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La direttrice: parte 2

By 4 Marzo 2025No Comments

Una volta che mi ero risistemato, mi misi a guardarmi allo specchio, consapevole del fatto che dovevo cercare le parole giuste per evitare di essere licenziato in tronco, anche se sapevo di già che la situazione era più che grave.
Passarono dei minuti, abbassai la maniglia della porta, molto piano e sbirciai fuori: c’erano i gatti nel corridoi, ma lei non era presente e non sentivo altri rumori.
Stava in accappatoio in cucina, e stava sistemando il cibo per gatti nelle ciotole. Evidentemente mi aveva sentito perché si tolse la veste lasciando in bella vista le sue grazie chinandosi verso le vaschette, lasciandomi volutamente vedere quel suo rotondo sedere. Spettacolare!
Mi prese per la mano e portandomi in salotto, ci sedemmo sul divano, i nostri sguardi si incrociavano profondi mentre lei cominciò a fare i primi passi cominciando a toccare la mia mano, salendo verso la spalla fino ad arrivare al collo. Dolcemente portò il mio viso vicino al suo e le nostre labbra si incontrarono.
La limonai sensualmente e andammo avanti così per cinque minuti abbondanti, poi si inginocchia davanti a me e tira fuori il mio uccello. Comincia in un primo momento a segarlo, poi passa a dargli dei bacetti leggeri.
Mi guardò negli occhi e aveva capito che io volevo di più, quindi passo a succhiarmi avidamente sia il cazzo che le palle. Si sentiva che aveva molta esperienza, beato suo marito, beato io allora. Dopo qualche minuto non riuscivo più a trattenere la sborra: gli sono venuto in bocca all’improvviso, lei rimase sorpresa all’inizio ma poi decise di gustarsi ogni singola goccia di giovane sperma. Era veramente vogliosa di cazzo.
Poi cominciò a farmi una spagnola con le sue enormi tette. Inutile dire che ero al settimo cielo. Anche lì, il mio pisello dopo un po’ di tempo ricominciò a tornare duro e stetti nuovamente per venire, ma Carolina si fermo. Mi guardò maliziosamente con i suoi occhi marroni, mi prese nuovamente per la mano per condurmi al suo letto, mi spinse e si mise con la sua splendida figa pelosa sopra di me.
“Comincia a leccare, porco!” E così feci.
Sentivo che stava godendo, il mio cazzo era duro marmato e ho cominciato a segarlo con la mano destra. Lei notò la cosa, si girò e finimmo per fare un 69.
I miei pensieri erano di puro godimento: “Sto facendo sesso con il mio capo, cosa si vuole di più dalla vita?”
Io le stuzzicavo il clitoride con la mia lingua come meglio potevo, lei per ricambiare il piacere cominciò a leccare il mio buco di culo. Sensazione strana e piacevole allo stesso tempo.
Successivamente si mise a pecora: gliel’ho infilato tutto fino in fondo. Lei godeva sempre di più per ogni centimetro che gli mettevo dentro.
Avanti e indietro, avanti e indietro, qualche volta più lentamente, qualche volta più forte.
La tenevo per i fianchi della sua liscia pelle.
Mi distesi su di lei e gli presi le tette, sentivo che entrambi stavamo per arrivare all’orgasmo.
“Sei proprio una lurida puttana” E con la mano destra gli schiaffeggiai il suo culo sodo.
“Sì, sono proprio la tua puttana.”
Dopo un paio di minuti a dirle le peggio cose ero sul punto di venire, lo tolsi e gli sborrai sul culo. Per non farle perdere l’occasione di avere un orgasmo mi sono messo a giocare col suo clitoride cosicché poi alla fine riesce a raggiungere l’orgasmo.
Ci accasciammo, stanchi, nudi e sudati. I nostri corpi si abbracciavano scambiando così il nostro calore. Lei continuava a stimolare il mio pisello che piano piano si stava sgonfiando, mentre io le stavo succhiando uno dei suoi maestosi seni.
Mi si avvicinò all’orecchio sinistro e mi sussurrò con voce sensuale:
“Il treno ti parte fra tre ore. È da un po’ che non sento qualcosa dentro il mio culetto sodo. Che ne dici? Ti va di farmi compagnia?”.
Quella fu solo uno degli episodi piccanti che ho passato il mio capo Carolina.

Just Ken

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