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Nell’estate del 1990 Danilo invitò tutti gli amici a passare una domenica in piscina in campagna sua, mentre si scherzava in acqua io andai a urtare il mio fondo schiena sul ventre del padre, essendo nella parte alta della piscina lui mi afferrò per i fianchi facendomi sentire il suo cazzo, pensai in un primo momento che era stato un caso, ma dopo si ripeté non casualmente ma volutamente da lui, facendomi sentire il suo cazzo duro in mezzo alle chiappe, mi divincolai dalla sua presa, notai che per qualche motivo mi aveva preso di mira. Andai in bagno e lui mi fece compagnia facendomi dei complimenti, che ero un bel ragazzo, appena fummo dentro mi afferrò la mano e la mise nel suo cazzo dicendomi che mi desiderava tanto, che voleva scoparmi, aveva il cazzo duro ed anche bello a vedere, grosso, una bella cappella, glielo afferrai per circa dieci secondi sempre accompagnato dalla sua mano e poi scappai via, raggiungendo gli altri, Giuseppe mi stava sempre vicino, mi corteggiava, mi trattava con gentilezza corteggiandomi appena poteva, diceva che avevo un bel culo belle gambe bella bocca ero meglio di una donna, gli risposi che era pazzo e di smetterla, che non mi piaceva questo gioco, ma piano piano quelle parole provocarono turbamento e un piccolo brivido cominciò ad attraversare il mio corpo, non pensavo di fare questo effetto, una forte sensazione di calore mi assaliva, tutte quelle attenzioni, cortesie, cominciavano a suscitare in me soddisfazione, cominciai ad assecondarlo, ringraziandolo per quello che sentiva per me, di tanto in tanto quando poteva mi accarezzava e la cosa non mi dispiaceva, mi ero arreso avevo cessato di opporre resistenza alle sue intenzioni, lui continuava sempre a riempirmi di complimenti con garbo e sensualità parlando con me usando aggettivi femminili, io sorridevo dicendogli che esagerava, in me stava iniziando una metamorfosi interiore, il tempo passava tra tuffi in piscina e balli, Giuseppe ed io ci divertivamo, riempendomi di attenzioni. Il tempo passava inesorabilmente senza accorgercene, il buio cominciava a calare e avevamo acceso il barbecue eravamo seduti uno accanto all’altro su un divano, mi propose di andare dentro a bere un bel cognac, l’idea del cognac mi allettò, accettai, ci alzammo e ci dirigemmo verso casa, nel tragitto mi abbracciò per la vita stringendomi a sé, io, feci altrettanto, una volta dentro abbassò la mano sui miei glutei palpandoli sollevando la camicia e infilandola dentro il costume, lo lasciai fare, mi disse che con quella camicia sembravo una donna, più bella di una donna, sculettai mentre andavamo nel salone, una volta entrati chiuse a chiave, le finestre erano chiuse, nessuno ci poteva vedere, mi tolse la camicia e mi invitò a sedere sul divano, anche lui si tolse la camicia, versò il cognac in due bicchieri porgendomene uno e si sedette accanto a me accarezzandomi la coscia chiamandomi Federica, ricominciò a riempirmi di complimenti tra un sorso e l’altro, si alzò e si tolse il costume, il cazzo era marmoreo, nodoso, glielo presi in mano e cominciai a masturbarlo, era poderoso, mi tolse il costume, eravamo entrambi nudi, ammirava il mio corpo quasi glabro, mi prese la testa con le mani portandola sul cazzo, prima lo annusai aveva un odore acre, pieno di desiderio, baciai la cappella, presi il bicchiere che avevo posato sul tavolo bevvi tutto d’un fiato il cognac restante e presi in bocca il cazzo che mi entrava a malapena strofinando la lingua e succhiandolo per bene cercando di infilarne il più possibile Giuseppe grugniva come un maiale, con una mano lui spingeva la testa e con l’altra mi accarezzava il corpo, dicendomi che ero una gran troia bocchinara, lo aveva capito appena entrato ciò che ero, era riuscito a tirare fuori la mia parte femminile, con la quale ogni tanto mi confrontavo guardandomi allo specchio, ed era venuta fuori, aveva spezzato le catene liberandosi, era la prima volta per me che mi avventuravo in questo ruolo di femmina dentro quattro mura, succhiavo il suo cazzo cercando di infilarne il più possibile in bocca, strofinando la mia lingua sulla cappella e su tutta l‘asta con piacere, con gusto, il gusto e l’odore del cazzo si erano mescolati con quelli della mia bocca diventando una cosa sola, poi sentii il suo cazzo ingrossarsi sentii attraverso la mano con cui glielo tenevo iniziare le pulsazioni del piacere inondandomi la bocca di sborra calda e abbondante mentre lui mi spinse con forza la testa sul suo cazzo, ingoiai tutto succhiandogli la cappella con goduria, grugniva, godeva come un porco, poi si distese sul divano mentre io continuavo a succhiarlo con meno veemenza leccando il cazzo le palle e parte delle cosce, sentivo il mio viso imbrattato e odorante della mia saliva e della sua sborra e del suo cazzo, mi strofinavo il suo cazzo in tutto il viso, mentre lui mi riempiva di complimenti di aggettivi e attributi, poi decidemmo di ritornare dagli altri, indossai il costume e la camicia, potevo sciacquarmi il viso ma decisi di non farlo, volevo conservare quell’odore che mi eccitava, mi faceva sentire libera e troia, prima di uscire mi fece sfilare come una donna, poi mi abbracciò e uscimmo, ci prendemmo qualcosa da mangiare, mentre gli altri ci chiedevano dove eravamo stati per tutto questo tempo, scherzando risposi che eravamo stati intimità, ridendo tutti, ci sedemmo in disparte parlando di ciò che era successo, che era stato bello, e che dovevamo andare oltre, mi faceva sentire bene riusciva a estrapolare la femmina che era in me, anche se era un gioco, per me era una trasgressione, un modo di giocare dentro quattro mura e non oltre, erano le 11 di sera, con la scusa di sentire freddo gli proposi di entrare dentro, potevamo parlare più liberamente senza che nessuno di tanto in tanto ci interrompesse, facemmo un tragitto più lungo facendo un altro giro eravamo abbracciati e io sculettavo come una troietta, entrammo nel salone prese due bicchieri e la bottiglia di cognac e salimmo sopra in cui c’era un salone più piccolo, con un solo divano e un tavolinetto dove poggiò i bicchieri con la bottiglia, riempì i bicchieri e ci spogliammo nuovamente, in fondo c’era una cassa panca l’aprì e tirò fuori un paio di sandali con tacco circa 10 stranamente della mia misura, segno che non era la prima volta che faceva ciò, che mi fece indossare, mi stavano benissimo e io mi sentivo bene, fece un grugnito di piacere, il suo cazzo che era semi duro divenne nuovamente turgido e marmoreo, bevemmo il cognac e accese lo stereo mettendo della musica lenta ballammo stringendoci, riusciva a trasmettermi tutto il desiderio che nutriva per me baciandomi il petto, mi portò nella camera da letto si sdraiò e io cominciai a leccarlo dalle ginocchia passando per cosce per arrivare fino al cazzo che presi in bocca con avidità e desiderio, leccandolo e succhiandolo, facendo sentire la mia lingua in tutta la sua ponderosità e maestosità, in un batter d’occhio fui invaso nuovamente dagli odori e dai sapori sessuali, assumemmo la posizione del 69 e comincio a palparmi le natiche e leccarmi il buco del culo infilando la lingua, fu una sensazione stupenda cercata da tanto tempo, infilavo il cazzo più in fondo possibile con piacere voluttuoso, succhiavo e ingoiavo, finché non godette gridando col rischio che ci sentissero, schizzando tutto dentro la mia bocca, ingoiando il seme del piacere con desiderio, ripulii tutto con la lingua, il suo cazzo meritava tutto ciò, restammo sdraiati, avevo addosso sempre gli odori del suo cazzo e dei nostri liquidi, che mi rendevano fiera e che mi eccitavano, mi propose di rivederci da soli, e se ero disposto a indossare intimo e abiti femminili, accettai senza pensarci, si era fatto tardi ci rivestimmo, aprì il cassetto prese 100.000 lire e me li diede io rifiutai ma lui insistette dicendo che gli piaceva fare così, li presi, decidemmo che ci saremmo visti due giorni dopo, il martedì, quando uscimmo gli altri se ne stavano andando, mi accompagnò alla macchina ci salutammo.
L’indomani appena sveglio chiamai un estetista di che lavorava a 30 km dalla mia citta e prenotai per l’indomani una depilazione di tutto il corpo, andai a comprare dell’intimo femminile autoreggenti e perizoma e dei pantaloni aderenti quasi femminili.
Il martedì mattino andai dall’estetista mi depilai tutto il corpo, ritornai a casa, mi cosparsi il corpo di crema, chiamai Giuseppe al negozio e ci mettemmo d’accordo per l’orario e il luogo dove incontrarci, rimaniamo alle 20.30.
Giuseppe è un uomo benestante titolare di un negozio di abbigliamento un tipo molto porco.
Il pomeriggio riposai nella mia stanza, verso le 18 cominciai a prepararmi facendomi il clistere svuotando tutto l’intestino di ogni impurità, mi spalmai un po’ di crema ascoltai della musica e mi vestii.
Alle 20.30 mi presentai all’appuntamento, lui era già lì, posteggiai accanto alla sua macchina, scendemmo appena mi vide vestito in quel modo rimase di stucco emettendo un grugnito di piacere, facendomi i complimenti, dicendomi che ero stupenda, salimmo nella sua macchina e ci avviammo, ritornò sul mio abbigliamento succinto capì che avevo le autoreggenti e perizoma, mettendomi la mano sulla coscia, notò le mie braccia depilate, gli dissi che se dovevo farlo avrei dovuto essere in toto ciò che lui aveva fatto germogliare dentro di me, fece un sorriso di approvazione e compiacimento, durante il tragitto quando fummo fuori il paese mi avvicinai a lui mettendogli la mano sul cazzo che già era duro, arrivammo in campagna scendemmo aprì la porta ed entrammo, bevemmo sempre del cognac e cominciammo a spogliarci, quando mi vide nuda in autoreggenti e perizoma con il mio corpo depilato fece un gemito di piacere e approvazione dicendo che ero una divinità, prese le scarpe della sera precedente e l’indossai ero stupenda con quei tacchi guardandomi allo specchio, ero eccitato accaldato voglioso di esprimere ciò che lui aveva smosso dentro di me tirandola fuori, Giuseppe cominciò ad accarezzarmi le chiappe, le cosce, il mio corpo era morbido e liscio, mi strinse a se con forza e desiderio, presi in mano il suo cazzo bel cazzo, sentirlo nella morsa della mia mano mi dava una bella sensazione e soddisfazione, il mio corpo vibrava, gli dissi di portarmi nel letto matrimoniale, prendendomi per un braccio ci avviammo sopra, salendo le scale sculettavo ancheggiando come una troia e lui dietro che ammirava il mio corpo glabro femmineo, finite le scale ci abbracciammo e andammo nella stanza da letto, c’erano due specchi in più rispetto alla sera precedente, disse che li aveva fatti mettere il giorno dopo in modo che potessi vedere tutto della trasformazione grazie a lui, ci sedemmo sul bordo del letto cominciai a succhiargli il cazzo che era sempre duro poderoso e prorompente la cui cappella stava per esplodere, succhiando ci distendemmo sul letto mi tolse il perizoma assumemmo la posizione del 69 mi leccava il culo infilando la lingua, me lo succhiava, palpava la sua purezza integra con i polpastrelli delle dita, dopo cinque minuti di 69, mi fece mettere a pecorina si posizionò dietro di me, dagli specchi si aveva una visione quasi tridimensionale, appoggiò il cazzo sul buco del culo, sentii la cappella caldissima, pulsava di desiderio, cominciò a esercitare una piccola pressione, sentivo le crespe del culo allargarsi e la sua cappella entrare, sentivo delle fitte di dolore, piano piano il suo cazzo si faceva strada entrando lentamente, le sue mani sulle mia natiche le stringeva, gemevo sentivo del dolore, diede un leggero affondo più deciso sentii la cappella del suo cazzo che era entrata, strillai leggermente dal dolore, ma lo implorai di continuare, si fermò qualche istante per consentire ai muscoli di adattarsi facendo avanti e indietro, dopo qualche minuto riprese a spingere, fui assalito da una reminiscenza, quando la mia ex fidanzata Veronica mi fece le corna con Ilario, il nipote di Giuseppe, facendosi sfondare il culo, di come godeva e gridava dal piacere, assalito da tutto ciò spinsi io con decisone sentii il cazzo entrare tutto dentro di me con impetuosità, mi sentii lacerare dentro, sentii il retto allargarsi, gridai di dolore urlai il suo nome, supplicai Giuseppe di tenermi ferma e di pomparmi con decisione, gridavo lo imploravo di chiamarmi Veronica, e così fece, lo incitavo mi scopava con decisione e veemenza facendo avanti e indietro col suo cazzo all’interno delle mie cavità intestinali, cominciò a darmi delle sculacciate, diceva che avevo un culo stupendo, che ero una gran troia e che mi avrebbe domata per bene, cercavo di essere migliore di Veronica nel farmi scopare, dallo specchio vedevo in parte il suo cazzo entrare ed uscire, il dolore dopo qualche minuto passò e piano piano ero assalito da una sensazione di calore che partiva dal culo e si espandeva in tutto il corpo, mentre Giuseppe continuava ad affondare il suo poderoso cazzo dentro, sentivo tutta la sua asta strofinare nelle pareti del retto, apostrofandomi per troia bagascia e succhiacazzi, tutto ciò mi piaceva sempre di più, il porco di Giuseppe era resistente, affondava il cazzo con colpi ritmicamente decisi, grondavamo di sudore per le fatiche sessuali e dal forte caldo che c’era, le mie gambe cominciavano a perdere forze poi sentii il suo cazzo ingrossarsi, e lui intensificare i colpi aumentando suoi grugniti, e anche io cominciai a sentire l’avvicinarsi dell’orgasmo, le nostre grida aumentarono Giuseppe svuotava le sue palle dentro il mio intestino grugnando come un porco, io sborrai sopra il letto tremando dalle convulsioni e grugnando come una troia gridando “siiiiiii sono una troia sono la tua bagascia”ci distendemmo sul letto con lui sopra di me assestando gli ultimi colpi per svuotare le sue palle piene di sborra, quando si svuotò rimanemmo fermi qualche minuto, stringendomi poi tirò fuori il cazzo ancora fumante e vigoroso, si distese e io andai a prenderlo in bocca leccandolo e succhiandolo della sua sborra e degli umori del mio intestino violato, lo leccavo con voracità con gusto e desiderio strofinando la mia lingua sulla cappella superiore facendolo impazzire dal piacere, mi supplicava di smettere e io continuavo per quello che ero diventata e lui per punizione mi prese a sculacciate sulle chiappe, quando glielo pulii per bene, ci distendemmo sul letto uno accanto all’altra, mi chiede di Veronica.
Veronica era la mia ex fidanza due anni più piccola di me, una bella donna, il giorno di pasquetta eravamo da Ilario nipote di Giuseppe, anche lui porco, lui le chiese se poteva aiutarlo a fare una cosa, conoscendo Ilario li seguii, andarono nei box delle auto, nella cui adiacenza c’era un piccolo casotto degli attrezzi, entrarono e chiuse la porta mi avvicinai, fortunatamente c’era una piccola finestrella senza vetro dove si vedeva e si sentiva tutto, vidi che Ilario l’afferrò con forza e la baciò, lei non fece nessuna resistenza poi lei si abbassò gli sbottonò i pantaloni gli tirò fuori il bel cazzo duro che aveva e cominciò a succhiarlo, Ilario godeva, spingeva la testa sul suo cazzo, e lei che pompava e succhiava con gusto, poi la poggiò su un ripiano a pecorina abbassò pantaloni e mutande e le ficcò dentro il suo cazzo scopandola come un toro lei grugniva per non gridare dal forte piacere incitandolo, e apostrofando me per un cornuto incapace di farla godere, con un cazzo medio e non come il suo, e lui che la assecondava dandole ragione che ero un incapace e un cornuto, a vedere tutto ciò e soprattutto a sentire tutte quelle parole, fui assalito da un senso di debolezza, vedevo loro amarsi desiderarsi lui dentro di lei e lei dentro di lui, quella rabbia e gelosia che inizialmente provavo, a vederli e a sentirli, si trasformò in eccitazione, un senso di dubbio mi assalì, non so chi dei due avrei voluto essere, trovarmi al posto di Veronica o di Ilario, volevo essere lì ad abbracciare Veronica, consolarla per non aver saputo farla godere per come voleva per come meritava soddisfare la sua femminilità e ringraziare Ilario per come la montava, confrontavo me stesso con quello che vedevo quei dubbi che mi assalivano, il voler essere al posto di Veronica mi eccitava anche, e mentre mi facevo queste domande, Ilario tolse il cazzo dalla figa di Veronica e glielo ficcò nel culo, e lei emesse un grido di dolore che Ilario bloccò tappandole la bocca, mentre lui le diceva che io ero un buono a nulla, che lei meritava un toro come lui e non un effeminato come me con un cazzo mediocre, lei tolse la mano di Ilario dicendo che era vero e che ero un mediocre e un gran cornuto, fui in quel momento che Ilario sborrò dentro il culo di Veronica, e io mi sborrai copiosamente addosso godendo come non mai, fu in quel momento che colmai i dubbi da cui ero assalito, i due si ricomposero si baciarono in bocca e uscirono, io aspettai fino a quando si allontanarono mi diressi verso loro facendo finta di cercarla, la baciai in bocca, si sentiva l’odore del cazzo e anche il suo corpo emanava odore di una scopata appena finita, l’abbracciai, chiedendole dove era finita, il suo sguardo nei miei confronti non era più lo stesso mi guardava con superficialità, le dissi se era stata brava ad aiutare Ilario, e lui rispose che lo era stata, entrambi sorrisero e sorrisi anche io, tutta la giornata la passammo serenamente, accanto a Ilario naturalmente, mi sentivo più rilassato, quelle scene e quelle espressioni nei miei confronti, avevano aperto per me una nuova coscienza si apriva una nuova strada, in me era stato piantato il seme delle donna, e piano piano germogliava, e Giuseppe quel giorno la mise al mondo, rivolgendomi a lui dissi grazie a te sono quella che mi sento, anche se non posso gridarlo al mondo voglio continuare a farlo di nascosto dentro quattro mura, scopammo per tutta la notte in tutte le posizioni.
Poi verso l’una ci rivestimmo prese 500.000 mila lire e me li diede, li presi senza dire nulla, mi propose di diventare la sua amante, e mi propose anche di entrare in un giro di feste dello stesso genere, composto di persone che si divertivano in questo modo, accettai, volevo solo divertirmi senza far del male a nessuno.
Due giorni dopo mi chiamò per dirmi che l’indomani c’era il mio battesimo in una villa a circa 20 km della nostra città, mi disse di passare da lui per prendere un abito e delle scarpe.
Non credevo che esistesse un mondo del genere, fatto di persone per bene e morigerate fuori, agli occhi della gente, e dentro quattro mura si toglievano la maschera, immergendosi in un mondo trasgressione abissale, quella serata mi fruttò 2.500.000 lire, fu anche molto interessante.
Mi scrissi in palestra, dedicavo quando potevo tempo al mio corpo, cercando di renderlo più efebico possibile visto che ero richiesto.

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