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LA MOGLIE DEL CAPO 2

By 7 Febbraio 2004Maggio 15th, 2020No Comments

Chi ha letto al prima parte della storia oramai sa come ebbe inizio il mio rapporto sessuale con la moglie del mio capo ufficio, una biondona sexy e sempre eccitata che in poco tempo mi rese la vita difficile. Mi ossessionava, mi telefonava di continuo e mi ordinava di raggiungerla nei posti più impensati per scoparla, altrimenti mi avrebbe fatto licenziare. Adorava il sesso orale e spesso si accontentava soltanto di farmi venire senza che la toccassi. Voleva essere lei a dominare. Mi faceva venire e poi mi diceva ‘rimettiti i pantaloni e sparisci. Ti chiamerò quando ne ho voglia’. La cosa, in verità, mi eccitava e spaventava al contempo, perché se non obbedivo avrei perso il lavoro e anche la famiglia. A volte però pensavo ‘chi se ne frega, per una così vale la pena di perdere tutto’. Eh sì, perché con lei davvero ho fatto di tutto e nei posti più strani. La prima volta al ristorante, la seconda nel garage interrato dell’ufficio. Si presentò in azienda piena di buste e pacchi e dopo una breve visita al marito decise di andare via. I pacchi erano molti e bisognava che un dipendente la accompagnasse a casa. La scelta cadde ‘casualmente’ su di me. Prendemmo l’ascensore che conduceva al piano interrato e già lì iniziò a farmi eccitare. Io avevo le mani piene di pacchi e lei le aveva libere ovviamente. Mi afferra il cazzo senza aprire la patta e comincia a stringerlo appena l’ascensore si mette in moto. ‘Ti piace?’ disse mordendosi le labbra. ‘Continua’ dissi, ma nemmeno il tempo di aprire la bocca mi aveva infilato la sua lingua calda e morbida in gola, sempre stringendo e dimenando il mio grosso membro. Lo lasciò solo quando la porta si aprì. Pochi passi e ci avvicinammo all’auto. Erano le 18, i dipendenti erano andati tutti via. Era rimasto solo il capo sopra, per sbrigare il lavoro arretrato. Avevano trenta anni di differenza, lei 32 lui 62, per questo era sempre infuocata. Nemmeno il tempo di posare i pacchi nel porta bagagli che mi afferra le spalle, mi gira e mi spinge sul fianco dell’auto. Mi sbottona i pantaloni e comincia a mordermi il cazzo senza togliermi i boxer. Poi mi abbassa anche quelli e apre la camicetta dalla quale escono due grossi seni. Comincia a mugolare come un gatta in calore strofinandosi l’uccello sui capezzoli e dopo un po se lo infila in bocca. Succhiava con un’avidità superiore a quella mostrata nel bagno del ristorante. Una succhiatrice fantastica ed esperta, tant’&egrave che a un certo punto cominciò a far colare sul membro eretto grossi fiotti di saliva, che spalmava con accortezza sulla cappella mentre mi guardava dritto negli occhi. ‘Ora ti faccio impazzire’ sussurrò. Lo aveva ricoperto totalmente di saliva e lo dimenava nella bocca come una forsennata. All’improvviso si alza, solleva la gonna e il piede sulla ruota dell’auto. ‘Spingi forte’ disse alzando la voce. Io cominciai a spingere come un matto mentre lei baciandomi con la lingua sussurrava frasi del tipo ‘Se quell’impotente di mio marito avesse un cazzo così duro non uscirei mai di casa’, oppure ‘Voglio essere la tua troia’, ‘Scopami più forte’ ecc. Tutte frasi che aumentavano la mia eccitazione e mettevano a dura prova la mia resistenza ed il mio controllo. Avrei voluto sbatterla a pancia sotto sul cofano e sodomizzarla, ma la confidenza era ancora poca e poi era sempre la moglie del capo. Così lasciai ancora una volta a lei l’iniziativa. Dopo una decina di colpi assestati raggiunse l’orgasmo e mentre stavo per venire lo tirò fuori e si inginocchiò. ‘Mi devi venire addosso! Mi piace il tuo sperma’, riempì nuovamente la sua mano di saliva e cominciò a fare su e giù sempre più velocemente. Il primo schizzo la raggiunse sulla guancia, il secondo lo fece arrivare sul seno e così via. Quando l’ultima goccia traspariva sulla cappella si infilò l’uccello in bocca mentre con la mano libera si massaggiava i seni, spalmando la sborra dappertutto. ‘Bene ‘ disse ‘ ora accompagnami a casa. Mio marito non rientrerà prima delle 21 e abbiamo due ore di tempo ancora. Ti lascerò senza parole’. Si abbottonò la camicetta senza asciugare completamente lo sperma che aveva sul seno.

Ci mettemmo in macchina e durante il breve viaggio capii che era una grande troia, ma lo faceva solo con me. Era repressa sessualmente, ma aveva preso una forte sbandata per me, anche se le piaceva il gioco del ricatto. O eseguivo gli ordini o mi avrebbe fatto licenziare. E fu sempre durante il tragitto per accompagnarla a casa che capii i suoi gusti sessuali. Oltre ad essere pompinara era anche feticista, amava che le adorassero i piedi, in verità molto belli, curati e delicati. Amava fare giochetti particolari con i suoi piedini, ed amava scopare in posti rischiosi e strani.

Me lo confidò in auto. Poi arrivammo a casa. Io deposi i pacchi in cucina e lei mi chiese di accomodarmi mentre si dava una rinfrescata.

Ero eccitato più di prima, ma avevo paura che il capo tornasse da un momento all’altro. Dopo dieci minuti la vedo rientrare. Uno splendore. Aveva un abito rosso e aderente che spiccava con l’abbronzatura. Si era truccata di nuovo e aveva adornato i piedi, ricoperti da smalto celeste, con tanti anellini. I capelli le ricoprivano il volto. Si sedette sul divano di fronte a me, allungando una gamba e facendo segno col piedino di avvicinarmi. Era tutta per me, lì davanti, voglioso e più eccitata che mai”Ma questa &egrave un’altra storia che vi racconterò in seguito.

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