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LETTERE DA COPENAGHEN – XIV AFRICA COLONIALE TEDESCA, 7 DICEMBRE 1917

By 26 Ottobre 2008Giugno 28th, 2021No Comments

*Riporto di seguito lo scritto della protagonista.
L’autore Dunklenacht.

Africa Coloniale Tedesca, 7 dicembre 1917.

Io e il mio caro passeggiavamo lungo la spiaggia tenendoci per mano. In lontananza, nella bruma leggera del mattino, che si innalzava dai flutti, si vedevano le figure cupe e fatiscenti di Ghost, la città fantasma. Si raccontava che in una di quelle case di legno avessero vissuto tre vergini, ma di loro una soltanto era sopravvissuta.
Un giorno, un viandante a cavallo, con un lungo mantello nero indosso, aveva bussato a quell’uscio, per chiedere ospitalità e la vergine era scesa ad aprirgli.
– Che cosa desiderate, Mein Herr? ‘ gli aveva chiesto.
– Un sorso d’acqua ed uno dei vostri baci sulla guancia, se me lo volete donare ‘ le aveva risposto lo sconosciuto.
E lei gli aveva fatto salire la scala a pioli, per condurlo al primo piano. Non sapeva, il misero, che quella era una casa di streghe e di malefici! Era oscura, sì, quanto le figure cupe di cipressi che affollavano il viale di Amburgo che conduceva al cimitero, der Friedhof. La vergine, ultima delle tre sorelle ancora in vita, aveva sciolto i suoi lunghi capelli biondi davanti al viandante, per mostrarsi in tutta la sua scioccante bellezza, gli aveva preso la mano e gli aveva chiesto, guardandolo fisso negli occhi, come per incantarlo:
– Volete fare l’amore con me, Mein Herr?
E si era messa a cantare, a cantare, un canto malinconico e appassionato, con una voce che sapeva di fantasmi e di ricordi, una voce che incantava e incatenava, che faceva innamorare. Il buon viandante si era commosso, si era innamorato, tanto, da togliersi il cappello dinanzi a quella creatura meravigliosa e infelice.
– Mein Herr, vi desidero ardentemente, perché mi ricordate amaramente le mie care sorelle! ‘ gli aveva sussurrato la vergine, in un orecchio. ‘ La gioia e il dolore, il bene e il male, l’amore e l’odio si amano, si rincorrono, si fuggono e si ritrovano, in questa vita in cui tutto &egrave fantasma, &egrave illusione e baci, morte e ricordi!
– Siete matta, signorina? Siete folle, da parlarmi così?
– No, non lo sono. Ascoltate: &egrave stato il destino a mettervi sulla mia strada, a condurvi a Ghost, &egrave questo il nome della città, scritto con la vernice color della pece sul cartello che avrete senz’altro letto, entrando in paese’
– Il destino!
– Sì, la sua mano gelida ha fatto morire le mie sorelle, che ora dormono, addormentate per sempre, nella sabbia.
– Sentite, vorrei comperare questa casa, vi pagherò in monete d’oro’
– Credetemi, l’unica cosa che potrei veramente vendervi &egrave una sorte felice e l’amore per la vita, null’altro! Avete bevuto, avete fatto riposare il vostro cavallo, avete mangiato, non chiedetemi ciò che non posso darvi, anzi, affrettatevi, andatevene da questo luogo stregato, prima che sia troppo tardi anche per voi! Chi non se ne va in tempo, si trasforma in una statua di sabbia, per poi dissolversi, nel vento del deserto!
Le parole della vergine facevano paura, come la brezza quando ululava forte attraverso i vetri rotti delle case abbandonate. Erano sussurri di fuoco, come l’acquavite che lo sconosciuto viandante aveva tracannato da una di quelle tazze.
Alla fine, la misteriosa tedesca dalla bionda chioma gli aveva dato sul collo un bacio, che assomigliava vagamente al morso di un vampiro.
– Andatevene, prima che sia troppo tardi! ‘ gli mormorava sempre, cupamente.
– Mille monete d’oro per questa casa di legno e per i vostri baci’ Mi avete inebriato, Meine Frau’
L’uscio si stava chiudendo da solo, cigolando sui suoi cardini. Forse, era colpa del vento del deserto. Ancora un istante e per il viandante dal mantello nero non sarebbe stato più possibile fuggire.
– Il vostro cavallo! Il vostro cavallo! ‘ gli aveva gridato la vergine bionda, con voce stregata, mentre l’altro si precipitava giù per la scala.
In quel mentre, l’animale aveva preso a nitrire, s’era imbizzarrito, prima che l’uomo riuscisse a balzare in sella e partire al galoppo, spaventato da quelle parole misteriose e da quell’etere che sapeva di maleficio.
Sembrava che i volti vaghi delle vergini defunte facessero capolino sulla sabbia, sorridenti e senza vita, come nature morte’ Che visione! Nessuno sapeva se lo sconosciuto dal nero manto intendesse fare ritorno a Ghost, per amoreggiare nuovamente con quella giovane donna, che tanto lo aveva affascinato, ammaliato, catturato con la sua bellezza misteriosa, che sapeva di serpenti e di amori impossibili. Sì, uno dei suoi baci poteva essere come il morso di una delle vipere del deserto, che ondeggiavano sulle sabbie d’oro.

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