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L’ocelot seconda parte: il testimone passa a Martina

By 7 Gennaio 2023No Comments

La sera di Natale in cui mia mamma aveva regalato l’ocelot a Martina la accompagnai a casa dove vivevamo nella città dove avevo fatto gli studi universitari. Io mi ero fermato li intraprendendo la carriera professionale grazie alle conoscenze fatte negli anni di studio. Lei si era laureata ed aveva intrapreso una strada diversa ma ancora viveva con i suoi e sebbene si fermasse spesso a dormire da me non aveva ancora fatto il passo di venire a vivere nella mia casa. Il giorno dopo ancora festivo la andai a prendere per vedere amici al pomeriggio. Passammo alcune ore in buona compagnia in un locale dato che faceva freddo poi andammo a casa mia dove scopammo e poi cenammo per guardare un po’ di tv. Martina andò nell’altra stanza e dopo qualche minuto tornò. Si era fatta mezzanotte ed il giorno dopo dovevamo andare entrambi a lavorare. Mi stavo per spogliare quando Martina mi si presentò davanti indossando l’ocelot. Martina era più alta di una decina di cm rispetto a mia madre anche se portavano la stessa taglia, una 42, l’ocelot che a mia mamma arrivava alle ginocchia, a Martina arrivava tre dita abbondanti sopra.
“Andiamo a fare un giro sul corso” mi disse.
“E’ tardi le risposi, i negozi li abbiamo già visti oggi perché vuoi uscire?” le risposi.
“Per provare la pelliccia di tua mamma, quando la ho indossata ho sentito un brivido” e nel dirmi queste parole aprì la pelliccia. Sotto indossava solo reggicalze e calze. Aveva rasato la passera lasciando le labbra completamente nude.
“Io esco a fare una passeggiata, se vuoi vieni con me altrimenti vado da sola, sono certa che troverò qualcuno che mi vuole fare compagnia”.
Fui un lampo ad indossare il giubbotto ed a prenderla sottomano cercando di infilarle le mani ovunque ma lei mi tenne a bada: “Ogni cosa a suo tempo”.
Facemmo un giro del corso ormai quasi deserto data l’ora tarda. Arrivati quasi in fondo Martina slacciò i bottoni mentre guardavamo una vetrina ed eravamo riflessi. Il risultato nettò fu che le vidi tette e figa riflessi nella vetrina e ciò contribuì ad aumentare il mio eccitamento. Un signore anziano stava passando dalla parte opposta e per un attimo si bloccò, si mosse di nuovo quando vide che ci stavamo girando e Martina teneva chiusa la pelliccia con la mano. Con l’altra mano mi tirò dentro un vicolo buio si mise contro il muro, mi tirò a sé e mi disse “scopami subito, se non lo fai tu mi faccio trombare dal primo che passa, vedrai non avrò difficoltà a trovarne uno”. Nonostante avessimo scopato poco più di due ore prima le saltai addosso infoiatissimo ed incurante che qualcuno avrebbe potuto vederci. Martina cominciò a mugolare e non ad urlare solo perché le tenevo la bocca bloccata con la mia. Venne un minuto prima di me e quando si accorse che io ero lì lì per sborrare mi spinse fuori di lei, si accovacciò e mi prese il cazzo in bocca inghiottendo tutto. Quando ebbi finito si chiuse la pelliccia e mi baciò in bocca facendomi assaporare il sapore del mio seme. Non era mai successo, sebbene Martina non si potesse certo definire una educanda, non si era mai comportata così da esibizionista e porca. Attribuii il cambiamento ad un caso però il pensiero che l’ocelot potesse c’entrare qualcosa cominciò a fare capolino nella mia mente.
Fu l’inizio di un periodo sessualmente sconvolgente, lo facevamo ovunque due tre volte di media al giorno. Uscivamo con gli amici e nel bel mezzo di una cena mi prendeva per mano, mi portava in bagno e si face scopare contro il muro. Ormai gli amici ci chiamavano “i conigli”.
Martina una sera con indosso null’altro che l’ocelot le calze e le scarpe mi si avvicinò e mi disse che voleva andare in un cinema porno ma che non sarei stato l’unico a godere dei suoi favori. Avrebbe spompinato tutti quelli che le fossero andati vicini offrendole il cazzo. Prendere o lasciare, non era più quella di prima, ma la situazione mi piaceva. Il condividerla sessualmente con altri non mi disturbava più di tanto, a volte pensavo addirittura che fosse un bene perché da solo non ce la avrei fatta. Quella sera entrammo in un cinema a luci rosse, ricordo bene il film si intitolava “Inside Marylin”, la trama molto semplice (ovviamente) la protagonista sosia di Marylin si trombava un riccone che più o meno a metà del film la tradiva con una sua amica nel retro in una stanza mentre lei, cantante, si esibiva. Arrivammo poco prima di questa scena e quando cominciò Martina si aprì la pelliccia mostrandosi a chi c’era intorno. Il cinema non era molto frequentato, alcune coppie intente ad effusioni hard, probabilmente per mancanza di altro posto dove andare (o forse esibizioniste) alcuni guardoni che guardavano più le coppie che lo schermo avvicinandosi a quelle più avanti con l’amplesso sperando di strappare qualcosa. Quando Martina aprì la pelliccia mi mise una mano sul pacco, mi slacciò la cerniera, lo estrasse già quasi completamente in tiro e cominciò a segarlo. Dopo poco cominciò a spompinarmi e nel giro di pochi minuti le venni in bocca proprio mentre uno dei guardoni più intraprendenti si era avvicinato con il cazzo in mano e si segava a pochi centimetri da noi. Appena venuto Martina mi fece cenno di spostarmi e lasciare libera la poltroncina di fianco a lei. Meno di un minuto e c’era seduto il guardone che le stava pastrugnando le tette alternando strizzate a leccate. Un altro vista la situazione si fece più ardito e le si piazzò davanti in mezzo alle cosce cominciando a leccarla. Un terzo da dietro le mise il cazzo duro davanti alla bocca ed iniziò a spingerle la testa con la mano verso il suo membro. In pochi minuti un altro paio si affollarono intorno aspettando uno spiraglio per palparla o ricevere i suoi favori. Il primo arrivato si accontentò d una sega, il secondo, quello ce le aveva messo il cazzo in bocca venne coprendole viso e tette di sborra. Quello che le stava leccando la figa continuava imperterrito facendole avere tre orgasmi di fila mentre gli ultimi ricevettero una sega ed entrambi eruttarono un fiume di sborra su di lei. Si accesero le luci dell’intervallo e tutti si allontanarono. Martina si riprese un attimo quindi estrasse dalla borsa alcuni fazzoletti con cui si pulì quindi chiuse la pelliccia si alzò, mi fece segno di avvicinarmi ed insieme uscimmo andando all’auto parcheggiata li vicino. Non aveva scopato con nessuno di quegli uomini ma da tutti era stata usata come una bambola di carne per svuotarsi le palle. Nel tragitto in auto mi confessò che non pensava sarebbe finita così ma che quando il primo si era avvicinato pensava si sarebbe fatta palpeggiare u po’ al massimo gli avrebbe carezzato un po’ l’uccello ma in quel mentre si era come trasformata in una insaziabile ninfomane Le leccate dello sconosciuto la avevano resa ancor più languida ed il resto non era stato sotto il suo controllo ma le era piaciuto.
“Dobbiamo rifarlo ma stavolta con gente più di classe e voglio scoparmene almeno tre” furono le parole che mi disse mentre scendeva dall’auto. Stavo sempre più convincendomi che fosse l’influsso dell’ocelot. La pelliccia nello strapazzamento del cinema hard era stata colpita da alcuni getti di sperma per cui Martina la portò a pulire a secco. Ci vollero due settimane perché le rendessero il capo ed in quei 15 giorni scopammo solo un paio di volte e Martina non fece più cenno a prestazioni straordinarie.
Martina aveva ritirato l’ocelot un giovedì, tornato dall’ufficio la trovai con indosso la pelliccia che mi aspettava seduta sul divano leggendo una rivista. Appena entrato mi disse “vieni qui” cosa che feci subito, aprì la pelliccia e sotto indossava calze velatissime, un finto piercing all’ombelico ed una catenina d’oro in vita. Quest’ultima la avevamo vista in qualche film porno tedesco e francese e Martina si era accorta che la cosa mi eccitava moltissimo. Ne aveva comprata una ma dopo un primo periodo in cui la aveva indossata quando andavamo aletto per scopare, era scomparsa. Diceva che non si trovava comoda.
“Fammi vedere che effetto ti fa la catenina!” mi disse a bruciapelo mentre mi prendeva la testa e con forza la guidava verso il suo sesso. Cominciai a mordicchiarle l’interno coscia cercando di palparla al tempo le tette ma lei, togliendomi le mani dal seno mi disse: “concentrati su quello che stai facendo, non su quello che vorresti fare”. Passai a leccarle il clitoride prima leggermente poi con maggiore pressione della lingua quindi con una mano le massaggiavo la parte superiore ed usavo la lingua come un piccolo fallo cercando di farla penetrare dentro di lei. Non so da dove venne fuori ma all’improvviso mi trovai un cazzo di gomma di dimensioni generose fra la bocca ed il suo sesso. “Leccalo, rendilo ben scivoloso e poi mettimelo dentro” furono le parole di Martina con intonazione imperiosa mentre con una testa mi spostava la testa dal sesso e con l’altra mi metteva fra le labbra il cazzo di gomma. Che potevo fare, cominciai a leccarlo mentre con una mano continuavo a masturbarla , dopo un paio di minuti di queto trattamento lei si sdraiò sul divano e mi fece segno di inserirlo cosa che feci piano piano. Nonostante le generose dimensioni del cazzo finto, ben superiori alle mie, scivolò dentro in un attimo quasi tutto. Sarà sato di 25cm circa ed entrò quasi fino in fondo. Cominciai un dentro fuori lento aumentando pian piano la velocità fino a che Martina non esplose in un orgasmo violento urlando sun si sii siii che raramente le avevo sentito emettere.
Era già sdraiata ma è come se si accasciasse dopo l’orgasmo, mi disse di non tirarlo fuori, si mise a pancia in giù e mi disse “inculami, voglio due cazzi dentro di me allo stesso momento”. Le sputai un po’ di saliva sull’ano infilandole prima un dito e poi due. Ero eccitatissimo e così anche il mio cazzo era ben lubrificato. Lo appoggiai sullo sfintere e la cappella entrò in un attimo poi guadagnai centimetri senza fatica fino a che non fu tutto dentro. Era una sensazione strana. Non era la prima volta che Martina si faceva inculare da me ma mai con una bestia come quella in vagina. Sentivo attraverso il sottile diaframma la presenza di quel membro e lo strofinamento era anche più soddisfacente. La pompavo e Martina stava cominciando a scaldarsi di nuovo ma non ne ebbe il tempo, nel giro di 5 minuti l’eccitazione ebbe il sopravvento e le inondai il culo di sperma con tre o quattro schizzi. Quando lo estrassi Martina tolse anche il cazzo di gomma dalla figa, lo appoggiò al culo e raccolse un po’ della sborra che stava colando fuori quindi se lo portò alla bocca e cominciò a leccarlo voluttuosamente. “Ti piace lo spettacolo porco?” le risposi di si allora mi attirò a se e mi baciò passandomi parte della sborra che aveva raccolto dal culo. Quindi si inginocchiò davanti a me che ero seduto sul divano col cazzo semi duro dopo la sborrata e me lo fece tornare duro leccandolo in alternanza con quello di gomma. Il vedere succhiare due cazzi è una delle scene che mi eccitano di più nei film porno e Martina lo sa bene, nell’intimità quando vuole farmi eccitare inventa situazioni in cui me lo succhia insieme a quello di uno sconosciuto o di qualcuno che conosciamo ed il cazzo si intosta in un attimo. Non era però mai arrivata a farlo veramente anche se con un cazzo di gomma e questa novità ebbe un gran successo. In breve il mio pene era di nuovo pronto a scopare, Martina si mise a pecorina invitandomi a prenderla mentre continuava a succhiare il cazzo di gomma girando la testa in modo che potessi vedere quello ce stava facendo. La presi per i fianchi, il mio cazzo scivolò dentro in breve mentre lei, atteggiandosi a mignotta, mi invitava a dirle quello che era. La riempii di parolacce, vacca, zoccolo, troia erano le più gentili. Il cazzo di si ingrossava sempre di più dentro di lei e sentivo che diventava ancora più viscida segno che gli insulti eccitavano molto anche lei. Durammo 10 minuti poi lei cominciò a godere un attimo prima di me. Le rovesciai in figa un paio di schizzi poi lei si girò e, senza mollare il cazzo di gomma, riprese a leccarmelo mungendo le ultime gocce di sperma dal mio cazzo mentre lo strofinava sull’altro, cappella contro cappella. CI adagiammo stremati sul divano. Dopo 10 minuti Martina mi disse. “che ne pensi se quello che abbiamo fatto oggi lo facessimo con un cazzo di carne anziché di gomma? Non devi rispondermi subito, hai 24 ore, a me piacerebbe provare questa esperienza con comodo fra le mura domestiche anziché di fretta in un cinema. Pensaci”.
La rispsota e quello che succedette poi li potrete leggere nel prossimo capitolo.

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