io mi lascio andare riversandole tutto lo sperma che i miei coglioni contengono.
-“Sììì… Cosììì… Ti sento… Sei bollente… Riempimi, allagamiii…”
Quando lentamente le sensazioni dell’orgasmo si attenuano, restiamo per lunghi momenti allacciati, uno dentro l’altra.
-“Andiamo a casa.” – mi sussurra all’orecchio – “Voglio fare una doccia, sono piena di sperma dentro e fuori, penso di puzzare come una puttana di strada”.
Mi viene da ridere e a malincuore mi separo da lei, mi rimetto al posto di guida, accendo l’auto e mi dirigo verso casa.

I commenti e i suggerimenti sono ben accetti, scrivetemi pure a miziomoro@gmail.com

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