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Le disavventure di uno schiavo- puntata 5

By 15 Febbraio 2022No Comments

Una ventina di mie amiche e miei amici erano presenti nella mia vecchia casa, nel grande cortile esterno avevo organizzato una grigliata per il mio compleanno. Tutta la sera sfottevo Gianni facendogli con le dita il gesto dei miei tre gol, lui stava ancora rodendo. Francesco guardava divertito, Filippo rideva ma continuava a guardare cagnesco Giacomo, il fallo si è trasformato in distorsione, il medico gli ha dato due settimane di riposo, una gran scocciatura per uno sempre in movimento. Io resto convinto che Giacomo abbia fatto tutto in buona fede.
Il mio padrone mi ha scritto di mangiare relativamente poco, magari tenere qualcosa da parte della grigliata perché quando andranno via tutti riceverò un bel regalo di compleanno. Sono curioso.
Intanto di regali ne ricevo anche dagli altri, Gianni mi ha regalato un libro, Francesco mi ha donato l’ultimo cd dei Coldplay. Speravo mi regalasse i biglietti del concerto per andarci insieme, ma probabilmente è una delle poche cose che costa di più della maglia di Griezmann che mi ha dato Filippo.
La serata è molto piacevole, il posto in campagna vicino al fiume è spettacolare, soprattutto in una sera di fine estate. Da piccoli era una tradizione festeggiare il mio compleanno qua e tutti hanno lasciato dei bei ricordi da quelle feste, lontano dalla città. Si ride, si scherza e si beve. Piano piano cominciano tutti ad andare via. Francesco e Filippo cominciano ad aiutarmi a sparecchiare.
– Ci siamo divertiti – dice Filippo.
– Mi ha fatto piacere, è stato bello stare tutti insieme – continua Francesco.
– Già, peccato che adesso ci vedremo meno.
Tornerò a casa quasi tutti i fine settimana, ma sarà difficile fare una tavolata del genere. Siamo rimasti in quattro, Francesco, Filippo, io e Giacomo.
Filippo si avvicina e mi dice – Matte, io avrei bisogno di parlarti. –
– Dimmi Filippo. – davo quasi per scontato che io fossi sempre a sua disposizione.
– Vorrei parlarti dopo, quando sono andati via tutti. – Ero quasi imbarazzato, avevo già un accordo con Giacomo per giocare insieme – Filippo, ti dispiace se ci sentiamo domani? – Cerco di farfugliare una scusa – Giacomo resta qua un po’, dobbiamo… dobbiamo organizzarci, le cose da portare a Firenze e soprattutto, guardando gli orari delle lezioni, i giorni in cui torniamo dalla Toscana –
Filippo è stupito, mi guarda a bocca aperta, mi dice sottovoce – Ah ecco, era strano che fosse ancora qua – Giacomo non è mai stato un gran patito di queste feste, spesso viene deriso perché è il primo ad andarsene – Cazz0, vi conoscete da sempre, vi siete sempre sopportati il giusto e ora è il tuo amico per la pelle? –
– Filippo, ci convivo, che mi piaccia oppure no. E sinceramente ho avuto peggiori conviventi in 12 mesi in Toscana. – Mi guarda, non riesce a mordersi la lingua – Siete una bella coppia, sai? Non fare l’ingenuo, non fidarti. Lui ti prende in giro.
E se ne va. Non mi lascia possibilità di replicare, probabilmente per qualche giorno si farà negare al telefono. Ha un carattere d’oro, sempre positivo e disponibile, ma quando si sente attaccato inizia a reagire male. Non ammetterà mai di avere torto. Rimuginerà e non ne vorrà più parlare.
Francesco mi guarda e mi dice – Ma cos’è successo? –
Non so cosa rispondergli.
– Non l’ho mai visto reagire così, è ancora inc4zzato per il calcetto?
– Forse anche per quello – inizio a parlare – ma probabilmente si è un problema più serio. Mi dispiace un sacco litigarci.
– Dai passerà tutto. Sei ancora qua Giacomo? Io vado, tu resti qua? – anche Francesco è stupito di vederlo qua.
– Sì, resto ancora un po’. Finisco di aiutare Matteo.
Francesco ci lascia e restiamo da soli io e Giacomo.
Finiamo di sparecchiare. Mettiamo un paio di pezzi di salsiccia a scaldare sopra la griglia che si sta lentamente spegnendo. Giacomo va sulla sdraio, io mi siedo a lato.
– Matteo, finiscila di pensare al tuo amico. Non ci compatiamo, tu vuoi più bene a lui o a me?
Non rispondo. Balbetto dicendo qualcosa senza senso.
– Facilitiamo la domanda. Vuoi più bene a lui o ai miei piedi?
– I tuoi piedi. – continuo – Padrone.
Si leva le scarpe e io comincio a leccare i piedi, li ciuccio con ancora le calze dentro. Poi levo le calze e inizio a insalivarle. Il vento di fine settembre si sente nel bosco fluviale, negli alberi dietro di me si sente qualcosa di più dell’aria della notte. Mi giro di scatto.
– Cosa fai schiavo?
– Mi sembra ci sia qualcuno.
– Chi vuoi che venga, qua, a quest’ora della notte! Continua a leccare!!
Riprendo a leccare i piedi, poi Giacomo si scansa, va dalla griglia, prende i due pezzi di salsiccia. Uno lo mangiucchia e lo sputa sul piatto.
– Mangia, schiavo!
Mi avvicino schifato, ma lui mi prende per il coppetto, costringendomi a mangiare quello schifoso intruglio. Il secondo pezzo prima ci ha messo sopra il ketchup e il sapore è persino peggiore.
Ride divertito mentre continuo a fare delle smorfie per quello che sto mangiando.
Poi si sdraia nuovamente, si leva gli slip e mi invita a sp0mpinarlo.
Prendo il suo arnese in bocca, lecco la c4ppella e lo prendo in bocca.
Lui spinge a fondo la mia testa. Accende il cellulare – Stasera guardo un porno, fr0cio, vediamo se stavolta mi riesco ad eccitare -, lo mette tra la sua faccia e me. Continuo la pompa. Chiudo gli occhi e godo, come fossi una tr0ia.
Mi sento la putt4nella di Giacomo, e il c4zzo si indurisce e mi sborra in bocca.
Poi mi scatarra in bocca e va in bagno a ricomporsi.
Io resto in ginocchio davanti al lettino vuoto, mi lecco le labbra su cui è arrivato il seme del mio padrone. Sento nuovamente dei movimenti verso le piante. Ma stavolta vedo un’ombra. E non è un gatto randagio, è una figura umana. Che scappa via. Sono spaventato, non reagisco in tempo per rincorrerlo e cercare di riconoscerlo.
Giacomo è in bagno, quando uscirò gli dirò tutto.
Comincio a pensare di chi si tratti. Forse Filippo, che dopo la litigata è tornato per chiarirsi e voleva prima capire se Giacomo parlava male di lui in mia presenza? O Francesco, che voleva restare ancora con noi? O Federico e Gianni, che abitano poco distante e hanno visto ancora le luci accese?
O chi altro puo’ restare.
Ma un altro dubbio mi insinua. Qua il cellulare non prende, Giacomo come ha fatto a guardarsi un filmino porno su internet? Stava guardando o stava filmando?
Esce, io abbasso lo sguardo impaurito. Non gli dirò niente, mi sto convincendo che ci sia il suo zampino. E che il “non fidarti di lui” di Filippo sia tutto vero.

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