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Questa mattina ho parlato ancora al telefono con la ma segretaria Paola, tutto e’ tranquillo e lei sempre precisa ed allegra, non vede l’ora che io ritorni, devo confessare che anche per me e’ la stessa cosa. E’ una segretaria davvero speciale.

Visto che mi fermo anche questa sera un importante cliente insiste perche’ partecipi ad una festa nella sua villa vicino a Napoli. La proposta mi gratifica ma non ho voglia di passare la serata in mezzo a gente anziana e per giunta parlando sempre di lavoro, l’idea non mi sorride pero’ non posso rifiutare e poi non ho nulla da fare questa sera. L’autista viene a prendermi in hotel alle venti, spero di tornare presto perche’ domani mattina ho l’aereo alle nove e Capodichino non e’ proprio vicina, mi tocca fare quasi una levataccia.

La villa e’ bella e con un parco molto ben curato, la compagnia invece disastrosa come previsto, la donna piu’ giovane e’ vicina ai sessanta, gli uomini tutti dediti al lavoro ed agli affari. La moglie del padrone di casa avra’ una quarantina d’anni ma e’ proprio bruttina, secca e snob come poche, due caratteristiche che me la rendono antipatica immediatamente. Sono pentito di aver accettato e sto pensando ad una scusa per farmi accompagnare indietro il piu’ presto possibile.

La cena pero’ e’ all’altezza delle tradizioni napoletane, mi consolo bevendo abbondantemente Falanghina fresca, un vino che mette davvero allegria ed io ne ho bisogno. Quando siamo ai dolci entra in sala da pranzo la figlia del mio ospite scortata dal fidanzato, avranno poco piu’ di vent’anni, allegri e spensierati, finalmente una boccata d’aria fresca.

Lui e’ muscoloso e certamente fa molta palestra, non ha l’aria intelligente ma un fisico invidiabile, lei, Clara, invece e’ piuttosto minuta, meno di un metro e sessanta, moretta, seno piccolo ma appuntito che il top stretto accentua, ombelico nudo, calzoni bianchi attillati e trasparenti sotto i quali si indovina un tanga microscopico. Beata gioventu’, comunque attacco bottone con loro per liberarmi dagli altri ospiti vecchi e noiosi.

Certamente la mia ammirazione non deve sfuggire a Clara e credo che per lei sia normale, fa un po’ la civetta appesa al braccio del suo mandrillo che e’ invece di poche parole, mangia come un lupo pero’. Non sapendo dove buttare gli occhi finisco per non perderla di vista un momento, un raggio di sole nel buio totale che mi circonda, lei se ne accorge sicuramente ma non sembra disturbata, anzi mi sorride ogni volta compiaciuta.

Sto pensando seriamente di andarmene, la compagnia e’ penosa, Clara e’ scomparsa ed il suo fidanzato ormai non si muove da tavola e continua ad ingozzarsi di dolci, dovra’ fare molta ginnastica domani per smaltire tutte quelle calorie !

— Dottore, mi sembra che non si stia divertendo molto !

E’ la voce di Clara che mi raggiunge da dietro con una risata argentina. Mi giro sorpreso, in effetti nonostante i miei sforzi per fingere devo avere una faccia proprio annoiata.

— Clara, che sorpresa, veramente la compagnia non e’ entusiasmante, mi diverto di piu’ al lavoro ! Lei piuttosto non dovrebbe rimanere qui, si faccia accompagnare dal suo fidanzato in un posto piu’ vivace ! Anch’io penso di andarmene alla svelta.

Ha un sorriso stupendo, gli occhi vivaci e brillanti, davvero una splendida ragazza. Vista la differenza d’eta’ mi comporto in modo distaccato ma un’occhiata ai seni non riesco ad evitarla.

— Lasci perdere il mio ragazzo, quando trova dei dolci perde la testa e non vede altro. E’ molto goloso, io invece curo la mia linea e non ho bisogno di passare le giornate in palestra.

Mi sento autorizzato a guardarla con attenzione ed il mio viso deve tradire una certa soddisfazione, esagero con piacere e lancio uno sguardo anche dietro dove c’e’ un culetto favoloso che il calzone trasparente non nasconde proprio, anzi.

— Ha proprio ragione, devo dire che le sue abitudini alimentari ottengono ottimi risultati, dovrebbe insegnarmi qualche cosa ma credo che la sua eta’ sia il segreto.

Ridiamo di gusto e intanto passeggiamo all’esterno davanti al parco buio nella notte, arriva un profumo di resina inebriante. Devo ammettere che Clara e’ bella e simpatica con la freschezza della sua gioventu’. Sembra trovarmi divertente perche’ continuiamo a chiacchierare piacevolmente, mi racconta le sue vacanze a Ponza, mi sto finalmente rilassando.

Arriviamo al bordo del boschetto dove il sentiero si addentra tra gli alberi, c’e la luna ma oltre il buio e fitto ed io mi fermo. Clara invece mi prende una mano e mi fa cenno di entrare.

— Non abbia paura io ci sono cresciuta in questo parco, conosco ogni pianta, le faccio vedere il mio rifugio preferito. Venga.

Mi guardo indietro un attimo, non vorrei che mi notassero mentre mi avvio nel buio per mano alla figlia del padrone. Per fortuna tutti sono all’interno e nessuno ci nota anche perche’ siamo quasi nel retro della villa. Cammino con attenzione ma Clara mi trascina quasi correndo come se fosse giorno, di tanto in tanto fa delle risate allegre ed poi si ferma. Alla luce della luna mi accorgo che siamo arrivati ad un piccolo spiazzo circondato dai cespugli con al centro una panchina di pietra chiara.

Clara mi fa sedere, ormai gli occhi si sono abituati all’oscurita’ e vedo meglio alla luce della luna. E’ proprio una angolo nascosto, chiuso dai cespugli da ogni parte, il parco e’ comunque deserto e si sente solo lo stormire leggero delle foglie. Restiamo seduti tenendoci per mano e senza parlare, sento il profumo fresco della mia compagna, leggero ma inebriante.

Mi volto per parlare ma lei mi fa cenno di tacere, io obbedisco sorridente. Si alza e si toglie il top minuscolo, ho le sue tettine davanti alla bocca, lei me ne porge una da succhiare ed io non mi faccio pregare. E’ un seno piccolo e sodo con il capezzolo minuscolo e durissimo, potrebbe essere mia figlia ma, accidenti, il pacco nei calzoni si sta indurendo rapidamente. Le succhio il bottoncino e sento che si allunga, tutto e’ cosi’ dolce e minuscolo. Lei ansima leggermente e mi stringe la testa contro il suo seno. Mi rendo conto di essere ormai completamente eccitato, al diavolo ogni pensiero !

Clara si stacca, in un attimo si toglie i sandali ed i calzoni, anche alla luce scarsa capisco che non mi ero sbagliato, ha un culo duro e tondo per nulla coperto dal tanga. La giro e le bacio i due globi sodi, poi infilo la mano sotto il tanga e le accarezzo il buchetto posteriore, sento che geme dal piacere. Abbasso il tanga e comincio a leccarle il culetto, adesso la sento proprio agitarsi e rispondere alle mie carezze. Allarga le gambe ed io, da dietro, le accarezzo la passeretta chiusa con un dito, il bottoncino in cima e’ piccolo e durissimo, quando lo raggiungo la sento irrigidirsi e tremare.

Io sono sempre seduto e vestito con questa ragazza nuda tra le mani, la giro e le prendo in bocca il clitoride, capisco di aver raggiunto il punto piu’ sensibile perche’ comincia a divincolarsi e ad allargare le gambe senza alcun controllo. Dopo poco credo che sia venuta perche’ mi prende la testa e mi allontana, poi si abbassa e mi slaccia i calzoni mettendo a nudo tutta la mia verga congestionata.
Io resto seduto e lei si accuccia per prendermi in bocca l’arnese che ha gia’ la punta paonazza. Capisco che fa fatica ad ingoiarlo, lo lecca, lo bacia ma riesce a farne entrare in bocca solo pochissimo, e’ troppo grande per lei. Mi mordicchia le palle, e’ una sensazione che mi fa venire i brividi, fatico a restare in silenzio e mi scappano dei gemiti di piacere.

Non resisto piu’, mi alzo e la metto seduta sulla panchina, il marmo deve essere freddo e ruvido contro il suo culo nudo, ma non si lamenta. E’ nuda, minuta, sembra una bambina. Adesso posso inginocchiarmi io e leccare la sua passerina giovane e fresca, e’ deliziosa. Il clitoride e’ piccolo e sempre piu’ turgido, le labbra chiuse e ricoperte da un pelo nero e riccio, mi diverto a giocarci dentro. Lei geme e si agita come una forsennata, devo tenerla ferma con le mani o cade a terra, ho la bocca ormai bagnata del suo piacere, sta venendo in continuazione sotto la mia lingua.

Mi sollevo e punto la cappella tra le labbra della vagina ormai aperte e grondanti, com’e’ piccola ! Quando tento di entrare mi sembra che sia un’impresa impossibile, la cappella praticamente copre tutta la fessura spalancata. Ormai sono troppo eccitato per fermarmi, sento che l’apertura cede un po’ e spingo, continuo a spingere mentre Clara si irrigidisce, deve avere l’impressione di essere sfondata e quest’idea mi impedisce di ragionare.

— No, e’ troppo grosso, non puo’ entrare ! No per favore, no !

Sento dentro una voglia tremenda di continuare, ormai l’anello d’entrata si e’ dilatato e la punta inizia il suo percorso.

— Smettila, vedrai come ti piacera’, ma il tuo fidanzato te lo da o no ?

Deve patire molto ma sento che si rilassa e sono sicuro che comincia a godere il grosso palo che la sta sfondando.

— Il suo e’ piu’ piccolo, non ho mai provato una arnese come questo. Mi piace pero’, dai, non smettere, mi piace, lo voglio !

Non mi faccio pregare, spingo sempre piu’ in fondo e entro per due terzi della mia lunghezza. Sento l’utero spingere contro la cappella, e’ proprio una fighettina stretta e piccola, resto piantato un attimo. Lei sembra soffrire ma non si tira indietro, mi abbraccia e trema in continuazione. Mi muovo avanti ed indietro piano poi sempre piu’ forte e mi accorgo che Clara risponde ai miei colpi in modo sempre piu’ deciso.
Ormai la sto pompando con decisione cercando pero’ di non sfondarle il ventre quando improvvisamente perdiamo l’equilibrio ed io cado all’indietro con Clara sopra, la botta col sedere sull’erba non e’ indifferente. Lei, sempre impalata su di me, mi segue nella caduta e nell’impatto con l’erba il mio bastone duro si conficca completamente dentro la sua passerina, mi sembra di averle sfondato l’utero di colpo. Restiamo fermi perche’ entrambi siamo senza fiato, mi sento la cappella strizzata in fondo alla vagina e immagino che Clara abbia l’impressione di essere stata trapassata da parte a parte.

Sbarra gli occhi e sento che non respira, poi lentamente comincia a muoversi su di me, prima con cautela poi lasciandosi cadere a corpo morto sul piolo che la sta trapassando. Riprende a rantolare ed io non avevo mai sentito il mio arnese cosi’ stretto in un tunnel caldo e bagnato. L’effetto e’ travolgente, sento l’orgasmo salirmi dalle palle mentre Clara ormai non si controlla piu’, spinge e si agita come una forsennata avvinghiata sopra di me.

Quando il primo getto le raggiunge l’utero schiacciato si blocca, si morde la labbra e sento le contrazioni vaginali mungermi il cazzo in continuazione, deve venire anche lei come una pazza. Con getti lunghi e bollenti mi svuoto in fondo alla sua intimita’, non so come possa contenere tutta la sborra che le sto mettendo. Quando smettono i getti di sperma lei si affloscia come un pupazzo su di me, ansima ed e’ tutta sudata, la accarezzo teneramente ma lei mi bacia con furia, quasi mi morde la lingua. Poi si riprende e mi sussurra all’orecchio.

— Mi hai fatto male, non credevo pero’ che fosse cosi’ bello, non ho mai goduto tanto. Spero di non essermi ferita pero’, tu sei pericoloso, sai, con quell’arma che ti porti in giro !

Conficcato dentro io sono ancora rigido anche se non come prima, lei sembra non volersi alzare e mi sorride nella luce della luna. Dobbiamo essere uno spettacolo buffo, lei piccola e nuda accovacciata su di me che ho i calzoni in fondo ai piedi, camicia, cravatta e giacca addosso. Lentamente si solleva e fa uscire il mio attrezzo, mi dispiace lasciare quel posto caldo e stretto Appena la cappella esce fa un rumore come un tappo di bottiglia e una cascata di sperma mi arriva sulle cosce.

Clara mi guarda con curiosita’ ma si ritrova immediatamente con le gambe tutte bagnate dallo sperma che le esce copioso dalla vagina dilatata, abbiamo entrambi un’aria desolata. Per fortuna ho un fazzoletto ma e’ inadeguato, lei mi ripulisce poi tenta di asciugarsi alla meglio, finche’ resta in piedi. E’ una impresa impossibile, continua a colare sperma dalla sua fessura. Prova ad infilarsi il tanga ma non risolve il problema e appena indossa i calzoni bianchi, trasparenti ed attillati, ci accorgiamo che una macchia bagnata le si sta allargando tra le gambe. Scoppiamo a ridere ma adesso come si fa a rientrare ? Io sono un po’ stropicciato ma nel complesso presentabile, Clara invece e’ un disastro.

E’ sveglia comunque e mi dice di prendere il sentiero dritto per uscire dal boschetto sul davanti della villa, lei invece restera’ tra gli alberi e raggiungera’ l’ingresso di servizio sul retro sperando che la servitu’ non l’abbia chiuso. Un ultimo bacio ed io parto.

Appena esco dal buio nella zona illuminata faccio finta di passeggiare distrattamente e mi avvicino all’ingresso con aria tranquilla, devo trovare un bagno per rimettermi in sesto. Nessuno bada a me e cosi’ l’operazione va a buon fine. Ritorno dagli altri ospiti e mi faccio coinvolgere in stupide conversazioni, tanto per far dimenticare la mia assenza. Sono stanco e vorrei tornare in albergo subito ma sono curioso di sapere che fine ha fatto Clara, il suo fidanzato non mangia piu’ pero’ ha gli occhi un po’ vitrei, deve aver fatto anche il pieno di alcool, comunque sta tranquillo in un angolo e non apre bocca.

E’ gia’ passata mezz’ora e appena trovo il padrone di casa gli chiedo se puo’ farmi riaccompagnare, e’ stata una festa stupenda ma sono stanco e domani ho l’aereo presto. Lui chiama l’autista e nel frattempo io saluto gli altri commensali, mi dispiace che Clara non si faccia vedere. Quando sto per salire in macchina arriva di corsa una cameriera con una busta.

— La signorina Clara si scusa di non poterla salutare ma non si sente bene e preferisce rimanere a letto. Mi ha detto di darle il manoscritto che le ha promesso, aspetta le sue correzioni appena avra’ un attimo di tempo.

Nascondo lo stupore e ringrazio assicurando che me occupero’ al piu’ presto e faccio gli auguri alla signorina per una pronta guarigione. Prendo la busta e salgo in macchina dietro all’autista che parte immediatamente.

Appena fuori dal cancello controllo che l’autista non badi a me e apro con cura il plico tra le mie gambe. Dentro c’e’ una busta di plastica e diversi fogli bianchi, solo sul primo c’e’ una scritta in stampatello.

“CREDEVO DI NON ESSERE PIU’ VERGINE DA TEMPO, COMUNQUE ADESSO NON LA SONO PIU’ VERAMENTE. GRAZIE E SPERO CHE TROVERA’ IL TEMPO DI RIPASSARE A CONTROLLARE.”

Segue il suo numero di cellulare. Clara e’ veramente spiritosa e simpatica, fara’ strada quella ragazza e devo dire che anche per me e’ stata un’esperienza nuova che ripeterei subito. Apro la busta e dentro c’e’ il minuscolo tanga bianco ancora tutto bagnato e con alcune macchie di sangue al centro.

Immediatamente mi rimonta l’eccitazione, tengo d’occhio l’autista perche’ non vorrei che si accorgesse di qualche cosa ma sembra concentrato nella guida.
Arriviamo rapidamente in albergo io lo ringrazio e gli lascio una lauta mancia, si deve rendere conto che sono molto felice.
Appena nella stanza riapro la busta di Clara ma poi la ripongo nella valigetta, non vorrei che mia moglie la trovasse in valigia. Fatico a prendere sonno e vorrei che Clara fosse al mio fianco, mi e’ piaciuta quella ragazzina.

Gabriele. Per conoscermi meglio mi trovi qui gabryarcangeli.blogspot.com

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