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L’intreccio – Capitolo 12 – Il chiarimento

By 25 Settembre 2019Aprile 2nd, 2020No Comments

Dopo l’avventura nel Privee Gabriele cercò più volte Aurora, la quale si negava adottando il suggerimento di Luana. Era delusa dalla scelta di Gabriele di provare quella che per lui era una nuova esperienza. Per cui non rispondeva più al telefono e non rispondeva neanche ai WhatsApp. Decise allora Gabriele di contattare Sofia per avere notizie di Aurora e durante la pausa pranzo la chiamò telefonicamente:

Tuuuuu, Tuuuuu, Tuuuuu

Sofia: Pronto?

Gabriele: Ciao Sofia sono Gabriele.

Sofia: lo so ho memorizzato il tuo numero.

Gabriele: sei impegnata?

Sofia: no dimmi pure.

Gabriele: Come stai?

Sofia: io bene qualcun altro invece no.

Gabriele: proprio di questo volevo parlarti. Hai notizie di Aurora? Non mi risponde al telefono e neanche ai miei messaggi di WhatsApp. 

Sofia: Beh che devo dirti? È incazzata, delusa, amareggiata. Secondo me hai fatto una cazzata celestiale.

Gabriele: Beh c’era con me anche Andrea.

Sofia: non giustificarti cercando di scaricare la responsabilità su altri. È stata tua l’idea e hai cercato di coinvolgere Filippo e Andrea, Filippo ha fatto più che bene a tirarsene fuori per non compromettere la conoscenza con Luana. Con Andrea abbiamo un rapporto molto aperto e quindi gli è stata concessa la partecipazione per questa volta. Che senso aveva andare nel privee a scopare una perfetta sconosciuta quando ci eravamo appena divertiti tutti e sei?

Gabriele: È vero non ha avuto senso e me ne sono pentito, vorrei cercare di rimediare con Aurora ma non mi dà la possibilità di farlo.

Sofia: hai due possibilità Gabriele o la lasci perdere e te ne fai una ragione oppure la vai a prendere al lavoro e la inviti a cena. 

Gabriele: Tu dici che accetterebbe un invito a cena?

Sofia: perché non dovrebbe farlo? Aurora è una donna intelligente, fragile ma intelligente. Non si merita un uomo che la faccia soffrire. Già nella sua vita ha sofferto abbastanza. Sono convinta che appena ti vedrà ti darà un’altra possibilità ma sappi che te la farà scontare. Non pensare che un invito a cena risolva tutto.

Gabriele: Grazie Sofia questo pomeriggio vado a prenderla al lavoro e vada come vada. Ancora grazie Sofia. Ciao.

Sofia: Ciao Gabry. 

E riagganciò.

Sofia si voltò verso Aurora e le disse hai sentito con il viva voce? Aurora era a pranzo da Sofia e saggiamente durante la telefonata non profferì parola limitandosi ad ascoltare la conversazione.

Si congedò da Sofia e raggiunse il posto di lavoro.

Giunto il termine dell’orario Aurora scese dall’ufficio per recarsi al posteggio dove aveva parcheggiato la sua auto vide in lontananza la sagoma di Gabriele ma fece finta di ignorarlo. Lui appena la vide fece per avvicinarsi ma si fermò proprio in prossimità dell’auto di Aurora. Lei arrivò aprì la borsa per cercare le chiavi dell’auto, le trovò e riprese a camminare. Giunta davanti alla portiera dell’auto si girò verso Gabriele e gli stampò uno schiaffo sul viso con la mano aperta lasciando il segno delle cinque dita e facendogli girare il viso. A Gabriele non scappò neanche un lamento si voltò verso Aurora e fu abbracciato da lei che lo baciò appassionatamente. Gabriele non si aspettava né lo schiaffo né tantomeno il bacio. Rimase in silenzio a guardare Aurora. Qualunque cosa avesse detto o fatto avrebbe suscitato in lei chissà quale altra reazione.

“non credi che tu debba darmi delle spiegazioni?” Esordì Aurora “Sono qui per questo” rispose lui. “E allora ascoltiamole queste spiegazioni” replicò lei “Non qui Aurora, andiamo a cena” “A cena? Ma tu pensi davvero che io venga a cena con te dopo la colossale cazzata che hai fatto?” lo apostrofò lei “Ti supplico, ti prego Aurora non ne parliamo qui dammi la possibilità di spiegarti” “Non ci vengo a cena con te. Sei un bastardo” Incalzò lei. È vero sono un bastardo ti ho fatto stare male ma ho realizzato che non lo meritavi e sono qui per cercare di rimediare al male che ti ho fatto. Dopodiché puoi decidere e scegliere se mandarmi a fare in culo definitivamente oppure se posso avere un’altra possibilità con te”. ‘Sembra sincero questo stronzo ‘ pensò Aurora ancora visibilmente arrabbiata con lui, ma terribilmente attratta. “Ok andiamo a cena ma tieni le mani a posto. E prima andiamo a casa mia in modo che mi possa cambiare.” “Va bene” disse Gabriele. Salirono sulle proprie autovetture e Gabriele seguì Aurora. Giunti sotto casa di lei parcheggiarono e salirono nell’abitazione di Aurora. Entrati lei gli disse: “Fai come se fossi a casa tua. Anzi prepara due drink il frigo bar è in salotto. Io vado in camera a spogliarmi, faccio una doccia e poi sono da te” Gabriele andò nel salotto e preparò da bere mentre Aurora uscì nuda dalla camera da letto e si infilò in bagno lasciando la porta leggermente aperta. Era iniziato il gioco e Gabriele non se ne era ancora reso conto. Essendoci uno spiraglio aperto nella porta non poté fare a meno di sbirciare Aurora sotto la doccia. Lei si accorse della presenza di Gabriele e mentre l’acqua scorreva non fece altro che iniziare a masturbarsi. Gabriele era eccitato da tale visione e iniziò a massaggiarsi il cazzo da sopra i pantaloni. Passarono alcuni minuti e lei chiuse l’acqua ed era in procinto di aprire la porta della doccia. Gabriele allora si allontanò dal bagno. Credeva di non essere stato visto. Aurora prese l’accappatoio lo indossò e si mise davanti allo specchio ad asciugarsi i capelli con il phon. Finito di asciugare i capelli prese a truccarsi. Dallo specchio riusciva a vedere i movimenti di Gabriele che nel frattempo si girava intorno come ad esplorare l’abitazione. “Gabry sono pronti i drink?” “Sì Aurora” rispose lui. Lei uscì dal bagno con l’accappatoio semi aperto, raggiunse Gabriele prese il bicchiere di Martini e iniziò a bere guardando intensamente Gabriele negli occhi. Lui ricambiava lo sguardo. Non dicevano nulla si guardavano e basta sorseggiando il Martini. Chi avesse parlato per primo avrebbe perso. “Sei bellissima Aurora” “Grazie” rispose lei consapevole di iniziare ad averlo in pugno. “Mi dai ancora 10 minuti che indosso qualcosa per la cena?” “Ma certamente, tanto abbiamo il tavolo prenotato”. Rispose lui. Aurora andò in camera da letto lasciò volutamente la porta aperta e iniziò a frugare nei cassetti del comò per cercare un intimo adatto alla serata. Perché lei sapeva come sarebbe andata a finire. Lui no ma lei sì. Il pallino del gioco lo aveva lei e non aveva nessuna intenzione di cederlo a Gabriele. Indossò un perizoma di pizzo blu cobalto prese il reggiseno coordinato e lo mise a coprire quelle fantastiche tette. Gabriele da fuori sbirciava la vestizione di Aurora. Aveva il cazzo in tiro ed ogni tanto se lo aggiustava perché sembrava che gli esplodesse.

Aurora prese un abito plissettato dall’armadio dello stesso colore dell’intimo e chiamò Gabriele: “Gabry mi aiuti con la cerniera?” “subito” rispose lui entrando in camera. Chiuse la cerniera. Aurora aprì la cabina armadio e scelse le scarpe tacco 10 coordinate all’abito. Fece una giravolta su sé stessa davanti allo specchio e chiese: “Come sto?” “Perfetta” rispose lui. In effetti era uno schianto. Raccolse l’indispensabile in una pochette “Sono pronta, andiamo?” “Andiamo” disse lui. Scesero giù alla macchina e Gabriele aprì la portiera e fece accomodare Aurora. Durante il tragitto Gabriele non faceva altro che riempirla di complimenti che Aurora gradiva ma non faceva niente per farglielo vedere. Lo voleva cucinare a puntino. Arrivarono al ristorante. Un bel locale in centro molto raffinato. Lui entrò per primo come si conviene e le fece strada. Furono accolti dal Maître che li fece accomodare in una saletta privata che avevano loro riservato su indicazioni di Gabriele. Appena seduti e rilassati i due commensali iniziarono a parlare. “Aurora sono stato uno sciocco a voler andare a tutti i costi nel privee con Andrea, volevo togliermi lo sfizio di visitare un posto nel quale non ero mai stato. Poi mi sono reso conto dell’errore nel momento stesso che ho avuto la possibilità di riflettere pensando a te, alle telefonate che ci sono state.” Aurora ascoltava quasi distratta, si aspettava un esordio così, le solite frasi fatte di chi ha rubato le caramelle e tende a giustificarsi. Perentoriamente lo interruppe “Gabry, come va con Silvia?” Gabriele ebbe un’espressione da ebete. Cosa c’entrava Silvia, sua moglie, con il discorso? “Dai Gabry, raccontami di Silvia e del vostro rapporto ho bisogno di capire chi sei e che cosa vuoi”. Fu un colpo allo stomaco per Gabriele che a questo punto doveva giocarsi tutte le carte. “Allora, da dove inizio?” “fai tu” replicò Aurora. “Conobbi Silvia quando eravamo adolescenti il nostro rapporto andò avanti tra alti e bassi come in tutte le coppie, la sua famiglia era retrograda e non ci permetteva di uscire molto così la nostra conoscenza obiettivamente non era delle migliori, le uscite erano rare e quelle poche volte che potevamo vederci lo facevamo di nascosto. Va da sé che una situazione del genere ti impedisce di conoscere meglio la persona. Crescendo la nostra unione entrò in crisi. Io avevo le mie passioni e lei anche e non coincidevano neppure. Il più delle volte sembravamo cane e gatto quindi liti continue. Ciò nonostante il rapporto proseguiva. Arrivammo così al matrimonio, ma ti devo dire la verità, già prima di celebrarlo mi sentivo soffocato. Una volta sposati la situazione peggiorò ulteriormente entrambi lavoravamo e mi sarei aspettato di avere un dialogo con lei, un confronto. Confronto che invece non c’era poiché lei si teneva tutto dentro e rinfacciava poi qualsiasi cosa anche a distanza di tempo. Si pensò che con la nascita della bambina le cose migliorassero invece peggiorarono. Nonostante sia stato particolarmente attento a dare le giuste attenzioni sia a Silvia che alla bambina mi trovai ai margini del suo tempo. Lei riversò tutto l’amore alla bimba ed io non raccoglievo che le briciole. A lungo andare mi sentii solo pur essendo in compagnia. Iniziai a frequentare la palestra diventando in poco tempo istruttore di Krav Maga e conciliai anche il ballo in particolare il latino-americano. Fu lì che iniziai a conoscere altre donne e a frequentarle solo ed esclusivamente per il sesso che in casa ovviamente mancava e manca tutt’ora. Mi ero fatto l’idea che le donne o fossero tutte asessuate come Silvia oppure tutte da una botta e via. Venivo infatti contattato da signore per lo più sposate che non volevano complicazioni. Mi dissi allora che avrei approfittato di questa situazione e proseguii il mio percorso come se fossi un gigolò. In realtà io non voglio questo. Desidero avere un rapporto sereno con la mia donna fatto sulla base di lealtà e rispetto. È vero che ho partecipato all’orgia e mi sono voluto togliere lo sfizio del Club Privee, ma adesso sono qui a cena con te perché ho capito quanto tu possa essere importante per me” “E con Silvia come la metti?” chiese Aurora. “Silvia ormai rappresenta il passato sono stufo di continuare un rapporto che si mantiene vivo solo per abitudine” Rispose Gabriele. “Quindi hai intenzione di separarti?” “Sì! A prescindere da tutto meglio star solo che essere soli in compagnia”. La cena proseguì con discorsi più frivoli. Quando finirono Gabriele chiese il conto e abbandonarono il locale. Accompagnò Aurora a casa e lei gli chiese “Vuoi bere l’ultimo bicchiere della staffa?” Gabriele forse capì che la serata avrebbe preso tutta un’altra direzione rispetto all’inizio. Salirono in casa e chiusa la porta Aurora bloccò Gabriele contro un muro. “Ascolta Gabry io sono molto attratta da te sia fisicamente che mentalmente. Mi hai fatto molto male e lo sai riguardo la tua decisione di andare nel Club. Non ti nego che ho pensato di mandarti a quel paese ma quando ti vedo, ti ascolto e sento il tuo profumo non riesco a trattenermi dal saltarti addosso. Voglio concederti un’altra possibilità ma sappi che se rifai una cazzata del genere io sparisco e non mi vedrai più. Vuoi essere trasgressivo? Bene allora trasgrediamo insieme. Vogliamo fare altre ammucchiate? Le faremo insieme ma non tollero che tu mi colpisca nuovamente alle spalle. Come te odio non essere presa in considerazione. Detto questo ora prepara da bere e poi ne riparleremo nei prossimi giorni. Questa sera non faremo nulla e te ne andrai a casa tua. Ho bisogno di metabolizzare quanto mi hai detto.” Gabriele ne rimase un po’ deluso ma era un sacrificio sopportabile.

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