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Il caffè

By 2 Settembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

I giorni passano, a volte, sembrano tutti uguali, ho preparato il caff&egrave, vorrei prenderlo con te, il mio pensiero corre, desidero sentire il tuo odore, un odore intenso, cercato, un maledetta malattia olfattiva che mi costringe a pensare a te, lacerandomi, si lacerandomi cuore ed anima.
Guardando nei tuoi occhi sembri non interessata, le labbra ferme, il tuo viso immobile, impossibile elaborare pensieri che non vadano al dì la di semplice e comune un buongiorno.
Nella mia mente, invece, sale e cresce il desiderio, mentre il sole illumina la stanza, il letto disfatto, un cuscino sul pavimento, le lenzuola attorcigliate al fondo, io con lo sguardo perso nel vuoto, distratto dal fluire dei ricordi, ferito dal tagliente colpo di spada della tua indifferenza.
Un dolore, un terribile dolore che lacera l’anima, a cui non si pone rimedio con un caschet, un senso di debolezza e solitudine infinito, una solitudine contro la quale &egrave vana ogni lotta, avvolto dal grigiore dell’immagine spenta che mi circonda, dalla mancanza di sorriso, dagli occhi poco determinati.
Una brutta giornata da iniziare, improvvisamente suona il campanello d’ingresso, &egrave Giorgio il mio amico fraterno, sorridente, allegro e come sempre loquace, hai preparato il caff&egrave? Bene!! Un buon caff&egrave? La tua compagna? Nel frattempo lei esce dal bagno vestita del solo perizoma con cui vi si era recata, rimaniamo in imbarazzo tutti e tre, solo per un attimo, Giorgio esclama: puttana che gran donna che sei!!! La culla del desiderio!!! Una risata contagiosa ci assale, l’imbarazzo cede di schianto lei abbassa le braccia, non si copre più i seni, i miei occhi si accendono, so che Giorgio le &egrave sempre piaciuto, a lungo ne ha parlato con me, qualcosa esplode, lei si muove come una ‘professionista’ in una recita naturale, non finta da pessima attrice, senza imbarazzo le si avvicina, da consumata puttana, che sta succedendo? domando tra me.
Il mio sorriso si allarga, lei mi osserva, abbraccia il mio amico e lo bacia, lo bacia sulla bocca, appassionato bacio colmo di sensualità, tanto da sorprenderlo ed imbarazzarlo, sono attimi, interminabili, lui risponde intrecciando la lingua con la sua, in me quel senso di pace che non comprendo, qualcosa nell’aria &egrave cambiato, penso che forse era la puttana che ho sempre desiderato e sognato.
Lei seducente nelle movenze, senza pudore, si struscia contro il suo petto, i suoi seni hanno i capezzoli ritti, lo stringe, lo accarezza, gli sposta i capelli, cala una mano e gli apre la patta, infila le dita e gli accarezza il membro, si volta e sorride, mi invita, mi invita a toccarla, mi invita ad insultarla.
Da timida, arrossiva per un complimento, a ‘professionista’, da seriosa maestrina a ‘gran puttana’, ha un corpo stupendo, &egrave uno schianto, io apprezzo, il mio cazzo apprezza, ora mi chiama di nuovo con voce provocatoria, mente si abbassa per vedere l’effetto delle sue dita, lui suda, chissà cosa pensa in questo momento, rimango colpito nel veder ingoiare il cazzo di Giorgio, gli scoppiano le tempie, freme impazzito, lei gli avvolge l’uccello, una lingua impazzita corre sull’asta.
Le sono dietro, scosto il sottile filo del perizoma, con un dito le sfioro la figa, &egrave zuppa, &egrave in calore, lei urla sfondami, dammelo e sfondami, lo punto comincio a spingere, ora la pompo spingendolo in fondo, voglio farlo sentire più a fondo, lei incita il mio movimento, muove le anche, non perde un colpo, Giorgio &egrave al limite, tra poco esplode, lei lo sente, gli dice dai si, sporcami tutta, sono una cagna, alle parole reagisce di getto, una lunga sborrata le insudicia la faccia, lei gode, si sente sporca e questo le piace.
Alla visione non reggo, le riempio la figa, urlando puttana, lei come impazzita, si agita e viene, viene in silenzio, con gli occhi di ghiaccio, ora si tocca, si infila due dita, estrae il mio seme e lo porta alla bocca, lo voleva sentire, lo voleva assaggiare, ora si placa, si alza, e dice: &egrave un anno che sogno, ora vi voglio con calma ma dopo il caff&egrave’..
Ilcortese.

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