Lei era la classica donna mediterranea.
Capelli corvini, ricci e assolutamente privi di un ordine se non dopo ore di tentativi. Occhioni scuri e profondissimi, osservavano e studiavano tutto con grande attenzione; quando per caso ti fissava negli occhi, rischiavi di perderti in quegli onici caldi e affascinanti che ti lasciavano un’ impressione di notti calde d’estate, passione e sensualità.
La sua pelle levigata e calda, olivastra come solo il Mediterraneo è capace, profumava di femminilità e sesso, passione e sesso, desiderio e sesso, era inebriante e conturbante.
Mi persi a chiedere a cosa pensava, a cosa erano capaci di mormorare quelle splendide labbra tumide nei momenti di passione, quando in preda alla lussuria ogni freno inibitore cade e , semplicemente, parlano le nostre anime.
Osservai a lungo le gambe lunghe e tornite, piene, forse non da passerella, ma assolutamente da stringere, palpare, quasi mordere. Rannicchiate contro il torace in posizione quasi fetale, ne potevo ammirare tutto il profilo liscio e sinuoso.
Il seno, poi, si intuiva abbondante e prosperoso, ma non cadente, tutt’altro, l’ avresti definito sodo come il marmo e caldo come il fuoco.
Con uno scatto repentino e rabbioso, distese tutta la sua figura, evidenziando come il ventre fosse solo lievemente appesantito da quella che si può definire una vita normale e non caratterizzata dalla smania della linea, i seni, non più compressi, diedero splendida mostra della loro elasticità rispondendo armonicamente al brusco movimento, mente i capezzoli, turgidi, svettavano fieri e impertinenti, incuranti della situazione.
Si mosse ancora in maniera quasi convulsa, mentre il suo corpo nudo, adagiato sulla neve, pian piano avvertiva i sintomi del freddo, i muscoli iniziavano involontariamente a contrarsi facendola tremare e battere i denti, non so se per lo shock o per il gelo che pian piano si insinuava nelle giunture, sotto la pelle, nelle vene, nei polmoni.
Per un attimo, desiderai con tutto me stesso avvicinarmi a lei, denudarmi e possederla con forza e passione tanto era erotico, sensuale e mozzafiato lo spettacolo offerto da quel corpo nudo e guizzante.
Poi, tornai lucido.
Mi voltai e tornai all’auto, lasciata accesa, e al suo rassicurante tepore.
Abbassai il finestrino, ascoltando i suoi rabbiosi insulti.
“Schifoso bastardo!! Oserai mica abbandonarmi qui, nuda, nella neve, lontana da tutto???”
Osai.
Non era lontana da tutto, il bosco lo conosceva bene.
Era qui che veniva a correre con lui. Oddio, correre..beh era qui che veniva con lui.
Ripartii sgommando, non avevo più molto tempo e tanta strada da fare.
Lui, lui sì che l’avrei lasciato nudo, nella neve, lontano da tutti.
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Bhe...è difficile che si ricevi un commento, Questo sito non è tantissimo frequentato da gente attiva :)
Una serie di racconti sempre più eccitanti, alla fine Gianni ha raggiunto il suo scopo
Mi sa che alla prossima Gianni raggiunge l'obbiettivo
Un vero cuck, lei senza problemi gli racconta, d'altronde lui glielo aveva permesso al telefono