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L’ Autunno – Capitolo 1 – Un nuovo inizio

By 13 Settembre 2020No Comments

L’estate scivolò via ,come magma che lentamente si raffredda in superficie lasciando però al suo interno un calore ancora vivo e attivo. I ricordi di quei mesi cominciavano a sbiadire, come vecchie lenzuola stese al sole, complice l’approssimarsi delle incombenze che attendevano le due ragazze,progetti e nuove sfide che si profilavano all’orizzonte.

Il primo anno di università per Sara. Un mondo totalmente diverso rispetto a quello rassicurante dei banchi di scuola, l’ingresso in un mondo più adulto.
E la ripetizione dell’anno scolastico per Claudia, la possibilità di un riscatto che la ragazza non poteva assolutamente permettersi di fallire.
Si preparavano dunque ad obiettivi diversi ma preda delle stesse identiche ansie, complice il fatto che,per la prima volta negli ultimi 5 anni, non avrebbero più passato così tanto tempo insieme.
Ma quell’estate,quelle esperienze, avevano in qualche modo contribuito a legarle ancora di più e si promisero vicendevolmente che non si sarebbero mai perse di vista, niente e nessuno le avrebbe divise.

Per Sara iniziarono i preparativi per l’anno universitario che l’attendeva. I primi contatti con la nuova realtà e i primi spostamenti a Torino la galvanizzarono e l’entusiasmarono. Il mondo universitario,così diverso da quello del liceo, la stupì. Capì che era necessario un periodo di adattamento alla nuova vita che l’attendeva e aspettava dunque con impazienza l’inizio delle lezioni, al fine di calarsi completamente in quel nuovo universo.
Papà e mamma si mostrarono subito apprensivi e attenti a ogni cosa.Soprattutto mamma subì quel primo vero distacco di Sara e non faceva che farle domande su ogni cosa, voleva sapere tutto della nuova esperienza della figlia.
Intanto Sara era dunque divisa tra i frequenti spostamenti a torino e l’inizio della nuova stagione di pallavolo. Arrivava perciò a fine giornata spesso talmente stanca che l’unica cosa che voleva fare era andare a dormire.
I rapporti con Marco,il fidanzato, cominciarono a peggiorare e,complice il fatto che il tempo per vedersi era sempre meno, Sara percepì che il distacco dal fidanzato stava diventando ogni giorni più ampio.
Ovviamente si era tenuta per sé i segreti di quell’estate e Marco non si rese conto di nulla, non capì neanche lontanamente che la sua fidanzata era cambiata parecchio nel corso di quell’estate.

Claudia invece ,costretta a ripetere l’anno scolastico, era in attesa dei primi giorni di scuola. Papà era stato chiaro. Non avrebbe ammesso alcuna insufficienza quell’anno. Continuava a ripeterle che studiare era il suo dovere. Con grande sbigottimento di Claudia, aveva anche deciso che le avrebbe ridotto sensibilmente la paghetta. Questo finchè non avesse avuto la certezza che i voti di Claudia sarebbero stati in linea con quanto da lui stabilito. E,come se non bastasse, papà aveva deciso che da gennaio sarebbe dovuta andare qualche ora ad aiutare sua madre al negozio. Mamma infatti aveva un negozio di sartoria, aveva sempre bisogno di aiuto e la signora che l’aiutava a gennaio se ne sarebbe andata.
Insomma, si prospettava un anno difficile per Claudia.

Venne dunque il primo giorno di scuola per Claudia. La mattina, un po’ ansiosa, si vestì con i suoi inseparabili jeans a vita bassa e una magliettina aderente. Era un settembre ancora caldo, le temperature non accennavano a diminuire.
Avrebbe conosciuto i suoi nuovi compagni di classe, più piccoli di un anno rispetto a lei, e i nuovi professori. Dopo la bocciatura dell’anno precedente aveva deciso di cambiare sezione in modo da non trovarsi più in classe gli stessi docenti, con i quali non era mai riuscita a stabilire un buon rapporto.
Prese il suo zaino e si avviò , come aveva sempre fatto, a prendere l’autobus. L’istituto distava una ventina di minuti di autobus ma Claudia non riusciva mai a trovare un posto a sedere. La sua fermata era un’intermedia e quando saliva sul bus esso era già pieno di gente, studenti soprattutto , ma anche impiegati che si recavano ai rispettivi posti di lavoro.

In classe, non conoscendo nessuno, si sedette al primo banco. I compagni notarono immediatamente la nuova presenza, e la osservavano curiosi mentre le compagne, già invidiose, la considerarono da subito un elemento di disturbo. In effetti era impossibile che gli sguardi non si posassero su quel culetto rotondo e su quelle tette esuberanti e generose, che la magliettina contribuiva a mettere in risalto.
Gli stessi professori notarono quella nuova presenza e,seppur consci del loro ruolo, più d’uno fu colpito dalla sensualità e dalla prorompenza di quel corpicino allettante. Nel solo corso di un’estate il corpo di Claudia era esploso in tutta la sua sensualità e il contrasto con quel visino dolce e sbarazzino non lasciava assolutamente indifferenti. Quel corpo ormai da donna su quel visino innocente e delizioso non lasciava scampo.

Nel corso dei primi giorni i ragazzi fecero quasi a gara ad interagire con la nuova compagna, utilizzavano ogni pretesto per poterci parlare mentre le compagne la tenevano quasi in disparte, consce del fatto che Claudia toglieva a loro grande spazio nell’attenzione dei ragazzi. Le classiche gelosie femminili trovarono così terreno molto fertile.
Claudia non diede troppa corda ai nuovi compagni,rimanendo spesso sulle sue. Li considerava piccoli,immaturi, poco interessanti. Sicuramente l’esperienza della montagna aveva gettato dei semi profondi nella coscienza di Claudia e sul suo modo di vedere le cose, la cui prospettiva era parecchio mutata.
A scuola si vestiva in maniera più audace rispetto agli anni precedenti, ora era solita indossare più spesso i suoi aderenti leggings colorati che alternava a gonnelline che le arrivavano a metà coscia. E sopra,quasi inconsciamente, preferiva abiti che le mettessero in risalto quel fantastico seno. Magliettine, camicette strette strette e ,nelle giornate più fredde, maglioncini che però non riuscivano a nascondere le forme del suo corpo. Indossava comunque quel genere di abiti con notevole leggerezza e innocenza , quasi come se non si rendesse conto che gli sguardi degli uomini ne erano attratti come un magnete. Era proprio quel contrasto, tra innocenza e sensualità, che eccitava le fantasie dei maschi.
Passarono così le prime settimane di scuola senza che Claudia riuscisse a stabilire delle amicizie più concrete nella nuova classe che era costretta a frequentare. Non di rado trascorreva l’intervallo scambiando messaggi con Sara, che le raccontava di quanto fosse eccitante e stimolante il mondo universitario, accrescendo il suo senso di isolamento, oppure si rintanava in bagno a fumare di nascosto una sigaretta, pur sapendo che la cosa era tassativamente proibita.

Verso metà Ottobre i voti di Claudia comunque si rivelarono sensibilmente migliori di quelli dell’anno passato. Le uniche serie difficoltà le stava trovando nella materia per lei più ostica, latino. Papà era stato chiaro: se a Novembre non avesse avuto la piena sufficienza in tutte le materie si sarebbe potuta scordare anche il viaggio promesso a Santo Domingo, viaggio che Claudia non aveva assolutamente voglia di perdersi.
Decise dunque di mettersi seriamente di impegno per recuperare quell’unica insufficienza. In vista del compito in classe Claudia cercò di dimostrarsi più attenta e attiva anche durante le lezioni. Era la prima che alzava la mano quando il professore faceva qualche domanda alla classe e,complice il fatto che era posizionata nella prima fila dei banchi, seguiva attentamente la lezione sperando che il prof lo notasse.
Non di rado, a fine lezione o durante le esercitazioni in classe, Claudia chiedeva il permesso di avvicinarsi alla cattedra per chiedere al professore qualche suggerimento o qualche spiegazione più approfondita su particolari che le erano di difficile comprensione. Appoggiandosi con gli avambracci alla cattedra Claudia esponeva alla vista del professore la scollatura della camicetta, di cui lasciava distrattamente slacciato l’ultimo bottone, o il generoso rigonfiamento del top. Il professore, mentre cercava di chiarire alla giovane quei punti che le risultavano oscuri, non poteva fare a meno di buttare l’occhio sulle tette della ragazza, ne osservava le perfette rotondità esaltate dalla posizione delle braccia che, schiacciando leggermente i seni l’uno contro l’altro, davano l’impressione che il reggiseno non riuscisse a contenerle per intero.
Lievemente turbato,l’insegnante ,dalla sua sedia, poteva anche scorgere con la coda dell’occhio il profilo del sederino della ragazza. Claudia infatti era solita piegarsi leggermente sulla cattedra e le forme del suo culetto, stretto nei leggings aderenti, ne risultavano ancora più evidenti. Da quella posizione il professore aveva anche una parziale visuale del triangolino in mezzo alle cosce della ragazza, che i leggings comprimevano in modo conturbante.

Claudia non si era quasi accorta degli sguardi del professore ma questi suoi comportamenti l’avevano messa in una luce migliore ai suoi occhi. Il professore infatti era sempre più gentile e disponibile. Aspettava quasi con ansia le lezioni in quella classe e quando Claudia non si avvicinava di sua iniziativa alla cattedra, era lui spesso a chiederle se poteva esserle d’aiuto. Ogni volta Claudia gli rivolgeva un timido sorriso e si alzava dal suo banco, col quadernetto, avvicinandosi al prof drizzando quanto più possibile la schiena, in modo da mettere in mostra il suo generoso seno. Anche Claudia ci metteva del suo, seppur inconsapevolmente.
Spesso,all’arrivo del professore, si faceva trovare appoggiata coi gomiti su uno dei banchi posti vicino all’entrata della classe, mentre chiacchierava con le sue compagne. Così piegata metteva in mostra il suo rotondo culetto facendolo ondeggiare lentamente a destra e sinistra con fare innocente , e il professore,al suo arrivo in classe, non poteva far altro che dare una lunga occhiata a quel meraviglioso spettacolo. Poi, in piedi sulla porta d’entrata in attesa che tutti gli studenti guadagnassero i loro posti, la vedeva guardarlo, salutarlo educatamente ,tirarsi su dal banco e avviarsi sculettando verso il suo banco.
Il professore era sempre più turbato. Era vero che quella ragazza era comunque maggiorenne, ma era una sua alunna e,per differenza di età,poteva essere sua figlia. Eppure osservare quel sederino esposto così innocentemente ai suoi occhi,quelle chiappette e le cosce tornite fasciate da quei leggings strettissimi, il bordino degli slippini che si intravedevano da sopra i leggings e trovare quella ragazza in quella posa ogni volta che entrava in classe gli faceva venire i sudori freddi. Come se non bastasse, se la trovava spesso a camminare davanti a lui lungo la grande scalinata interna della scuola, con lo zainetto che le arrivava appena sopra il sedere e non poteva resistere a guardare quelle chiappette che si muovevano davanti ai suoi occhi ad ogni singolo gradino.
All’uomo sembrava quasi che la giovane lo facesse apposta. La vedeva rallentare la camminata, e aveva l’impressione che sculettasse volutamente, come se lo invitasse a guardare quanto e come gli era più gradito,come se le piacesse farsi rimirare lungamente il culetto.
Claudia ,sebbene avesse captato qualche sguardo un po’ più deciso da parte del professore di latino, non diede alcuna importanza alla cosa poiché,di fatto,non le interessava. L’unico suo pensiero, in quel fine ottobre, era quello di riuscire a recuperare i voti necessari affinché il suo tanto agognato viaggio a S.Domingo diventasse realtà.

 

Questo racconto è opera di fantasia. Tutti i personaggi,gli episodi e le battute di dialogo sono da intendersi come del tutto immaginari. Niente di ciò che è narrato è da alludere a persone,cose o situazioni reali.
Per commenti o consigli scrivere a : psychedelicat1@yahoo.it

 

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