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Il trattamento Ludovico 8 (fine)

By 24 Dicembre 2022No Comments

“beh, chiudiamoci per una settimana in casa a scopare, poi quando avremo fame ordineremo da asporto e poi scoperemo di nuovo, guardiamoci qualche film e poi scopiamo di nuovo, qualche idea ci dovrà pur venire”, “ e se non dovesse venirci?”, “ se non dovesse venirci avrai le palle talmente vuote da non essere più ipnotizzabile da due tette”, mi sembrava un’ ottima idea, sentii il cazzo esultare, stava tornando duro, Maria cominciò a massaggiarlo con una mano.

Cammino per la strada in direzione della casa di Sara, ho passato la settimana a scopare con Maria, il glande è in fiamme, i testicoli doloranti e in teoria ogni desiderio saziato, secondo il piano di Maria non dovrei essere più schiavizzabile da una passera, ma il cazzo è già duro, rimango tranquillo, voglio solamente chiudere questa pratica del cazzo e tornare da lei, voglio tornare da Maria, voglio solo essere felice, il cellulare è pieno dei messaggi di Sara, sembra essere furiosa, “patetica” è questo quello che penso “patetica”, la donna che fino a pochi giorni fa mi teneva in pugno ora mi appare semplicemente patetica, cammino e ad ogni passo penso ad un gemito di Maria, penso alla mia verga che la penetra, penso alla pecorina selvaggia sul balcone di questa mattina, penso a lei nuda appoggiata sul parapetto e alle sue tette che danzano sul vuoto, penso a quando mi ha portato sul duomo e con una furtiva sega mi ha fatto sborrare sulla città, a quando nel mezzo una festa di paese mi aveva chiesto di farle vedere l’uccello dicendomi che aveva bisogno di vederlo, ripenso al cinema e a quel pompino tra le poltroncine, a quando decise di postare un video su di un sito porno, a quando volle andare in un locale di scambisti per scopare solo con me, le piaceva essere circondata di uomini con il cazzo duro, mi piaceva che volesse scopare solamente me.

Infilo le chiavi nella toppa ed entro, per la prima volta mi soffermo a guardare l’arredamento della casa, mi sembra tutto così povero, lei mi attendeva nel salone, era in tiro, ma anche quello mi sembrava il solito vestito, con i soliti stivali e con i soliti guanti, è strano come le cose cambino velocemente, normalmente aveva uno sguardo di sfida, ora sapeva di non avere più il controllo su di me, “finisce qui, non ho più interesse in questo gioco” si lascia sfuggire un gridolino, “no”, “no cosa?”, mi giro verso la porta e contemporaneamente sento un rumore di ossa sbattute sul pavimento, era in ginocchio di fronte a me, si era lanciata alla disperata ai miei piedi, “farò tutto quello che vuoi”, la sua umiliazione mi eccitava ancora di più, “fai tutto il necessario” mi aveva detto Maria, estraggo la verga dai pantaloni e in un attimo le pianto diversi centimetri di carne in gola, la sento soffocare,sfilo il cazzo tenendola per i capelli, con una mano mi tengo la base del pene, le pugnalo la gola, mentre le sondo la trachea e la schiaffeggio, che non si azzardi a fare mosse strane, sfilo il cazzo solo quando la sento soffocare, le tappo il naso in modo che sia costretta a riaprire la bocca, e nuovamente la affogo con la verga, adesso le blocco la testa con tutte e due le mani e uso la sua gola come una fica di gomma, questo sono io, all’apice della mia furia, mi piacerebbe sborrarle in bocca, ma voglio altro, sfilo il cazzo e lo uso per colpirla sul viso, lo avvolgo con i sui capelli e comincio a segarmi, non voglio sborrare così, ma voglio dominarla in ogni modo possibile, l’afferro per il naso tirandolo in alto ed appena tenta di respirare le sputo in bocca, la spingo e si accascia a terra, sono dietro di lei, sono sopra a lei, sono dentro di lei, comincio a scoparla, scivolo dentro la sua fica bagnata e non sento niente, sarà dura sborrare, ma meglio così, la scoperò fino alla morte, la sento godere, mi incita a spingerla più forte, non mi dispiace che le piaccia, le farà più male quando non ci sarò più, spingo con il solo scopo di spezzarla, in un tempo lunghissimo la sento passare dal piacere all’orgasmo, la sento oscillare tra questi due stati, la sento venire più volte, sento la fica asciugarsi e bagnarsi di continuo, fino a che esausta la sento trasformarsi in un pezzo di carne che subisce passivamente le mie spinte, è il momento di chiudere la pratica, sfilo il cazzo fradicio dei suoi umori e lo pianto nel culo con un unico movimento, non era pronta, si irrigidisce ma è costretta a subire, la vedo stringere i pugni per resistere, trattiene le urla a fatica, sento il mio orgasmo salire, è arrivato il momento di sborrare, di chiudere la storia, esco da lei e punto dritto al viso, la inondo, lo sperma vola ovunque, sulla bocca, sulla fronte, sui capelli e gli occhi, forse le mie palle non erano così vuote, afferro nuovamente i suoi capelli e li avvolgo sulla verga, voglio usarli per pulirmici, mi godo il momento, ho un sorriso da bastardo in faccia, quel massaggio delicato mi stimola la minzione, questa cosa non era prevista, ma sarebbe l’umiliazione finale, sono in piedi sopra di lei, la sovrasto in ogni modo, e al massimo della mia perversione comincio ad urinare su di lei, è liberatorio, lei subisce passivamente, non sembra nemmeno sorpresa, “apri la bocca”, gli ultimi zampilli la centrano in pieno, scrollo il cazzo su di lei, le ultime goccioline le schizzano sul viso, lascio il cazzo sospeso sopra di lei, è accasciata a terra, completamente vinta, mi riordino mentre imbocco la via d’uscita e prima di lasciare la stanza mi volto verso di lei “tornerò quando mi vorrò svuotare le palle”, non risponde, mi guarda con uno sguardo che non riesco a decifrare, quell’immagine mi rimarrà impressa nella mente, è il simbolo del suo totale declino, tra me e me penso che non tornerò mai più e che comunque deve esserle piaciuta la scopata.

Mentre cammino verso casa “strano, ho chiamato l’abitazione di Mary casa” passo vicino ad un ponte, infilo la mano in tasca e lancio le chiavi nel fiume, è chiusa qua.

Ora sono da lei, mi guarda negli occhi, “ le hai fatto male?”, “un po’”, “è finita?” , “è finita!”, sorride e si avvicina per abbracciarmi, la fermo, “prima fammi togliere questo schifo di dosso, fammi fare una doccia, voglio cancellarne subito l’odore” , sorride.

Sono sotto la doccia, ho il cazzo nuovamente duro, mi sento libero, nulla potrebbe andare meglio, sento bussare alla porta , è lei che vuole entrare, sorrido ed apro, ci abbracciamo sotto l’acqua calda, il vapore è ovunque, mi sbagliavo, quando lei è con me non c’è limite al meglio.

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