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Capitolo 3

Marco pensa troppo a sua sorella

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“É vero”, ammise con dolore Marco mentre scorreva sullo schermo dello smartphone l’album Instagram di Cinzia, “alle elementari ero innamorato di lei.”
Contemplò le immagini che si susseguivano sul piccolo schermo, ripensando alla ragazza quand’era più giovane, quando frequentavano la scuola insieme. Allora era una bella bambina, dagli occhi scuri ed i capelli neri, educata e timidissima. Allora Marco poteva parlarle, sebbene a quei tempi fosse molto timido anche lui. Nell’ignoranza e candore dei primi anni di vita, quando l’adolescenza con i suoi ormoni ed i suoi sconvolgimenti psicologici si riduceva solo ad un futuro problema di brufoli, desiderava sposare Cinzia, avere con lei dei figli andando a ritirarli in qualche ignoto ufficio dell’ospedale, e passare felicemente con lei tutta la vita.
Ora, che l’adolescenza era pressoché terminata e lui si aspettava che, oltre che in mezzo alle gambe, si fosse completato anche lo sviluppo dell’organo che ospitava tra le orecchie, si era reso conto che, sebbene il corpo di Cinzia fosse fiorito fino a raggiungere una perfezione che trasudava da ogni foto pubblicata, insieme alla timidezza sembrava aver perso ogni segno di educazione e creanza.
Bastava guardare il suo album per capirlo, anche senza sobbarcarsi il dispiacere di parlarle: nudo integrale, in posizioni che avevano il solo, spudorato scopo di eccitare chi le guardava, in posizioni palesemente sessuali o che cercavano di mostrare al meglio il seno ed il sedere, entrambi, inutile negarlo, stupendi. Solo delle strisce di colore (color pelle, ovviamente) nascondevano i particolari più interessanti, e la descrizione sotto ogni immagine prometteva di vedere tutta la pelle iscrivendosi all’Onlyfans di Cinzia.
Tempo prima, dopo aver iniziato a seguire, con un account fasullo appositamente creato, la ragazza su Instagram, Marco era andato sul sito consigliato, ma aveva scoperto che l’abbonamento mensile allo stesso, quello più economico che consentiva di vedere quelle che erano le immagini meno esplicite di Cinzia, partiva da cinquanta euro. Il ragazzo non avrebbe mai potuto permettersi, con il lavoro attuale, la pazzia di vedere le tette di Cinzia o il suo culo in tutta la loro integrale magnificenza.
Un paio di suoi amici avevano avuto perfino il coraggio di fare l’abbonamento di terzo livello, dei cinque disponibili, raccontandogli di video in cui la ragazza si trastullava con banane, zucchine e, si vociferava, un mattarello. Di fronte alla sua incredulità, una volta gli venne mostrato uno di questi filmati, salvato su uno smartphone: Cinzia, completamente nuda, assisa su un tavolo da cucina, prima leccava vogliosamente una zucchina, poi l’ortaggio scivolava nel suo sesso, tra le sue labbra porpora, mentre la ragazza gemeva sempre più forte. Quando aveva finito e la zucchina era diventata l’invidia di ogni uomo che avesse posato gli occhi sulla mora, questa era uscita dal corpo di Cinzia completamente lucida di umori. Per completare l’opera e fare impazzire completamente Marco, la ragazza aveva sollevato il vegetale e fatto gocciolare sulla propria lingua, sorbendosi con palese piacere il proprio stesso liquido corporeo. Il povero ragazzo, nonostante provasse ormai solo disprezzo per Cinzia, non aveva potuto fare altro che chiudersi in un gabinetto e scaricare la propria rabbiosa eccitazione.
Nessuno che conosceva aveva mai provato a fare l’abbonamento di quinto livello, ma era risaputo che nella casa in affitto dove abitava Cinzia passassero tutti i giorni almeno uno o due uomini diversi, da fotografi esperti nel “glamour”, pagati aprendo le gambe, a mancati attori porno o semplici ragazzi dal bell’aspetto disposti a fottere una strafiga come lei davanti ad una videocamera, rendendo difficile equivocare cosa si nascondesse dietro ad un pagamento da quattrocento euro al mese,
“Che vada affanculo anche lei”, si disse Marco, appoggiando il telefonino sul comodino e prendendo il tablet. Era stata una giornata pesante già sul lavoro, che era divenuta di merda dopo aver visto quella troia. “Non solo mi prende per il culo, ma mette in testa idee idiote a mia sorella. Cosa cazzo perderà del tempo Chiara con Cinzia?”
Si sedette sul letto e accese il computer. Aveva bisogno di rilassarsi un po’, e adesso che sua sorella era andata a dormire nella propria stanza, un porno sarebbe stato un toccasana. Si accomodò meglio, aprì il suo sito di pornografia gratis preferito e iniziò a scegliere un filmato che lo aggradasse. Provò a sfogliare il catalogo delle proposte, leggendo velocemente i titoli in inglese o le oscene traduzioni in italiano fatte da un qualche computer che non avrebbe saputo trovare il Belpaese nemmeno su Wikipedia e guardando le anteprime. Passò un paio di schermate, ma non trovando nulla che lo ispirasse veramente decise di smetterla di perdere tempo e cliccò sulla casella di testo per la selezione. Aveva le sue pornostar preferite, e una che non lo aveva mai deluso era Tori Black.
In pochi istanti lo schermo divenne una griglia ordinata piena di piccole Tori che davano piacere a uomini e donne, o si divertivano con un pezzo di plastica. Controllò velocemente e cercò un video che non aveva mai visto. Lo trovò e, dopo aver indossato le cuffie e inserito il jack nel foro laterale del tablet, toccò il tasto del play.
Sul monitor, a schermo intero, davanti ad una pancia piena di addominali, la splendida ragazza dagli occhi neri e i capelli corvini mostrava alla perfezione tutto il desiderio che la animava. Sussurrava qualcosa mentre afferrava i jeans del suo amante e apriva il bottone che li teneva chiusi, un sorriso di sorpresa e soddisfazione illuminava il suo meraviglioso volto mentre i pantaloni si abbassavano ed una nerchia grossa quanto un polso si alzava improvvisamente davanti a lei come un cobra pronto ad attaccare.
“Belle fighe sempre vogliose e uomini superdotati allergici alle mutande”, constatò Marco con un sorriso. “Come fai a considerare questa roba come reale?” Nel frattempo, comunque, anche lui aveva provveduto ad abbassarsi i pantaloni e le mutande, sentendo l’aria fresca della sera accarezzare il suo, di membro, già gonfio dopo la visione delle fotografie di Cinzia. Non prese fazzolettini: adorava sentire il contatto della pelle della mano con quella del cazzo, come quando una ragazza gli faceva una sega.
Tori mormorò qualcosa con una voce calda al suo amante, mentre afferrava il cazzo e lo scappellava lentamente. Gli elargì una lenta, lentissima leccata dalle palle alla punta. Marco ebbe un lungo fremito, mentre afferrava il proprio membro e cominciava a muovere avanti e indietro la pelle, facendo fuoriuscire la cappella.
L’attrice porno, dopo aver sparso la sua saliva sul cazzone che stringeva nella mano, aprì la bocca e spinse avanti la testa, facendone sparire una buona parte tra le sue labbra. Mosse avanti e indietro un paio di volte, per la felicità di Marco, che sorrise per come stava evolvendo la situazione.
Ma, evidentemente, il partner di Tori non era sufficientemente appagato e, dopo aver messo una mano sulla nuca della ragazza ed una sotto il mento, bloccandole la testa, iniziò lui a spingere avanti e indietro il bacino, con lo sguardo della ragazza che lo fissava divertita.
– Sì, fantastico! – esclamò sottovoce Marco, che inconsapevolmente aveva aumentato il ritmo del movimento del suo polso, mentre le casse acustiche delle cuffie riproducevano il “chomp-chomp-chomp” viscido del cazzo che stantuffava nella cavità orale dell’attrice.
Il ragazzo non poteva negare che quello era uno dei suoi sogni erotici più segreti: quanto avrebbe voluto conoscere una ragazza che gli permettesse di inserire tale pratica sessuale stabilmente nei loro incontri d’amore. L’avrebbe perfettamente ricambiato con il permesso di farla sedere sulla sua faccia, sperando le colasse in bocca. Ma al momento non importava: ormai sarebbe stato un’idiozia non approfittare di quell’attimo per una soddisfacente sega.
Sullo schermo Tori continuava giudiziosamente, e con una certa soddisfazione, a prestare la sua bocca per il raggiungimento del piacere del suo partner. “Perché non immaginare di essere quel fortunato?” si domandò Marco. In fondo, non sarebbe stata la prima volta che immaginava di essere il felice amante di Tori Black con una soddisfazione non indifferente.
Ma perché, invece, non fare le cose per bene e non sostituire la splendida pornostar con qualcun’altra? Marco non trattenne un sorriso quando il suo sguardo si posò sullo smartphone sul comodino.
Lo afferrò e, come lo accese e lo sbloccò, ecco comparire subito una delle foto di Cinzia, sdraiata su un fianco sulle coperte di un letto sfatto, completamente nuda; una gamba era piegata, aprendo bene la vista alla passera, che era stata comunque nascosta da alcune righe tracciate rabbiosamente per renderla contemplabile solo per gli utenti paganti di Onlyfans; allo stesso modo i capezzoli, malamente celati, sebbene il resto dei seni bastasse a colmare i sogni, e i coglioni, di qualunque uomo.
Il ragazzo chiuse gli occhi e, un attimo dopo, Cinzia era inginocchiata davanti a lui, le sue mani costrette con un laccio dietro la schiena. Completamente nuda, le grosse bocce protese in avanti, i glutei sodi che si aprivano dietro come una visione, i suoi occhi neri fissavano con odio Marco, sopra il cazzo che le entrava tra le labbra. Il ragazzo sorrise, quasi più soddisfatto dallo sguardo della troia che dalla sua nudità e dall’idea di ciò che stava per farle. Accompagnato dal suono che si ripeteva nelle sue orecchie, afferrò i capelli corvini di Cinzia con una mano, pose l’altra sotto il suo mento, e cominciò a spingere a fondo e poi a ritrarre, spingere e ritrarre, dentro e fuori, dentro e fuori. L’odio che bruciava negli occhi di Cinzia cresceva al passo con il desiderio che montava in lui, ma mai quanto il piacere di trattare così quella puttana.
“Ecco cosa ti meriti, lurida troia: farti fottere quella boccaccia”, le disse, mentre il suo cazzo continuava a comparire e a scomparire tra le labbra della ragazza. Sentì nel basso ventre quella sensazione che annunciava il raggiungimento del suo limite. “Dovrei venirti in bocca e soffocarti, ma preferisco umiliarti del tutto”, aggiunse, estraendo con un colpo del bacino il cazzo luccicante dalle labbra di Cinzia, che colavano copiosamente di saliva sul mento e gocciolavano sui seni.
Appoggiò il cazzo sul volto della ragazza, mentre sentiva quella strana sensazione alla base dell’asta tipica dell’approssimarsi dell’eiaculazione. Strinse più forte i capelli biondi, mentre gli occhi azzurri tramutavano la loro espressione di odio in una quasi ascrivibile alla venerazione…
“Cosa…” balbettò Marco, un attimo prima di rendersi conto della mostruosità che si stava per consumare davanti a lui.
Quella inginocchiata non era più Cinzia: il colore dei suoi capelli era cambiato, così come i suoi occhi; il suo seno era diminuito di un paio di misure o tre, e allo stesso modo anche il suo culo era diventato meno maestoso. Le labbra, ancora intrise di bava e sputo, si aprirono per accogliere le gocce di sperma che stava per sgorgare, mentre lo sguardo mostrava solo un’insostenibile attesa.
“No! No! No…” gridò Marco, ma al contempo sapeva che il punto di non ritorno era stato superato, e non sarebbe stato possibile interrompere quanto stava per accadere.
Sembrò che il suo cuore si fermasse mentre il suo cazzo spruzzava caldi e densi fiotti di sborra sul viso virginale di Chiara, sulle sue ciocche bionde e sui suoi occhi del colore del cielo. Lunghe colate bianche e luccicanti si disegnavano sul volto di sua sorella, che, a sua differenza, ridacchiava ogni volta che l’ennesimo colpo di liquido tiepido si allungava sulla sua pelle.
– Spruzza! – disse con un fiato Chiara, con un tono di voce che lo faceva apparire come l’avvenimento più felice della sua vita.
Inorridito, si allontanò dalla fanciulla quando ormai era davvero troppo tardi, e dalla cappella un’ultima goccia ritardataria, non più sospinta con forza dai movimenti dei muscoli pelvici, si limitava a colare lentamente verso il basso. “Chiara, mio dio, mi… mi dispiace!”.
Lei non sembrò affatto farsene un problema: anzi, si sporse in avanti, le braccia ancora legate dietro la schiena, il viso con la sborra che le scivolava lungo le gote e le labbra, fino sul collo e verso le piccole tette. Allungò la lingua, intercettando la goccia di seme, risalì fino alla punta del cazzo, che chiuse tra le labbra. I suoi occhi si posarono in quelli di Marco mentre, con un risucchio, suggeva il seme del fratello che era rimasto nel suo meato, ringraziandolo con lo sguardo.
Quando, soddisfatta, si allontanò dal membro, passando la punta della lingua per prendere le gocce che stavano colando sulle sue labbra, sorrise. – Grazie, Marco – disse con la sua voce vellutata. – Ora che ho bevuto la tua sborra, sono guarita dalla mia timidezza.
Marco aprì gli occhi sconvolto, inorridito. Si guardò la mano mentre, sullo schermo, il viso di Tori Black veniva impreziosito dall’esplosione di passione del suo partner: la sborra della sega colava tra le sue dita, come sangue bianco scaturito da una coltellata.
– Cazzo – sussurrò, guardando per la prima volta disgustato il suo stesso seme. Era solo una fantasia erotica che era deragliata in qualcosa che non avrebbe mai voluto, lo sapeva benissimo, ma l’immagine di sua sorella nuda, sottomessa, il volto cosparso del suo stesso sperma, era qualcosa che lo aveva sconvolto.
Colpa di quella troia di Cinzia, ne era sicuro. Cinzia e quelle sue stronzate per rendere le sue seguaci delle puttane come lei.
“Bastarda.”
Marco spense il tablet, ormai senza interesse per il video porno, e si alzò in piedi, sollevandosi con la mano pulita i pantaloni e le mutande. Ascoltò il suono della casa, cercando di capire se Chiara fosse ancora a letto o si fosse svegliata e alzata, magari per andare anche lei in bagno.
No, nessuno si muoveva. Si avvicinò alla porta e l’aprì silenziosamente, passando per il breve corridoio illuminato solo dall’abatjour sul suo comodino. La camera da letto dei genitori, vuota, aveva la porta accostata, mentre quella della stanza di Chiara era chiusa e silenziosa.
Ma se fosse uscita in quel momento e lo avesse trovato lì, mentre si muoveva per l’appartamento come un ladro, con la mano impiastricciata? Non riusciva a smettere di immaginarsela mentre la prendeva, la portava alle labbra, e dopo essersi riempita le nari dell’odore di seme, iniziava a ripulirla con la lingua, silenziosa e solerte.
“Lasciagliela lappare, così potrà diventare una mia pari!” rise nella sua mente la voce della troia.
– Vaffanculo! – sibilò Marco, mentre s’infilava nel bagno e si puliva velocemente sotto il getto del lavandino, guardando il suo seme scomparire nello scarico in un turbine di acqua. Quella sera, capì, una sega non sarebbe riuscita a donargli il sonno. Anzi, tutt’altro.
E l’aspetto peggiore di tutto quanto, dovette ammettere con dolore, mentre aveva nuovamente in mano il cazzo ormai flaccido ed un getto di piscio schizzava nella ceramica del gabinetto, sprigionando il forte odore di sesso post-orgasmo che riempì l’aria del bagno, era che immaginare di sborrare sul viso di sua sorella gli aveva provocato il più intenso orgasmo che si fosse mai dato da solo…

Continua…

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