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(Continua…)

Quando spiegai tutto quanto, con dovizia di particolari alla mia donna, non fu certo il film porno che ci si aspetta.

Non la prese per nulla bene e dopo avermi fatto una lavata di capo da manuale delle mogli, si alzò mezza nuda per andare ad affrontare sua mamma. La afferrai all’ultimo secondo utile, prima di perderla:

– ” Ascolta amore. Se avessi voluto fare qualcosa, non mi sarebbero mancate occasioni, ma non è successo. Non l’avrei mai fatto alle tue spalle e lo sai. E sinceramente non credo nemmeno che tua madre davvero lo voglia. È una donna sola, si vuole sentire desiderata. Mettiti nei suoi panni, come si sentirebbe se la sbugiardassi così?” –
Rimase in silenzio, ma cercò di divincolarsi, digrignando:
– “Adesso mi sente” –
Arrivai di nuovo a bloccarla in tempo.
– “Aspetta di sbollire, una lite in famiglia in questo momento è evitabile” –
Si fermò, si mise a pensare in silenzio. Infine bofonchiò qualcosa, si rivestì e non mi rivolse la parola per l’intera giornata restante.
La cosa si prolungò fino al giorno dopo ed ancora per un’altra mattinata.
Fecero un altro tampone a mia suocera. Bisognava aspettare l’esito.
Ero annichilito, neanche mi fissava e nemmeno mi rivolgeva la parola ed ero stato un santo.. no, diciamo che ero stato onesto e che la signora Francesca me lo tirava discretamente. Mai quanto mia moglie, ma la perversa correlazione mi faceva davvero impazzire. Sarà il fascino del corpo maturo, sarà la fica pelosa, sarà il fatto che avevo fatto film su film e flirtare con un’altra donna è comunque un gran piacere, insomma la suocerina me lo faceva massaggiare con desiderio. Tre giorni a stecchetto, per quanto la cosa più importante fosse altro, mi aveva fatto gonfiare le palle fini al dolore quasi.

Dopo pranzo di quel giorno eravamo coricati, sonnecchiavo per provare a trascorrere l’interminabile mutismo coniugale.
Ad un tratto, sento la cappella stimolata lentamente ma con mano piena. Una sega lenta, mentre ero a pancia in su.
Cominciai a mugugnare di piacere nel sonno, ma mi svegliai poco dopo, con del liquido che faceva oscenamente click clack dall’uretra.
Aprii gli occhi, mia moglie mi stava facendo questo lavoretto eccezionale.
– “Quindi ti piace mia mamma?” – non risposi, mugugnai ancora – “ti vorresti fare quella porca di mia madre, eh?” – stavo impazzendo con quella mano così esperta del mio cazzo – “vuoi vedere la fica pelosa di quella puttana?” – urlai di piacere.
– “Lo sento, porco stronzo, lo sento come pulsa, lo sento che vuoi venire mentre ti sego, mentre pensi a come bramava la tua sborra di toro quella porca.” – lo prese a mano piena e lo segò lentamente e con vigore – “vieni porco, svuota quelle palle, vediamo quanta sborra hai per mia madre” – uno, due, tre fiotti potenti ed una serie di muggiti schizzarono forte fuori fino all’ombelico e poi a bagnare la sua mano che continuava a mungermi fino alla tortura. Mi fece svuotare tutto, si ripulì la mano, lasciandomi l’arnese ancora umido e pulsante.
Stette in silenzio per un po’, respirando piano
– “Mi racconterai tutto, ti credo e ti voglio credere ed alla fine non hai fatto nulla di volontario, per quanto tu sia un porco. Il limite però lo decido io.” –
Annuii spompato.
– “Lo potrai fare solo darai da godere anche a me sempre quando voglio e come prima, se non di più.”
– “Ok” –
– “Ci puoi giocare e le puoi fare vedere il tuo cazzo, tanto già l’ha visto. Puoi sborrare per lei, se poi sborri anche per me. È chiaro?” –
– “Cristallino” – il mio cazzo si era ripreso.
– “Voglio divertirmi anche io, quindi non lesinare particolari.” –

Il mio amico si era ripreso alla grande e ne approfittai per leccare una bella fichetta grondante. Aggredii le piccole labbra, succhiando la linfa che sembrava non esaurirsi mai dalla fonte, provocandone l’ulteriore schiusura, trovandole, quando mi staccai, gonfie, piene e rosee. Usai la mia lingua ancora per titillare il clitoride e aumentare il suo turgore con la punta della lingua, facendola sfilare con sempre maggior vigore dal perineo fino al monte e dando il via a sconquassi sempre più continui ed incontrollati.
Lara stava per venire rumorosamente e mi fece affondare la faccia nel suo segreto tenendomi la testa ferma con le mani, mentre le succhiavo quel bel clitoride gonfio e pulsante. Accolsi tutto il suo orgasmo e provai a cavalcarlo ancora per provocarne un seconda, ancora più intenso, che la fece tremare ancora di più e fece spandere i suoi gemiti per tutta la casa.
Era indubbio che mia suocera avesse sentito tutto e la cosa mi eccitava ancora di più. Non potevo resistere.
La presi brutalmente, ancora scossa com’era, e la girai per una pecorina senza complimenti, che la fece godere ancora come una cagna mentre urlava di scoparla ancora più forte. Suppongo che mia suocera immaginasse di essere fottuta così. Volevo che entrambe capissero cosa aspettasse loro. Con la punta della mia asta, portai quel succo così odoroso e copioso e dolce verso l’ano, più e più volte.
– “cosa fai?” – mi chiese ansimando.
– “ti prendo questo buchino” – gemette, la mia punta era dentro il suo buchino ed entrava piano piano, mentre le aprivo le natiche.
Tirò fuori la lingua e poi un languido lamento:
– “Si, fottimi il culo, porco. Fottimi!” – lo disse forte, poi mi guardò di sottecchi con un sorriso. Anche lei si stava eccitando all’idea che sua madre la potesse sentire godere sul suo cazzo, quello di suo marito, quello che la fotteva così bene.
– Fottimi ancora, sborrami questo culo! Fottimi porco! – ed ansimava ed urlava sempre di più.
Non resistetti oltre e la inondai dentro quel magnifico buchino caldo, grugnendo e urlando anche io come un maiale. I muscoli anali si contraevano attorno al mio cazzo pulsante, stavo impazzendo dal piacere e continuai a godere per un tempo che mi sembrò infinito. Eravamo sfatti, soddisfatti ed ancora eccitati.
– “Sei una donna dai mille talenti, cara moglie” – dissi divertito ed ansimante.
– “Anche tu ne hai uno bello grosso, caro marito” – Ridemmo entrambi.
Pace fatta, cominciava un’avventura molto interessante.

Nei giorni successivi tuttavia, non feci granché per dare un incipit, anche perché la sola idea di questa fantasia proibita ci faceva fare grandi e fragorose cavalcate, facendo in modo chiaramente che mia suocera sentisse.

A tre giorni dalla “chiacchierata” a letto, Lara doveva lavorare il pomeriggio e prima del pranzo ne approfittammo per una sveltina fragorosa, come al solito. Tutto normale, mangiammo, lei si preparò ed andò a lavoro. Finii di ripulire la cucina e la sala da pranzo e ripresi il vassoio dalla camera di Francesca, quindi, terminato tutto, andai a sedermi sul divano a vedere distrattamente cosa succedesse sul cellulare.

Ad un tratto, mi parve di sentire qualche lamento sommesso provenire dal corridoio. Esitai un attimo, ma la curiosità ed un minimo di preoccupazione mi fecero avvicinare. Man mano che mi avvicinavo fu chiaro che non si trattava di un malore. Il cazzo si rizzò immediatamente e la curiosità era a mille per poter vedere cosa succedesse. Sommessamente mi avvicinai alla porta, i gemiti continuavano e si poteva sentire un certo ciaff ciaff lento e cadenzato. MI chinai e sbirciai alla fessura della porta. Seduta sul divano, di profilo rispetto al mio punto di vista, mia suocera teneva il telefono con la sinistra, mentre completamente nuda si scopava con due dita la fica pelosa. Le gambe aperte oscenamente (tuttavia con una visuale che non mi consentiva di vedere la scena, se non dal lato) e lo sciabordio della sua passera però mi stavano eccitando in maniera esagerata. Cominciai a massaggiarmi la patta, me lo sarei voluto uscire, ma adesso volevo giocare il ruolo del gatto. Presi il telefono dalla tasca, le mani mi tremavano, mentre la sentivo gemere e la guardavo darsi piacere. Il pelo sembrava castano rossiccio e generoso tutto attorno. Cominciò a darsi colpetti sul clitoride ed infine con due dita, parse allargarsi le labbra e con un terzo dito prese a massaggiarsi il bottone. Era in estasi. Nel frattempo scrissi:
“Francesca, tutto bene?” – inviai.
Il cellulare le vibrò in mano e le cadde, ma era evidente che chi l’avesse mandato l’aveva sorpresa. Per un attimo smise, prese il telefono, lesse, sorrise. Riprese a massaggiarsi lentamente. Scrisse. Inviò. Cacciò un gemito leggermente più forte. Anche a me vibrò la mano:
“Tutto benissimo, caro”
“Sicuro che non hai bisogno?” Rincarai la dose. Ricevette. Sorrise, vidi che intensificava il suo massaggio alla ficona. Scrisse.
“In realtà ne avrei, ma… devo accontentarmi :)”
“Ah, beh, mi dispiace non poterti accontentare… magari ti faccio comunque un regalo, chissà” – avevo già qualcosa in mente.
“che regalo?” – scrisse lei, la vedevo ancora masturbarsi con foga.
“Oh, non avere fretta. Divertiti! :D” – non volevo staccarmi da quella visione, perché il cazzo urlava, ma avevo un’idea in testa. Andai in cucina e presi una tazzina di caffè. Mi vibrò il telefono in tasca nel frattempo, lo ignorai. Tornai quindi indietro.
“Dai, non puoi fare così!” – Arrivai alla mia postazione, tirai fuori l’uccello e posai la tazzina sul mobiletto, mentre sbirciavo. Aveva rallentato, aspettava una risposta.
“Facciamo che un po’ ti accontento. Cosa vorresti?” Ricevette il messaggio. Arrestò la mano. Vidi che si stava mordendo la bocca, mentre si carezzava il pelo fulvo.
“Mmmm… sinceramente?”
“Certo”
“Sinceramente vorrei un po’ di… soddisfazione.”
“Come posso aiutarti?” domandai, mentre mi massaggiavo. Ne osservai il corpo per quanto potevo. Nonostante l’età e qualche normalissima smagliatura, non stava male. Il suo fisico, le sue tette erano più grosse, ma molto simili a quelle di mia moglie nella forma dei capezzoli, piccoli e turgidi. La cosa mi eccitava a dismisura.
“Non saprei sinceramente”
“Che ne dici se giochiamo un po’?” – avevo già in mente qualcosa.
“Come?”
“Facciamo un gioco vecchio, ma sempre molto divertente. Obbligo o verità!” – Feci il primo screenshot. Inviai a mia moglie, difficilmente avrebbe letto a lavoro.
“Ci sto” – la osservavo, era davvero divertita e riprese a masturbarsi lentamente, a stuzzicarsi le labbra più che altro.
“Ok. cominciamo. Obbligo o verità?”
“Verità.”
“Descrivi dettagliatamente cosa stai facendo (emoticon del diavoletto sorridente)”
“Oh, dai!”
“Hai voluto giocare tu, suvvia!” – la vidi esitare un attimo, ma non smise di toccarsi.
“Ok…” – stava ancora digitando – “sono nuda sul divano… ho la finestra aperta, posso sentire il vento che mi carezza i capezzoli, la pelle, le cosce, il pelo… e la mia micetta. Con una mano scrivo, con l’altro mi allargo e richiudo le labbra della mia passerina, che è molto bagnata, come da un po’ di tempo non lo era. Questo movimento mi fa eccitare parecchio. Sento piccole contrazioni di piacere che da dentro vanno verso fuori e mi fanno stringere ritmicamente. Sto godendo e mi sento…. anche un po’…. zoccola.” – screenshot, invio. si divertirà.
“Molto, molto eccitante… che visione…” – la mia mano era una mitragliatrice, ma dovevo rallentare per non venire immediatamente. “tocca a te”
“Obbligo o verità?” – scrisse, mentre tirava indietro la testa e godeva ancora di più.
“Obbligo!”
“peggio per te…” – scrisse ancora “ti obbligo a masturbarti!” – la vidi accelerare con la mano.
“Ti è andata male…”
“Perché?”
“Lo stavo già facendo ahahaha” – cacciò un gemito, stava davvero godendo da morire.
“Porco! Così mi fai eccitare troppo! Non posso recuperare l’obbligo?”
“No, mi dispiace, e poi comunque sei riuscita nel tuo intento. Io mi sto già masturbando da un po’. E anche io sono molto eccitato! Obbligo o verità?”
“Obbligo, dai, vediamo che sai fare?”
“Ti obbligo a… masturbarti, ma alla pecorina!” – il motivo era semplice, mi avrebbe permesso una visuale decisamente migliore del suo culo e della sua fica.
“MM… perché?” – scrisse lei, mentre ridacchiava.
“Mi piace immaginarti mentre ti scopi a pecora.” – la cappella pulsava dannatamente.
La sentii gemere ancora, non obiettò. Si alzò, si appoggiò allo schienale del divano, dandomi il culo e la fica belle aperte da vedere. Stavo per non farcela, rallentai. La visuale era celestiale. Il culone di mia suocera stava lì bello aperto al vento. La fichetta pelosa e luccicante poco sotto, ben schiusa, la mano che dalla pancia scivolava nuovamente verso il segreto e riprendeva la masturbazione, questa volta più veloce, sul clitoride.
“Fatto, sei un porco, capisco perché Lara urla così”
“Non hai ancora visto niente” – i miei testicoli erano duri e doloranti dalla voglia di scoppiare e svuotarsi. – “Tocca a te, dico di nuovo obbligo, suocerina!” Fece un po’ di fatica a scrivere, stava godendo e di tanto in tanto lasciava il telefono per aprirsi le natiche e godere ancora di più. Stavo per venire, non ce la facevo più.
“Fammi vedere il tuo arnese. Lo voglio vedere.” – screenshot d’obbligo. Per la foto mi misi seduto su una poltrona. Misi il cazzo in bella vista e dal basso presi in primo piano le palle gonfie, l’asta ed in ultimo la cappella paonazza e schiumante. Non mancava tanto. Presi la tazzina. Poi inviai.
L’invio fu accolto da un gemito prolungato, forte, osceno, mi precipitai a guardare, stava godendo come una troietta tremante, si era infilata due dita dentro e si fotteva ancora di più. Aveva lasciato il telefono, ma lo guardava. Evidentemente la foto del mio cazzo. le scrissi ancora.
“Ti piace? Mettiti un bel dito anche nel culo e godi, porca” – leggeva, lo fece immediatamente, cominciò a tremare fortissimo e a gemere ancora più forte. Presi la tazzina e la riempii del mio latte denso, mentre lei cominciò ad inondarsi le gambe della sua linfa.
Si ricompose un attimo, ed anche io poi scrisse.
“Cazzo se mi è piaciuto, ho goduto come mai prima. Che porco, che troia che sono! Devo ringraziare mia figlia per averti sposato, mi sa!” – lasciai la tazzina accanto al mobiletto.
“Se ti può interessare, anche io sono venuto. Ti ho anche lasciato un regalo sul mobiletto. A dopo, adesso mi lavo.” – andai in bagno a sistemarmi, sentii la porta aprirsi, poi il telefono vibrare ed una foto da mia suocera.
“Appena munto, una meraviglia” – la foto ritraeva mia suocera che beveva dalla tazzina, quindi ne arrivò un’altra. Infilava la lingua nella tazzina tenuta in alto. “non bisogna sprecarne neanche una goccia.” Avevo di nuovo il cazzo in mano.
[continua…]

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