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L’intreccio – Capitolo 34 – La vacanza

By 23 Ottobre 2019Aprile 2nd, 2020No Comments

Miriana ed io partimmo un venerdì pomeriggio di inizio agosto per la nostra breve vacanza. Ci eravamo ripromessi di viverci nella quotidianità e di prenderci quei pochi giorni per rilassarci, divertirci e consolidare la nostra relazione. Poco prima di partire in uno dei nostri tanti discorsi, che facevamo quotidianamente, le chiesi nuovamente se si stesse innamorando, lei mi rispose che non lo sapeva ancora ma che quando io non ero con lei, le mancava la mia presenza. Le confidai invece che io ero sulla strada giusta per innamorarmi ed il fatto stesso di aver potuto, in assoluta libertà e senza remore, raccontare tutte le mie esperienze con altre, mi faceva pensare che lei fosse finalmente la donna giusta per me. In ogni caso mi sarei messo alla prova prendendomi del tempo di distacco da lei al nostro ritorno in città prolungando le minivacanze con un po’ di giorni in compagnia dei miei familiari nella mia città di origine, concordò che anche lei avrebbe gradito prendersi dei giorni di riflessione per analizzare meglio il nostro rapporto. 

Andai a prenderla sotto casa e si presentò con una pio di scarpe da ginnastica con il tacco un po’ più alto nere tipo scarponcini, un paio di short in jeans una canotta gialla fluorescente, un paio di orecchini dello stesso colore e un bracciale coordinato. Era uno spettacolo, una meraviglia per gli occhi, la radiografai, le dissi quanto stava bene, mi sorrise e mi stampò un bacio in bocca. Caricai la sua valigia nel bagagliaio della macchina e partimmo. Durante il viaggio non perdevamo occasione di parlare, parlare e parlare ancora. Arrivati a destinazione, in un posto veramente bello e confortevole, ci recammo alla reception per il check-in e subito dopo andammo in camera a sistemarci. La struttura era dotata di un ampio salone e di più sale da pranzo e colazione. La camera era ampia e accogliente con un letto estremamente confortevole, il bagno attiguo era ben pulito. Dal balcone di poteva ammirare una vista mozzafiato con le Alpi che si stagliavamo all’orizzonte. Il balcone stesso si affacciava sopra una grande piscina dotata ai bordi di lettini e ombrelloni. La struttura stessa era dotata di Spa con vasche idromassaggio e cure termali. Entrambi eravamo soddisfatti della scelta che avevamo fatto. Una volta sistemato il contenuto della mia valigia nell’armadio e nei cassetti mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi. Fui raggiunto immediatamente da Miriana che aveva fatto la stessa cosa. Miriana iniziò a baciarmi voluttuosamente e mi sussurrò: “ti voglio Filippo, ti voglio adesso”. Non me lo feci ripetere due volte e in un men che non si dica ero completamente nudo sul letto. Fece altrettanto Miriana e me la ritrovai addosso a baciarmi la bocca il collo il petto, a stimolarmi i capezzoli con la lingua. La sua mano si impossessò del mio cazzo iniziando una lentissima sega. Il membro sollecitato da quel delizioso massaggio non tardò ad avere la consistenza dovuta. Resasi conto della mia erezione desiderava regalarmi un delizioso pompino mentre io giocavo con le dita con il suo clitoride appurando che era già bagnatissima. Con l’altra mano le davo il ritmo del pompino e assecondavo i movimenti della sua testa con movimenti pelvici verso la sua gola. Lo spingevo fino in fondo e Miriana stava quasi per soffocare, si staccò momentaneamente per poi riprendere nuovamente aumentando e diminuendo il ritmo di quel fantastico bocchino. Non volli venire subito e con una mossa repentina la staccai dal mio cazzo e la feci mettere supina nel letto a cosce spalancate. Le aprii con due dita le grandi labbra della sua fica, già fradicia di umori, e iniziai un lunghissimo cunnilingus. Le sue mani si serrarono dietro la mia nuca e inarcando la schiena mi offrì il frutto della passione. La lingua saettò sul clitoride provocandole una fuoriuscita di umori che raccolsi con la bocca. Il sapore della sua fica era gradevolissimo e nei miei pensieri lo paragonai a tutte le altre. Il suo era decisamente il migliore, aveva un gusto dolce e buono. “Sìììììììì, Filippo continuaaaa, non ti fermareeeeee, Ti pregoooo, non smettereeeee: Mamma mia! Che linguaaaaaa, siiiiiiiiiii, ohhhhhhh, vengooooooo” raggiunse un primo orgasmo ed io non smisi, anzi proseguii con l’incessante lavoro di lingua “Mi fai impazzireeee, siiiiiiii, voglio il tuo cazzoooooo, bastaaaaa, bastaaaaaaaa, non ce la faccio piùùùùùùùù, vengooooooo”. Venne una seconda volta ancora più travolgente della prima. Le feci riprendere fiato, il suo respiro era affannoso, vedevo il petto alzarsi e abbassarsi ritmicamente. “Lo vuoi?” le chiesi “Sì, Filippo! Cosa aspetti? Chiavami, fottimi, scopami ti prego!”, mi sdraiai supino sul letto con il cazzo eretto, lei le diede una leccata e si impalò su di esso e incominciò una lenta cavalcata. Voleva sentirselo fino in fondo io assecondavo i movimenti di lei con i miei la tenevo ben salda per le natiche, poi iniziò a muoversi più repentinamente cavalcava come una amazzone. “Che bel cazzo che hai, Filippo è come piace a me, fammelo sentire fino in fondooooo”. Sentire quelle parole mi inebriavano di piacere la mente. Chiusi gli occhi per concentrarmi meglio e non venire. “vengoooo, vengoooo”. Raggiunse il terzo orgasmo e si adagiò sul mio petto. “Ne vuoi ancora?” le chiesi “Sì, Filippo ti voglio ancora” Si sfilò dal cazzo e si mise a pecorina, era un chiaro invito a farsi prendere da dietro. Mi posizionai dietro di lei, le detti una leccata in entrambi i buchini poi posizionai il mio glande in corrispondenza della sua passera e spinsi fino in fondo. Con la mano sinistra la tenevo per i fianchi in corrispondenza di uno dei buchi di Venere con il pollice della mano destra stuzzicavo il buco del culo, sembrò gradire ma non mi osai chiederle di poter avere accesso a quel culo che ammiravo mentre la stavo scopando. Aumentai il ritmo della penetrazione era giunto il momento di raggiungere l’orgasmo “veniamo insieme, Filippo, spingiiiiiii, scopamiiii, spingiiiiiii, spingiiiiiii, sìììììììì, ohhhh, ahhhhhh, vengooooooo!” vengoooo”, Raggiungemmo l’orgasmo insieme e ci accasciammo stravolti sul letto. “Filippo! Non ho mai goduto così tanto” mi sussurrò ansimante “sei fantastica, Miriana, semplicemente fantastica” mi sorrise e mi baciò con una passione travolgente. “Vado a farmi una doccia” mi disse e andò in bagno. Mentre ero solo, nudo nel letto pensai di aver trovato la donna perfetta, sul piano sessuale era esattamente la complice che avevo sempre desiderato, il resto lo stavo apprezzando giorno dopo giorno. Uscì dal bagno e mi disse: “E’ tutto tuo”. Mi alzai dal letto e andai a farmi una doccia rinfrescante, ne avevo proprio bisogno. Quando uscii dal bagno la vidi intenta a prepararsi per la serata stava per indossare uno dei suoi proverbiali abitini che la rendevano una donna elegante e sexy al contempo. Deglutii a quella visione. “Dai preparati che ho fame” mi disse sorridendo. Aveva un sorriso che mi catturava sempre di più. Presi una camicia bianca dall’armadio e un paio di pantaloni grigi. Faceva caldo e quindi non indossai altro. Le rientrò in bagno e quando ne uscì si era truccata meravigliosamente mettendo in risalto quegli occhi verdi che mi avevano catturato sin dalla prima volta che la vidi. Indossò un paio di scarpe coordinate con il vestito con il tacco 10. Fece una giravolta su sé stessa per farsi ammirare “Come sto?” “Sei una strafiga!” esclamai. “ma grazie” rispose compiaciuta.

Ci recammo nella sala pranzo del ristorante della struttura. Ci accolse il Maître e ci fece accomodare ad un tavolo ben apparecchiato, ci porse la lista dei cibi che accuratamente leggemmo. Ordinammo di lì a poco e dopo pochi minuti ci servirono. Il cibo era buono, la compagnia meravigliosa, stavo vivendo un sogno. “Sto vivendo un sogno, Filippo” “ahahah” risi. “Perché ridi?” mi chiese con uno sguardo incuriosito “Perché stavo pensando la stessa cosa che hai detto, io l’ho pensata tu l’hai detta” “ahahah” rise di gusto anche lei. Finimmo la cena e chiedemmo alla reception un posto dove poter fare due passi. Ci dissero che a pochi chilometri c’era un posto romantico in riva al lago dove c’era una passeggiata. 

Ci recammo dove ci avevano indicato ed il posto era meraviglioso, la luna piena illuminava le acque del lago e la passeggiata era illuminata da lampioni che emanavano una luce soffusa. Era un luogo meraviglioso estremamente romantico. Ci sedemmo su una panchina al chiaro di luna, sembravamo due ragazzini che si scambiavano le effusioni. Finita la passeggiata ci recammo nuovamente nella struttura, salimmo in camera ci spogliammo e andammo a letto abbracciandoci e continuando a scambiarci le effusioni di poco prima. Ci addormentammo così guardandoci languidamente.

Il mattino seguente mi svegliai per i raggi del sole, mi girai verso Miriana che dormiva soavemente, guardai l’orologio erano le 9:15 allora iniziai a baciarla. Lei aprì gli occhi, nuovamente mi sembrò che si svegliasse come una principessa delle favole; sarebbe diventata una bellissima abitudine. La giornata prevedeva un salutare bagno di sole a bordo della piscina della struttura. Ci preparammo, indossammo i costumi e ci recammo nella sottostante piscina. L’organizzazione ci aveva riservato un paio di lettini con asciugamani e teli bagno. Ci godemmo la mattinata tra un bagno e l’altro in assoluto relax. Ogni tanto mi soffermavo a guardarla era meravigliosamente bella. Notai che non passava inosservata anche altri ospiti uomini e donne la guardavano e la ammiravano, io ne andavo orgoglioso. Pensai tra me e me che essere il compagno di una donna così affascinante fosse la giusta ricompensa ad anni di tristezza interiore. Giunta l’ora di pranzo ci recammo nella sala da pranzo. Il pranzo veniva offerto a buffet ed ognuno poteva scegliere fra molte portate esposte. Nel pomeriggio decidemmo di andare a visitare un paese vicino dove alla reception ci avevano detto che c’era un mercatino. Era un modo come un altro di stare insieme e approfondire la conoscenza. Mentre camminavamo nel bel mezzo del mercatino Miriana mi prese dapprima sottobraccio appoggiando a volte la testa sulla mia spalla. Ci fermavamo a vedere gli oggetti in vendita e lei fece alcuni acquisti, più che altro souvenir da portare a Ilaria. Trascorremmo così un bel pomeriggio e venne l’ora dell’aperitivo, trovammo un bar ci accomodammo e ordinammo un analcolico alla frutta per lei e il solito spritz per me. Finita la consumazione ci recammo nel resort per la cena. Era d’obbligo fare un salto in camera a cambiarsi. Dopo una veloce doccia di entrambi ci vestimmo per la serata lei indossò un abitino leggero che risaltava le sue curve, io misi un paio di pantaloni e una camicia, la serata era fresca e lei si portò un coprispalle nero io un maglioncino di cotone. Scendemmo nella sala pranzo e come sempre il maître ci condusse al nostro tavolo. Era meravigliosa a volte mi incantavo a guardarla mentre lei mi parlava. Finita la cena approfittammo della bella serata fresca per farci la passeggiata in riva al lago, camminavamo mano nella mano e parlavamo, parlavamo, il nostro è sempre stato un rapporto basato sul dialogo. Fu ora di andare a dormire e quindi ci recammo nuovamente nel resort. Saliti in camera e chiusa la porta lei si sedette sul letto “Vieni, Filippo, aiutami a spogliarmi” non me lo feci ripetere due volte, le calai la zip e le tolsi il vestito. Rimase in perizoma e reggiseno coordinati; era uno spettacolo. La baciai e nel mentre le nostre lingue si intrecciavano lei iniziò ad armeggiare con la cintura dei pantaloni. L’aiutai a spogliarmi e mi spinse supino sul letto poi mi mise la fica in faccia e mi ordinò: “leccamela”. Ad un ordine così si può rifiutare? Iniziai a perlustrare la sua fica per tutto il solco soffermandomi a giocare con la lingua il suo clitoride. “continua, non ti fermare” mi ordinò perentoriamente. Rimasi in quella posizione un tempo infinito fino a quando sentii le sue gambe fremere e udii un grido liberatorio: “vengoooo”, ebbe un primo orgasmo ma non cambiò posizione e teneva la sua fica sempre in prossimità della mia bocca. Continuai alacremente a leccarla e a giocare con il clitoride finché mi disse: “bastaaaaa, non ce la faccio piùùù” e venne una seconda volta con un orgasmo ancora più travolgente del primo. Il mio cazzo era in erezione si girò, mi dette la schiena e si impalò da sola. Volle portarmi all’orgasmo e incominciò una furiosa cavalcata. Le piaceva da morire gestire i tempi della scopata. Le tenevo le natiche con forza aiutandola, in ogni caso, nei suoi movimenti. L’avvisai della mia prossima eiaculazione, si sfilò dal cazzo e prese a succhiarmelo e a regalarmi uno dei suoi fantastici pompini e mentre con una mano teneva il mio membro con l’altra si sgrillettava. “Siiiii, non ti fermare, continuaaa” le dissi io, e dopo pochi minuti le riempii la bocca con più fiotti di sperma, non si fermò nel pompino e ingoiò tutto il contenuto. Mi baciò appassionatamente e si sdraiò vicino a me. Continuammo a farci carezze e coccole finché gli occhi di entrambi li chiusero per dormire.

Il mattino seguente decidemmo di trascorrerlo nuovamente in piscina in assoluto relax a prendere il sole. Mi chiese più volte di spalmarle la crema solare e non perdevo occasione di infilarle un paio di dita nella fica noncuranti della presenza di altri ospiti. Mi confidò che il fatto di poter essere vista da altre persone la eccitava da morire. Poco prima del pranzo ci recammo alla reception per chiedere informazioni su dove si potesse ballare la sera. Mi aveva raccontato che la danza l’aveva nel sangue e che le piaceva tantissimo ballare. Ci preparammo per la serata, lei indossò quei leggins che le fasciavano le gambe con la trasparenza ai lati che non lasciavano nulla all’immaginazione. Si capiva che sotto non indossava l’intimo. Sopra mise un top nero con un terminante un tulle nero trasparentissimo. Mise poi un paio di sandali estivi con tacco 10 che le slanciavano le gambe. Si guardò compiaciuta davanti allo specchio e roteando su sé stessa mi chiese: “come sto?” “Sei da infarto” le risposi “ma grazie” e sorrise compiaciuta.

Ci recammo nel luogo dove ci avevano indicato era una villa adattata alla circostanza la musica era gradevole e anche la gente che era presente non era male. C’erano ragazzi e ragazze molto più giovani di noi e uomini e donne più o meno della nostra stessa età. Non avemmo nessuna esitazione e appena sentite le prime note iniziammo a ballare a centro pista seguiti immediatamente dal resto della gente. Sarebbe poi stata un abitudine a seguire quella di iniziare noi le danze. Si vedeva che Miriana era felice, lo trasmetteva dal suo sorriso e dall’espressione allegra, si stava proprio divertendo. Trascorremmo così la serata fra un ballo e l’altro e più volte ci avvinghiammo in balli più sensuali nonostante il genere musicale fosse dance.

Alla fine della serata ci accingemmo a raggiungere nuovamente la struttura per andare a dormire; durante il tragitto mi ringraziò poiché si sentiva libera di essere stessa e non prigioniera di persone gelose che le avevano tarpato le ali fino a quel momento. Andammo in camera e stanchi per la giornata ci addormentammo subito. 

La vacanza proseguì nei giorni successivi con visite in posti nuovi, escursioni e serate all’insegna del divertimento realizzai che Miriana stava diventando indispensabile per me. La sua presenza, le sue parole, i suoi sguardi mi inebriavano la mente ed il cuore. Mi stavo innamorando ma ancora non lo capivo. La prova finale sarebbe stata la separazione per alcuni giorni. 

Venne appunto il fatidico giorno del rientro. Preparammo le nostre cose e ci accingemmo a lasciare la struttura. Era stata una minivacanza ma veramente intensa. Giunti in città la riaccompagnai a casa e mi recai nella mia per rifare le valige e recarmi per alcuni giorni nella mia città di origine. Partii con l’intento di verificare se Miriana fosse la donna giusta per me, se mi mancava. Già durante il viaggio si sentiva la sua assenza e ogni tanto mi fermavo in qualche autogrill per guardare il cellulare nella speranza di ricevere un WhatsApp.

Giunto a casa di mia madre scaricai le mie cose e mi accinsi a inviarle un messaggio rassicurante:

Filippo: Arrivato

Miriana: Bene, salutami i tuoi anche se non li conosco.

Cenai con la genitrice ma i miei pensieri erano rivolti a Miriana, a volte ero proprio assente, sentivo parole ma non le connettevo insieme la mia mente era altrove.

Andai nella mia stanza per andare a dormire quando mi arrivò un WhatsApp:

Miriana: Ti voglio adesso, mi manchi.

Non le risposi. Rifeci la valige le caricai in macchina lasciai un messaggio scritto su un foglietto a mia madre e partii per raggiungere Miriana. Durante il tragitto non pensavo ad altro che raggiungerla al più presto. Giunto sotto casa sua la chiamai al cellulare:

Miriana: ma pronti

Filippo: scendi

Miriana: come scendi, dove sei?

Filippo: Scendi, sono qua sotto

Miriana: Tu non sei normale, sei matto

Filippo: Matto o non matto scendi

Fu un lampo attesi solo 10 minuti, arrivò vestita casual con il solito borsone, corse verso di me che l’attendevo fuori dalla macchina, mi baciò appassionatamente e mi disse: “Grazie, grazie Filippo, sei un amore” “Lo so” le risposi. Salimmo in macchina e non mi tolse lo sguardo da addosso. “Filippo, mi sto innamorando, non credevo fosse possibile, ma mi sto innamorando o forse sono già innamorata è una cosa che non ho mai provato prima” “anche io Miriana sono innamorato perso” “ma con tua mamma come hai fatto?” “le ho lasciato un biglietto”

Andammo a casa e facemmo l’amore per tutta la notte.

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