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Scopata generazionale in ascensore

By 13 Settembre 2024No Comments

Lei è Monia ha 30 anni, una bambina, lui Alcide, abita nella casa dei genitori di lei e la conosce da quando era bambina.
Un giorno d’estate lei ha portato la bambina dai suoi genitori perchè doveva andare a fare delle commissioni. I due si incontrano al garage che sta al piano interrato per salire nelle rispettive abitazioni. Lei indossa una mini estiva molto corta che mette in evidenza le sue lunghe gambe, scarpe da ginnastica ed una canotta attillata senza reggiseno. Le piace che gli uomini la guardino e sbavino per lei. Alcide la squadra di nascosto, non vuole che lei dica al padre suo vicino che stava sbavando per lei. Lei se ne accorge ed è soddisfatta, fin da ragazzina quell’uomo, tonico per i suoi 60 anni, le piaceva. Girava per casa in quanto esperto di elettronica sistemava ed accomodava tv telefoni computer per il vicino padre di Monia. L’ascensore parte e dopo meno di mezzo piano Monia schiaccia il tasto stop, non gli da il tempo di proferire parola, gli mete la mano sulla patta e la lingua in bocca sorprendendolo.
Poi si stacca e gli dice “Ho visto come mi guardavi, sei l’amante ideale, sei sposato per cui non mi romperai le balle, scoperemo solo quando vorrò io, voglio essere maltrattata mio marito mi scopa con troppa delicatezza, hai 5 secondi per decidere”.
Lui accetta subito e non perde tempo, inizia a metterle le mani addosso. La prende per la testa e la fa inginocchiare davanti all’uccello liberato da lei nel frattempo, le tappa il naso e le ficca il cazzo in bocca . Lei succhia con avidità. Lui la fa rialzare dopo un minuto, la fa girare ed appoggiare alla ringhiera che c’è nell’ascensore mettendola a pecora. Le solleva la corta gonna, sposta il perizoma e la penetra con due colpi. Lei è bagnata ed eccitatissima risponde ai colpi di lui che allora molla i fianchi per aggrapparsi alle tette dopo aver sollevato la canotta. Le stritola i seni pizzicando i capezzoli strappandole gridolini di dolore e di piacere. Lei viene e cerca di spingerlo fuori, lui allora la prende con una mano sul collo bloccandola, le sputa sul culo e ci strofina due o tre volte il cazzo poi con un colpo secco infila la cappella. Lei lo ha preso solo un paio di volte nel culo che è bello chiuso per cui lancia un grido di dolore soffocato dalla seconda mano di lui che è davanti la sua bocca, lei lo morde. Lui per contrappasso spinge ancora più dentro l’uccello ed inizia a pomparla. Il dolore è forte inizialmente ma non riesce, in realtà non prova, a divincolarsi. Ben presto il dolore lascia il posto al piacere e lei smette di mordere e comincia ad ansimare. Lui sposta la mano dalla bocca alla figa e la sgrilletta, continua a pomparla in culo fino a che non viene e, dopo pochi secondi, viene anche a lei in un orgasmo misto anale clitorideo.
Si ricompongono senza dire una parola. L’ascensore viene fatto ripartire, lei scende il piano prima di lui mentre si apre la porta di casa dei suoi. Alcide saluta il padre di lei e la bambina che corre incontro alla mamma che si gira e dice “grazie per la ricetta, la proverò poi ti farò sapere” subito prima che la porta dell’ascensore si richiuda per portarlo al suo piano.

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