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La nostra prima esperienza cuckold.

By 9 Ottobre 2017Aprile 22nd, 2020No Comments

Per quanto riguarda me e Berni, ormai il matrimonio &egrave alle porte. A breve ci sposeremo e io diventerò sua moglie, e potrà fare di me ciò che vuole, anche condividermi con i suoi amici. Quello della condivisione &egrave una fantasia che c’ha da molto tempo, ma non lo abbiamo mai fatto, perché nonostante io sia favorevole ad avere rapporti con altri uomini, lui &egrave convinto (ed ha perfettamente ragione) che per provare questa esperienza abbiamo bisogno di una persona di nostra fiducia, magari un amico, e non il primo che capita. Insomma un uomo, per dirla con le parole di Berni, che sia in grado di rispettarmi come donna.
Da poco tempo avevamo deciso di andare a vivere insieme. Il fatto di avere una casa da condividere con la persona che si ama cambia completamente la propria prospettiva di vita. Puoi fare quello che vuoi. Per esempio avevo l’abitudine di girare nuda per casa, o certe volte solo con il perizoma. Certo, questa abitudine ce l’avevo anche quando stavo a casa con i miei. Lo sapete che la nudità non &egrave mai stato un problema per la mia famiglia. Anche mia madre lo faceva, e mi &egrave capitato spesso di vedere anche mio padre e mio fratello con i loro begli attrezzi in bella mostra. Non &egrave mai stato un problema girare nudi per casa. Ma a casa di Berni sì. I suoi genitori non erano come i miei. Erano bravissime persone, per carità, gli voglio un bene dell’anima, ma quando qualche volta andavo a cena da loro e poi magari rimanevo a dormire lì, l’idea di potermi svegliare e andarmene in giro nuda me la potevo pure scordare. E quindi c’avevo sempre il pigiama. E quindi anche Berni non era abituato a questo genere di cose. Infatti vedermi girare tutta nuda, o con il perizoma, nel nostro appartamento gli faceva venire sempre delle erezioni durissime, e allora spesso mi faceva sua. Una volta stavo lavando le stoviglie. C’avevo soltanto il perizoma, lui mi si &egrave avvicinato da dietro e si &egrave tirato giù la lampo dei jeans e ha tirato fuori il suo cazzo duro, ha spostato il lembo di stoffa del mio perizoma e mi ha inculata proprio lì, davanti al lavandino. Un’altra volta ero distesa sul sofà del soggiorno, mi stavo rilassando leggendo un libro ed ero completamente nuda, quando ad un certo punto mi sono ritrovata la gigantesca erezione di Berni piantata davanti alla faccia. Allora ho messo via il libro e l’ho fatto godere con la bocca, fino a farlo sborrare, e poi ho ingoiato tutto il suo seme.
Comunque l’abitudine di vagare in casa nuda ce l’avevo anche quando c’erano gli amici di Berni. Non mi vergognavo a farlo. Anche perché tutti quanti avevano visto il film di Berni, in cui venivo montata e impalata di brutto, quindi ormai non avevo più nulla da nascondere. Mi avevano già vista nuda, e forse qualcuno di loro si era anche fatto delle seghe su quel film, quindi perché avrebbe dovuto imbarazzarmi farmi vedere nuda da loro? Berni non aveva nulla da ridire sul fatto che girassi nuda per casa mentre c’erano i suoi amici, forse proprio per lo stesso motivo, ma forse anche perché gli faceva piacere sfoggiarmi come un trofeo. Quasi come se ci godesse a mostrarmi ai suoi amici come mamma mi aveva fatta. Era il suo modo per dire agli amici: ‘guardate che sventola di fidanzata che c’ho’. E quindi lo facevo senza problemi.
Qualche volta alcuni di loro ci provavano con me senza ritegno, ma mai in presenza di Berni. Cio&egrave, quando c’era lui si comportavano come se niente fosse, ma non appena lui si allontanava (magari per andare in bagno), qualcuno di loro ne approfittava per fare il cascamorto con me. Per esempio una volta, Berni era andato al minimarket all’angolo della strada per comprare una bottiglia di vino bianco, e l’amico che aveva invitato a casa aveva cominciato a provarci con me. Io indossavo solo un perizoma, ed ero ai fornelli a preparare il pranzo. Lui mi era venuto dietro e aveva avvicinato le sue labbra al mio orecchio destro per sussurrarmi qualcosa.
‘Ogni volta che ti vedo mi viene sempre duro’.
‘Ma davvero?’ chiesi in tono ironico.
‘Sì. Hai un culo divino. Beato Berni che può incularti ogni volta che vuole’ e con una mano cominciò ad accarezzarmi il sedere.
‘Sì, in effetti &egrave molto fortunato’ rispose, poi lui spostò il sottile filo di stoffa che avevo tra le natiche e iniziò a punzecchiarmi l’orifizio anale con il dito medio, poi lo fece entrare dentro con violenza penetrandomi il retto con decisione. Ma a quel punto mi divincolai, gli afferrai il polso e gli feci togliere immediatamente il dito dal mio culo. ‘Eh no! Non va bene così. Non &egrave rispettoso. Sono pur sempre la donna di Berni, e tu non puoi farmi questo’.
‘Dai, tanto lo sanno tutti che ti piace molto il cazzo’ disse e cercò di nuovo il mio condotto anale, ma gli allontanai di nuovo il braccio per farlo stare buono.
‘Sì &egrave vero, mi piace moltissimo il cazzo. E mi piace anche scopare. Non immagini neppure quanto. Ma io amo Berni, e non lo tradirei per nessuna ragione al mondo’.
Dicevo la verità. Non lo avrei tradito per nessuna ragione al mondo, a meno che non me lo avesse chiesto lui di farlo. Mi spiego meglio: se lui mi avesse chiesto di concedermi ad uno dei suoi amici lo avrei fatto volentieri. Oppure se io avessi avuto voglia di farmi una scopata con un altro uomo, state sicuri che prima avrei chiesto il permesso a Berni, e se lui m’avesse dato la sua approvazione allora mi sarei fatta montare. Ormai io e Berni eravamo prossimi al matrimonio, presto lui sarebbe diventato mio marito, e ciò che volevo ad ogni costo dal nostro matrimonio era la sincerità. La sincerità &egrave la base di un rapporto durevole.
Ormai mostrarmi nuda di fronte agli amici di Berni era diventata un’abitudine, però lui non mi aveva mai detto cosa ne pensava di questa cosa. Per quanto ne sapevo poteva anche dargli fastidio, ma magari non me lo diceva per non ferirmi. Ma d’altronde, pensavo, tutti i suoi amici avevano visto il suo film, e quindi mi avevano vista già molte volte nuda, e tra l’altro mentre facevo porcate con altri uomini. Quindi non vedo dove poteva essere il problema. Però comunque una sera decisi di affrontare il problema con lui. Eravamo seduti a tavola per la cena e io tirai fuori l’argomento a bruciapelo.
‘Senti, ma mica ti da fastidio se giro nuda per casa anche quando ci sono i tuoi amici?’.
‘Tesoro, se non da fastidio a te non vedo perché dovrebbe darne a me. Di certo a loro non da fastidio poterti vedere così come mamma ti ha fatta’.
‘Sì ma tu non sei geloso che altri uomini possano vedermi nuda?’.
‘E cosa c’&egrave di male in questo? Ti guardano, mica fanno l’amore con te’.
‘In verità non mi guardano soltanto. Una volta un tuo amico ci ha provato. Tu eri andato al minimarket a comprare il vino, e lui mi &egrave venuto dietro, e mi ha detto che ogni volta che mi vede glielo faccio diventare duro. E poi mi ha infilato un dito in culo’.
‘Chi &egrave stato?’ mi domandò divertito.
‘&egrave stato Piero, però non glielo dire che te l’ho detto. Non voglio che la vostra amicizia si rovini per colpa mia’.
‘E tu che hai fatto quando ti ha messo il dito in culo?’.
‘Gli ho detto di stare buono, e gli ho allontanato la mano dal sedere. Non farei mai qualcosa senza la tua approvazione. Potrei anche tranquillamente farmi infilare tutta la mano di un tuo amico in culo, ma solo se avessi il tuo consenso’.
‘Tesoro, tu sei bellissima, quindi &egrave normale se alcuni dei miei amici ti corteggiano’.
‘A questo proposito, hai mai pensato al fatto che qualcuno di loro potrebbe aiutarti a realizzare la tua fantasia di vedermi fare l’amore con un altro?’.
‘Sì, ma chi? Piero, forse?’.
‘No, Piero &egrave troppo rozzo. Pensavo di più a Fabio’.
‘Fabio?! Ma se &egrave lo sfigato del gruppo! Ha venticinque anni ed &egrave ancora vergine. Non ha mai avuto una donna in tutta la sua vita’.
‘Beh potrebbe avere me, non credi? E poi &egrave molto dolce. Sono sicura che mi tratterebbe con il rispetto che merito’.
Sì, Fabio era lo sfigato del gruppo. Era un ragazzo molto timido, che probabilmente si ammazzava di seghe dalla mattina alla sera. Quando si trovava di fronte ad una ragazza diventava tutto rosso e iniziava a balbettare. Quando qualche volta era venuto a casa da noi e mi aveva vista girare per casa nuda a momenti gli pigliava un infarto. Era uno dei pochi che non ci aveva mai provato con me, e poi non mi fissava come facevano tutti gli altri. Qualche volta avevo provato ad averci un dialogo, ma lui ogni volta che gli rivolgevo la parola si chiudeva a riccio, rispondendo alle mie domande in monosillabi o con risposte secche.
L’unico problema di Fabio &egrave che era un po’ bruttino. Forse anche per questo era timido. Era grassottello, sudava molto (soprattutto in presenza di una ragazza) e si vestiva davvero in modo grottesco, del tipo che indossava spesso delle tute da ginnastica e poi ai piedi calzava dei mocassini orrendi che stonavano di brutto con la tuta. Infatti molto spesso i suoi amici, compreso Berni, lo prendevano in giro dicendogli: ‘ma chi ti veste la mattina? Tua mamma?’.
L’idea di avere un rapporto con lui mi eccitava molto, forse proprio perché era un verginello. Quindi il fatto di potermi trasformare in una maestrina del sesso e insegnargli tutto sull’amore mi mandava in ebollizione. Però Berni non era molto convinto. Forse il suo sogno era quello di vedermi montata da uno stallone da monta doc, e non da una mezza sega come Fabio.
‘Ma tesoro’ mi disse, ‘Fabio sta messo davvero male. Va a finire che inizia a schizzare prima ancora di averti penetrata’.
‘Ma Berni, francamente io e te non abbiamo esperienza per quanto riguarda la pratica del cuckold. Quindi credo che per iniziare Fabio andrà più che bene. Poi quando diventeremo abbastanza esperti allora potremmo puntare ad un vero maschio alpha’.
‘Sì, ma come facciamo? Se gli dico di fare una cosa del genere gli viene un collasso’.
‘E tu non glielo dire. Invitalo a cena da noi, poi con un pretesto fai finta di allontanarti, e poi al resto ci penso io’.
L’idea di farmi montare da Fabio era un po’ disgustosa. Già immaginavo il peso della sua ciccia sul mio corpo, il suo sudore sulla mia pelle, il suo respiro affannato (a causa del peso infatti non poteva fare due passi che già gli veniva il fiatone) però allo stesso tempo pensavo che sarebbe stata una cosa molto dolce. Ero sicura che Fabio non mi avrebbe trattata come uno sborratoio, ma come una donna. E poi quanto poteva durare uno che non aveva mai fatto l’amore? Un paio di minuti? Forse non ci sarebbe neppure arrivato. Forse avrebbe cominciato a fiottare non appena avrei tentato di infilargli il preservativo. Però come primo approccio alla pratica del cuckold Fabio era il bull che faceva per noi.
E così quella sera Berni lo invitò a cena. Ma io questa volta non mi feci trovare nuda, bensì indossai un elegante ma porchissimo vestito da sera nero, con uno scollo sul davanti così eccessivo che arrivava fino alla fighetta, dove faceva capolino un ciuffetto di peli biondi. Sotto non portavo nulla. Quando dovevo abbassarmi a novanta gradi, magari per prendere una pentola dai mobiletti della cucina, il vestito si alzava mettendo a nudo le mie natiche, che si aprivano oscenamente mettendo in mostra il mio buchetto anale (o fiorellino del peccato, come amava chiamarlo il mio Berni). Mi ero sistemata i capelli con un chignon e mi ero truccata, calcando la mano con il rossetto, per mettere in risalto le mie labbra e far capire al nostro futuro bull che la mia bocca era molto ben disposta a farlo godere con dei sensazionali pompini.
Fabio venne da noi alle nove come stabilito e io andai ad aprirgli la porta. Quando me lo trovai davanti pensai che forse potevo scegliermelo un po’ meglio il bull. Era come suo solito in tuta da ginnastica, mocassini ai piedi e per di più era già sudato e ansimante per le scale che aveva dovuto salire per raggiungere il nostro appartamento. Nel vedermi vestita in quel modo, praticamente come una pornostar in carriera, gli venne un colpo e spalancò gli occhi dall’eccitazione.
‘Ciao Fabio’ gli sorrisi, poi lo guardai con una certa preoccupazione. ‘Ti senti bene?’.
‘Sì, grazie’.
‘Vieni, accomodati’ lo feci entrare e gli feci strada verso il soggiorno. Gli camminavo davanti, e con un pretesto mi abbassai a novanta gradi a sistemare il tappeto che era leggermente piegato. Lo avevo fatto apposta per mostrargli da subito la mia mercanzia che presto sarebbe diventata sua. E poi volevo fargli capire subito che sotto al vestito non portavo niente. Nel frattempo il mio vestitino si era alzato e il mio culo denudato. Le natiche si erano aperte oscenamente mettendo in mostra il mio ‘fiorellino del peccato’.
‘Scusami Fabio, ma &egrave che sono una maniaca dell’ordine. Non mi piace vedere i tappeti spiegazzati’.
‘Certo certo, fai pure’ rispose lui timidamente.
Restai ancora un po’ in quella posizione per farmi guardare la parte del mio corpo che preferivo maggiormente, e poi mi rimisi in piedi e guidai Fabio nella cucina, dove avevo allestito la tavola per la cena. Mi ero data da fare ai fornelli; amavo sorprendere gli uomini non soltanto col sesso, ma anche con le padelle. Quella della cucina era una passione che come già vi ho detto in precedenza mi aveva trasmesso mio padre.
‘Accomodati a tavola’ dissi. ‘Berni ci raggiungerà a breve. Credo stia facendo la doccia’.
Stava per accadere. La nostra prima esperienza cuckold. Ero molto nervosa, ma allo stesso tempo non vedevo l’ora di cominciare.

Continua…

Link al racconto:
http://paradisodisteesabri.blogspot.it/2017/09/qualcosa-e-cambiato.html

(La monta dal punto di vista di LEI).
La cena fu un disastro. Iniziai a pensare che non avremmo fatto niente, perché Fabio era troppo nervoso. In effetti anche io e Berni non sapevamo esattamente come comportarci, nel senso che dopo aver finito di mangiare bisognava passare all’azione, però nessuno prendeva l’iniziativa. Berni mi guardava di continuo, quasi a chiedermi cosa volessi fare. In effetti gli avevo detto che avrei pensato a tutto io, però gli avevo anche detto che avevo bisogno di campo libero, e quindi Berni avrebbe fatto bene ad andarsene. Avevo bisogno di rimanere da sola con Fabio per cominciare l’opera. Ma Berni sembrava non capirlo, e allora cercai di farglielo capire e alzai il mento e guardando in direzione dell’ingresso. Poi mossi la bocca sillabando la parola ‘vattene’ senza emettere alcun suono, a quel punto lui capì e si alzò dalla sedia.
‘Fabio io devo allontanarmi qualche minuto. Ho promesso al nostro vicino di casa che gli avrei dato una mano a montare una stampante. &egrave questione di dieci minuti’.
‘Beh allora se &egrave così io tolgo il disturbo’ si affrettò a dire il nostro bull.
‘Ma no, resta ancora un po” rispose Berni. ‘Chi &egrave che non vorrebbe restare da solo con la mia Moana? Approfittane. &egrave tutta tua’.
Fabio provò a protestare ma ormai avevamo deciso noi per lui. Iniziò a diventare rosso come un peperone e la sua sudorazione, già abbondante, diventò davvero imbarazzante. Guardammo Berni andare verso la porta di casa e uscire. Io sapevo benissimo che a breve sarebbe rientrato per spiarci, ma Fabio non poteva saperlo. Era ora di passare all’azione.
‘Fabio, che ne dici se ci andiamo a mettere comodi nel soggiorno?’ senza farlo rispondere mi alzai dalla sedia e gli presi una mano (aveva la mano così sudata che mi scivolò dalla presa e dovetti riacchiapparla). Lo portai nel soggiorno e ci mettemmo a sedere sul sofà. Il mio vestitino si era alzato fino ai fianchi mettendo a nudo la mia fighetta, che adesso era praticamente a disposizione di Fabio e avrebbe potuto prenderla in qualsiasi momento. Allargai le cosce per fargliela vedere meglio, quasi gliela stavo sbattendo in faccia, ma lui non ebbe alcuna reazione se non quella di arrossire ancora di più. Faceva di tutto per non guardarmi, guardava nei punti più improbabili. Ero sicura che lui non avrebbe preso nessuna iniziativa. Un altro degli amici di Berni al posto suo mi sarebbe saltato addosso e mi avrebbe montata come una cagna, ma non lui. Quindi dovevo fare qualcosa io, altrimenti non avremmo concluso proprio un bel niente, e la mia fighetta sarebbe rimasta immacolata e Berni non avrebbe avuto ciò che voleva, e cio&egrave vedermi fare l’amore con un altro uomo.
‘E allora Fabio, cosa mi racconti?’ dissi per rompere il ghiaccio, e intanto distrattamente mi feci una carezza alle labbra della fighetta, e le allargai nella speranza che lui mi guardasse, ma invece non ci fu verso di fargli cambiare idea, continuò a guardare dappertutto tranne che tra le mie cosce.
‘Le solite cose’ disse.
‘Tu hai visto il film di Berni?’.
‘Sì’ rispose con un filo di voce e abbassando lo sguardo, quasi come se si sentisse colpevole di aver commesso un grave delitto.
‘E cosa ne pensi? Ti piace come faccio l’amore?’.
‘Sì, sei molto brava’.
‘Ti sei masturbato guardando il film?’.
Questa volta rispose soltanto muovendo la testa su e giù in modo affermativo e chiudendo gli occhi. Forse stavo premendo troppo sull’acceleratore e avrei fatto bene a darmi una calmata, altrimenti rischiavo di farlo scappare.
‘Che fai? Ti imbarazzi? Guarda che non c’&egrave niente di male. I film hard servono anche a questo. A me non può fare che piacere se qualcuno prova piacere nel guardarmi mentre faccio l’amore’.
Avevo come l’impressione che Fabio stesse soffocando. Aveva il fiatone, come suo solito quando faceva qualche sforzo, quindi quando faceva una lunga rampa di scale o qualcosa del genere. Ma in quel momento lo sforzo veniva dal cuore. Era il suo cuore che stava pompando sangue da tutte le parti, forse anche al cazzo, forse aveva già un erezione durissima, non potevo saperlo. In ogni caso c’era soltanto una cosa da fare per scoprirlo, e cio&egrave tirarglielo fuori. Ma dovevo agire con gentilezza, perché avevo paura di due cose, e cio&egrave che scappasse via in preda ad una crisi di panico o che gli venisse un mezzo infarto per la troppa eccitazione.
‘Come sei sudato!’ gli sussurrai amorevolmente e gli accarezzai teneramente il viso. ‘Hai caldo, tesoro? Ma certo che hai caldo. Te ne vai in giro con questa tuta da ginnastica e fuori ci sono quaranta gradi’.
Non c’erano quaranta gradi, però lui era comunque sudato come se si trovasse sotto il sole bollente di ferragosto.
‘Forse &egrave meglio se questa la apriamo, non credi?’ con le mani raggiunsi la cerniera della giacca della tuta e iniziai a farla scendere, e lui stranamente non si oppose.
Pensavo che avrebbe fatto un sacco di storie e invece si abbandonò con la schiena allo schienale del sofà e mi lasciò fare. Lentamente feci scendere giù la cerniera e per la prima volta vidi il suo enorme pancione. Cazzo, Fabio era davvero enorme. Aveva la pancia liscia, sul petto c’erano sporadici peli neri, e soprattutto era sudato come un maiale.
‘Ohh! Così va molto meglio’ dissi, e con una mano iniziai ad accarezzargli la pancia e il petto. ‘Sei molto bello, sai?’ mentivo, mentivo come una stronza, ma era l’unico modo per tentare di avere un approccio di natura sessuale. ‘Mi eccitano un casino gli uomini che hanno un corpo come il tuo’.
A quel punto mi avvicinai con la bocca al suo petto e iniziai a baciarlo dappertutto. Sentivo il battito del suo cuore che era fuori controllo. Con la bocca mi spinsi verso il collo e iniziai a tempestarlo di baci anche lì. Lui continuava a non avere alcuna reazione, fino a quando con la mano scesi verso il suo cazzo che era già bello duro. Lo afferrai con decisione da sopra i pantaloni della tuta, e a quel punto lui si avventò con la bocca contro la mia e infilò la lingua dentro e con voracità iniziò a baciarmi. Mi infilò una mano tra le cosce e con le dita iniziò a sgrillettarmi in modo compulsivo. Avevo svegliato la bestia, e adesso si apprestava a impossessarsi di me.

(La monta dal punto di vista di LUI).
Moana aveva cominciato a lavorarsi Fabio mentre io ero uscito dall’appartamento. Ero quasi sicuro che non appena sarei rientrato mi sarei trovato di fronte ad un fallimento colossale. Prima di ritornare aspettai un quarto d’ora, poi a quel punto misi la chiave nella toppa della porta e entrai facendo il minor rumore possibile. Quello che provavo in quel momento era un eccitazione abbastanza moderata, perché sapevo che Moana era da sola in casa con Fabio e che le stava provando tutte pur di farsi montare da lui, ma allo stesso tempo sapevo, ero quasi certo al novanta per cento che non avrebbero fatto niente. Fabio si sarebbe sicuramente sborrato nelle mutande non appena la mia fidanzata avrebbe provato a toccarglielo solo di striscio. Parliamoci chiaro, Fabio non aveva mai avuto una donna, e per di più Moana era un concentrato di gnocchume, era una delle ragazze più desiderate della città, quindi Fabio come poteva resistere ad una situazione del genere? Sarebbe stato un grandissimo flop. Ma d’altronde io gliel’avevo detto a Moana che Fabio era la persona meno opportuna per approcciarci alla pratica del cuckold. Per Moana ci voleva uno stallone da monta di razza.
Una volta entrato in casa (ero nella penombra dell’ingresso, per cui non potevano vedermi) li vidi sul sofà che stavano limonando di brutto. C’era Fabio che ci dava dentro con la lingua affondata nella bocca della mia fidanzata, e probabilmente la stava sgrillettando con energia perché sentivo lei che mugolava come una cagna. Però questo potevo solo immaginarlo, perché a causa dello schienale del sofà non avevo una visuale chiara di cosa stava succedendo, il quale mi offuscava la vista e non mi permetteva di godermi lo spettacolo. Dovevo in qualche modo cambiare postazione per assistere meglio, così andai in punta di piedi verso il corridoio che portava alle stanze e raggiunsi la camera attigua alla cucina, che era praticamente una camera per gli ospiti. Qui c’era una portafinestra che dava sul balcone. Una volta uscito sul balcone passai davanti alla cucina sorpassandola e finalmente raggiunsi la finestra del soggiorno, dove stava avvenendo la maialata. Dalla finestra avevo una visuale perfetta, perché il sofà era rivolto proprio verso di me. E loro non potevano vedermi perché fuori era buio e poi c’era una pianta che mi aiutò parecchio a nascondermi.
Moana si era tolta il vestito, adesso era completamente nuda, ed era in ginocchio tra le cosce di lui. Della mia fidanzata vedevo soltanto il suo fantastico culo, con le natiche oscenamente aperte, e il suo ‘fiorellino del peccato’ pronto per essere penetrato e all’occorrenza rotto a dovere. Ma Fabio ce l’avrebbe fatta a romperle il culo? Vedevo la chioma bionda di Moana andare su e giù; Fabio aveva i pantaloni e gli slip tirati giù, e lei gli stava facendo un colossale pompino. Sentivo le schioppettate della bocca della mia fidanzata sulla cappella di lui. Gli stava facendo un lavoro magistrale. Vedevo Fabio godere come un maiale, con la testa reclinata verso il sofà, gli occhi chiusi e la bocca spalancata, quasi come se fosse prossimo ad uno svenimento.
‘Ti piace?’ sentii dire a Moana.
‘Sei divina’ rispose lui. ‘Succhiami le palle’.
‘Molto volentieri’ rispose la mia fidanzata.
A quel punto Moana iniziò a lavorare con la bocca le palle di Fabio, succhiandole ad una alla volta, e con la mano lo masturbava lentamente. Vedevo il suo cazzo scappellarsi e poi ricoprirsi. Devo dire che non era messo granch&egrave bene, nel senso che aveva un cazzo piuttosto piccolo, e poi aveva un corpo davvero grottesco, con un rotolo di ciccia che scendeva sull’inguine. Però la cosa che mi sorprese molto fu la sua durata. Erano già cinque minuti che la mia fidanzata, e futura moglie, lo stava sbocchinando, alternandosi a succhiargli la cappella e le palle, e certe volte soffermandosi con la punta della lingua sul frenulo. Non potevo crederci che ancora non aveva sborrato. E aveva addirittura avuto la spocchia di comandare a Moana di succhiargli le palle, vi rendete conto?
Ad un certo punto fece una cosa che avevo visto fare soltanto nei film porno; praticamente prese la mia fidanzata per i fianchi e la sollevò di peso e la rivoltò a testa in giù, piantandogli il cazzo in bocca, e nel frattempo lui iniziò a succhiarle la fighetta. Moana ebbe un sussulto, era evidente che non si aspettava una cosa del genere. Vidi la chioma bionda della mia futura moglie pendere verso il basso e la sua testa andare avanti e indietro in quell’insolito sessantanove che solo un professionista sarebbe stato capace di fare. Non potevo credere ai miei occhi, Fabio era diventato davvero il padrone di Moana, e ne stava facendo ciò che voleva. Se la girava e se la rigirava come voleva lui, come una bambola. E rimasero in quella posizione per una manciata di minuti, fino a quando lui la lanciò letteralmente sul sofà, e lei cadde con le cosce spalancate, esausta e intorpidita per il sangue che gli era finito in testa.
‘Brava, tieni le cosce aperte che ora ti sfondo’ disse Fabio, e a quel punto salì sopra di lei, con tutta la sua ciccia, e si fece strada dentro la mia fidanzata. Le afferrò le caviglie e iniziò a fotterla di brutto. ‘Te la rompo la fighetta’.
‘Fanne ciò che vuoi. &egrave tua’ rispose Moana.
Ragazzi, non ci si crede. Fabio andava come un treno. E tra l’altro Moana si era pure scordata di fargli indossare il preservativo. Non credo che la mia fidanzata corresse qualche rischio, perché avevo molti dubbi riguardo al fatto che Fabio potesse avere qualche malattia venerea. Però c’era un altro problema, e cio&egrave che Moana aveva smesso di prendere la pillola, quindi stava seriamente correndo il rischio di rimanere incinta. Non so se lei se ne rendesse conto.
Ad un certo punto Fabio fece un altra cosa da vero esperto, cio&egrave sollevò Moana tenendola sotto le cosce con gli avambracci e continuò a scoparsela tenendola sospesa a mezz’aria, e la mia fidanzata si teneva a lui con le braccia allacciate dietro il collo e si lasciava fottere passivamente. Fabio stava dimostrando di essere un vero bull. Nonostante l’aspetto era un vero maschio dominante che si era letteralmente impossessato di ciò che gli spettava di diritto, ovvero la mia donna. E la faceva andare su e giù sul suo cazzo, che le entrava dentro fino alle palle ad un ritmo davvero forsennato. Se anche gli altri miei amici avessero potuto vedere ciò che stavo vedendo io, Fabio sarebbe diventato per tutti loro un vero eroe, una divinità assoluta, il re della monta, il padrone di tutte le donne. Ma purtroppo c’ero soltanto io a vedere quella scena così arrapante, e non potevo neanche andarlo a raccontare in giro. Sarebbe stato davvero imbarazzante sia per me che per Moana; per me perché sarei passato come un cornuto patentato, e per lei che avrebbe fatto la figura della puttana patologica. L’unico che ne sarebbe uscito a testa alta da quella faccenda sarebbe stato Fabio, reduce da una scopata colossale con una gnocca stratosferica, sogno proibito di tutti i maschietti della città.
‘Cazzo, scopi da Dio! Ma dove hai imparato a fottere le donne così bene?’ chiese Moana mentre andava su e giù sul cazzo di lui.
‘Dai film porno’.
‘Mio dio, sei una furia! Non sono mai stata scopata così’.
‘&egrave che ho fatto molta pratica con le seghe’.
Fabio andò avanti ancora per un lasso di tempo sorprendente, fino a quando cominciò ad ansimare e a urlare che stava per sborrare, e che avrebbe riempito la mia Moana con il suo seme. Ma lei a quel punto si divincolò e lo fece uscire dalla fighetta.
‘No, aspetta! Che fai? Non ti sei accorto che non hai il profilattico? Non vorrai mica mettermi incinta?’.
A quel punto Fabio la rimise a terra e Moana si inginocchiò davanti a lui prendendogli il cazzo in bocca e sbocchinandolo fino a farlo sborrare. Fabio iniziò a schizzare in modo copioso, e i suoi fiotti (ben cinque, lunghi e belli carichi) saltarono sul viso della mia futura moglie imbrattandola completamente.
Lo spettacolo a cui avevo assistito aveva dell’incredibile. A raccontarlo nessuno ci avrebbe mai creduto.

Link ai racconti:
http://paradisodisteesabri.blogspot.it/2017/09/il-risveglio-della-bestia.html
http://paradisodisteesabri.blogspot.it/2017/09/la-bella-sotto-la-bestia.html

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