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“Scopami!”, una voce come un semplice sussurro, appena percettibile, nel buio della stanza dove l’uomo stava riposando.
“Si… scopami, ti prego!” ripeteva quella strana voce, diventando leggermente più nitida mentre l’ombra di un corpo femminile fuoriusciva dall’oscurità divenendo appena visibile al chiarore della Luna mentre si avvicinava al letto e vi montava sopra con movimenti lenti e sinuosi, come un grande felino che studia la sua preda pronta a balzare su di essa.
L’uomo stava lì, senza reagire, completamente incosciente di quella presenza vogliosa ed insaziabile, mai doma e soddisfatta neppure dopo la notte che avevano appena trascorso insieme, dopo essersi donati, riempiti e ricoperti vicendevolmente di umori e succhi del proprio piacere carnale e lussurioso.

Uno sguardo rapido di lei non potè fare a meno, nonostante l’oscurità quasi totale, i resti della battagia furiosa di un paio d’ore prima, vestiti sparsi ovunque e il lenzuolo sfatto che pendeva da un lato del letto, non avendo potuto resistere nella posizione originale sotto i colpi delle poderose spinte e dei repentini cambi di posizione di entrambi durante i multipli e consecutivi amplessi che li avevano visti come protagonisti principali ed esclusivi.
Quello stesso lenzuolo che alla meglio l’uomo aveva tirato a ricoprire solo la parte inferiore del proprio corpo prima di cadere in quel sonno profondo che solo le grandi scopate con la sua donna potevano donargli, svuotato di seme e di energie, nonostante la grande resistenza e durata di cui era dotato.

La figura di lei stette ad osservarlo ancora per un singolo istante, stando in piedi vicino a dove i piedi di lui si trovavano, coperti dal lenzuolo stropicciato che ben presto lei sollevò muovendosi in basso per infilarsi sotto di esso e pian piano risalire il letto fino a raggiungere il suo scopo.
Non aveva bisogno di vedere per capire come fare per raggiungere la meta di cui aveva bisogno, la parte che di più agognava di lui, da sempre e per sempre, senza poterne fare a meno per più di qualche ora al massimo.
Le sue labbra lo stimolarono percorrendo in lungo e in largo l’intera dimensione che già iniziava a diventare maggiore e pronta per lei, nonostante lui fosse dormiente e apparentemente inconsapevole di tutto ciò che stava accadendo, ma a lei non importava affatto, aveva bisogno di quella carne ancora una volta e del suo dolce nettare per appagare la sua sete.

Lo prese nel suo antro famelico mentre il lenzuolo si muoveva al ritmo con lei, piano ma costante, non voleva svegliarlo, sapeva che a lui piaceva tutto ciò perché non era di certo la prima volta che accadeva, che lei prendeva tutto il suo seme appagandosi perfino quando lui era sfatto e distrutto, perché lei non lo era mai, una guerriera indomabile, una leonessa sempre affamata e assetata di piacere e lussuria.
La sua mano andò su quel grosso sacco in cui lui conteneva quel piacere che lei solo poteva e doveva ricevere, massaggiandolo e spremendolo amorevolmente quasi a voler lei stessa costringere quel liquido saporito a fuoriuscire quanto prima mentre la testa sprofondava il più possibile e il suo viso si appoggiava al ventre di lui ogni volta che la sua gola bollente lo ospitava come il migliore dei rifugi durante una tempesta… la tempesta della sua voglia di sesso e nettare.

Il tempo parve non passare mai, dilatarsi all’inverosimile mentre quel gioco lussurioso e perverso allo stesso tempo continuava, fino a quando non sentì ogni singolo centimetro tendersi ed esplodere in caldi ed enormi fiotti mentre lui ancora dormiva ma meno profondamente, di tanto iniziando a muoversi sul punto di destarsi ora che i primissimi raggi luminosi dell’alba autunnale eran sul punto di fare capolino.
Lei prese tutto di lui, ripulendo completamente come se nulla fosse mai accaduto prima di scivolare fuori dal lenzuolo e rimetterlo a posto allo stesso modo in cui si trovava prima di deglutire e gustare il buon sapore del suo premio.

Una mezz’ora dopo, l’uomo svegliandosi la raggiunse in cucina dove lei era già pronta, vestita di tutto punto per il lavoro con la colazione per lui già sul tavolo “Buongiorno cara, non mi fai compagnia stamattina? Sai che è importante fare colazione al mattino per affrontare al meglio la giornata.”, lei gli sorrise e fece spallucce prima di avvicinarsi a lui e baciargli dolcemente la guancia “Lo so amore, purtroppo oggi vado un po’ di fretta… comunque tranquillo, ho preso il mio solito frullato super-proteico, sai che quello funziona sempre. Ci vediamo stasera…” aggiunse lei prima di prendere le sue cose e lasciare la casa, pronta e piena di energia per afforntare una nuova giornata.
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Spero che questo racconto sia stato piacevole da leggere almeno quanto è stato per me scriverlo e cercare di rendere al meglio le sensazioni dei protagonisti.
Come sempre attendo numerosi i vostri commenti e suggerimenti per i futuri capitoli di questa o altre storie, o semplicemente curiosità e domande che vi sono venute in mente leggendo questo racconto, sulla mia e-mail di riferimento madipreros90@outlook.com
Buon proseguimento a tutti voi e buona lettura.
Il vostro Madip.

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