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esposizione in viaggio…

By 22 Settembre 20202 Comments

Viaggio in macchina

 

Anche quest’anno finalmente sono arrivate le più che meritate vacanze.

Meritate perché sia io che mia moglie Greta abbiamo lavorato tantissimo, soprattutto nell’ultimo periodo, con l’extra lavoro dovuto alla chiusura dell’anno lavorativo e la preparazione per settembre del nuovo anno. Io mi chiamo Matteo, e lavoro in un’azienda che si occupa di grande distribuzione alimentare, mentre mia moglie lavora presso un ente statale per lo sviluppo territoriale.

Partiamo presto la mattina, vivendo vicino a Milano, non vorremmo trovarci bloccati nel traffico.

Alle 7.00 siamo già in macchina, e avendo da fare almeno 5 ore di viaggio, so già che ad un certo punto mi troverò da solo, mentre mia moglie sarà immersa nel suo sonno.

La nostra machina conosce la strada, appena possiamo scappiamo verso la Croazia, una nazione che ci ha accolto sempre con il sorriso. Destinazione Rabac, piccolo paesino sul mare, molto turistico d’estate, che noi amiamo fuori stagione. In estate siamo costretti a passare da qua per poter mettere in acqua la nostra barchetta. Anni di sacrifici per poter vivere il mare dal mare.

Come al solito mia moglie appena sale in macchina si toglie i sandali e dopo cinque minuti anche il reggiseno, per dormire è scomodo! Ma non doveva farmi compagnia?

Chiacchieriamo delle nostre prossime vacanze, per questa volta senza i nostri figli. Solo io e lei. Dopo 20 anni di matrimonio ci concediamo un piccolo richiamo del viaggio di nozze.

Ci fermiamo in un autogrill per fare una pausa e bere un caffè.

Mia moglie scende dall’auto per accompagnarmi…: ma non ti metti il reggiseno? Hai una canottiera minimale, color avorio e a tratti trasparente, non che io sia un tipo geloso, ma solitamente sei molto attenta a queste cose.

Mia moglie è piccolina di statura, ma ha un seno prosperoso e un culo da far impazzire.

Mi guarda un po’ stupita e mi fa cenno che non ci sono problemi, tanto d’estate molte ragazze vanno in giro senza reggiseno e nessuno se ne accorge. Sarà, ma quando glielo chiedevo io, per gioco, non mi ha mai assecondato.

La cosa mi stuzzica, anche perché sono sicuro che tra il piazzale dell’autogrill e il bar all’interno ci saranno 15 gradi di differenza, e sappiamo benissimo cosa può succedere… con una canottiera leggera, senza reggiseno… vorrei potermi sedere dentro il locale per vederla entrare e notare i suoi bottoncini del seno diventare duri e sempre più visibili. Adesso ti rendi conto, anche se normale, che senza reggiseno non puoi contenere gli istinti. Vorresti che i tuoi capezzoli stessero al loro posto, ritratti, ma più ti impegni per trattenerli e più diventano vistosi a tutti i presenti nell’autogrill. Incroci le braccia per cercare di far distogliere gli sguardi degli sconosciuti da altre parti… alla fine ci riesci.

Beviamo il caffè, tu sempre con le braccia conserte, tranne per portare la tazzina alla bocca dove cerchi di coprire i tuoi capezzoli contro il bancone del bar. Il bancone del bar è ancora più freddo, e i tuoi capezzoli sono sempre più appuntiti, come se li avessero temperati. Avrei voglia di dargli prima un bacio… e poi un morso, per sentire quanto sono duri.

Risaliamo in macchina e ridiamo dell’accaduto, le racconto quello che ho pensato… quello che avrei fatto… e vedo che la cosa la eccita.

Ricominciamo a percorrere l’autostrada Serenissima nella speranza che arrivi quanto prima il casello di Trieste che per noi vuoi dire essere finalmente arrivati . Malgrado il caffè appena passata Verona, dopo aver abilmente abbassato il sedile di qualche grado senza farti notare, ti abbandoni a quella che tu chiami compagnia per il viaggio.

Indossi una paio di pantaloncini un po’ larghi e quella canottiera avorio con le spalline finissime e una scollatura importante. Ti ammiro mentre dormi, sei bellissima, sei sensuale, sei eccitante… malgrado stia guidando mi distraggo ammirando il tuo seno coperto da quel tessuto così leggero e così trasparente…

Devo controllare se stai dormendo, e al posto di chiedertelo allungo la mia mano sul tuo petto, ti sfioro la scollatura, accarezzo la valle che è tra i tuoi meravigliosi seni. Non reagisci, se non con dei soffocati mugugni. Stai dormendo: allora possiamo iniziare a giocare, sei d’accordo? Chi tace acconsente.

Sposto di pochi centimetri la spallina della canottiera fino a farla cadere per gravità quasi al gomito; la parte solitamente nascosta del tuo seno inizia a farsi vedere, ma non è ancora abbastanza, quel seno deve farsi vedere, non può restare celato in una trasparenza che non è totale.

Trovo il modo di arrivare all’altra spallina, più lontana da me, e riesco a farla cadere; il tuo seno abbondante trattiene la canottiera al suo posto, ma non ho intenzione di lasciarla li. Infilo un dito tra i seni e abbasso di scatto la scollatura. Tu dormi, forse, e non ti accorgi che hai le tette scoperte. Le guardo, le ammiro. Vorrei fermarmi per mangiarmele tutte, per mordicchiarle, per pizzicare i capezzoli tra le dita, palparti e stringere forte la tua coppa D.

Ma è meglio continuare per poter arrivare quanto prima in Croazia; però che meraviglia fare un lungo viaggio con tua moglie seminuda vicino a te. Con il seno scoperto. Solo dopo qualche minuto mi rendo conto che oltre a me ci sono altre persone interessate alla mercanzia di mia moglie. Nella corsia vicino a noi, c’è un furgone con su tre ragazzi che sembra facciano festa mentre guardano il suo seno, sono molto euforici, certamente molto più giovani di noi, ma sembrano apprezzare molto.

Ho appena fatto vedere le tette di mia moglie a degli sconosciuti.

Sono molto fiero di mia moglie, e delle sue tette, li saluto compiaciuto e li supero velocemente.

Percorro un bel po’ di chilometri, sono all’altezza di Latisana, e qua ci sono sempre i lavori, ormai da qualche anno si trovano sempre i lavori: quindi coda. Impreco per il traffico che sta rallentando il nostro arrivo al mare. Pensando di fare prima mi posiziono nella corsia di sinistra, sperando che quando si riparte, anche a singhiozzo, sia la più veloce. Nell’incazzatura del traffico mi dimentico di aver lasciato mia moglie con il seno nudo. Mi ricordo al suono di un clacson di un camion nella corsia di destra, proprio a fianco a noi. Mi fa un sorriso e alza il pollice in segno di “like”; non ha me, ma alle tette di mia moglie. Cerco di sollevare la canottiera che prima avevo abbassato, ma proprio in quel momento decidi di girarti verso destra, verso la prima corsia, verso il camion, verso il camionista! Non ho più modo di coprirti, anzi, sembra che tu ti stia mettendo in mostra ancora di più. Non sarà che vuoi fare la troia e farmi rosicare? Non è che sei sveglia e vuoi giocare con me. Qualche anno fa era capitato di giocare tra di noi…, al ristorante eri andata in bagno ed eri tornata con le mutandine nella borsetta e me le hai fatte vedere, per dimostrarmi che le avevi tolte. Ma addirittura girarsi per farti ammirare da un camionista sconosciuto mi sembrava troppo. Almeno lo pensavo. Sono un po’ in imbarazzo, si procede piano piano, la maggior parte del tempo siamo fermi, e non è come prima con i ragazzi del furgone, che quando ho voluto sono riuscito a “scappare”, adesso può sembrare di aver allontanato un camionista, ma subito ne trovi un altro. Poi l’altra corsia riprende a muoversi e ti ritrovi il primo. Non c’è via di scampo. Non posso fare niente, tanto meno svegliarti, perché potresti incazzarti con me per non averti svegliato per farti coprire, al posto di lasciarti in esposizione per degli sconosciuti.

Faccio finta che non esista nessuno fuori dalla nostra macchina, anche se la possibilità che, in un momento di sosta, qualcuno possa avvicinarsi e chiedere qualcosa, qualunque cosa mi fa preoccupare ed eccitare. Pensa svegliarti mentre un uomo sconosciuto ti sta guardando le tette! Cosa penseresti? Ti vergogneresti o di ecciterebbe? Chissà.

Riprendiamo a viaggiare finalmente. Adesso ti giri verso di me, come se lo spettacolo che hai appena fatto è finito. Aspettiamo il bis. Lasciamo i lavori alle spalle, e ci accingiamo a percorrere l’ultimo tratto di A4, da Palmanova a Trieste, l’autostrada è a 2 corsie per senso di marcia, quindi se un camion supera un altro camion devi percorrere molta strada a velocità ridotta.

Solo adesso mi rendo conto che i tuoi pantaloncini si sono abbassati a sufficienza per far vedere molto bene il microperizona che indossi sotto. Io sono in una posizione svantaggiata, intravedo una piccola porzione del tuo meraviglioso culo, ma oggi il miglior punto di visto lo hanno i camionisti. Hai nascosto il tuo seno ma stai mostrando il tuo culo. Ma davvero non lo stai facendo apposta? Mi sembra davvero impossibile. Forse vuoi giocare? Vuoi vedere cosa faccio? Quindi sai che ti ho abbassato la canottiera e hai fatto 1 ora di viaggio con le tette in bella vista?

Ok proviamo. Allungo un’altra volta la mano e ti abbasso di qualche centimetro i pantaloncini; ti muovi sul sedile, credo per farmi capire che vuoi toglierli. Come quando siamo a letto e voglio sfilarti le mutandine, mi aiuti con i tuoi movimenti, inarcando la schiena e sollevando il culo. Anche adesso! Non stai dormendo. Ora ho la certezza. Vuoi solo giocare e godere, godere e giocare. Anche io.

Ti sento sospirare, un’altra conferma sulla tua veglia, delicatamente abbasso ancora un pochino il sedile e ti accompagno delicatamente fino a farti sedere “normalmente”. Si fa per dire, di normale non c’è niente, riassumiamo: mia moglie con il seno scoperto, la canottiera abbassata, senza pantaloncini e un perizoma che lascia poco alla fantasia. Per comodità anche la canottiera va via. Sei in mutande e…. basta. In macchina; vuoi farmi impazzire lo so. Rallento vicino ad un camion quando sono anche io all’altezza della cabina suono il clacson. Tu sussulti, non te lo aspettavi; pensavi di giocare solo te? Percorriamo qualche decina di metri affiancati, adesso non c’è traffico e nessuno dietro di me. Per un attimo cerchi di coprirti il seno, me ti fermo con un gesto deciso. Capisci che non voglio e mi assecondi. Il camionista risponde con una suonata delle trombe e lo salutiamo. Pure tu lo saluti, mi sa che stai diventando una bella troia. Si una troia in calore.

Adesso mi guardi per capire cosa succederà, ma non lo so neanche io. Mi prendi la mia mano e la appoggi sulla tua figa, per farmi sentire quanto è calda e umida. Profuma di sesso. Il perizoma si inumidisce, a contatto con le tue grazie. Vorresti essere toccata, baciata, leccata, morsicata, succhiata… ma adesso non si può. Mentre ti stai eccitando mi avvicino ad un altro camion e anche questa volta gli strombazzo. Lui si gira e ti vede mezza nuda, io con la mano tra le tue cosce prendo il perizoma e lo sposto di lato, per far vedere allo sconosciuto la tua figa completamente depilata, umida e troia. Tu sussulti, non te lo aspettavi; ma ti sei vista? Seduta su una macchina, con indosso solo un perizoma che non copre il tuo sesso… cosa ti aspettavi?

Fino ad ora hai tenuto gli occhi chiusi, assaporando il peccato, il proibito, adesso li apri e vedi uno sconosciuto che ti guarda la figa. Ti faccio notare come ti guarda le tette. Come vorrebbe toccarti. Come vorrebbe giocare con te, con tuoi seni, il tuo culo, con la tua bella fighetta tutta liscia e depilata, praticamente come vorrebbe possedere tutta te.

Ti eccita quando te lo faccio notare. Ti eccita talmente tanto che inizi a toccarti il clitoride che fino ad adesso era rimasto fuori dal perizoma. Lo sfreghi con i polpastrelli, lo stringi tra le dita mentre le muovi a cerchio. Lo sollevi pizzicandolo e tirandolo e sospiri. Con l’altra mano strizzi i capezzoli, prima uno poi l’altro. Ti lecchi le dita che hanno giocato sotto. Me le fai assaggiare anche a me. Che buon sapore. Il camionista è sempre li. Io infilo un dito nella tua figa e lo lecco tutto. Lo rinfilo e questa volta lo lecchi tu. Sei una troia. I tuoi umori continuano a uscire e a profumare la macchina, se solo il nostro amico camionista potesse sentire…

Non sei ancora soddisfatta, ma ti capisco, sai di avere un culo spaziale e vuoi farlo vedere solo a me? Ti giri mentre ti sto toccando la figa, mi dai un bacio…. Che profumo di figa hanno le tue labbra e la tua lingua quando mi baci. in ginocchio sul sedile mostri al nostro amico il tuo culo. Mi piace vederti così, mentre mi baci ti fai guardare il culo. Ti metti più comoda per poter aprire le chiappe e far vedere bene i tuoi buchi. Inarchi la schiena per esibire tutto al meglio. La figa si apre grazie a tutta l’umidità che contiene mentre il tuo buco del culo si rilassa. Mentre sei concentrata a farti guadare ti accarezzo il culo e in men che non si dica ti infilo il dito medio nel culo. Sussulti. Sei solitamente restia a farmi giocare con il tuo culo, con il tuo bel buchino.

Lo sfilo, lo lecco e lo infilo un’altra volta; adesso entra ancora meglio, sarà che ho inumidito il dito, sarà che il tuo culo risponde alle sue voglie… lo muovo avanti indietro, sempre più avanti, sempre più in profondità. Il tuo culo si allarga per ricevere il mio dito e tu non riesci a fermare il tuo desiderio anale.

Ricapitoliamo: sei nuda in macchina a pecora, stai mostrando il culo e la figa ad un camionista e stai godendo con un dito in culo! In poche parole sei una gran troia.

Sfilo il dito, questa volta, come con la figa, tocca a te leccarlo… per poter poi rimetterlo al suo posto, bene fino in fondo, muovendolo a cerchio, piegandolo all’interno del tuo culo, ruotando la mano.

Sento che stai per venire. Anche io ho una voglia di esplodere. Smetto di toccarti, devi soffrire, non puoi venire adesso.

Tutto questo spettacolo lo abbiamo fatto con il  nostro amico camionista che è rimasto a guardare.

Lo supero e mi metto davanti a lui, che continua a farci i fari e a strombazzare come segno di ringraziamento. Probabilmente la voce che c’è una troia in autostrada si è sparsa, e anche nell’altro senso di marcia ci salutano e ci fanno i fari.

Mi fermo all’ultimo autogrill in Italia, l’ultimo caffè “vero”.

Quando ti dico le mie intenzioni ti rendi conto che devi rivestirti velocemente, quindi rimetti i pantaloncini e la canotta. Ci fermiamo all’inizio dell’area di sosta, solitamente è piena di gente che deve fare la vignetta per l’autostrada slovena, e questa volta mi chiedi di portarti il caffè che non hai voglia di scendere, forse perché sai che ormai hai addosso il profumo di troia. Scendo e mi avvio a prendere i due caffè, a questo punto le berrò in macchina anche io.

Mentre torno verso la macchina vedo un volto familiare, da poco tempo familiare: il nostro camionista.

È vicino alla mia macchina che sta parlando con mia moglie. Probabilmente sarà imbarazzatissima, dopo tutto il suo esibire, praticamente non ha più segreti per lui.

Mi saluta, mi fa un cenno con la mano,  mi avvicino e mi sorride: “complimenti, ho fatto gli ultimi chilometri senza accorgermene, mi avete fatto divertire…. Ed eccitare. Complimenti per tua moglie, una gran donna. Avrei voluto essere io al posto tuo”.

Gli sorrido un po’ stranito, ma d’altra parte l’abbiamo reso partecipe al nostro gioco erotico.

Mentre parlo con lui, vedo che si distrae e continua a girarsi verso il finestrino del lato passeggero della mia macchina. Guardo anche io e vedo una troia che si sta masturbando con la mano nelle mutande, ammiccando allo sconosciuto, ormai diventato conosciuto…

Ti vedo godere, eccitata al massimo. Non ti accorgi neanche che sono entrato in macchina al posto guida e che ho abbassato il tuo finestrino a sufficienza per far uscire il tuo odore di troia in calore.

Il camionista si sta eccitando, e con uno sguardo di intesa abbasso il finestrino per permettergli di infilare la mano fino a te. Hai capito bene, gli sto dando il permesso di giocare con te, con i tuoi seni, la tua figa e con tutto quello che vorrà. Certo solo con le mani, anche se è evidente che vorrebbe usare un’altra parte del suo corpo.

Non te lo aspetti, fai un sussulto, mi guardi cercando di capire che cosa fare, ma lui non ti lascia riflettere, ti stringe forte un seno, lo muove, lo accarezza… un secondo dopo ha la mano tra le tue cosce sbrodolanti di profumo, accarezza piano le grandi e le piccole labbra. Tu vieni in un vortice di goduria. Anche lui viene con suo cazzo stretto dentro i pantaloni. Si vede una macchia…

Lo salutiamo e ripartiamo, tra poco saremo in vacanza, per ora sta andando molto bene.

Mi guardi per capire se sono arrabbiato con te per il fatto che non ti pensavo così troia, ti sorrido, ti bacio sulla bocca e ti sussurro…. e io? Non hai voglia di vedermi godere? Visto che sei così troia fammi vedere come sei brava a fare un pompino. Non vorrei che un giorno tu lo debba fare ad uno sconosciuto che potrebbe rimanere deluso.

Dai avvicinati e fammi impazzire.

Sei molto brava a giocare con il mio cazzo, lo lecchi e lo succhi con molta voracità, ero già molto eccitato, e in poco tempo esplodo nella tua bocca. Ti fermo la testa per non farti staccare, voglio riempirti tutta. Che meraviglia.

Ti stacchi e ti pulisci le labbra con un fazzolettino. Mi guardi e ti vedo compiaciuta, soprattutto dalla mia faccia ancora in estasi per il godimento.

Attraversiamo la Slovenia e finalmente arriviamo in Croazia. Finalmente possiamo mettere in acqua la nostra barca e partire per goderci le meravigliose baie delle isole croate dal mare.

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