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tutto ebbe inizio…..quel dì.

By 6 Gennaio 2022No Comments

Francesca è stata una mia ex con la quale ho iniziato un percorso di consapevolezza della mia indole di porco. I fatti che racconto sono realmente accaduti anche se con delle varianti che qui ho sintetizzato. Francesca è un nome fittizio, ma che mi ispira.
Era bella Francesca, viso sfuggente, capelli lunghi, sguardo suadente.
Non molto alta ma con punto vita stretto, culo tondo e tette grandi, una quarta.
All’epoca avevamo 35 anni, lei 33…. Il suo seno lasciato libero era leggermente pesante ma con delle movenze lente ed orizzontali.
Era riservata quando la conobbi, sempre abbottonata e un po’ corrazzata.
Ci volle poco a farla sbocciare in una sensualità maliziosa e provocante, a scoprire un intrigante esibizionismo, favorito dalla mia eccitazione.
Fu così che senza rendermene conto la avviai all’esercizio di comportamenti libertini, di mentalità aperta e ovviamente di porcaggine. Quando scopavamo, spessissimo, condividevamo fantasie anche forti, ed era un gioco raccontarci senza limiti e con toni e termini giusti. Aveva all’inizio una certa reticenza ad usare seriamente e con eccitazione termini come cazzo fica sborra, pecorina o cappella tanto da farle ripetere alcune frasi che le suggerivo io… lei si eccitava da morire le piaceva che le facessi confessare la sua voglia di cazzo, la sua troiaggine.
Una pratica che facevamo spesso era di strapazzare i suoi capezzoli (per reazione anche lei strapazzava i miei, all’inizio con fastidi ed imbarazzo da parte mia…poi con solo imbarazzo, poi neppure più quello, ma solo eccitazione ed una gran voglia di dire porcate). Strapazzarli e tirarli tanto da farli diventare grossi e sporgenti ormai sensibilissimi dopo solo qualche mese di quotidiana attività. Le piaceva, soprattutto l’evidenza della trasformazione, i suoi capezzoli duri ormai non venivano nascosti più dai reggiseni più leggeri con evidenti punte che affioravano sotto magliettine di cotone leggero!
Era ormai diventato un gioco, di seduzione, di provocazione, si sentiva troia ad uscire così.
Io mi eccitavo molto e la spronavo ad osare. Tra noi nacque una complicità estrema, forte, unica.
Un anno per il suo compleanno le regalai due reggiseni scollatissimi che non coprivano i capezzoli ma solo sostenevano le tette, uno nero ed uno color crema, uno spettacolo. Li indossò qualche volta uscendo con me la sera, per andare al cinema, al ristorante…… con un po’ di timore perché di una evidenza sfacciata. Non solo non coprivano i capezzoli, ma lasciavano ondeggiare le tette libere con effetto accentuato dai tacchi alti che favorivano quel movimento.
Da li iniziò a cambiare qualcosa, la sua presa di coscienza, la consapevolezza, la voglia di sentirsi in quel modo e la mia accettazione, il sentirsi troia e credere profondamente di esserlo, tirarono fuori in lei un po’ di stronzaggine, di provocazione, di perversione …..
Fino a che una mattina mentre ero ancora a letto la vidi prepararsi per andare al lavoro indossando uno di quei reggiseni con una camicetta di seta nera una minigonna gialla e scarpe decolté era primavera.
Un brivido traversò la mia schiena. Eccitazione e paura si mescolavano in un torbido ronzio in testa. Stava per andare al lavoro conciata in quel modo, con dei colleghi allupati, e senza la mia presenza!
Cosa avrei fatto tutto il giorno aspettando il suo ritorno senza sapere le conseguenze di quel gesto!?!
Ma non potevo tirarmi indietro, non potevo protestare, non potevo. Il panico mi assalì.
In pochi istanti pentimento, panico, eccitazione mi fecero chiudere gli occhi quasi a non voler vedere, quasi a far finta di dormire.
Ma lei sapeva cosa mi stava frullando in testa, lo sapeva. Andava e veniva dalla camera osservandomi con la coda dell’occhio.
Pronta per uscire, si avvicinò sedendosi sul letto – io non sapevo cosa fare – Ma lei sì.
Infilò le sue mani sotto la mia maglietta e cercò i miei di capezzoli, non opposi resistenza. La mia eccitazione andò alle stelle, il cazzo mi divenne duro, ero immobile senza potermi muovere. Lo vedi, disse, lo vedi che sei eccitato? ti piace, lo sò che ti piace ma mi devi aiutare un po’. A quel punto si slacciò la camicetta e mi piantò un capezzolo in bocca chiedendo, anzi ordinando, di succhiare…forte, prima uno poi l’altro per stimolarne il piacere e la durezza. Sì, voleva che si vedessero bene e voleva che fosse anche un po’ mia la colpa di ciò.
Andò via con una faccia da stronzetta …..
Tutto il giorno fu una sofferenza ma tanta eccitazione. Lei mi scriveva, mandava foto e raccontava gli eventi. Io riuscii a stuzzicarla ulteriormente, le ordinai di andare n bagno e di toccarsi il grilletto, di stuzzicarsi i capezzoli e Lei obbedì, mandandomi delle foto con dei capezzoli grandi, duri, rossi. MI raccontò di qualche sbirciata insistente di qualcuno, uno in particolare, il tecnico del computer che lei ovviamente sapeva in transito nel suo ufficio per una manutenzione annunciata. Un bel ragazzo, maestro di nuoto che già in passato le aveva fatto delle avance.
Una giornata particolare, la prima di una lunga serie……
La sfrontatezza di quel giorno non procurò effetti diretti, nel senso che i maschi erano un pò spaventati, intimoriti da tanta sfacciataggine, in fondo era una collega rispettata da tutti.
Però nel tempo gli effetti si fecero sentire, e non fu facile per lei tenere testa a questa situazione.
Tornò a casa la sera. La presi appena entrata, le tirai su la gonna, le scostai il perizoma e me la scopai a pecorina, con una forza ed una energia che forse mai avevo avuto. Le diedi tanto cazzo quella sera, la prova del nove che stavamo facendo bene.
Ma non finì li, la paura mi rimase, anche l’eccitazione, ed ogni mattina sbirciavo per vedere come si sarebbe vestita!
Ed il tecnico del computer? cosa avrebbe fatto? quel giorno mi raccontò che era imbarazzato, ingessato, ma anche eccitato.
Chissà che bella sega si sarà fatto ripensando alla troia che si era trovato davanti, a quelle tette che gli ballavano davanti al minimo movimento e quei capezzoli per nulla celati dalla seta.
Però una cosa la fece, Le chiese il cellulare per poter comunicare direttamente in caso di necessità per problemi al computer. Lui lo chiese e lei glielo diede.
Mi fece leggere il messaggio ricevuto in cui la ringraziava del contatto…
Cosa sarebbe successo nei giorni seguenti? avrebbe trovato il coraggio di chiamarla?
Siamo stati in attesa, con stati d’animo diversi, ma in attesa.
Per giorni e giorni scopammo selvaggiamente nutrendoci del reciproco piacere per quanto era successo, con molte fantasie costruite su quella giornata ed anche sul tecnico del computer…….
Continua……
per commenti diretti lagiostradivalerio@gmail.com

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