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Diario di E – 6 – Le lezioni P 2

By 14 Maggio 2020No Comments

Dopo avere assaggiato lo sperma di M. pensai bene che forse mangiare del cibo vero fosse necessario.
Mi rivestii e lo mandai a cambiarsi.
M. propose un fast food, no, grazie non ci tengo a riempirmi di calorie senza motivo.
Preparai qualcosa di discreto, anche perché nella dispensa c’era da sfamare un esercito.
Finito di mangiare ricominciai con la lezione:

  • Vedermo più avanti come arrivare a spogliare una ragazza, adesso ammemttiamo che tu debba farlo, mi devi spogliare, poi ti spogli anche tu.
  • Io!?!

Mi guardò come se gli avessi chiesto di uccidere qualcuno

  • Guarda che il mio reggiseno non si sgancia da solo e nememno le mie mutandine si tolgono per miracolo.
  • Si, ma come…
  • Cominciamo: ho un abito con la cerniera dietro, standomi di fronte devi aprirla, deve venirti facile e naturale come tirarti giù la zip dei tuoi pantaloni.

Al quinto tentativo ci riuscì, la cerniera si aprì fino in fondo, una lieve spinta e l’abito cadde attorno ai miei piedi, ero di fronte a lui in reggiseno e mutandine.

  • Adesso tocca a te.
  • Io? cosa?
  • Spogliati! o fatti spogliare.
  • Eh? ma non lo fai tu?
  • le scarpe non te le toglierà la tua ragazza, quindi tocca a te, e ricordati, i calzini sono la seconda cosa che un uomo toglie, non c’è nulla di più ridicolo di uno che cerca di fare sesso con i calzini addosso.

Lui arrossì ma con un poco di fatica si tolse scarpe e calze.
Presi ad aprirgli i bottoni della camicia, almeno erano abiti di qualità li avrebbe portati mio nonno, forse, ma era roba sopraffina.

  • La canottiera smetti di usarla, al massimo ti metti sotto una t-shirt, bianca. La prossima volta questa roba a righine non voglio nemmeno vederla.
  • Va bene.
  • Puoi toccarmi, passare le tue dita sulla mia pelle, lungo il collo, non ti mordo mica. Sono qui per spiegarti e farti provare.

Iniziò a toccarmi, aveva delle dita liscie di manicure perfetto, anche se il mio obbiettivo era non farmi coinvolgere quelle dita mi eccitavano, forse il ragazzo non era così incapace, era solo materia grezza.

Ci espolrammo il corpo con le mani per diversi minuti, finché non fu di nuovo calmo, io invece cominciavo ad eccitarmi, non era professionale.
  • Adesso il reggiseno, questo ha il gancetto dietro, ma mi volterò, quindi non è difficilissimo, ti servirà un poco di manualità, le prossime volte faremo con altri modelli e standomi di fronte, dovrai imparare a riconoscerli meglio di una commessa di intimo.
    Afferra dietro, tira le tue mani i due lembi a stringere, ci sono dei gancetti, li stacchi e poi tiri lievemente il lembo superiore verso di te, e avverrà il miracolo.

Ci volle qualche tentativo e un certo lavoro per tenerlo tranquillo, ma ci riusciì, mi voltai. Era ipnotizzato dai miei seni.

  • Ti piacciono?
  • Si.
  • Vuoi toccarle?
  • Si
  • Fallo, sono tue, leccale, assaggiale giocaci, eccitale.
Si avvicinò quasi timoroso, gli presi un polso e guidai la sua mano sul mio seno, gli feci stimolare il capezzolo, sentire la consistenza inturgidire iil seno.
L’altra sua mano arrivò da sola, poi iniziò a leccarmi, io arretrai fino astendermi sul divano, con lui sopra che li assaggiava furiosamente.
Con un colpo rapido mi tolsi le mutandine, lui nemmeno se ne accorse, fino a quando non portai la sua mano tra le mie gambe.

Iniziai a guidarlo nella mia masturbazione, mi aveva messo un paio di dita nella figa e stava stimolandomi abbastanza bene, per essere la prima volta, ancora una volta, poi il suo manicure perfetto mi aiutava, niente unghie che mi dessero fastidio mente mi entrava dentro.
Gli presi il cazzo, alla fine non era messo male, iniziai a masturbarlo.

  • Ti piace?
  • Siiii
  • Quanto?
  • Tanto!
  • Adesso devi reggere il più possiblie, cerca di tenere, non venire subito, stai concentrato pensa al piacere.
    Pensa che devi farlo durare il più possiblie.
Alla fine reggeva, era bello duro e non aveva troppa intenzione di venire subito.
Io, invece ero bella bagnata e eccitata, gli avrei dato il piacere di avere un orgasmo, stavolta potevo anche non fingerlo, lo avrebbe aiutato.
E ero anche abbastanza vicina a venire.
Iniziai ad ansimare, e accelerai un attimo la masturbazione del suo cazzo, lo sentivo pulsare, tra poco mi avrebbe inondato la mano.
Mi distesi sul divano, sempre continuando a menarlo, ma con un lentezza, lui sicuramente avrebbe voluto accelerare, ma volevo lasciarlo sulla corda
  • Non ce la faccio!
  • E allora sborrami sulle tette, dai!, Sono tue, marchiale!
Esplose, una buona quantità, questa volta e un getto decisamente buono, doveva essere decisamente eccitato e pieno di sperma fino alle orecchie, io ero quasi all’orgasmo, ma lo finsi per tenerlo tranquillo.
Poi gli presi la mano piena dei miei umori e glie la passai sotto il naso.
  • Questo è l’odore di una ragazza che si è divertita, se lo senti vedi di essere tu quello che l’ha fatta divertire.
Mi alzai, e mi diressi verso il bagno per lavarmi.

Uscita, lui era ancora lì, imbambolato.

  • Vuoi che continuiamo le lezioni?
  • Si.
  • Domani?
  • Si
  • Va bene, domani dopo pranzo, non guardare siti porno che ti voglio prono per qualche altro esercizio, mi raccomando!
  • Si

Gli detti un bacetto sulla guancia e lo lasciai, era lì, imbambolato e estasiato.
Io cominciai a pensare che fare l’insegnante per lui non era poi così male, forse qualche divertimento lo avrei avuto, oltre a quello che mi avrebbe pagata, ovviamente.

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