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Racconti sull'Autoerotismo

Se lo dicessi che cosa si penserebbe di me?

By 30 Marzo 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Noi donne siamo strane; parliamo con le nostre amiche di qualsiasi cosa, della gelosia sessuale, di come siamo state sedotte, dei deliziosi e piacevoli vantaggi così come del risvolto della medaglia, di come i nostri compagni ci leccano la fighetta e di come succhiamo il sesso del nostro lui, ma non parliamo mai di una pratica molto naturale che è la masturbazione e dell’autoerotismo che ci porta a farlo. Nella nostra mente c’è nu blocco che difficilmente riusciamo a togliere e quando lo facciamo allora siamo…..
Si potrà dire che ci piace amarci? Non so ma io sono tra le pochissime donne che non hanno difficoltà ad ammettere che mi masturbo perché è così bello ed eccitante rincorrere i sogni e finirci dentro come fossero realtà. Nell’altra parte di me, quella eterosessuale, godo nell’avere compagnia a letto.
A tutte noi è accaduto che ci sia stata un’occasione in cui una persona, anche incontrata casualmente, oppure vista solo di sfuggita, ecciti la mia mente e dia impulsi erotici che sollecitano la figa che ricorda molti fatti sessuali, soprattutto i migliori e quelli che l’hanno fatta bagnare di più.
Ad esempio di sera, a letto, mentre sto comodamente sdraiata indossando delle culottes di seta damascata ed una camicia del mio maschio organizzo la mia sessione di sesso mentale.
Il ricordo va ad un ragazzo, incontrato al distributore di benzina, che mi ha fissato con insistenza le tette e le gambe e mi ha guardato poi dritta negli occhi con uno sguardo che ha catturato il mio ammaliandomi a cui non ho saputo resistere e che mi ha infine portato a fissare con insistenza la patta dei suoi jeans. Per staccarmi da quello sguardo mi è stato veramente difficile e mi sono rammaricata di non avergli detto niente in quel momento.
Per il resto della giornata non ho più pensato a lui ma ora che sono distesa sul letto prima di prendere sonno immagino che la mia mutandina ed il reggiseno cambino aspetto diventando reggiseno e slip di pizzo e seta di color viola; è il colore da me preferito. La luce attenuata dell’abatjour crea un atmosfera altamente erotica. Sono distesa sul letto senza le lenzuola, con le gambe divaricate ed immagino nella mia mente che il ragazzo del distributore mi guardi stando al lato del mio letto.
Lo vedo alto, magro, abbronzato e capelli chiari alle spalle, con delle labbra bellissime, morbide, quasi da donna, con il torace depilato e liscio, con un profumo che a me piace moltissimo che lo rende estremamente attraente.
Si è presentato a casa mia con un abito di ottima fattura sartoriale.
Lui mi chiede di avvicinarsi con voce bassa e roca e il suo sesso sotto i suoi pantaloni molto eleganti, è rigido.
“Resta dove sei” gli ordino e fissandolo negli occhi, mi accosto alle labbra ma non lo bacio, afferro due dita di una delle mani e li bagno con la saliva godendomi la succhiata per poi metterle sotto le culottes ed iniziare a massaggiare il clitoride eccitato.
Sono ad un passo e vado ad accarezzarmi l’interno della fessura che rapidamente si bagna e risalire di nuovo verso le tette mentre la mano sinistra va ai capezzoli facendoli diventare diritti, pungenti sotto il cotone.
La mente sotto lo stimolo della voglia e dei ricordi costruisce l’immagine del ragazzo che espone il suo sesso congestionato e rigido chiedendomi di potersi toccare. Gli rispondo “No, tieni le mani dietro la schiena e guardami, guardami mentre godo!”
Il suo desiderio mi fa impazzire. Ansimo e gemo, le gambe sono irrigidite; dentro di me l’eccitazione cresce sempre di più mentre la mia mano sfrega e accarezza. Ogni tanto mi fermo consapevole che ciò serve solo ad aumentare il piacere.
La mano di una donna si muove delicatamente e forsennatamente ma ha anche il tocco giusto per dare piacere alla proprietaria. Tutte le sensazioni sono diverse se è un uomo a toccarmi perché non so se possa avere l’abilità, la pazienza e la passione di portare a termine la carezza e questa incertezza fa sì che il mio corpo abbia delle ansie e si tenda eccessivamente portandomi troppo velocemente l’orgasmo, oppure eccitandomi parossisticamente senza raggiungere l’agognato piacere.
Nel pensare a quel ragazzo che vedo ad occhi chiusi nella mia mente vicino a me mi sta creando voglie mai avuta prima che stanno generando dolore al ventre e aumentare il calore tra le mie cosce bagnate. La mia figa pulsa come fosse un organo animato.
Non esiste la sequenza di immagini che portano il ragazzo a mettersi cavalcioni su di me. Sogno che lui si metta sui miei capezzoli diritti, masturbandosi velocemente.
So che non appena il suo seme caldo e denso si deposita sul mio petto tra le tette, fuoriuscendo con tre spruzzi che mi affascinano e mi ammutoliscono, io vengo con un grido rauco bagnandomi la mano e le preziose culottes.
Il sonno che sopraggiunge non trova resistenza in me e mi abbandono a quella dolce sensazione. E’ bello rilassarsi nel letto a due piazze nell’attesa che venga il mio maschio. Il bello del sognare è che il ragazzo per magia è svanito e non lo vedo più così come il ricordo.
Ora sono pronta per darmi a lui che concretamente mi aprirà e mi riempirà di seme maschile fecondandomi.

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