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Capitolo 8 – La mia storia con una donna sposata

By 14 Agosto 2020Agosto 24th, 2020No Comments

Erano le 02:00 e la mattina per me la sveglia sarebbe suonata verso le  07:00. M’alzai e sembravo uno zombie che vagava per la casa senza una meta ben precisa. Andai a lavorare e verso metà mattinata mandai un messaggio a Cristina:

“Stamattina  che fatica lavorare!”

Lei mi rispose:

“Scusami tesoro se ti ho fatto far tardi ieri sera … Ma ne è valsa la pena! Stasera mi farò perdonare ….”

Pensai all’ultima frase ma quel giorno non mi venne in mente nessuna spiegazione. Terminato il lavoro andai a casa;  Cristina m’accolse con un bacio lungo e appassionato. Mi feci una doccia,  cenammo e ce ne andammo a letto e facemmo all’amore; stavolta non piacque molto la scopata, ad entrambi, ma la stanchezza della giornata e l’aver dormito poco la sera precedente si facevano sentire. Terminata la scopata facemmo la solita doccia insieme e poi c’addormentammo abbracciati. Io m’addormentai quasi subito, mentre per lei ci volle un po’ più di tempo. Alla mattina andai a lavorare come ogni giorno e verso metà mattinata ricevetti un messaggio da Cristina che diceva:

“Ciao tesoro …. Sto organizzando per partire venerdì sera per la montagna!”

La chiamai verso l’ora di pranzo chiedendo spiegazioni:

“Ma dimmi Cristina, che cosa stai organizzando?”

“Sto facendo le nostre valigie in quanto venerdì pomeriggio voglio partire per la montagna con te!” mi disse.

Inoltre mi spiegò che aveva contattato il proprietario della casa dicendo che saremmo arrivati su verso sera. Mi piacque l’idea di partire subito per la montagna e quindi chiesi, al datore di lavoro, un permesso di un ora in modo da rincasare prima. Venerdì andai a lavorare decisamente galvanizzato e su di giri; terminai il lavoro verso le 16:15 circa e dopo 20 – 30 minuti arrivai a casa di Cristina,  caricammo le valigie e partimmo per San Martino di Castrozza. Il viaggio  era stato tranquillo e rilassante. Ci fermammo lungo la strada a Fiera di Primiero; qui c’era un negozio d’abbigliamento e articoli da montagna dove Cristina mi comprò tutto l’occorrente per la montagna (scarponi, pantaloni, camice ecc …). Arrivammo a San Martino di Castrozza, proseguimmo, verso Passo Rolle, in quanto la casa si trovava in periferia e finalmente arrivammo a  destinazione. Erano quasi le 18:30 e c’era il proprietario della casa ad aspettarci; ci consegnò le chiavi di casa e se ne andò e noi due prendemmo possesso del villino. La casa era situata in un posto magnifico; ad un’altezza di 1.600 metri, circa, sopra il livello del mare era completamente isolata, c’era una stradina sterrata, che passava attraverso un bosco di conifere, che dalla strada principale arrivava all’abitazione. Il bosco terminava in prossimità della casa e tutt’attorno c’erano dei prati che terminavano dove iniziavano ad innalzarsi le montagne. La casa era arredata con gusto e con stile montanaro. Come si entrava in casa si era accolti da un ampio salone arredato  con legno sulle pareti e sul soffitto. Al centro c’era una grossa stufa che riscaldava tutta la casa; la cucina che era comunicante col salotto era grande e spaziosa,  sempre arredata con mobili in stile montanaro; aveva tutti elettrodomestici nuovi e di ultima generazione; c’era un bagno con una doccia un po’ piccolina. E infine uno sgabuzzino dove poter mettere vari attrezzi per il tempo libero (sci, scarponi da sci, pedule e quant’altro) Poi si salivano le scale e si accedeva alla zona notte, che aveva il tetto in legno a vista, composta da una camera matrimoniale con letto a baldacchino, un bagno con doccia e vasca da bagno e un’altra camera un po’ più piccolina con un  letto, un armadio con una finestra posta di lato dove si poteva ammirare un bel paesaggio fatto di prati e montagne. Una volta scaricata l’auto accesi la stufa insieme al padrone di casa, che avevo richiamato, e mentre la casa si riscaldava decidemmo di scendere a San Martino di Castrozza per cenare in ristorante e poi tornammo a casa. La giornata era stata intensa e decidemmo di farci una doccia e andammo a letto. Iniziammo a baciarci e a coccolarci e poi le mi disse:

“GianLuca ho voglia di fare l’amore con te …”

La baciai intensamente e le risposi:

“Anch’io ho voglia di fare l’amore …. Anzi ho sempre voglia di fare l’amore con te ….”

Cristina venne a letto e iniziai a baciarle il corpo. Avevo ormai imparato quali erano le zone altamente erogene di Cristina,  quindi scesi subito verso la figa che iniziai a leccare  prima dolcemente poi sempre con più foga. Cristina iniziava a godere e mi disse:

“ Daii continua così tesoro che mi piace da impazzire! … Sììì dai continua che vengo ….. Non ti fermare.”

La figa grondava di umori e non ci volle molto tempo perché lei squirtasse copiosamente; si riprese dopo poco e mi fece mettere in posizione supina e quindi mi prese il cazzo in mano e iniziò una lenta sega; ogni tanto mi dava una leccata al glande; poi quando lo sentì piuttosto duro lo  prese con una mano e lo imboccò fra le grandi labbra, poi piano piano lo fece sparire all’interno della sua figa fino ai coglioni. La penetrazione fu dolce, in un attimo mi trovai dentro a lei, la sua figa era calda e umida.  Vedevo le tette ballare davanti a me e allungai le mani per stringerle e giocare con i capezzoli appuntiti e turgidi. Iniziò un andirivieni sul mio cazzo prima lentamente poi sempre più veloce. Raggiunse un’ulteriore orgasmo e  spossata s’adagiò su di me. Si riprese e si sollevò nuovamente il busto e riprese il movimento oscillatorio sul mio cazzo. Sentii che la voglia di eiaculare stava sopraggiungendo e dissi:

“Cristina guarda che sto per venire ….”

Si tolse velocemente; mi prese il cazzo in mano e iniziò a segarmelo velocemente fino a quando schizzai dappertutto abbondante sperma. Esausti rimanemmo a letto a baciarci poi andammo a fare la doccia uno alla volta in quanto la doccia era di dimensioni ridotte. Tornammo a letto a iniziammo a dormire abbracciati. Cristina prese sonno quasi subito mentre io rimasi sveglio ancora un po’ di tempo pensando al rapporto idilliaco che si era creato tra me e Cristina  e per quanto tempo sarebbe durato. Ero ancora sveglio quando Cristina disse a voce alta:

Gianluca ti amo!”

Accarezzai Cristina e la chiamai sottovoce  per diverse volte ma lei non si svegliò. Presi sonno subito dopo con in mente la frase che mi aveva sussurrato Cristina poco prima. Era sabato mattina e Cristina mi svegliò baciandomi sulla bocca con tanti piccoli baci. Erano quasi le 08:30 e mi disse:

“Sveglia dormiglione … Voglio andare a  fare una camminata su questi monti …”

M’alzai dal letto intanto Cristina aveva già preparato la colazione. L’abbracciai e la baciai e le dissi:

“Buongiorno amore!”

Non le raccontai nulla di quello che mi aveva detto durante il sonno la sera precedente e mi ripromisi di dirlo in altro momento. Facemmo colazione insieme; la giornata era soleggiata e il cielo era terso; l’aria era    un po’ frizzantina in quanto eravamo ad aprile: quindi ci vestimmo e dopo aver pianificato la passeggiata preparai lo zaino e partimmo. L’escursione prevedeva alcune ore di cammino con arrivo al rifugio Rosetta situato a 2.580 metri  passando per l’altopiano delle Pale. Arrivammo al rifugio decisamente spossati e lì pranzammo poi tornammo indietro arrivando a casa verso il tardo pomeriggio. Ci rilassammo e ci facemmo una doccia rilassante e ci sedemmo sul divano.  A Cristina piacque molto la passeggiata anche se abbastanza stanca. Non andammo a cenare in ristorante in quanto nessuno dei due ne aveva voglia; quindi Cristina preparò la cena ed io le diedi una mano. La tavola della cucina s’affacciava a una vetrata e cenammo con il sole che tramontava tra le montagne e le nuvole. Fu una cena indimenticabile e romanticissima. Poi una volta rassettata la cucina ci sedemmo fuori, sotto a un pergolato in legno, a guardare il panorama e Cristina mi disse:

“Gianluca, sto pensando seriamente di lasciare Francesco!”

Mi girai guardando Cristina e rimanemmo così per alcuni minuti. Intanto io cercavo di riprendermi e risposi:

“Io sarei la persona più felice di questa Terra; ma io non posso garantirti il tenore di vita che stai facendo con tuo marito …  E questo mi preoccupa molto!?!”

Mi prese il volto tra le mani e mi disse:

“Non ti preoccupare mi troverò un lavoro …”

Calò il silenzio tra noi due. Io mi feci pensieroso e pensai che quanto lei mi aveva detto  non era possibile in quanto Cristina non aveva mai lavorato e non sapeva che cosa voleva dire lavorare. Fino ad ora aveva sempre fatto una vita agiata e lussuosa senza nessuna sorta di problemi e preoccupazioni. Quindi era pressoché impossibile che Cristina si trovasse un’ occupazione. Al solo pensiero che ciò che aveva detto Cristina fosse irrealizzabile mi demoralizzai. Cristina se ne accorse e mi disse:

“Gianluca ma che cos’hai?

 “… Nulla tesoro …”

Capii che il suo modo di pensare non era proiettato a un futuro lontano ma  bensì a uno molto prossimo o forse non era abituata a pianificare il futuro. Stanchi e stufi andammo a letto e c’addormentammo abbracciati. Non facemmo l’amore in quanto nessuno dei due ne aveva voglia. La mattina seguente fui svegliato dalla luce che entrava dalle fessure delle tapparelle. Cristina stava ancora dormendo accanto a me; era distesa sul fianco sinistro e quindi io potevo ammirare la schiena e il bel sedere. Indossava un babydoll effetto semitrasparente bianco e un perizoma coordinato alquanto succinto. La voglia di fare l’amore  iniziava a farsi sentire quindi iniziai ad accarezzarle il sedere. Scostai il babydoll e iniziai toccarle la figa e l’ano, sopra il perizoma, facendo un movimento lento e alternato. Lei non si muoveva e sembrava apprezzare ciò che le stavo facendo. Continuai così per un po’, poi decisi di mettere un dito nella figa e masturbarla e notai che era già molto bagnata e quindi decisi di scoparla. Scostai il perizoma tirai fuori il cazzo dai boxer e glielo infilai in figa. Lei aprì leggermente le gambe in modo da favorire  la penetrazione che  fosse la più profonda possibile. Cominciò ad ansimare e mi disse:

“Ma che bel risveglio che mi hai dato GianLuca oggi ….  Mmmh sìì tesoro continua così che mi piace da morire ….  Dai …. Dai ….. ah ah ah  sìììì ….”

I movimenti del mio bacino erano lenti e profondi in modo da poter toccare col cazzo il fondo della vagina; poi accelerai i movimenti e Cristina mi disse:

“ Sì dai che sto venendo ….. !”

Ebbe un orgasmo e tolsi il cazzo dalla figa. Si girò sul mio fianco e m’abbracciò e mi baciò; prese il cazzo in mano e iniziò a farmi una sega e ogni tanto mi leccava il glande dandomi ancora più piacere. Mi distesi in posizione supina e lei si tolse il perizoma e s’impalò sul mio cazzo dandomi però la schiena e iniziò un andirivieni abbastanza veloce. Il piacere che mi dava era davvero intenso in quanto la parete posteriore della figa era a stretto contatto e strusciava sul glande. Bastarono alcuni movimenti e dissi:

“Tesoro guarda che sto per venire!”

Lei non si scompose affatto, anzi accelerò il movimento, e venni in figa con un’ abbondante eiaculazione.

Si rimise a letto e la guardai dandole piccoli baci e le dissi:

“Tesoro come mai non ti sei tolta e sono venuto in figa?”

Lei mi guardò e si mise a ridere poi mi baciò e mi disse:

“Amore non mancano molti giorni perché m’arrivino le mestruazioni! … E poi anche se aspettassi un figlio da te non ci sarebbe nulla di male visto che ti amo ….. “

La guardai attonito! Lei si avvicinò e mi diede un bacio in bocca.

Mi ripresi e le dissi:

“Anch’io ti amo Cristina e sarei una persona felicissima se tu aspettassi un figlio da me ma prima dovresti divorziare dal tuo attuale marito ….”

Non volle commentare la mia frase.

“A proposito lo sai che cosa mi hai detto ieri notte mentre dormivi?”

Cristina mi guardò con aria  interrogativa dicendomi:

“Non lo so!”

“Mi hai detto Gianluca ti amo!”

Si mise a ridere; mi prese il volto tra le mani sbaciucchiandomi e mi disse:

“E’ tutto vero!”

Andammo a farci la doccia e poi scendemmo a fare colazione e poi pianificammo la passeggiata della giornata. La passeggiata prevedeva una camminata di alcune ore fino ad arrivare al rifugio Colbricon che è a 2.000 metri di altezza e visita ai laghetti montani adiacenti, sosta al rifugio e ritorno a casa. Partimmo e io mi caricai lo zaino in spalla dove tenevo alcune cose che potevano servirmi lungo il percorso (acqua, qualcosa da mangiare, giacca vento, telo per la pioggia). Il cielo era terso anche se c’era qualche nuvola che faceva capolino tra le guglie dei monti. Arrivammo dopo quasi tre ore di cammino; eravamo stanchi e spossati forse anche per l’altezza e l’aria un po’ rarefatta. Ci rifocillammo bevendo qualcosa di caldo e mangiammo un panino e poi ripartimmo. Durante il tragitto del ritorno ci sorprese un temporale piuttosto forte; non c’era nessun albero sotto cui ripararci. Arrivammo a casa con la pioggia battente; eravamo bagnati fradici. Accesi subito la stufa e Cristina andò a farsi una doccia calda; uscì dalla doccia e c’andai io. Ci vestimmo e a malincuore prendemmo l’auto per tornare a casa. Prima di partire dissi:

 “Cristina se vuoi rimanere in montagna per tutta la settimana lo puoi fare ed io torno a casa da solo …”

 Lei si arrabbiò e mi disse:

“Se volevo  rimanere sola potevo starmene con mio marito Francesco!”

Le dissi:

“Scusa amore …. Non volevo lasciarti sola e allontanarmi da te!”

Partimmo; ci fermammo in ristorante a cenare durante il tragitto del ritorno e arrivammo a casa.

CONTINUA

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