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Lo conoscevo poco, quasi per nulla, ci si salutava e due chiacchiere veloci, di circostanza ma nulla di più. Vivevamo entrambi fuori, lui al nord Italia ed io all’estero e anche quei veloci saluti erano scomparsi non essendo quasi mai nello stesso posto allo stesso momento.
Su facebook e instagram guardavo le sue foto e le sue storie, spesso di sfuggita, ammiravo il suo corpo palestrato e gli addominali, bello era bello anche se non è quello il tipo di fisico che, in genere, accende le mie fantasie. Qualche tempo fa ero in ferie al paese per trascorrere qualche giorno con la famiglia. Apro grindr più per perdere tempo che altro, i miei compaesani si fanno troppe paranoie e difficilmente si conclude qualcosa. Il mio profilo era senza foto non perché mi nasconda ma solo per riuscire a scambiare qualche foto dei loro cazzi e spacciarmi come qualcuno di passaggio in città, in fondo era anche vero.
Avevo voglia di trovare un dominante quel giorno e sebbene non nutrissi tante speranze nella mia piccola cittadina adattai la descrizione del mio profilo alle mie fantasie.
“Versatile più passivo cerca attivo dominante da venerare. Voglio leccare il tuo corpo, succhiare il tuo cazzo e il mio culo è pronto ad essere spaccato.”
La maggior parte dei profili erano senza roto, come il mio d’altronde e chiusi l’applicazione.
La giornata scorreva distrattamente tra le piccole incombenze ed i saluti ai pochi amici rimasti in città quando udì la notifica di grindr.
Un profilo senza foto col nickname “attivo22” mi aveva scritto.
“Amo sottomettere le puttanelle come te”
Ero sicuro fosse il solito che voleva solo perdere tempo.
“Interessante” risposi
“Io sto tornando da una corsa e sono tutto sudato, voglio uno schiavo che mi massaggi il corpo con la lingua”
Ammetto che mi stavo eccitando pur non avendo la benché minima idea di chi fosse e che aspetto avesse.
“La mia lingua è pronta a servirti” scrissi
“Bravo schiavo, discrezione massima ovviamente”
“Ovvio”
“Bene, hai la macchina? Fatti una doccia, pulisciti bene dentro e passami a prendere al campo di calcio e non mi fare aspettare, capito schiavo? Io nel frattempo sudo un po’ di più per te così potrai inebriarti del mio odore”
“Farò come lei desidera padrone”.
Ammetto che era da incoscienti ma mi preparai, doccino interno ed ero pronto a mettere la mia dignità sotto i piedi di uno sconosciuto. Non so chi avrei trovato o se avrei davvero trovato qualcuno. Dal profilo sapevo solo che aveva 32 anni, più giovane di me che avevo raggiunto i 40 ormai, ma ero pronto a soddisfare le voglie di un perfetto sconosciuto, in fondo uno schiavo non può scegliersi il padrone, deve solo limitarsi ad ubbidire.
Appena uscii di casa il calore dell’estate siciliana mi assalii, mi chiesi come facesse quel ragazzo, di cui non sapevo ancora il nome, a correre con quella temperatura, pensai a quanto avesse potuto sudare ed il mio cazzo divenne di marmo immaginando la mia lingua a leccare via tutto quel sudore.
In pochi minuti raggiunsi il posto concordato e lo vidi. La canotta e gli shorts nascondevano poco di un corpo muscoloso e definito, grondava sudore. Guardai il suo viso e mi sorpresi di riconoscere Angelo, quel ragazzo le cui foto avevo guardato spesso e sulle quali, nonostante non fosse proprio il mio tipo ideale (amo molto gli uomini pelosi e con un po’ di pancia), mi ero tirato alcune seghe.
In una frazione di secondo pensai che appena mi avrebbe visto mi avrebbe detto di andare via soprattutto perché io, fisicamente, sono il suo opposto, brizzolato, non atletico e con alcuni kg in eccesso.
Con mia sorpresa lui mi sorrise e salì in macchina.
“Sono felice che sei tu, ero un po’ spaventato sinceramente” mi disse “In questi anni avevo avuto il sospetto che ti sarebbe piaciuto essere dominato”
“Cosa?” Esclamai “Come l’avevi capito?”
“Non so, era una sensazione”.
Nel frattempo si era portato le mani dietro la testa mettendo in mostra l’incavo delle sue ascelle con un invitante ciuffo di peli neri che un po’ strideva con i pettorali, le cosce e le gambe che si mostravano ben depilati.
Evidentemente si accorse del mio sguardo e con un tono di voce autoritario disse “Lecca!”.
Diedi solo una rapida occhiata in giro, non passava nessuno e il parcheggio del campo sportivo era deserto sotto il solleone. Mi tuffai sulla sua ascella, il mio viso s’inumidii del suo sudore, il suo odore era magnifico, muschiato e in qualche modo dolce al contempo. Leccai con avidità, come fosse un gustoso ghiacciolo che mi recasse rinfresco dall’afa siciliana. Lui sorrideva soddisfatto, con la sua mano staccò il mio viso da quel paradiso, la sua mano era grande, me ne resi conto solo in quel momento.
“Apri la bocca schiavo!”
Obbedii e iniziò a sputare dritto dentro la mia bocca diverse volte. Ingoiai ogni goccia di quel nettare.
Poi mi baciò, un bacio violento, a tratti doloroso specie quando mi mordeva le labbra. La sua lingua si muoveva nella mia bocca, sapore di sigaretta e caffè, doveva averne bevuto uno pochi minuti prima. Quello bacio stabiliva un dominio, potevo sentire la sua forza, la sua foga. Non mi sarei potuto opporre e non lo volevo comunque.
Si staccò dalle mie labbra.
“Metti in moto schiavo”.
Mi guidò verso quello che scopri essere l’appartamento di famiglia, mi disse che saremmo stati soli, non ci avrebbe disturbato nessuno visto che la sua famiglia in estate soggiornava nella casa di campagna.
Appena entrati riprese quel bacio di dominio interrotto solo in quei momenti in cui sputava nella mia gola. Quel ragazzo aveva una quantità assurda di saliva.
Con forza pur senza incontrare ostacolo da parte mia, dopo aver staccato le nostre bocche, indirizzò la mia bocca e la mia lingua sulla sua ascella destra, la sinistra l’avevo già conosciuta in macchina. Respirai quel magnifico aroma, mi dissetai da quella fonte di ambrosia.
Mi staccò dalla sua ascella, il suo sguardo era più duro adesso e carico di lussuria.
“Sei di mia proprietà adesso” disse, due schiaffi e due sputi sottolinearono le sue parole.

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