Africa Coloniale Tedesca, 23 gennaio 1918.
Allorché ci si appressa alla parola fine, tristemente, ogni sorriso tende a svanire e persino le labbra di una donna si accendono di malinconia e diventano incapaci di baciare o di sorridere.
Eppure, questa non vuole essere una fine triste, bensì lieta ed aperta alla speranza, ai sogni di felicità, al destino di un mondo che non finisce mai.
E pensare, oh, e pensare che Amburgo e il suo porto fuggivano, svanivano, languivano all’ombra dei nostri abbracci! Io e Friedrich eravamo sempre amanti e non facevamo altro che corteggiarci e rincorrerci, per poi fermarci ad ascoltare i racconti dei marinai e dei passanti attempati.
– Ci separeremo, un giorno, non è vero? ‘ gli chiesi una volta al porto, stringendolo forte tra le mie braccia, come se avessi temuto che volesse sfuggirmi. ‘ Non ti lascerò andare via da me! Oh, dimmi che non è così! Dimmelo! Dimmelo! Dimmelo!
– E anche se fosse? ‘ mormorò lui, prendendomi il volto tra le mani, quasi avesse voluto baciarmi.
– Se fosse così, non varrebbe la pena di vivere o di esistere! Non varrebbe la pena di respirare o di lasciare che i nostri cuori palpitino nel petto!
– E invece palpiteranno, palpiteranno, i pensieri correranno, fuggiranno, come le nuvole del porto, che salgono dal mare, accompagnano le navi, ti lasciano sognare, sono tanto care!
– Ma pensa! Come vivrei, come vivresti senza il nostro legame immenso? Senza di te al mio fianco, preferirei farmi rapire dalle correnti gelide del Mare del Nord e morire, una volta per tutte! Sì, preferirei vendermi ai Mercanti di Ragazzi, quei mostri che abitano le leggende popolari, rapiscono la gente e la mandano a morte su bastimenti che naufragano nei mari più freddi della terra!
– Le ferite guariscono, Mirabelle. La mia è guarita da tempo, ormai. Anche quelle del destino potrebbero rimarginarsi, grazie al passare degli anni.
– Queste sono parole ingiuste nei confronti del nostro amore’ Parole che tu non pensi, dettate dalle foschie e dalle nebbie della sorte. Vieni tra le mie braccia, moriamo insieme nell’immagine di Amburgo che si estende davanti ai nostri sguardi! Moriamo, dormiamo, sogniamo, svaniamo, cessiamo di esistere nella sofferenza e accendiamoci di nuova vita!
Eravamo vicini ai binari, un treno a vapore passava dinanzi a noi e spandeva tutt’intorno la sua nuvola malinconica, confondeva la sua immagine con quella dell’immensità, poi, quel fischio lontano e più niente.
La bionda del velocipede e il barbone si separarono, perché lei ebbe l’idea di giocargli un brutto scherzo. Dovete sapere, infatti, che gli fece uno sgambetto e, non contenta di questo, gli tirò la barba fino a fargli male. Volle divertirsi con lui come ci si può divertire con un orsacchiotto.
Il barbone continuò a vivere la vita di un tempo, con i suoi compagni del porto.
Io e la bionda del velocipede diventammo amiche e prendemmo l’abitudine di abbracciarci forte, come se fossimo state due sorelle. Lei era una ragazza dal cuore buono, in fondo, malgrado il suo velocipede nero come la pece, i suoi innumerevoli vizi e la sua inclinazione a vivere una vita di piacere, che io non biasimavo.
Friedrich mi sarebbe stato ancora accanto, me l’aveva promesso ardentemente, sotto la luce delle stelle dell’inverno. E pareva che danzassimo, l’uno tra le braccia dell’altra, senza fine.
I miei occhi vedevano, ammiravano il futuro, avvolto in dolci nuvole di vaghezza. C’erano due rimorchiatori, che trascinavano un bastimento fumante, per aver fuso i suoi motori, era l’ora del tramonto, un velivolo grigio passava nel cielo e s’accingeva ad atterrare, mille piccole luci si accendevano sulle torri e i tetti più alti del porto, s’udivano le sirene delle fabbriche, io c’ero ancora, avevo con me la mia eterna giovinezza, i miei sogni ed un immenso affetto mi circondava incantevolmente. I gabbiani nuotavano vicino ad uno dei moli e il pensiero, il mistero volteggiavano sulle onde lievi di quelle acque d’opale, che brillavano d’aurora.
Le piccole barche del porto andavano su e giù, su e giù, senza sosta, sui flutti di perla. Era una poesia di meraviglie.
FINE
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Bhe...è difficile che si ricevi un commento, Questo sito non è tantissimo frequentato da gente attiva :)
Una serie di racconti sempre più eccitanti, alla fine Gianni ha raggiunto il suo scopo
Mi sa che alla prossima Gianni raggiunge l'obbiettivo
Un vero cuck, lei senza problemi gli racconta, d'altronde lui glielo aveva permesso al telefono