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Questo racconto è frutto di una richiesta fattami da un lettore, nomi e trama di massima mi sono stati forniti da lui. Tutto il resto è fantasia. Se vi è piaciuto e volete commentare o se anche voi desiderate che vi scriva una storia mandatemi una email a nadiagang@libero.it

Mi chiamo Stefano, sono alto 1 metro ed 80, fisico leggermente palestrato capelli castani lisci, mia moglie Valeria è sempre stata una bella donna, molto vistosa, alta 1 metro e 70, fisico curato da cui spunta un davanzale della 5 misura. Fin da ragazza (eravamo nello stesso liceo io due anni avanti) amava vestire in modo molto attillato per cui sia il suo prorompente seno che avevo visto lievitare nel corso delle superiori, che il suo culo molto sodo, erano stati nei miei pensieri e desideri ed oggetto di molteplici seghe.

Prendevo i giornaletti in cui c’erano superdotate e mi masturbavo diverse volte al giorno pensando alle sue belle tettone.

Completano la figura di Valeria una pelle diafana che sembra porcellana, una cascata di riccioli neri lunghi fino al sedere ed un paio di occhi blu cobalto.

Al liceo aveva avuto molto successo e si era passata nel corso dei 5 anni una decina fra i più fighi dell’istituto ed io, nel corso dei 3 anni in cui avevo frequentato lo stesso palazzo le avevo sempre sbavato dietro senza mai riuscire a provarci.

L’università mi portò in un’altra città (famosa per la sua università) a studiare medicina e quando il terzo anno girando per la città in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico la vidi rimasi folgorato. Era sempre bellissima. Mi avvicinai e la salutai, il fatto che fosse matricola la esponeva ad una serie di giochi e scherzi, io al terzo anno avevo un certo potere e la presi sotto la mia ala nonostante un ragazzo del 5 anno la avesse puntata con chiaro interesse.

Fu così che ci conoscemmo meglio, forse per gratitudine o forse perché nel frattempo ero diventato un po’ meno sfigato avendo sostituito gli occhiali con le lenti a contatto ed avendo irrobustito il fisico con il canottaggio, una volta la invitai al cinema e lei si lasciò baciare. Allungai anche la mano sulla sua coscia e lei mi lasciò fare. Uscimmo dal cinema tutti eccitati ed andammo nella mia stanza in collegio universitario dove scopammo per la prima volta (per me era proprio la prima). Non sono male dotato ma ci misi pochi secondi a venire per l’eccitazione deludendo Valeria la quale guardandomi mi disse che dovevo pagare pegno e leccarla cosa che feci in modo molto imbranato. Fu così che Valeria capì che ero alle prime armi e decise che mi avrebbe svezzato. Quelli dell’università furono anni fantastici per me, gli studi andavano bene e scopavo come un riccio. Quando tornavo a casa non vedevo l’ora di tornare nella città dell’università anche perché Valeria nel frattempo si era trasferita a causa del lavoro del padre e non la potevo vedere.

Ci laureammo entrambi in corso, io in medicina e lei in giurisprudenza, la mia specializzazione ed il suo esame di avvocato fecero sì che ci volesse ancora qualche anno per essere indipendenti completamente ma finalmente ce la facemmo ed ebbimo una nostra casa.

Data la sua maggior esperienza era lei che comandava le danze sessuali e dopo un primo periodo di due anni in cui c’ero solo io, un giorno Valeria mi parlò. Il discorso che mi fece fu molto sincero, mi disse che mi voleva bene ma che sessualmente non riuscivo a soddisfare quanto voleva. Che lei fin dal liceo aveva avuto diversi ragazzi come ben sapevo e che per me aveva cambiato registro ma il cazzo vigoroso le mancava e mi proponeva di restare insieme ma come coppia aperta, ognuno avrebbe potuto scopare in giro, dovevamo solo avvisare l’altro per evitare figure. Pur sapendo che lei avrebbe scopato da matti ed io difficilmente avrei battuto un chiodo accettai. I primi tempi i ragazzi se li portava in camera al collegio e quando andavo io vedevo le risatine sui volti delle altre ragazze, una addirittura pensò bene di dovermi avvisare che ero cornuto. Poi quando andammo a vivere insieme in un appartamento, se li portava direttamente in casa. Avevamo due stanze una col letto matrimoniale dove dormivamo ed un’altra studio con un divano letto.

Quando lei si portava i ragazzi occupava il letto matrimoniale ed io andavo a dormire (poco) nell’altra stanza e sentendo i versi degli amanti mi facevo molte seghe. In pratica ero tornato ai tempi del liceo. L’unica differenza è che quando gli amanti se ne andavano, Valeria a volte mi si concedeva o mi faceva un pompino.

Con l’andar del tempo capitò che rientrassi quando gli amanti erano già al lavoro ed avessero lasciato la porta socchiusa così mi misi a spiare pe performances sessuali della mia ragazza che vedendomi mi fece l’occhiolino e ci diede dentro di più incitando l’amante di turno a prenderla più forte.

Ormai la porta socchiusa era diventata una regola ed anche gli amanti che giravano prima erano titubanti per la situazione quindi si erano abituati alla mia presenza e mi sbeffeggiavano. Mediamente gli amanti duravano 5/6 mesi poi Valeria li cambiava fino a che non portò a casa Marco. Fossi stato donna mi sarei innamorato di lui, 1 metro e 90, fisico palestrato ma senza esagerare con una tartaruga ma soprattutto (ebbi modo di vederlo quasi fin dall’inizio) un cazzo lungo più di 20 centimetri e largo quasi come una lattina. Valeria faceva fatica a spompinarlo, riusciva a metter in bocca solo la cappella. Marco mi eccitava moltissimo, Vedere Valeria che lo spompinava mi faceva venire voglia di leccarlo anche io e credo che i due si accorsero della cosa perché mentre Valeria era inginocchiata fra le gambe di Marco impegnata in un bel blowjob, Marco mi fece segno con l’indice di avvicinarmi. Non me lo feci ripetere due volte e Marco mi disse che si vedeva che volevo assaggiarlo anche io e che per lui non c’erano problemi se mi fossi aggiunto a Valeria. Lei dal suo lato si staccò dal cazzo di Marco, mi prese la testa con una mano e la guidò verso quel bel cazzo granitico. Non ebbi nessuna inibizione, tirai fuori la lingua ed inizia a leccarlo come si fa con un cono gelato dai gusti prelibati. Valeria mi guardò per qualche secondo poi si unì a me ed insieme facemmo un buon lavoro. Le nostre lingue si intrecciavano intorno a quel bastone ed in breve Marco schizzò una abbondante dose di sborra che fini in faccia sia a Valeria che a me. Valeria allora mi mise la lingua in bocca e cominciammo a ripulirci a vicenda. “Il tuo ragazzo è bravissimo a fare i pompini, sei sicura che non ti faccia le corna con qualche maschietto?” disse Marco al termine del bocchino. “Per quanto sappia io no” replicò Valeria quindi rivolgendosi a me mi disse “vedo che ti è piaciuto, come premio da bravo cornuto potrai stare nella stanza con noi ed al bisogno e se ne avrò voglia, ti permetterò di aiutarmi a spompinare Marco”.

A Marco intanto era tornato duro e Valeria voleva la sua parte. “Siediti li e guarda come ti trombo la ragazza, da quello che mi dice hai una lista di corna più ampia dell’elenco telefonico di Milano”. Mi sedetti e mentre Marco sfondava (si fa per dire la figa di Valeria era molto capiente) la sua figa, Valeria mi incitava a leccargli pe palle. Marco venne un’altra volta nella figa di Valeria e lei godette quindi, mettendosi a gambe larghe sul letto, mi incitò a ripulirla. “Stefano, cornuto mio, fai vedere a Stefano quanto sei ghiotto della sua sborra, ripuliscimi per bene”. Obbedii subito, mi sentivo umiliato ma al tempo stesso molto eccitato e leccai la figa di Valeria con grande avidità.

Nei mesi il copione si ripeté più volte. Capitava che scopassero quando non c’ero, che arrivassero mentre dormivo e venissi svegliato dai loro gemiti o che trovassi Marco immerso nella figa o nella bocca di Valeria, in quel caso speso Valeria mi apostrofava con “vieni qui cornutone che abbiamo bisogno di un cesso dove scaricare le palle di Marco”. Marco le andava dietro umiliandomi anche esso con frasi dello stesso tenore.

Marco resisteva ed era diventato uno di casa tanto che gli avevamo dato una copia delle chiavi in caso di necessità. Fuori dal letto eravamo grandi amici, dentro la camera invece ero suo succube e mi prestavo a tutti i desideri sessuali suoi e di Valeria la quale ormai lo considerava sua proprietà ed in occasione dell’anniversario della prima scopata che aveva visto protagonista anche me, decidemmo di uscire a cena tutti e tre.

Valeria si preparò con cura, indossava autoreggenti nere a rete, un completino trasparente con tanga molto ridotto e reggiseno che le strizzava le belle tettone ed un paio di sandaletti con tacco 12 a spillo. Era uno schianto, non aveva nulla da invidiare alle attrici porno più belle per le quali a volte ancora mi facevo delle seghe quando Valeria troppo stanza del cazzo di Marco non mi soddisfaceva.

Marco venne a prenderci con la sua BMW, mi buttò le chiavi e mi disse “Ho già impostato il navigatore, stasera ci farai da autista”. Aprì la porta dietro a Valeria ed entrò anche lui dietro dall’altro lato. Il posto dove avevamo prenotato era fuori città e distava circa mezzora di macchina. Seguendo le istruzioni del navigatore arrivammo senza problemi mentre Marco esplorava le parti intime di Valeria e lei ricambiava con un pompino profondo. I vetri posteriori oscurati facevano sì che anche quando ci fermavamo ai semafori l’unico spettatore in grado di gustarsi lo spettacolo fossi io.

Marco e Valeria fecero in tempo a ricomporsi pochi minuti prima che arrivassimo a destinazione. Arrivammo e scendendo dalla macchina Valera mi baciò scaricandomi in bocca fino all’ultima goccia di sborra frutto del pompino fatto a Marco, quando il seme fu tutto nella mia bocca Marco ridendo mi disse “ecco hai avuto già l’aperitivo del cornuto, non sei contento?”. Ormai lo sperma di Marco lo conoscevo bene ed inghiottii senza alcun problema. Dento il ristorante le cose tornarono alla normalità e la cena fu molto gradevole. Terminato di mangiare Marco chiese il conto e pagò dicendoci che era molto contento di avere conosciuto una vacca così disponibile ed un cornuto così gentile e che per la sera aveva in serbo una sorpresa, Valeria sorrise facendo intuire che sapeva quello che sarebbe successo. “Dammi le chiavi” mi disse Valeria salendo al posto di guida, Marco mi indirizzò aprendo la portiera posteriore, Pensavo che sarebbe salito davanti per pastrugnare Valeria alla guida invece si mise seduto vicino a me. “Fammi vedere che oltre che cornuto sei anche una brava puttana anche tu, fammi un pompino disse ed estrasse il cazzo barzotto dai pantaloni. Valeria seguiva la scena dallo specchietto retrovisore. Esitai per un attimo e Marco allora mi prese la testa e la guidò verso il suo cazzo. Cominciai così a segarlo lentamente ed a dargli delle leccate fin a che non fu bello dritto. “Bravo hai un’ottima bocca preparalo ben duro che quella mignotta di tua moglie ama il cazzo bello tosto”. Valeria sorrise ed aggiunse “fai come dice se vuoi farmi contenta”. Mi misi di impegno e lo feci diventare di granito al che Marco lo estrasse dalla mia bocca e cominciò a schiaffeggiarmi la faccia con il suo enorme uccello. Poi mi disse, basta così devo tenere il cazzo in fresco per Valeria, non vorrai che la deluda.

Arrivati a casa Valeria, mentre eravamo in ascensore aprila borsa ed estrasse lo slip che si era tolta mentre eravamo al ristornate senza che me ne accorgessi e me lo mise con fare derisorio sulla testa. “Aprila porta cornuto che io e Marco siamo impegnati”. In effetti erano avvinghiati ognuno con le mani sul sesso dell’altro. Entrati in casa in un attimo Marco fu nudo e Valeria tenne le sole calze ed i tacchi quindi si mise a pecorina incitando Marco a sfondarla e me a leccare figa e palle. La pecorina andò avanti per un po’ fino a che Valeria non godette mentre il cazzo di Marco imperterrito svettava.

“Ed ora la sorpresa” disse Valeria. “Stefano spogliati nudo e mettiti a pancia in giù sul letto”. Obbedii e un attimo dopo che ero sdraiato sentii che Marco mi faceva colare del gel fra le natiche. “Stasera per festeggiare, ti sfonderò il culo!”. Ero terrorizzato ed eccitato al tempo stesso. Il cazzo di Marco era molto grosso, non avevo mai preso cazzi in culo e perfino Valeria che il culo lo aveva dato a destra e manca, da Marco non si faceva prendere. Avevano provato una volta ma entrata mezza cappella si erano dovuti fermare perché il buco di Valeria si rifiutava di dilatarsi ulteriormente.

“Non preoccuparti” mi disse Valeria, prima di infileremo qualcosa d’altro e tornò dalla cucina con una zucchina di dimensioni ragguardevoli anche se inferiori a quelle di Marco. Il bull Valeria si misero davanti a me, lei con la zucchina e lui col suo cazzo e mi dissero che volevano vedere se il finocchio puttana era bravo a fare i pompini doppi. Mi misi di impegno eccitato dalla prospettiva del doppio cazzo, umiliato da come mi stavano trattando ma per questo col cazzo duro che sbavava come non mai. Mettiti alla pecorina mi intimò Valeria cosa che feci subito. “Hai visto il cornuto? Si è eccitato guarda che macchia ha lasciato sul letto” disse Marco”. Intanto Marco mi aveva lubrificato bene il buco del culo e quindi ci aveva infilato, una alla volta, tre dita. Non mi aveva fatto male ormai la dilatazione poteva ospitare la zucchina e Valeria, appena Marco tolse le dita, la appoggiò sul mio sfintere e prese a spingere. Avanzava di un paio di centimetri ed indietreggiava di uno lasciano che il buco si allargasse ed abituasse poi continuava con questa tecnica fino a che la zucchina fu inserita per 10 centimetri buoni dentro il culo. Sentivo un gran calore e stranamente poco bruciore. Valeria con una mano mi infilava la zucchina e con l’altra mi faceva una specie di sega mingendomi come una vacca. Marco intento si era posizionato davanti a me e mi passava il cazzo in faccia. Ad un certo momento mi disse “vedi di leccarmi per bene il cazzo, ti conviene frocetto perché stai sicuro che stasera non me ne andrò fino a che non ti avrò bende sfondato”. Quindi mi tappò il naso costringendomi a respirare con la bocca quindi mi infilò la sua grossa nerchia in bocca fin dove riuscì. Ero un panino imbottito, da una parte un cazzo di dimensioni notevoli dall’altro una zucchina manovrata dalla mia ragazza. Ormai la zucchina non faceva più fatica ad andare avanti ed indietro e Valeria disse “è pronto, vieni a sfondarlo così lo ringraziamo per bene per questo anno in cui ha sempre obbedito e portato le corna senza protestare. Marco sfilò il suo randello dalla mia gola, raggiunse Valeria che estrasse la zucchina per fargli posto. Marco si posizionò per bene dietro di me, mi appoggiò la cappella sullo sfintere e cominciò a spingere. Sebben ben lubrificata al primo colpo non entrò più di mezza cappella e ci vollero tanto bruciore e 10 minuti buoni prima che la cappella fosse dentro. “Fermatevi li esortai mi fa troppo male” implorai i due. Valeria mi rispose “aspetta e vedrai che non ti fa più male”. Aveva ragione nel giro di altri 5 minuti Marco fece sprofondare dentro di me quasi 15 centimetri di cazzo, lo sentivo dentro ed era una splendida sensazione quella di essere posseduto da un vero stallone. Ero cornuto e finocchio al tempo stesso così come schiavo della mia ragazza e del suo amante. Marco cominciò a pomparmi prima lentamente e poi sempre con più foga fino a quando non esplose nelle mie viscere con la seconda sborrata della giornata. La prima era andata ad appannaggio di Valeria che però me la aveva trasferita la seconda invece era stata scaricata direttamente dentro di me. Marco estrasse il cazzo e venne davanti a me. “Puliscimi cornuto” mi ordinò. La cosa mi umiliava e dava molto fastidio ma al tempo stesso ero grato per il trattamento ricevuto così feci del mio meglio per ripulire il cazzo di Marco quindi mi abbattei stremato sul letto.

Passarono pochi minuti e sentii che Valeria e Marco confabulavano in cucina. “Ultimo regalino” esclamò Valeria che nel frattempo si era spogliata. Vieni in bagno, mi fecero sdraiare nella vasca quindi Valeria si mise sopra di me e mi disse “apri la bocca frocio cornuto” e cominciò a pisciarmi in bocca, dopo pochi secondi sentii un altro getto caldo, Marco da bordo vasca mi stava puntando addosso quello che sembrava il getto di un idrante prendendomi bocca ed occhi. Quando i due ebbero finito di urinare aprirono l’acqua e Valeria mi disse “lavati che fai schifo”. Presi le forze residue e mi lavai facendomi una doccia. Di la intanto Marco stava vestendosi e salutando Valeria. Feci appena in tempo a mettere dentro la testa in camera per vedere un bacio appassionato fra i due quindi Marco si avviò verso la porta e mi disse “spero che le sorprese ti siano piaciute tutte” non avevo parole e rimasi lì come un baccalà. “Vieni a letto che sono stanca e voglio dormire” mi disse Valeria. Entrai nel letto e di li a pochi secondi stavo dormendo stremato e contento.

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