Skip to main content

“Mi dispiace averti svegliato, ma sono stata invasa da un fuoco. Qui vedi.” disse Tiziana aprendo le gambe e alzando il vestitino. Accese la lucetta dello specchietto illuminando la sua ben curata peluria e allargando ancora di più le gambe.

“Scusami, decidi tu, proiettami dove tu desideri. Per tre notti sarò romana…”, e come un automa toccò con la mano il cazzo dell’uomo.

Non riuscivo a credere nè ai miei occhi nè alle mie orecchie. La donna che avevo desiderato per mesi era lì davanti, eccitata per me.

Delicatamente la feci ricomporre dicendo lei “non ricordi Titti sempre a modo mio” – e così dicendo misi in moto e andammo.

Tiziana fantasticava con la mente e pensò “Sono assorta nella mia libidine, in auto a Roma di notte, con uno sconosciuto, poco vestita, mi sembra tutto incredibile, l’orologio segna l’1.30 incredibile, fuori dai finestrini un misto di luce notturno e penombre, mi sembra tutto così incredibile, proprio io….?”

Eravamo diretti al centro e le strade erano quasi deserte. Roma di notte è molto bella affascinante. Arrivammo nei pressi del Colosseo, parcheggiai e la presi per mano. Andammo tra le rovine e trovato un posto un pò appartato l’appoggiai ad un rudere romano. Era li davanti a me seminuda. Le sussurrai all’orecchio di essere la mia schiava e nel mentre toccai il suo sesso. Le mie mani su di lei intanto le nostre labbra si mordevano voracemente.

La volevo stupire e la stupii.

Tiziana sussultò “Mimì ma che succede, che ci facciamo qui nella fossa dei leoni? Come sei possente, forte, virile, porco, che faremo ora…? Sono senza barriere, senza difese, senza intimo. Sono le due di notte… ti percepisco affamato, arrapato….ahhh, mi tremano le gambe e nella mente mi si appannano i pensieri…”

La tranquillizzai portando la mano all’interno delle sue cosce. Era già tutta bagnata e accogliente, e mettendo un dito al suo interno, che scivolò dentro senza difficoltà, la sentii vibrare. Inserii un altro dito e lei mi abbraccio. La strinsi a me sbattendo con violenza il suo seno sul mio corpo e lei mi bacio violentemente. Ormai avevo quasi tutta la mano al suo interno e lei era tesa come una corda.

Ormai era mia!!!

Sentivo che stava per godere e quando mancava poco a farla esplodere tolsi la mano, la baciai e la portai di nuovo in macchina.

Non volevo che la nostra prima volte fosse così.

Lei meritava altro. Meritava di meglio

Pensiero di Tiziana “Barcollavo seminuda e bagnata, ero stata appena penetrata da due dita sconosciute ma tanto amichevoli e complici, avevo la mente confusa, i capezzoli turgidi esposti all’amico sconosciuto,il mio amante virtuale. Sono proprio io…?

Si sono io, vogliosa, seminuda, direi in calore, in compagnia di lui. Porco, arrapato, mentalmente e fisicamente attraente, ma che succederà ora a Tiziana, lui cosa farà, la mia fica è esposta senza ritegno…”

In macchina lei mi guardo con aria maliziosa sapendo che qualcosa di bello, di lussurioso tra poco le sarebbe accaduto. Appoggiò la sua testa sul mio corpo e mentre guidavo mi disse

“Non pensare male di me ti prego, non so cosa mi succede quando sono con te. È vero mi hai preso la mente in questi mesi, ora fammi tua, prendi il mio corpo”.

Arrivammo al mare e la guidai in un posto poco lontano.

Era un trabiccolo di quelli usati dai pescatori. Una palafitta costruita sul mare. Entrammo.

L’ambiente era abbastanza spartano. Oggetti marini sparsi un po’ dovunque e da un lato un’ammasso di reti usate per la pesca. La luce fioca era data da una lampada a petrolio che avevo acceso.

Mi appoggiai per terra e posando il mio cellulare su un tavolo.

Parti subito una musica.

Il bolero di Ravel.

Invitai Tiziana a spogliarsi seguendo il ritmo di quella musica. Lei mi assecondò con movimenti lenti e armoniosi trovandosi in armonia con la danza che il brano creava e restando nuda completamente.

Mi avvicinai e dissi prendendo le mani “togliamo anche i nostri anelli. Ti voglio mia ma solo per me. Io solo per te.” Poi la baciai. Un lungo bacio accompagnato da adrenalina e scariche elettriche che ormai prendevano possesso dei nostri corpi.

Era bella davvero.

Una donna elegante superba. Un fisico che invogliava le fantasie più perverse. La feci distendere sulla rete. Diventò ancora più bella. Sembrava una Venere.

Mi ritrovai spogliato e notai la libidine di Tiziana aumentare vedendomi così nudo. Mi adagiai su di lei e la abbracciai. Presi con le sue braccia la schiena di lei che si lasciava trasportare. Aveva ormai fiducia in me. Ci baciammo a lungo con il calore dei nostri corpi che aumentava sempre di più tanto quasi da scioglierci in un abbraccio unico. Avevo il sesso gonfio turgido pronto a deflorarla. Appoggiai la cappella alle sue grandi labbra trovandole sciolte e fracide.

Tiziana stava per esser penetrata da quell’uomo sconosciuto che ormai di sconosciuto non aveva più niente. Sentì il sesso di lui premere ed ebbe un’esitazione.

Mimì si accorse di questo irrigidimento e si ritiró.

Prese i suoi capelli tra le mani la accarezzò – “Tiziana come sempre ho detto sei tu a decidere. Posso continuare o fermarmi, decidi te. A me già basta averti qui nuda davanti a me e respirarti”.

“Scusa… no dai… sono qui con te e per te, nuda, vogliosa e bramosa… facciamo tutto… e di più sarò per te in questi giorni: amica, amante, troia, puttana senza ritegno… sfoga la tua libidine-perversione con me… sarò la tua discepola porca e ubbidiente, senza remore e senza ritegno, hai un corpo bellissimo virile, villoso, arrapante, maschio… sono la tua femmina ora, la tua femmina in calore… senza inibizioni e senza …anelli”

Allora dopo aver ottenuto il consenso, la feci di nuovo distendere sulla rete. Allargai le braccia e le gambe. Posai sui suoi occhi un foulard e legai le braccia a due punti di ancoraggio. Aveva le mani legate e le gambe sciolte. Questa cosa la incuriosì tantissimo. I suoi Sensi ormai erano in mio possesso. A poco a poco incominciai a inibirli.

La sua vista fu offuscata dal foulard.

Il suo tatto era bloccato dalle funi.

Restavano olfatto, udito e gusto.

La donna ormai vogliosa, desiderava ricevere il cazzo dentro di se, ma l’uomo continuava a condurre il gioco. Il suo udito ascoltava landirivieni delle onde del mare che si infrangevano sulla palafitta, mentre il suo olfatto annusava l’odore di pesce misto all’odore di maschio.

Portai le mie mani sul corpo della dea, sfiorandola solamente e toccai ogni centimetro della sua pelle vellutata. Scossa da fremiti e gemiti la donna sussultava sotto quelle carezze. All’improvviso toccai un capezzolo strizzandolo violentemente ma subito dopo mi fermai. Quindi passai di nuovo alla scoperta del corpo della donna.

Ad un tratto Tiziana sentì qualcosa sulle sue labbra. Pensò “le sue mani toccano tutta me, ora prenderanno anche la mia bocca” quel tocco poi scomparve e si ritrovò toccata al ginocchio, subito dopo la parte del suo corpo che veniva accarezzata era la parte del seno che porta al ventre, subito dopo ancora era la volta dei piedini meravigliosi, poi tocco al collo…

Erano tutti tocchi sfiorati, immediati, inaspettati, e la donna tremava ad ogni singolo passaggio…

Ecco di nuovo, ora, sulle labbra…

Questa volta, Tiziana notò che non erano le mani, ma qualcosa di diverso che si relazionava con la sua pelle. Con la sua lingua protesa, la donna cercava di capire, di intuire. Toccò dei riccioli e subito dopo lo scroto dell’uomo…

Capì tutto quello che stava accadendo e inarcando i reni cercò di accaparrarsi l’organo umano con le mani, dimenticando però di essere legata.

Portai sul viso femminile il mio cazzo già turgido e come era stato con le mani per il corpo adesso toccava al viso essere sfiorato. Sfiorai il suo candido volto con il mio organo.

Tiziana cercava di afferrarlo con la bocca non riuscendovi e intanto lo strofinio era sempre più intenso.

Ormai la donna aveva voglia di cazzo. Questo era la certezza.

Mi sedetti sul corpo della giovine e con i miei testicoli all’altezza dell’ombelico femminile… lei sentì le palle affondare nella sua pancia e un calore intenso sprigionarsi sul suo ventre…

Poi dissi “ti ho inibito la vista, ti ho legata per eliminare il tatto, sei prigioniera dell’odore del mio cazzo, ora il tuo udito ascolterà e il tuo gusto…”

Tiziana sussultò. preda di quello sconosciuto di cui non aveva per niente paura ma con un solo desiderio in testa: il suo cazzo.

Passarono attimi lunghi senza che successe nulla e lei cercava di capire. Riusciva solo ad ascoltare il suono del mare…

Quando all’improvviso senti sul suo viso un qualcosa… caldo, denso.

Non capiva cosa le stesse succedendo ma sentiva il suo corpo fondersi con quello di Mimì.

Lo strano liquido continuò a coprire il suo viso e un fiotto denso colpì le sue labbra…

Pensò “forse è liquido seminale… è già venuto?”

Sempre bendata, continuava ad assaporare il buon sapore che l’uomo metteva in lei, nella sua bocca, nella sua gola.

Mimì si abbasso su di lei e la baciò.

Aveva lo stesso sapore, caldo, buono, intenso. Era la sua saliva.

La zona pubica ormai era un lago.

Mimì scivolò su di lei, prese i seni tra le mani e mentre li accarezzava stritolava, scese su di lei portando la sua bocca all’altezza della caverna.

La sua lunga lingua incominciò ad indagare l’anfratto penetrando per intero.

Tiziana voleva essere presa, posseduta da quel bastardo che la stava così martorizzando.

Supplicò l’uomo affinchè la deflorasse, affinchè avesse la verga dentro di se.

Noncurante di questa supplica Mimì continuò per lunghi minuti a succhiare dalla fonte e con grande sorpresa all’improvviso fu inondato da un getto caldo, intenso, violento di sborra femminile…

Era venuta. si contorceva, le mani legate la portavano a imprecare, voleva il cazzo ora lo voleva dentro mentre brividi attraversavano il suo corpo.

Il suo orgasmo durò a lungo e si ritrovò quasi allagata nelle sue parti intime.

Mimì alzò la testa ritrovandosi come se un secchio d’acqua avesse investito la sua faccia.

Si portò verso di lei e ordinò di leccarlo.

Tiziana assaporò, così, se stessa succhiando dalla faccia dell’uomo il suo brodo.

La benda fu tolta e gli occhi della donna erano allucinati, sconvolti e ora anche annebbiati dalla luce.

“Ho tolto la benda perchè devi guardare cosa ti succederà” – disse Mimì.

La donna fu fatta inarcare ancora di più, in modo che i suoi occhi vedessero il tutto.

Poi Mimì si portò verso di lei appoggiando la cappella alle grandi labbra.

“Ecco” pensò la donna “finalmente assaporo il suo cazzo”.

La punta del pene sfiorava soltanto le labbra della sua vagina di lei e per lungo tempo la situazione resto cosi.

Gli occhi di Mimì erano all’altezza dei suoi e messaggi inconsci si scambiavano.

“Bastardo sfondami non ce la faccio più” imprecò Tiziana.

La punta del pene spinse ancora di più le labbra della vulva con una pressione poco più presente, più costante.

“Sei un bastardo, bastardo, bastardo, sfondami la fica dai dammelo lo voglio bastardo…” continuò la femmina.

Bastavano pochi centimentri per essere sfondata.

“Porco perverso amante mio, ti prego dammi il cazzo” supplicava, accorgendosi che quasi lacrimava dalla voglia.

Dritto li davanti a se e non poterlo avere dentro.

“Bastardooooooooooooooooooo” urlò ancora.

Era quasi sfinita dalla voglia quando sentì un dolore forte dentro il suo utero, una fitta perversa. Un colpo netto

Lui era dentro la donna. Fermo ora, ma dentro di lei.

Si guardarono e gustarono questo momento tanto atteso. Un attimo tante volte sognato e ora realizzato.

Attimi lunghissimi passarono.

Sentiva il cazzo di lui pulsare in lei. Duro, eccitato, grosso, prendeva tutta la sua fica.

“Bastardo ce l’hai fatta a farmi tua” disse la donna.

Si baciarono e senza accorgesene incominciarono a prendere ritmo. Erano precisi, decisi, all’unisono. Sentiva in sé lo stantuffo che quasi sfondava la sua parete vaginale, quasi spostava l’utero.

Era bello.

Era contenta.

Mimì si accorse che Tiziana stava venendo. La portò quasi all’ultimo istante, poi si ritrasse immediatamente.

Subì la reazione della donna che ora incominciava a scalciare.

Aveva bloccato il suo orgasmo. Il suo primo orgasmo con lui, che lurido bastardo era quest’uomo.

Mimì ora fece accomodare Tiziana a cavalcioni sul suo arnese.

La donna questa volta avvolse in un attimo la mazza e incomincio da sola un ritmo forsennato che la stava di nuovo portando all’orgasmo.

Si accorse, mentre aveva ormai il cazzo nel suo ventre, di avere davanti a sè una finestra e riusciva a scorgere il mare illuminato dalla luna.

La vista di quel meraviglioso panorama, la inebriò ancora di più facendole aumentare il ritmo già sostenuto.

Sentiva il cazzo quasi nella pancia e gestiva da sola la penetrazione senza risparmiarsi.

Ancora una volta Mimì si accorse che stava per gemere e con una mossa all’improvviso la prese tra le braccia.

La distese sulle reti e lei ricambiò il gesto con un occhiataccia.

Lei seduta. Lui in piedi. Gli presentò davanti alla bocca il suo fallo duro e bagnato di lei.

Tiziana lo prese tutto in bocca, ingoiandolo e facendolo sparire in un attimo. Asciugò il suo liquido, ingoiandosi e prese la cappella tra i denti.

“Ora quello che tu stai facendo a me lo farò a te” disse.

Morse con i suoi denti la cappella di Mimì che strillo dal dolore. La leccò successivamente come si lecca una ferita.

“Brutto bastardo voglio venire, lo vuoi capire, voglio venire con te” esclamò la donna.

Sentiva il cazzo duro in gola, lo portò ad essere ancora più turgido, poi con fare deciso disse all’uomo.

“Ora chiavami bastardo”

Lei sotto. Lui sopra.

Lui iniziò di nuovo il ritmo di prima alternato da fitte spinte che la facevano urlare di piacere.

Lei si stava liberando ormai dei suoi tabù con lo sconosciuto, gridava, urlava, gemeva disinibita davanti a lui e il suo corpo stava per esplodere.

Mimì si fermò ancora una volta e le disse

“Tiziana voglio che la nostra prima volta sia per noi indimenticabile, voglio donarti la mia sborra, voglio allagare le tue viscere, voglio restare in te”.

Tiziana annuì, acconsentendo di farsi annaffiare la fica.

Il ritmo riprese ed dopo alcuni minuti nei quali i loro corpi erano ormai fusi uno nell’altro ebbero un estremo sussulto.

Mimì si svuotò in lei allagando la sua fica mentre Tiziana piangeva e urlava dal piacere che invadeva il suo corpo, la sua anima. Era libera di poterlo fare perché era li in mezzo al mare.

Lunghi fiotti di sperma si assestarono al suo interno mentre anche la sua micia cacciava nettare.

Durò a lungo l’estasi e poi infine si abbandonarono ad un abbraccio fortissimo.

Mimì ebbe la forza di dire

“sei ancora più bella ora, sei molto più femmina ora, sei molto più mia. SONO DENTRO DI TE”

Lei si alzò e rivoli di liquido scesero lunghe le sue belle gambe.

Lui la fermò e con la lingua asciugò la valchiria gocciolante, poi con la bocca piena del suo liquido la baciò intensamente, procurando in lei ancora scariche elettriche.

Seduto la prese tra le braccia e la accarezzò a lungo.

Pensiero di Tiziana “Ero estasiata, appannata dal godimento, nuda, femmina, la sua femmina, posseduta con vigore, colavo sperma, aveva sborrata nella mia fica, che bello, ero stata presa da lui… ahhh che bello!”

Restammo lì ancora un po’, poi mi chiese di riaccompagnarla in albergo.

L’indomani alle otto iniziava il corso.

Leave a Reply