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Erotici Racconti

E’ successo per davvero

By 24 Settembre 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Fu per una combinazione intenzionale che arrivai in un sito di racconti erotici, sicché dopo averne letto qualcuno conclusi decidendo che potevo provare anch’io. Chissà, magari me lo avrebbero persino pubblicato, pensai, in tal modo iniziai a scrivere il mio primo racconto e m’accorsi che le parole mi scorrevano veloci fra le dita, in quanto la mia mente era una fonte inesauribile d’idee, ricchissima di pensieri e di trame, tanto che dopo il primo racconto ne scrissi un secondo, poi un terzo e in ultimo un quarto. Fui piacevolmente sorpresa nel vederli pubblicati, dato che non era di certo come vincere il premio ‘Strega’, sennonché era senza dubbio una soddisfazione.

Mi diede però maggiore gratificazione, ricevere un messaggio di posta elettronica da parte d’una visitatrice del sito che aveva letto i miei racconti, per il fatto che li aveva trovati arguti e frizzanti, soprattutto perché suscitavano e riguardavano un argomento che era una sua fantasia sessuale. All’epoca, infatti, io le scrissi per ringraziarla e le chiesi se ne avesse pubblicati anche lei, per il fatto che mi piacque il modo in cui mi rispose, descrivendosi tutta affaccendata e indaffarata tra il lavoro, la casa e il tempo libero e non so per quale motivo, cominciai a pensare ogni tanto a lei.

Era ormai più d’un mese che c’eravamo scambiati quei due messaggi, lei non aveva più scritto e anch’io facevo altrettanto, tuttavia non avevo cancellato il suo indirizzo, dato che ogni volta che aprivo la posta chissà perché, la prima cosa che controllavo era se appariva il suo nome. Erano in arrivo le feste di Natale e pensai che quella potesse essere l’occasione giusta, in fondo che male c’era inviarle degli auguri? Cercai su internet una cartolina d’auguri appropriata e idonea e gliela spedii con dei saluti forse un po’ troppo cerimoniosi, giacché non volevo che potesse fraintendere né travisare, anche perché in realtà non ero consapevole che cosa mi spingesse a cercarla, forse il fatto d’averla eccitata ispirandosi e orientandosi per mezzo dei miei racconti, o per il fatto che le mie fantasie potevano trovare concretezza ed effettività con lei.

Non so di certo, eppure fui felice quando lei mi rispose, dal momento che mi chiese se avevo scritto dell’altro, visto che le sarebbe piaciuto leggere ancora qualcosa, perché i miei racconti le erano piaciuti assai. Mi sentii gratificata e curiosamente esaltata, poiché fu lei a prendere l’iniziativa. Con la scusa delle compere natalizie mi chiese se volevo incontrarla e accompagnarla in giro per i negozi, io tentennai un poco, infine accettai l’invito e fissammo l’appuntamento per il sabato successivo in centro. Un po’ intimorita mi recai all’appuntamento volontariamente in ritardo e la vidi nel luogo stabilito ad aspettarmi, giacché rimasi un attimo in disparte per osservarla.

Non era tuttavia come io me l’ero immaginata, comunque una cosa era certa: lei era il tipo di donna che vedevo nei film hard, dato che m’intrigava e mi portava con la mente attraverso pensieri per me particolari con certe sfumature. Quel calore ben noto in mezzo alle gambe si fece sentire, io entrai ben presto in una confusione mentale che mi paralizzò per un attimo. In realtà io non ero giammai stata attratta da nessuna donna, se non nelle mie fantasie. Che cos’era adesso quell’eccitazione che si stava impossessando radicalmente di me stessa? Presi coraggio e m’avvicinai, appena lei mi vide capì che ero io sfoggiando un largo e sincero sorriso che mi tranquillizzò un poco, mi strinse la mano trattenendola forse un po’ più del dovuto nella sua, io a quel contatto oltre al calore avvertii i miei fluidi bagnarmi dentro gli slip. Iniziammo il nostro giro conversando e ridendo come due amiche che si conoscono da sempre, entrando e uscendo da negozi d’ogni genere, finché ci trovammo di fronte a un negozio che io conoscevo bene, in quanto era specializzato in abbigliamento e accessori particolari.

Lei guardava ammirata le vetrine e l’interno: era veramente uno stupendo negozio sontuosamente arredato con dei tendoni di color rosso porpora e imponenti lampadari di cristallo, i mobili erano in stile barocco con degli enormi specchi che completavano l’arredamento attribuendo l’idea d’entrare in uno di quei bordelli di lusso d’altri tempi. Mi chiese se m’andasse d’entrare e di provare qualcosa così per gioco, io acconsentii e mentre girovagavamo tra la moltitudine degli abiti esposti, mi chiese dei miei racconti: voleva sapere se erano veramente solamente frutto della mia fantasia e che cosa m’avesse spinto a scrivere quel genere di storie. Lei mi confidò inoltre che leggendoli si era sentita molto eccitata e che da allora aveva avuto delle frequenti fantasie, dove io e lei eravamo le protagoniste.

Io le confermai che erano unicamente una pura invenzione e che mai finora mi era capitato di vivere una sola delle situazioni che io descrivevo così bene; lei mi sorrise maliziosamente chiedendomi se non mi fosse piaciuto, a quel punto sentii il fuoco invadere il mio corpo al ricordo dei miei scritti, un fiume di lava cominciava a colare tra le mie gambe, il pensiero che tutte le mie fantasie erano lì, in quella figura di fronte a me, m’eccitava terrorizzandomi nello stesso tempo. Incapace di rispondere, abbozzai un sorriso e mi concentrai sui vestiti che avevo intorno, dopo scegliemmo gli abiti da provare ed entrammo nell’unico camerino del negozio che era tanto grande da ospitarci entrambi. Indossammo quanto avevamo scelto e ci guardammo allo specchio, giacché in quei pochi metri quadri l’aria era carica di tensione e d’un certo bizzarro turbamento.

Lo specchio mi rimandò la visione del suo sorriso caldo, tranquillizzante e nello stesso tempo sensuale, in quanto sapevo che non avrei potuto respingerla se lei si fosse fatta avanti, poiché in cuor mio speravo non osasse farlo, eppure il mio corpo non era della stessa opinione. Con la voce calda e un po’ roca dovuta all’emozione mi disse di rilassarmi, di non pensare a nulla, che avrebbe pensato lei a tutto e di godermi il momento. La sua mano appassionata e leggera s’intrufolò ben presto tra le mie cosce accarezzandomi delicatamente sopra gli slip a questo punto diventati umidi, io chiusi gli occhi lasciandomi trasportare da quella dolce sensazione e allargando le gambe in un muto segnale di resa.

Io la sentii muoversi piano, riaprii gli occhi e la vidi inginocchiarsi davanti a me, sentivo il suo respiro caldo accarezzarmi la pelle lungo tutta la gamba risalendo fino al mio epicentro pulsante di desiderio, la mia mente, sempre così razionale navigava nell’oblio di quelle nuove sensazioni. Mi sfilò delicatamente gli slip, le sue mani m’afferrarono saldamente per i glutei e affondò il viso nella mia sorgente. La sua lingua mi leccava, le sue labbra mi succhiavano, i suoi denti mi mordevano in preda a una frenesia di desiderio che m’eccitava il corpo e la mente. Adesso ero senza ormai più freni, agguantai la sua testa fra le mani spingendomela contro, incurante del posto dove ci trovavamo ed iniziai a mugolare e a incitarla, chiedendole di sbattermi, di colmarmi quel buco vuoto che anelava piacere.

Per un attimo si scostò da me, alzò il suo viso bagnato sorridendomi, io rimasi a osservarla mentre armeggiava nella sua borsetta da cui estrasse un articolo preso in prestito dal negozio come disse lei: un doppio fallo in lattice dalle notevoli dimensioni, emerse dalle sue mani candide per poi sparire nella sua bocca fin giù alla gola. Io guardavo quell’arnese carnoso apparire e sparire tra le sue labbra, desiderando violentemente d’averlo, di frugarmi e di sfondarmi prepotentemente senza nemmeno un briciolo di decenza e di dignità, io l’implorai d’infilarmelo dentro, di dare un po’ di pace alla bramosia che m’invadeva. Lo avvicinò alle mie labbra gonfie e grondanti sfregandole appena mentre a sua volta s’accarezzava, la supplicai nuovamente di dar fine al mio tormento e finalmente sentii il fallo entrarmi in tutta la sua grandezza, nello stesso istante in cui l’altra parte spariva nella sua fessura. Iniziammo a muoverci freneticamente all’unisono, fino a sfregarci il clitoride l’uno con l’altro, incitandoci e pungolandoci a vicenda fino al godimento estremo.

Un silenzio assoluto calò nel camerino, in un attimo la mia mente ritornò lucida, prendendo coscienza di quello che era stato e del luogo dove mi trovavo, seppur imbarazzata una nuova strana euforia mi pervadeva, dato che le mie fantasie adesso erano diventate realtà.

Avrei scritto un nuovo racconto, per di più con una dedica. Questo racconto, infatti, appartiene e riguarda esclusivamente Donatella, una mia amata e prediletta conoscente che vive in questo periodo in Australia.

A te per sempre mia cara. Con tanto affetto, ammirazione e stima.

{Idraulico anno 1999} 

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