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Il Destino, come un camion rumeno in un parcheggio in una sera di tarda estate…..seconda parte

By 24 Marzo 2018Aprile 2nd, 2020No Comments

Parte seconda di quattro

Eppure gli occhi non possono averla ingannata, possibile che il desiderio di sentirne nuovamente addosso le mani, la furia di lui, il piacere misto a dolore che la libera ogni inibizione, le facesse vedere qualcosa che non c’&egrave?

La sconosciuta armeggia dentro la borsa e le sue mani ora non sono visibili, mentre vi rovistano all’interno,.

Chiara si risolse di essersi immaginata tutto in fondo, era comprensibile, poco più di un ora e avrebbe riabbracciato il suo padrone, l’uomo che dopo tante prove l’aveva portata sul sentiero che aveva rivelato la sua vera natura di sottomessa dedicata al suo unico signore e padrone.

Prima di allora molte storie inconcludenti e uomini mai veramente all’altezza di quel ruolo, ‘uomini’ per l’appunto, all’inizio con il suo master si era sentita inadeguata, piena di limiti indegna di lui, ma aveva lavorato sul suo carattere e si era sottomessa giorno dopo giorno a tutte le prove a cui lui l’aveva sottoposta, addestrata ed alla fine ora era fiera di essere la sua unica donna la sua unica slave.

L’unico cruccio erano questi incontri così, brevi intensi fatti di partenze di arrivi di qualche giorno di passioni intense, e poi di nuovo telefonate, chattate, prove e compiti da eseguire scrupolosamente sino alla volta successiva.

La sconosciuta aveva smesso di rovistare nella sua borsa, ed ora era tutta intenta a mandare messaggi attraverso il suo smarthphone, nell’abitacolo ora c’&egrave anche un altro odore, familiare, un odore buono di pelle, di cuoio, l’odore familiare delle polsiere e dei lacci che il Padrone le fa indossare ogni volta; l’immaginazione fa brutti scherzi ora anche l’odore…possibile che il desiderio sia così forte da provocarle le allucinazioni?

Non &egrave un cattivo odore, anzi, sa di buono, sa di forza, di bello…

Si guarda intorno come se potesse localizzarne la fonte di questo odore che c’&egrave ed &egrave persistente, arriva ad alzarsi facendo finta di cercare qualcosa nella sua valigia per capire da quale parte dell’angusto scomparto proviene questo odore ma nulla…eppure…eppure diviene più forte ogni volta che si sposta impercettibilmente verso la nuova arrivata e il suo bagaglio.

Quest’ultima quasi non fa caso a Chiara intenta com’&egrave a mandare e rispondere a messaggi, mascherando mezzi sorrisi, ora le sue mani sono bene in vista però e meccanicamente ripete lo stesso gesto, la sua mano va al collo toccando sotto il foulard.

La sconosciuta ha all’anulare un anello dal design molto moderno, in acciaio, un semplice anello di acciaio lucido sormontato da un altro anello incernierato libero.

Francesca lo riconosce per quello che &egrave : un anello da schiava.

Dunque non era impazzita, forse la donna che ora divideva il suo scomparto era davvero una sottomessa come lei e forse come lei stava viaggiando per andare a incontrare il proprio padrone, e quell’odore di cuoio, quell’odore che lei associa indissolubilmente alla passione alla sessione che proviene dal suo bagaglio, forse appartiene a qualche dress code, a qualche giocattolo intimo.

Si siede, guardandola con maggiore attenzione, il taglio dei capelli in effetti non &egrave proprio identico come il colore, ma comunque la loro somiglianza &egrave sorprendente, potrebbero essere scambiate per sorelle, la frangia nasconde un arcata sopracciliare leggermente più pronunciata e una fronte alta.

&egrave davvero bella e le gambe che terminano dentro la minigonna non vertiginosa ma sicuramente di buongusto sono perfette e abbronzate, come le sue.

Il treno rallenta prima impercettibilmente poi molto più decisamente in uno stridere di binari, sino ad arrestarsi del tutto, fuori &egrave soggiunta la notte, Chiara si alza e sblocca il fermo del finestrino per abbassarlo e guardare fuori.

L’odore della notte umida e della campagna la raggiunge veicolando effluvi di terra bruciata e sentori di stallatico, guarda in avanti verso la testa del convoglio, seguendo la teoria di luci offerta dai finestrini illuminati della carrozze.

Un ronzio vicino all’orecchio, la avvisa che aprire il finestrino ha dato l’avvio all’assalto delle zanzare che certo non devono mancare li intorno, e desiderose di banchettare a sue spese, si ritrae e si gira leggermente per richiudere, ma al suo fianco a guardare fuori c’&egrave anche il viso della sconosciuta che chiede che sta succedendo.

La sconosciuta incontra il suo sguardo, sta per rispondere e poi si avvede che quest’ultima sta guardando qualcosa al di sotto degli occhi, ci vuole un attimo per capire che il foulard si &egrave allentato e ora sta guardando il suo diadema-collare da schiava.

Di nuovo gli occhi si incontrano, Chiara abbozza in sorriso che vorrebbe essere naturale, ma &egrave solo lo specchio malizioso del suo imbarazzo alla ricerca di una complice comprensione. ‘Non lo so però vedo delle luci come di pile alla testa del convoglio vicino alla motrice, speriamo non si sia guastata’.

La sconosciuta conviene che sarebbe una bella seccatura rispondendo al sorriso in modo naturale…e forse qualcosa di più, e poi si presenta ‘Comunque io sono Nickla, piacere’ stende la mano con l’anello, che Chiara stringe prontamente, quasi con sollievo.

Le due donne sono ancora in piedi mentre il controllore passa, Nickla lo arpiona al volo chiedendo spiegazioni, mentre lo insegue per il corridoio, il ferroviere va di fretta e non ha intenzione di fermarsi.

Il telefonino della donna &egrave rimasto sul sedile e il salvaschermo non &egrave ancora entrato in funzione, la schermata web le &egrave familiare, &egrave quella del sito BDSM alla quale &egrave iscritta; il ritorno di Nickla seppure prevedibile la coglie quasi di sorpresa come se fosse stata pescata a spiare dal buco di una serratura.

Si siede velocemente al suo posto, cercando di guardare attraverso la notte fuori dal finestrino qualsiasi cosa, la donna la informa che il treno ha travolto una persona, forse un suicidio, probabilmente la cosa andrà per le lunghe e rimarranno bloccate in mezzo alla campagna per qualche ora.

Come se fossero sincronizzate, come due gemelle eseguono gli stessi gesti, stesse espressioni in viso mentre digitano messaggi su messaggi sugli smartphone comunicando i rispettivi ritardi, Chiara al suo master e Nickla presumibilmente lo stesso.

Poi le telefonate ai rispettivi alberghi di entrambe comunicando il ritardo e chiedendo gli orari di portineria, riposti i cellulari le due sollevano lo sguardo dai messaggi di risposta e incontrano l”una quello dell’altra con una sorta di sorriso a metà tra il complice e l’imbarazzato.

Fine seconda parte

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