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il piacere delle iniezioni parte prima

By 22 Giugno 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Come ogni anno per le vacanze estive passava una settimana in Salento col fidanzato anche lui salentino. Nella vita di tutti i giorni vivevano insieme, ma quando si recavano dalle rispettive famiglie, ognuno stava coi propri genitori che vivevano in due paesini poco distanti.
Letizia stava sempre a casa della madre, una tipica abitazione del sud, molto grande, dove ogni ambiente era addirittura sovradimensionato… Pure il bagno!
Di lavoro era farmacista, ma seppur a contatto tutto il giorno coi farmaci non li amava troppo e forse proprio a causa del lavoro e dello stare sempre in piedi, soffriva spesso di dolorosi mal di schiena. Normalmente cercava di resistere ma quando il livello di sopportazione non bastava più, cercava di combatterli con rimedi piuttosto forti e veloci, come iniezioni o supposte.
Purtroppo anche se in vacanza si era portata dietro dal lavoro un forte dolore alla schiena, che si protraeva da ormai due giorni. Forse ancora una lombosciatalgia che le stava rendendo la villeggiatura un incubo!
Stanca della situazione e dopo ormai due giorni di sofferenza, decise di risolvere il problema.
Era probabilmente arrivato il momento di farsi un’iniezione, probabilmente dopo pranzo, quando sarebbe rimasta a casa da sola. La solita doppia di Voltaren e Muscoril, quella che ormai svariate volte l’aveva salvata dal dolore. Era solita farsele fare da colleghe o dal fidanzato, ma le era capitato spesso di dover farsele da sola e si reputava piuttosto brava.
Finalmente sua madre uscì verso le tre per andare al lavoro e Letizia non attese altro tempo per andare in bagno.
Così come quello di casa sua anche l’armadietto dei medicinali della madre era fornitissimo, visto il lavoro della figlia! Cercò solo qualche istante e per fortuna trovò tutto il necessario. Le confezione dei medicinali erano quasi nuove, le uniche fialette mancanti erano state usate per fare una puntura alla sorella più giovane l’estate scorsa, ne prese una fiala ciascuno, qualche dischetto di cotone idrofilo, la bottiglia dell’alcol per disinfettare. Cercò anche se per caso la madre avesse qualche siringa da 10 millilitri. Era solita usare siringhe più grandi dove poter mischiare meglio il medicinale, qualche volta poi quando sapeva che sarebbe stato il fidanzato a fargliela portava a casa dalla farmacia aghi più grossi, convinta del fatto che il liquido leggermente viscoso entrasse meglio a discapito di un po’ più di dolore iniziale durante l’iniezione.
A casa di sua mamma però c’erano solo siringhe classiche troppo piccole a suo parere per contenere entrambe le fialette. Doveva per forza fare due differenti iniezioni, una per medicinale, come ben sapeva separate bruciavano meno che unite, anche se il Voltaren rimaneva comunque piuttosto doloroso; ma andavano fatte una per natica e da sola non le era mai capitato di doversi fare due iniezioni!
La cosa non la spaventava affatto, nemmeno l’idea di farla a sinistra; anzi un po’ quasi le piaceva, ogni volta che le facevano una puntura o che se la faceva da sola una strana sensazione a volte nemmeno chiara anche per lei la pervadeva.
Ancora si ricordava la prima volta che provò quell’ago rosa quello più grosso di tutti, arrivò addirittura a bagnarsi durante l’iniezione, rischiando di fare una figuraccia col fidanzato!

Decise di non aspettare, per una volta che era sola a casa e nessuno l’avrebbe disturbata per almeno un paio d’ore.
Sì chiuse in bagno comunque, onde evitare spiacevoli sorprese, lasciando un po’ aperta la finestra che dava sulle campagne circostanti la casa.
Faceva molto caldo e in casa era solita stare soprattutto per pranzo solo con le mutandine del costume e una maglietta lunga.
Sì tolse lo slip rimanendo solo con la maglietta che le copriva leggermente il sedere. Cercò di arrotolata un po’ per scoprire meglio le natiche, ma quella maglietta non voleva saperne di rimanere su e al minimo movimento cadeva nuovamente sul culo! Cosa che se fosse successa durante l’iniezione non sarebbe stata per nulla comoda.
‘ e va bè pensò… tanto sono sola…’
Tolse pure la t-shirt rimanendo così, completamente nuda.
Si guardò nel grande specchio ovale che stava proprio dalla parte opposta al lavabo, vicino alla vasca, la inquadrava completamente, dalla testa ai piedi.
Aveva un fisico molto magro con un bel sedere e un seno piccolo ma ancora sodo.
La nudità e il venticello che entrava dalla finestra le fece inturgidire i piccoli capezzoli. Si soffermò qualche istante a guardare il sedere notando con piacere che il segno del costume stava lentamente apparendo, poi si girò per controllare il monte di venere, che come ogni anno in tempo di ferie era perfettamente depilato.
Tornò di nuovo davanti al lavabo dove aveva appoggiato il tutto, prese dalle due confezioni una fialetta di Muscoril e la tipica fialetta un po’ più grande del più doloroso Voltaren.
Scartò la siringa, spezzò la prima fialetta e con fare esperto aspirò tutto il liquido togliendo l’aria dalla siringa con qualche leggero cricco. Stessa cosa fu per la seconda, questa leggermente più piena della prima. Una volta che anche questa siringa fu pronta la chiuse riposizionando il cappuccio delicatamente.
Aveva entrambe le siringhe piene davanti a lei appoggiate sul ripiano di marmo del lavabo. Non restava che preparare il disinfettante.
Stappò l’inconfondibile bottiglia rossa e versò un po’ del liquido sul batuffolo di cotone. L’odore tipico dell’alcol, che lei sempre aveva associato alle iniezioni le fece venire un piccolo brivido lungo la schiena. Appoggiò il batuffolo di fianco alle siringhe e si toccò leggermente la parte alta di entrambe le natiche, come per trovare la posizione giusta su cui forare.
Cercò di guardare di nuovo attraverso il lungo specchio verticale ma era un po’ distante, le serviva vedere bene entrambe le iniezioni, al che lo avvicinò a se, portandolo praticamente al centro del bagno. Ora sì! Poteva vedere perfettamente il sedere nella sua integrità e parte delle cosce riflessi vicino a lei.
Prese il batuffolo imbevuto e iniziò a massaggiare la natica destra, dopo alcuni istanti cambiò mano per disinfettare la natica sinistra. Quella fredda sensazione su entrambi i glutei, unita a quell’odore la fecero leggermente eccitare.

Era il momento di fare la prima iniezione.
Decise di iniziare da sinistra, forse la più difficile, ma col medicinale meno doloroso, il Muscoril.
Come da procedura prese la siringa, tolse il cappuccio, controllò che non ci fosse aria e la impugnò con la mano sinistra. Cercò di ruotare il busto e la testa per poter vedere al meglio ciò che faceva, ma la posizione non era delle più comode. Ripensò allora quando aveva imparato a farsele e anziché piantare l’ago con un colpo secco lo appoggiò alla parte alta del gluteo e piano piano iniziò a spingere.
La pelle all’inizio fece resistenza, provocandole un po’ di dolore, poi finalmente l’ago la trapassò entrando completamente. Attese qualche secondo, guardandosi il sedere nello specchio, prima di aspirare leggermente ed infine iniziare a iniettare lentamente il liquido. Pur applicando poca pressione sullo stantuffo i 4 millilitri di medicinale entrarono senza problemi senza farle alcun male.
Lasciò un secondo la siringa nella natica solo per prendere il cotone e fare il solito massaggio post iniezione, ma ad un tratto si fermò.
Rimase immobile col batuffolo in mano mentre con l’altra sorreggeva delicatamente la siringa ancora infilata nel sedere. Guardò la scena nello specchio e lentamente allontanò la mano dalla siringa lasciandola ferma con l’ago dentro.
Si toccò leggermente il gluteo, le piaceva questa scena, decise allora di fare una cosa davvero insolita.
Si sarebbe fatta la seconda iniezione lasciando la prima siringa nel sedere!
Con un movimento molto lento appoggiò nuovamente il cotone sul lavabo, prese la seconda siringa, quella di Voltaren, e tolse lentamente il cappuccio scoprendo l’ago.
Alzò la siringa verso l’alto e fece uscire un sottile zampillo di liquido, era pronta.
Cercò di sistemarsi perfettamente di fronte allo specchio così da poter vedere perfettamente la scena quando avrebbe avuto due siringhe nel culetto.
L’iniezione a destra era sicuramente più facile, ma sapeva che l’antinfiammatorio era sempre il più doloroso tra i due e soprattutto non si era mai fatta, né fatta fare una puntura con un’altra ancora dentro!
Impugnò la siringa in maniera comoda e con un colpo deciso piantò l’ago dentro in posizione esattamente simmetrica all’altra. Si morse il labbro, un po’ per il dolore o forse un po’ per il piacere. Impugnò bene lo stantuffo e dopo aver leggermente aspirato iniziò a iniettare molto lentamente il liquido trasparente.
Seguiva il liquido entrare e ogni tanto guardava nello specchio la scena, vedere il suo sedere con due siringhe dentro e il bruciore del liquido iniziarono a provocarle qualche vampata di calore!
Anche la seconda iniezione finì piuttosto rapidamente.
Rimase immobile lì, in piedi con entrambe le siringhe che spuntavano dal magro sedere e continuava a guardarsi nello specchio, i piccoli capezzoli erano ormai estremamente turgidi e sensibili. Si accarezzò leggermente il piccolo seno e per qualche secondo un brivido la percorse lungo la schiena, decise che era il momento.
La mano destra scese lentamente tra le gambe arrivando diretta al pube e il dito medio non tardò a farsi strada tra le grandi labbra aprendole.
Era completamente bagnata, non resistette più, doveva assolutamente masturbarsi.
Iniziò a scoprire il clitoride, era ormai sempre più gonfio.
La ceretta fatta prima della partenza, da alcune amiche così criticata, le dava invece la possibilità di vedersi ancora meglio e di avere un ottimo accesso alla vagina.
Non era la prima volta che di masturbava in piedi in quel bagno, ma mai le era capitato con due siringhe lasciate infilate nelle natiche!
Sarebbe stato un sogno masturbarsi con le siringhe dentro ma pensò fosse troppo rischioso e forse scomodo.
Interruppe momentaneamente quel piacevole tocco per rimuovere gli aghi. Sfilò prima il sinistro, si massaggiò leggermente la natica col cotone idrofilo ancora bagnato di alcool, poi fu la volta della natica destra, sulla quale praticò di nuovo un leggero massaggio.
Le siringhe ormai vuote erano di nuovo davanti a lei sul ripiano del lavabo insieme agli altri soliti prodotti per la cosmesi, sapone, creme varie e doposole.
Ricominciò subito da dove si era fermata.
Il suo corpo nudo era completamente riflesso su entrambi il lati dai due specchi.
Allargò le gambe e con la mano sinistra iniziò a toccare il clitoride. Con la destra invece iniziò timidamente a massaggiare le natiche, ancora leggermente indolenzite, le dita anche qua si fecero strada in mezzo ad esse, cercando il forellino.
Non aveva praticamente mai fatto sesso anale, ma ogni tanto non le dispiaceva essere penetrata con un dito o qualche piccolo oggetto.
Le era capitato qualche volta di misurarsi la temperatura nel sedere o addirittura una volta dovette farsi fare una peretta dal fidanzato e non le dispiacque affatto.
Mamma mia quanto avrebbe voluto confessargli quel piacere!
D’istinto prese la prima crema davanti a lei, il doposole, ne versò qualche goccia sulle dita e facendo attenzione a non farne cadere, iniziò a lubrificarsi il sedere.
Quello che prima era un leggero massaggio al forellino si trasformò in una vera penetrazione. Se mentre davanti continuava a toccarsi il clitoride, sempre più gonfio, infilando un dito di tanto in tanto e notando quanto fosse ormai fradicia; dietro si penetrava sempre più in profondità con il dito medio, con frequenza regolare.
Continuò per un po’ così e il respiro si fece più profondo.
Quelle siringhe erano ancora lì davanti a lei e continuava a guardarle. Non seppe resistere. Era come se avesse avuto un’illuminazione!
Con un n movimento rapido ne prese una e ne tolse l’ago, tenendo solo la siringa vuota e lo stantuffo.
Allargò ancora di più le gambe, piegandosi in avanti a novanta gradi, fino quasi ad appoggiare le spalle al lavandino .
Sì guardò nello specchio dietro di lei, riuscendo a vedere bene il forellino tra le natiche allargate.
Appoggiò la punta di plastica all’ano, la siringa ovviamente non affusolata fece un po’ resistenza ma bastò solo un po’ di pressione per farla entrare completamente nel sedere ancora ben lubrificato.
Continuava a guardarsi il sedere nudo, aperto, dal quale spuntava solo lo stantuffo bianco e questa immagine la faceva impazzire.
Iniziò a infilare dentro e fuori la siringa come se fosse un piccolo dildo, continuando ovviamente anche a stimolare il clitoride. Il piacere e le contrazioni aumentavano ad ogni penetrazione.
Si spinse il cilindretto in plastica più in profondità che potesse, cercando di non farlo uscire, stringendo leggermente il sedere.
Ora una mano teneva scoperto il clitoride ormai estremamente gonfio e l’altra lo masturbava sempre più insistentemente; sentiva addirittura gli umori scendere lungo le cosce tanto era prossima all’orgasmo. Le gambe le iniziarono a tremare, perfino i piedi iniziarono ad irrigidirsi, tanto da far fatica a reggersi in piedi.
Il piacere più grande non tardò ad esplodere facendole emettere un lungo gemito, facendole tremare tutto il corpo, facendole stringere così forte le natiche da sentire dolore nel punto delle iniezioni e da farle espellere la siringa vuota che cadde sul pavimento sporca di unguento e umori.
Rimase appoggiata al lavabo qualche secondo quasi a sorreggersi, asciugandosi la fronte sudata con la mano. L’altra siringa era ancora davanti a lei.
Il battito del cuore tornò piano piano normale e il mal di schiena era ormai un ricordo.

Era ora di farsi una doccia e pensare alla serata con gli amici
Ma quella siringa le fece subito ricordare che il giorno dopo si sarebbe dovuta fare di nuovo quelle iniezioni…

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