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LETTERE DA COPENAGHEN – PREAMBOLO. SENTO FREDDO

By 16 Novembre 2008Giugno 28th, 2021No Comments

Sento freddo, sento freddo,
&egrave come la malinconia dei baci di una donna,
baci scarlatti, come le sue labbra,
inebriate di nostalgia,
vicino passava la grigia ferrovia
che conduceva al porto di Amburgo,
era sera d’inverno, Gennaio di foschie e venti ardenti di bufere,
poi, le gru e le navi offuscate, tra le luci rossastre,
i rimorchiatori rumorosi, il brillare dei lampioni
e le banchine,
il sole tuffato nelle acque di smalto,
un abbraccio affettuoso, in quei chiarori di cobalto,
così smarrito
nel tuo grigio,
o porto di foschie e d’inverni immensi,
languidi e silenti!
Sento freddo, sento freddo,
proprio come in quel Gennaio 1981,
fra quelle braccia di giovane donna,
che mi amava,
sospirava,
mi abbracciava.
Sento freddo,
&egrave come ritornare indietro nel tempo,
i battelli navigavano sulle onde d’argento,
io e lei correvamo lungo il molo d’inverno,
albatri bianchi volavano in cerchio,
i fantasmi d’Amburgo, i fantasmi di Copenaghen
ululavano per il nostro affetto,
avevano le voci dei motori,
il bruire tardo dei rimorchiatori,
le voci vaghe degli attempati navigatori,
dalle barbe bianche,
dalle pipe in bocca,
spente,
in quel niente.
Sento freddo, sento freddo,
&egrave la tua mano di giovane donna
che mi tocca,
allora, stringeva la mia,
poi, uno sguardo, e via,
era come baciare i cieli dell’inverno,
rossi, appassionati e velati
d’illusioni, in cui volavano i cigni bianchi.
La neve ricopriva i tetti della capitaneria,
tu mi baciavi sulla guancia e poi follia,
era come se non fossi più la mia,
mentre le nebbie lontane
inebriavano i nostri occhi,
avvolgevano le navi e gli scogli,
le fabbriche dai mille e mille volti
di ferro, d’acciaio, di macchine, di ciminiere
che toccavano le stelle.
Per te,
avrei colto le più belle.
Fu come vedere le coste della Scandinavia,
lontane e perse.
Gennaio 1981,
ti vidi svanire
in quel porto di Amburgo,
porto senza tempo,
porto d’estasi e tormento,
gli abbracci e il vento ingolfato in quel mantello,
passavano, come quel battello,
dallo scafo dipinto di turchino.
Sento freddo, sento freddo,
tutto passa, perfino il tempo,
&egrave come essere abbandonati dopo un bacio
da chi ci ama e non ci rivedrà mai più,
era inverno.

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