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Racconti sull'Autoerotismo

Francesca: 293 – Il piacere solitario di Francesca- scritto da 1948

By 9 Luglio 2020No Comments

Marilù nell’andare via ha rassicurato Francesca assicurando che sarebbe tornata da lei entro la settimana. L’indomani le due si sono sentite ed allora non c’era più motivo di assentarsi dal lavoro nello studio legale del fidanzato.

Non era una bella giornata, pioveva e Francesca si è bagnata camminando sul marciapiede. Appena rientrata a casa ha gettato via alla svelta i vestiti bagnati che si erano anche sporcati di smog e si lasciata cadere sulla morbida superficie del lettone che 24 ore prima l’aveva vista amarsi con Marilù.

Si è poi levata per andare a farsi una doccia ed una volta asciutta ha indossato soltanto una leggera veste da camera in tessuto di lino.

Si sentiva bene dopo essere stata sotto il getto di acqua tiepida ed essersi poi guardata allo specchio per avere conferma che il suo fisico era sempre bello e piacevole anche ai suoi stessi occhi.

Camminando scalza dal bagno è ritornata sul letto, ha socchiuso gli occhi, ha allungato le gambe nude assaporando il soffice contatto delle lenzuola morbide sulla pelle e si è rotolata lentamente per restare infine completamente rilassata.

La fatica della ripresa del lavoro dopo una settimana di assenza si faceva sentire e le causava la pesantezza delle palpebre che diventavano via via sempre più basse fino ad arrivare a chiudersi.

Con gli occhi socchiusi ha pensato non ad Alberto, il suo fidanzato con cui ha quasi rotto, ma a Marilù ed istintivamente ha spostato indolentemente la mano conducendola a rasentare un capezzolo che ha accarezzato quasi sfiorandolo, ruotando sull’areola e, come fosse ciò che di più delicato si possa avere, toccando la prominenza eseguendo dei passaggi senza sollecitare nessun altro muscolo. Ha così dato inizio ad un titillamento delicato con i polpastrelli che le hanno causato dei brividi e la voglia di andare tra le gambe a sfiorare il centro di tutti i suoi piaceri intimi ma al momento non si sentiva di occuparsi di lui.

Si è toccata delicatamente con le dita il piccolo rigonfiamento pressandolo con cautela con due dita e poi tirandolo in avanti facendolo diventare sodo percependo un tenero brivido percorrerle l’intimo.

Francesca a quel punto ha emesso dei gemiti.

Solo successivamente è passata a stimolare il clitoride con l’unghia delle dita della mano sinistra, ha chiuso gli occhi ed ha sorriso mentre l’altra mano l’ha spedita tra le sue cosce. Solo successivamente l’altra mano è andata ad accarezzando le grandi labbra aprendole, giocando ad allargarle e si è avvicinata con prudenza all’imboccatura della figa.

A quelle carezze Francesca si è contorta lievemente per il piacere sussultando brevemente, solo dopo ha iniziato a respirare più frequentemente con le labbra socchiuse perché le dita della sua mano sinistra sono penetrate fino ad arrivare sulla soglia della fessura torrida e umida tra le sue gambe mentre con la mano destra si pizzicava lascivamente il capezzolo sinistro tenendolo stretto tra il dito indice ed il pollice.

In quel momento le sono venute in mente le immagini delle bellissime modelle nei film di Andrew Blake che si toccano lascivamente in ambienti e mosse lussuriose. In quel momento di grande voluttà per imitarle ha spalancato le gambe mostrando con raffinatezza ad un virtuale spettatore le pieghe delle labbra della sua figa lucide di umori dando avvio ad un movimento lento manipolando il clitoride già ingrossato dalla situazione erotica che lei si ha creato.

Successivamente Francesca ha titillato il clito per un po’ di tempo in modo fluente e sciolto, dall’alto verso il basso, accarezzandolo e spingendosi intimamente, a momenti lentamente, finché istantaneamente è stata squassata dalla sensazione di puro godimento che ne è seguita.

Per Francesca è stato difficile ed ha avuto difficoltà a trattenere il grido di piacere finale. Era suo desiderio procrastinare l’orgasmo ma il clito non aveva la stessa idea.

Solo dopo ha allontanato delicatamente il dito dal suo fiorellino e lo ha portato alle labbra appena aperte dove si è brevemente fermato avendo avuto un’idea deliziosa. Per realizzarla si è mossa lentamente per poter afferrare una caviglia tra le mani ed avvicinare il piede al suo viso riuscendo con una piega plastica della gamba a leccarne la pianta godendo del contatto della lingua con la pelle. Ha poi golosamente messo l’alluce tra le sue labbra carnose. Nel momento succhiava le dita dei piedi con la lingua, lei ne percepiva piacevolmente l’essenza odorosa rimasta persino dopo la doccia. Il profumo si è mescolato con quello della sua insistente eccitazione, infatti ha dato un ultimo colpetto di lingua e si è lasciata cadere nuovamente sulle lenzuola sdraiandosi ma accorgendosi che ci sono delle macchie proprio sul lato di Marilù, eppure lei sa che le donne quando si masturbano non lasciano tracce evidenti e sa che non necessitano di stimoli visivi per eccitarsi quindi pur essendo consapevole che Marilù, come tutte le ragazze, si masturba ma a Francesca non era mai capitato di vederla.

La sua mente non riesce ad allontanarsi dal pensiero di Marilù. La immagina alle sue spalle, pensa alle sue braccia che l’hanno tenuta stretta che le hanno dato la sensazione di essere forti, pensa alla sua voce, che l’ha fatta eccitare tanto ai contrasti avuti ed ai tanti momenti felici che ora la stanno facendo eccitare.

Francesca si morde leggermente le labbra, chiude gli occhi, emette un profondo respiro. La mente è concentrata sulla sua nuova amante e la mano inizia a sfiorare le tette e immagino che sia quella di Marilù che durante la giornata ha sognato che la sfiorasse ed ora, ad occhi chiusi, immagina che sia lei a toccarla, sfiorarla, lenta e calda, delicata e leggera ed anche piena di desiderio.

Restando stesa Francesca ha portato la mano all’inguine e se lo ha accarezzato ancora una volta ma stavolta con maggiore decisione che le ha causato un piacere nuovo nella sua intimità.

Era talmente eccitata che avrebbe desiderato essere chiavata da un maschio qualunque, l’importante era essere chiavata fino a farla urlare.

Le vengono in mente le parole della sua prima amante Mirta con cui si era sposata “Masturbati da sola, con la mano che conosce ogni centimetro, con un sex toy. Fallo con il cuscino o contro il materasso mentre pensi a una scena sessuale che ti eccita molto o a qualcuno. Lo puoi fare mentre guardi un film porno, oppure se fai sexting oppure se partecipi ad una sex chat o sei in videochiamata. Sgrillettati quando ti guardi allo specchio o ti fai un film con il telefonino. Accompagna il ditalino gemendo, con musica o in silenzio, con la luce spenta o accesa, nella doccia, sul bidet, nascosta oppure in un luogo pubblico. Arriva all’orgasmo. Fai come ti pare, ma goditi te stessa”

Etano parole indelebili che si erano diventate filosofia di vita e l’avevano guidata in tante occasioni ed anche ora sul letto poiché quel desiderio impellente non si è spento e la brucia di desiderio. Alla fine Francesca si è spinta più a fondo con le dita nella fessura della sua figa ed appena entrata ha avuto un improvviso torrente di piacere che l’ha investita facendola uscire di senno urlando lasciandola spossata, ansimante e priva di sensazioni per qualche minuto stando adagiata sulle lenzuola stropicciate. Per il piacere appena raggiunto ha sospirato a lungo e di colpo si è addormentata, gratificata e alquanto stanca ma visibilmente beata in viso con un’espressione entusiasta.

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