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chi lo avrebbe mai detto

By 10 Gennaio 2023No Comments

Chi lo avrebbe mai detto!
Stavamo parlando, aspettando qualche stuzzichino che normalmente portavano al tavolo prima degli antipasti assieme all’aperitivo. Da bere era già arrivato, Paolo e Rita, seduti di fronte a me, avevano scelto il Martini, io un Aperol con ghiaccio e soda, ci tenevo a restare presente, dovevamo parlare di lavoro. Paolo con indifferenza posava la mano sinistra sulla gamba di Rita, e con nonchalance la spostava su e giù in una continua carezza. Nessuno dei tre era sposato o fidanzato, in giro si diceva che loro stessero insieme, ma loro non confermavano ne smentivano, dicevano di essere colleghi di piacersi, ma che non erano impegnati l’uno con l’altra. Paolo più che collega era il principale di una bella azienda che produce e monta in tutto il mondo impianti di depuratori e bonifica, Rita era una delle più preparate esperte in gare d’appalto e contabilità, sapeva come muoversi sia in campo diplomatico che amministrativo, io ero un progettista, avevo progettato uno dei depuratori meno costosi sul mercato, e adesso facevo il supervisore agli impianti. A me di quello che si diceva di loro importava poco, Rita bella donna davvero, ma cerco sempre di non mischiare il lavoro con il sentimento. Al secondo Martini, mentre parlavo di mia madre, Rita si allungo sul tavolo e mi poso con tenerezza la mano sul viso, lasciandola li, calda delicata e abbastanza conturbante. Non sapevo che dire, che fare e con un gesto quasi romantico posai la mia mano sulla sua. Arrivo il cameriere con i vassoi dell’antipasto e ruppe l’incanto, ognuno al suo posto, serve spazio per posare i piatti. Nell’ attesa di ordinare parlammo del nuovo impianto da consegnare a breve, e Paolo confermò che sarei stato io a dirigere l’istallazione e la messa a punto di tutto. Ne fui contento, me lo aspettavo ma averne la certezza era meglio.
–mi porto Luisa per i collegamenti e la parte burocratica, e Luis per la sovrintendenza, se si può. – Luisa no, sta seguendo i lavori in Spagna e va li con Giovanni per la consegna, vediamo se… -No – si intromise Rita- Paolo, se per te va bene vado io con loro. che ne pensi?- -Ottimo!, te lo volevo proporre ma come al solito mi hai anticipato! Bene, ora che tutto è a posto che ne dite di un brindisi e di ordinare? Brindiamo!. Lo sguardo che mi lanciò Rita mentre brindavamo al viaggio mi sembrò di una eloquenza imbarazzante. Durante la cena Paolo continuò a parlare con entusiasmo dell’andazzo del lavoro, non dimenticandosi di essere galante con Rita e quando possibile accarezzarla un po’ nel braccio un po’ nella gamba, ma sempre con dolcezza e classe. Il dopo cena fu una vera sorpresa, non avrei mai immaginato che Paolo conoscesse questi locali! Siamo arrivati in un vicolo dove di giorno vendono pelletterie e che alle 23 era completamente deserto, Paolo bussa in un enorme portone di legno, si apre lo spioncino e una persona da dentro ci scruta e un secondo dopo apre un portoncino e ci fa entrare. Il primo piano dove entriamo dopo una rampa di scale illuminate come la cattedrale durante la festa del Patrono, è enorme, un salone di almeno cinquecento metri quadri, un bar enorme, una serie di tavoli per consumare una bella pista per ballare e un palchetto con tre uomini che suonano e una donna che canta e ballicchia. Ci sediamo vicino la pista, Rita va al bar e torna con tre bicchieri –Rum per te e Paolo, Martini per me.- ci lascia i bicchieri e va in pista a ballare. E’ sicuramente un habituè, la salutano tutti e qualcuno le si appiccica addosso per qualche passo di danza insieme, lei non disdegna anzi sembra gradire, addirittura adesso è avvinghiata con un ragazzo che la stringe in modo sconcio e le passa la lingua sul collo. Guardo Paolo, ma lui è concentrato sul rum, lei si avvicina mi prende le mani e mi invita a ballare, non riesco a rifiutare e un attimo dopo sono abbracciato a lei in mezzo alla pista, si stringe, passa le mani sotto la giacca e mi attira a se, cerco Paolo, ma non lo trovo, lei si fa audace, si gira attaccandosi a me con la schiena e strofinando i glutei contro il mio sesso, che con tutta la buona volontà, non ne vuole sapere di dormire e si irto in tutta la sua dura lunghezza, mi prende le mani e se mette sopra i seni, la palpo e comincio a muovermi con il suo ritmo. Si avvicina il ragazzo che prima le leccava il collo si mette davanti a lei e comincia ad ondeggiare, ricomincia a passare la lingua sul collo sul viso sulle labbra, e lei gradisce e aderisce ancora di più a lui tirandomi dentro ad un ballo a tre che sembra più una doppia penetrazione che un ballo, la musica si alza di volume e di ritmo, e in egual modo sale la nostra eccitazione, io dico nostra, ma magari per loro è normale, per me no, io sono eccitato fino allo spasimo tanto da non capire neanche che ballando ci siamo spostati e siamo a ridosso di un divano che voltato verso la parete con la spalliera fa da separè. Finisco seduto con le mani di lei che cercano la lampo dei pantaloni la aprono e con dimestichezza mette a nudo il mio membro che ingoia in un sol boccone, il ragazzo le alza la gonna, lei mi guarda e mi dice- “questo mi vuole penetrare” – lo allontano?- le chiedo- “ no , neanche per sogno” risponde, il ragazzo le sposta le mutandine e comincia a stantuffarla da dietro , riprendiamo il ballo solo che io sono davanti e il ragazzo dietro. E Paolo? Ma chi se ne frega penso mentre le acchiappo la testa e comincio a dirigere la suonata, dobbiamo ballare? Balliamo! Lei grida, si dimena, si gira si siede su di me impalandosi, il ragazzo, si toglie e ci lascia mentre lei comincia una nuova danza leggiadra, si muove lentamente con leggerezza, ruota il bacino stringe i muscoli delle grandi labbra e reggendosi con le mani sulle mie cosce si alza e si abbassa con una lentezza esasperante. Delira parla, le accarezzo i seni e sento i capezzoli tesi duri, li prendo con le dita e li strizzo con dolcezza, le mordo il collo e lei aumenta il ritmo, il movimento lentissimo di prima si trasforma in metodico e ritmato, sempre più veloce, ancora di più fino allo spasmo alla contrazione di tutto il corpo all’urlo liberatorio al quale mi unisco con il raggiungimento dell’orgasmo! Restiamo fermi almeno un minuto, in pensiero se qualcuno avesse udito o si fosse interessato a noi, ma tutto andava come prima, la musica suona la gente balla qualcuno in pista si bacia. Ci ricomponiamo e col fiato ancora corto ritorniamo sulla pista da ballo come se non fosse successo nulla. Finisce il ballo, e prima che il complessino riprendesse con altra musica, torniamo al tavolo, ordiniamo una bottiglia d’acqua e un altro martini per Rita, il mio rum era ancora intatto sul tavolo. Paolo arrivo dieci minuti dopo scusandosi di averci lasciati soli. Era tutto contento e soddisfatto per un contatto di lavoro avuto al piano secondo con un grosso imprenditore del pavese. –Tranquillo – rispose Rita – abbiamo ballato tutto il tempo! Lui balla bene sai? Proprio come piace a me!
Continua…

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