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Capita, a volte, di svegliarsi nel pieno della notte e di non sapere cosa fare. Si cerca di riaddormentarsi, magari pensando a cose piacevoli ma nulla, ormai si attende impazienti il giorno per mettere in moto il proprio corpo. Nel frattempo giochicchi con il cellulare, con qualche gioco cretino che un po’ tutti abbiamo quando vogliamo rilassarci e ingannare il tempo. Dopo qualche partita ti annoi e allora riponi il cellulare sul comodino e abbracci il tuo partner, senti il suo respiro lento e profondo, ti concentri sull’odore della sua pelle e le mani partono da sole ad accarezzare, sfiorare quel corpo che quotidianamente ti abbraccia, ti accoglie, ti fa sentire unico…eh sì perché le donne hanno questa capacità, sanno farti sentire unico, quello giusto anche se poi hai mille difetti. Inizi a baciare la schiena, con un senso di gratitudine, la stringi a te e inizi a sfiorare le parti sensibili del suo corpo per comprendere la reazione mentre dorme. Ci si sofferma sul seno, morbido, pieno, che una mano non basta. Lo palpeggi non solo per il piacere fisico ma anche mentale pensando a quanto possa essere perfetto e delicato, fonte di piacere ma anche di nutrizione. Poi si passa ai capezzoli, ritirati per lo stato di rilassamento ma nonostante il sonno ecco che lo sfregamento provoca una reazione: si inturgidiscono. Diventano duri, spiccano come certe vette altissime che si vedono in lontananza. La mano scivola sul ventre morbido fino a incontrare l’ombelico e poi ancora giù. Un passaggio tra le natiche, così invitanti, dure come pietre, un sedere che sfida la forza di gravità, sempre accogliente. E giù ancora sulla coscia, la gamba per poi risalire, sentire la presenza di quei pochi peli pubici e la fessura ferma, immobile, come se fosse stata immortalata in un dipinto. Quelle labbra perfette, rilassate che non chiedono altro di essere toccate, leccate, usate per dare e ricevere piacere. Allora un pensiero attraversa la testa: darle piacere nel sonno. Inizio a sfiorare il suo sesso con molta lentezza. Non c’è fretta, del resto sono solo le 2 di notte. Le dita si muovono con delicatezza dal basso verso l’alto e viceversa. Un movimento lento, ritmico perfettamente in sincrono con il suo respiro. Cerco di allargare le labbra per arrivare al clito. Non è semplice, sia per la posizione di schiena che per le gambe unite che impediscono un movimento più libero. Allungo il movimento arrivando a sfiorare anche il suo ano e concentrandomi per un attimo su quante volte abbia riempito del mio seme quel sedere perfetto. Il pensiero provoca un erezione immediata, desidero unirmi, essere uno con la mia donna. Riprendo il massaggio spingendo il mio pene ormai in tiro contro il suo sedere. Qualcosa cambia, probabilmente lei inizia ad essere in dormiveglia. Spinge il sedere contro il mio membro e schiude leggermente le gambe per permettermi di toccarla meglio. Resta immobile, lascia che mi prenda cura di lei e che le dia piacere. Anche il suo respiro cambia accompagnato da mugolii di piacere. Si gira, in un solo respiro mi sussurra: “lecca”. Scendo giù tra le sue gambe, nel frattempo lei si gira supina con le gambe aperte pronta per ricevere piacere. La guardo un attimo: gli occhi chiusi, i lineamenti belli, dolci, le labbra carnose, quasi gonfie, con il rossetto rosso della sera precedente per i suoi lavoretti di bocca, il seno invitante e quei capezzoli turgidi e grossi da succhiare. La mia bocca è tra le sue gambe, sento il suo odore buonissimo, respiro profondamente inebriandomi di quella carica sessuale che cola tra le sue gambe. Inizio a leccare lentamente con lo stesso ritmo, lei mugola di piacere inarcando la schiena e spingendo il suo bacino contro la mia bocca: vuole sentire di più la lingua. Con le dita allargo il suo sesso, sublime e indecente allo stesso tempo. Quella figa così larga che accoglie giornalmente il mio cazzo dentro di sé. Inizio a leccarla con più pressione strofinando anche la barba sulla sua figa. Lei mi prende la testa, la allontana e mi guarda mentre con la punta della lingua cerco di toccarle il clitoride. Vuole divertirsi a comandare, conduce lei il gioco avvicinando e allontanando dalla mia lingua il suo sesso pregno della mia saliva e dei suoi umori. Decide lei quando devo leccarla…o semplicemente sta decidendo di scoparmi la bocca con la sua figa. Mi avvicina la testa e riprendo a leccarla con maggior foga e forza…sembra quasi un pompino al clito. Sento tendere le sue gambe, ogni suo muscolo, ogni fibra del suo corpo. Le piace e sta per venire. Ansima, geme con più frequenza, si inarca, vedo la pelle d’oca sulle sue braccia. Mi prende la testa spingendola con forza contro la sua figa ed esplode in un forte orgasmo. Lecco all’interno della sua figa per bere il suo succo dolce, continuo a leccare dolcemente e a baciare per darle gli ultimi istanti di piacere. Quegli attimi subito dopo l’orgasmo che prolungano il piacere fino a lasciarsi andare soddisfatti. La mia barba è imbevuta dei suoi umori e odori, mi arriva dritto al naso. Con la mano spalmo i suoi umori su tutta la barba così da andare al lavoro con il suo odore di sesso, la bacio, la abbraccio. Ci fissiamo negli occhi mentre lei si prende un po’ delle mie attenzioni. Il suo sguardo si fa malizioso, allunga la mano sul mio cazzo duro, lo stringe, gli appartiene, soppesa le palle, dure come pietre e mi sussurra: “cosa vuoi che ti faccia?”.
Ma questa è un’altra storia, l’orologio segna le 4:20.

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