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Il bosco innevato.

By 5 Febbraio 2018Aprile 2nd, 2020No Comments

Lei era la classica donna mediterranea.
Capelli corvini, ricci e assolutamente privi di un ordine se non dopo ore di tentativi. Occhioni scuri e profondissimi, osservavano e studiavano tutto con grande attenzione; quando per caso ti fissava negli occhi, rischiavi di perderti in quegli onici caldi e affascinanti che ti lasciavano un’ impressione di notti calde d’estate, passione e sensualità.

La sua pelle levigata e calda, olivastra come solo il Mediterraneo &egrave capace, profumava di femminilità e sesso, passione e sesso, desiderio e sesso, era inebriante e conturbante.

Mi persi a chiedere a cosa pensava, a cosa erano capaci di mormorare quelle splendide labbra tumide nei momenti di passione, quando in preda alla lussuria ogni freno inibitore cade e , semplicemente, parlano le nostre anime.

Osservai a lungo le gambe lunghe e tornite, piene, forse non da passerella, ma assolutamente da stringere, palpare, quasi mordere. Rannicchiate contro il torace in posizione quasi fetale, ne potevo ammirare tutto il profilo liscio e sinuoso.

Il seno, poi, si intuiva abbondante e prosperoso, ma non cadente, tutt’altro, l’ avresti definito sodo come il marmo e caldo come il fuoco.

Con uno scatto repentino e rabbioso, distese tutta la sua figura, evidenziando come il ventre fosse solo lievemente appesantito da quella che si può definire una vita normale e non caratterizzata dalla smania della linea, i seni, non più compressi, diedero splendida mostra della loro elasticità rispondendo armonicamente al brusco movimento, mente i capezzoli, turgidi, svettavano fieri e impertinenti, incuranti della situazione.

Si mosse ancora in maniera quasi convulsa, mentre il suo corpo nudo, adagiato sulla neve, pian piano avvertiva i sintomi del freddo, i muscoli iniziavano involontariamente a contrarsi facendola tremare e battere i denti, non so se per lo shock o per il gelo che pian piano si insinuava nelle giunture, sotto la pelle, nelle vene, nei polmoni.

Per un attimo, desiderai con tutto me stesso avvicinarmi a lei, denudarmi e possederla con forza e passione tanto era erotico, sensuale e mozzafiato lo spettacolo offerto da quel corpo nudo e guizzante.

Poi, tornai lucido.

Mi voltai e tornai all’auto, lasciata accesa, e al suo rassicurante tepore.

Abbassai il finestrino, ascoltando i suoi rabbiosi insulti.

“Schifoso bastardo!! Oserai mica abbandonarmi qui, nuda, nella neve, lontana da tutto???”

Osai.

Non era lontana da tutto, il bosco lo conosceva bene.

Era qui che veniva a correre con lui. Oddio, correre..beh era qui che veniva con lui.

Ripartii sgommando, non avevo più molto tempo e tanta strada da fare.

Lui, lui sì che l’avrei lasciato nudo, nella neve, lontano da tutti.

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