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L’umiliazione di una Madre Modello

By 7 Dicembre 2016Giugno 9th, 20202 Comments

Un conflitto in famiglia tra due donne con una visione del sesso del tutto opposta:
Angela: Una madre divorziata e sessualmente repressa, ossessionata dal voler apparire una donna di alto rigore morale.
Silvia: La perversa figlia di Angela. Una macchina da sesso che trae godimento dall’umiliare le convinzioni perbeniste della propria madre.

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(episodio 1:) LA NOTTE CHE HA SCONVOLTO LA MIA VITA
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Mi chiamo ANGELA, ho 43 anni e sono separata.
Devo dire che per la mia età non sono niente male: bionda, alta, snella, e due belle tette ancora sode. Peccato che da quando mio marito se ne è andato, nessun maschio ha avuto l’occasione di godere di tutta questa grazia.
Già, mio marito. Mi ha piantata dicendo che non lo soddisfavo sessualmente (quel pervertito…Figuratevi che voleva addirittura che provassi a fare SESSO ANALE! Inaudito; sono una donna perbene, io!)

Ma non voglio parlarvi di me. Il problema è mia figlia.
SILVIA.
L’incontrollabile, perfida, stronza, arrapatissima Silvia.

Silvia ha sempre avuto un carattere ribelle, insofferente ai comandi. E adesso che non c’è nemmeno più suo padre, per me è difficile tenerla a freno da sola. Soprattutto ora che si trova in un’età in cui ragiona con gli ormoni e non con la testa.
A scuola ci va solo per flirtare coi ragazzi, e qui in casa fa sempre il contrario di ciò che le dico, giusto per farmi dispetto.

Dove ho sbagliato nella sua educazione? Eppure ho sempre cercato di essere una MADRE MODELLO. Tant’è che, da quando mio marito se ne è andato, ho evitato di avere altre relazioni proprio per non dare a Silvia l’impressione che sua madre sia una viziosa. Ma a lei non è entrato in testa nulla di ciò che volevo insegnarle facendole io stessa da esempio.

Anche se con me non si confida mai, so che ha già avuto esperienze di sesso. Ed essendo una bellissima brunetta, alta e ben modellata, è sempre circondata da maschietti. E lei non si nega certo alle loro attenzioni.
Ma io ho una reputazione da difendere; frequento circoli per la difesa della Moralità, e non mi va di passare per la madre di una sgualdrinella che va con tutti, per una che non è capace di educare la propria figlia secondo rigorosi principi morali. In fondo lei vive ancora in casa mia; avrò il diritto di pretendere che si comporti con un po’ di decenza, che diamine!

Ma lei mi ribatte che sono una repressa, che sono invidiosa di come lei vive il sesso senza ipocrite inibizioni, e che vorrei far diventare anche lei una sessuofoba solo per sentirmi meno frustrata.
Le poche volte che abbiamo un dialogo lei si diverte a provocarmi con frasi tipo: “Mamma, oggi ho ficcato la lingua in bocca a uno che passava per la strada. È piaciuto a tutti e due. Tu che ne pensi?“. Stronza. Che voglia di mollarle un ceffone, quando fa così.

Insomma, siamo ai ferri corti. E nessuna di noi due si schioda di un centimetro dalle proprie posizioni. Eppure deve pur esserci un modo per avvicinarci.

*****

Di sera cerco di scaricare le mie tensioni con un bicchierino di whisky e una abbondante dose di sonniferi. È praticamente un rito quotidiano…

…ma stasera ho finito le pastiglie. Beh, pazienza; vuol dire che mi rifarò con una dose doppia di alcol.
Mi attacco alla bottiglia, ma il sonno tarda ad arrivare. Così bevo un altro cicchetto, e un altro, e un altro… Alla fine sono un po’ ubriaca, ma ancora sveglia.
Non mi piacerebbe farmi vedere brilla da mia figlia, così vado a controllare che stia già dormendo.
Un po’ barcollando, cammino in vestaglia fino all’esterno della sua stanza. La porta è chiusa, sembra tutto in ordine…quand’ecco che dei rumori strani catturano la mia attenzione.

Appoggio l’orecchio alla porta. Sento dei gemiti inconfondibili, “Oh! Oh!“… È la sua voce, e sento anche l’ansimo di una voce maschile.
Mi appare subito chiaro che se la sta spassando con un qualche ragazzino che si è rimorchiata.

EH, NO! Passi se si fa qualche sveltina di nascosto…però non mi va affatto bene che porti i suoi fidanzatini in casa mia per farseli proprio sotto il mio naso mentre mi crede imbottita di sonniferi!
Mi rimbocco le maniche e mi preparo per dirgliene quattro. L’alcol mi dà un po’ di coraggio per affrontarla a muso duro: stavolta sarò ferma e irremovibile nel mettere le cose in chiaro tra me e lei.

Scosto un po’ la porta per scegliere i tempi giusti della mia entrata in scena e… OCCAZZO! COSA VEDO?!
Sul letto c’è Silvia che sta scopando non con uno, ma DUE maschi contemporaneamente!
E non sono neanche dei ragazzini suoi coetanei: avranno almeno 35 anni!
E ne sta pigliando uno nella fica mentre l’altro da sopra la penetra nel culo!
E non è finita: sul comodino c’è una telecamera puntata proprio su quell’oscena ammucchiata!

Eh no, questo è troppo! Un conto è essere un po’ libertina, ma rimorchiare uomini MATURI e per di più portarseli in casa MIA per scoparseli IN GRUPPO praticando rapporti CONTRONATURA e per giunta fare pure dei FILMATI da far vedere a chissà chi, vuol proprio dire essere una debosciata persa!
Qui urge un drastico intervento correttivo. Adesso entro e pianto un casino mostruoso, e non me ne frega niente se interrompo la festicciola. E tanto per cominciare, sbatterò subito fuori da casa mia quei due porci depravati.

Così spalanco la porta, in modo che si accorgano per bene della mia presenza, e dico:
– «EHI, MASCHIONI…NON AVRESTE QUALCOSA ANCHE PER LA SUA POVERA MAMMA A DIGIUNO DA TANTO TEMPO?»

?!?…Oh, cielo…MA CHE DIAVOLO HO DETTO?!? Non era questo ciò che avevo in mente…La mia bocca si è mossa da sola!! Oddio, sto impazzendo? Deve essere stata colpa del whisky…

Davanti a me, il gruppo ha interrotto la allegra cavalcata. I due maschi si voltano verso di me. Sembrano un po’ sorpresi, ma non agitati.
Ma a lasciarmi di stucco è SILVIA. Al mio ingresso ha fatto per un istante un’espressione un po’ seccata, subito mutata in uno sguardo di sfida. Nessun segno di imbarazzo.
– «Ragazzi, questa è mia madre Angela. Mamma, questi sono… Com’è che vi chiamate, voi due?»
– «Paolo.»
– «Roberto.»
– «Ok, sono Paolo e Roberto. Beh, che vuoi? Questa è la mia stanza, se non te ne sei accorta. E sarei un po’ occupata.»

Rimango lì in silenzio sulla soglia come una scema. Tra la mia assurda gaffe e la spudoratezza di Silvia, i miei propositi bellicosi sono andati a farsi benedire. Devo improvvisare qualcosa per metterci una pezza.
– «M-ma Silvia…Che stai facendo? Porti in casa due sconosciuti di cui non sai nemmeno il nome…e…e ti fai sbattere così, come se niente fosse…E poi quella telecamera…Io non so…Ti pare normale tutto questo?»

Per tutta risposta, Silvia scuote la testa sbuffando.
A prendere la parola è il tizio che le stava sopra, dopo essersi sfilato dal suo culo. Ha ancora il cazzo in piena erezione, e mi si avvicina senza mostrare vergogna.
– «Signora, non la faccia tanto complicata: qui ci stiamo solo divertendo un po’; nulla di più e nulla di meno. Piuttosto, torniamo alla frase che ha detto entrando…Se non diceva per scherzo, guardi che qui di manico ce n’è per tutte e due!»
– «Già», aggiunge l’altro, «Silvia ci aveva parlato di una vecchia bigotta rompiballe che dormiva nell’altra stanza, ma non ci aveva detto che era così ben messa. Si faccia vedere bene da vicino…»
– «MA…MA SIETE IMPAZZITI?! Uscite da questa casa o chiamo la polizia!…», balbetto io incredula.
– «Suvvia, siamo tra persone ragionevoli; si sieda un attimo sul letto e discutiamone con calma…»

Parlano di “discutere”, ma intanto con la scusa di accompagnarmi verso il letto mi mettono le mani un po’ dovunque…E io sono ancora troppo confusa e intontita dal whisky per accorgermi che si stanno prendendo un po’ troppe confidenze.
Con la coda dell’occhio noto che Silvia, stravaccata nuda sul letto, ha un sogghigno strano. Per la prima volta mi ha beccata con le difese abbassate, così coglie la palla al balzo e accorre a dare man forte ai due ganzi.

Mi abbraccia in modo fintamente affettuoso, strofinandomi dappertutto, in modo che io non mi renda più conto di CHI siano le mani che mi stanno toccando.
– «Dai, mamma, non fare così, non è successo niente…Lo so che ti preoccupi per me, e io ti voglio tanto bene…»
Che bugiarda spudorata! Se io fossi un po’ più lucida, mi accorgerei subito delle intenzioni nascoste dietro le sue moine. Purtroppo in questo momento “lucida” non lo sono per niente. Troppo alcol, troppe sorprese, troppi palpeggiamenti…e soprattutto, troppe voglie represse che premono per essere sfogate.

Nella nebbia che mi intorpidisce la mente, sento delle mani sui seni, sulle cosce, sul sedere…A chi appartengono? Non mi riesce di distinguerle. La strategia di Silvia ha fatto centro.
Senza rendermene conto mi ritrovo con le tette fuori dalla vestaglia. Delle lingue indistinte mi leccano i capezzoli, mi scorrono sul collo, mi stuzzicano i lobi delle orecchie…
Comincio a sentire un languore strano, che dal basso ventre risale fino alla testa. Il respiro mi si fa sempre più pesante.
Provo a resistere alle vampate di calore; devo ricompormi, riprendere il controllo di quella assurda situazione…ma è tutto inutile. La testa mi sta partendo.

Mi ritrovo un cazzo in mano senza sapere come ci è finito, mentre un altro cazzo mi balla davanti alla faccia. D’istinto mi vien voglia di… NO, NON DEVO! Devo pensare alla mia reputazione, all’esempio che voglio essere per mia figlia…
Ma alla fine non resisto: istintivamente lo bacio, ne lecco la punta, ed infine lo ingoio.
Con la coda dell’occhio vedo Silvia che si passa la lingua sulle labbra sorridendo soddisfatta. La sua trappola sta per chiudersi.  
Maliziosamente, la sgualdrinella mi infila una mano nelle mutandine e inizia a vellicarmi il pube. È il test finale: se non reagisco ORA, non reagisco più.

Non reagisco.
E così mi godo la sua perversa carezza senza oppormi.
Ormai mi ha in pugno.

Intanto i due sconosciuti si alternano nel sondarmi la gola a suon di cazzi. Da quanto tempo non ne assaggiavo uno! E stasera ne ho a disposizione addirittura due!!

Mi ritrovo a quattro zampe con un cazzo in bocca, mentre l’altro mi penetra da dietro. Ah, la sensazione dimenticata di sentirsi la fica riempita da un palo di carne!
Nel contempo Silvia mi passa lascivamente la lingua sulla schiena mentre mi massaggia le mammelle con le mani. È…bello! In questo momento non riesco a pensare al fatto che lei è mia figlia e che quello che sta facendo è assolutamente immorale; penso solo al piacere che mi sta procurando.
Comincio a mugolare dalla goduria. Ora ad ottenebrarmi la mente non è più l’alcol, ma una libidine sempre crescente.

– «Dai, che è quasi cotta a puntino…Adesso la mettiamo sullo spiedo!», sento dire da Silvia, senza capire.
Uno dei due tizi si sdraia di schiena sul letto, mentre Silvia e l’altro mi sollevano sopra di lui. Credo che vogliano farmi fare una cavalcata a smorzacandela, che a quel punto mi andrebbe anche bene…ma quando sento la cappella premere contro il mio buco posteriore, mi sovviene un barlume di lucidità e vengo colta dal panico:
– «NO! FERMI!…COSì NON L’HO MAI FATTO…NON VOGLIO CHE…»
Ma è troppo tardi: con una spinta lenta ma decisa, quella verga da cavallo si fa strada nel mio retto fino alla radice.
Mi sento squartare in due! Spalanco la bocca per urlare ma non mi viene il fiato. Agitandomi disperatamente, il mio sguardo incrocia quello di Silvia. La sgualdrinella ride della mia espressione di sofferenza, mentre spompina l’altro maiale sotto i miei occhi, senza un minimo di pudore. Come ho fatto a creare un mostro del genere? Ma ora quello è l’ultimo dei miei pensieri.

Il bastardo che mi sta inculando comincia a muovere l’uccello su e giù, su  giù, su e giù…e dentro di me sento gli intestini che assecondano il passaggio di quel palo bestialmente lungo e duro. Stranissima sensazione! Piacevole, devo dire. Non l’avrei mai pensato.
Anche il buco del culo ha smesso di bruciarmi, lasciandomi la possibilità di godermi appieno quel trattamento, senza dolori che mi distraggano.

– «Senti come ansima la tua mammina, Silvia…Lo sapevi che era così porca?», dice il mio impalatore.
– «E vuoi che non lo sapessi?», risponde lei, «Ma voi non avete ancora visto niente!»
Ciò detto, dà un’ultima ciucciata al cazzo dell’altro maiale e lo guida verso la mia fregna ben esposta.
Un affondo secco, e mi ritrovo tappata in entrambi i buchi! Ora al piacere del cazzo in culo mi si aggiunge anche quello del cazzo in figa. C’è da morire di goduria.
Mi abbandono alla lussuria di quell’azione in tandem. Noto di sfuggita che Silvia ha avuto uno strano scatto eccitato, dirigendosi verso il comodino.

Mi ricompare davanti con in mano la telecamera. Ora capisco il suo gioco! D’istinto vorrei implorarla di non farlo, ma so già che sarebbe una supplica inutile.
Accende la telecamera e me la punta addosso, alternando continuamente l’inquadratura tra una panoramica e un primo piano, assicurandosi soprattutto che si veda bene la mia faccia. La stronza! E chi la tiene più, dopo di questo. Potrà sbattermi in faccia quel filmato quando le pare e piace. Lo capisco dal suo sorrisetto perfido, che sembra dire “Finalmente ti ho in pugno, gran rompiballe!“. Ma in questo momento non me ne frega niente, voglio solo godermi quell’accoppiata di pali che mi sconquassano le viscere. La troietta faccia pure tutti i filmini che vuole, tanto ormai…

I due porci si muovono in perfetta sincronia: uno affonda e l’altro esce. Ci sanno fare. Mio malgrado devo ammettere che la mia sgualdrinella ha buon naso, nello scegliere i suoi stalloni.

Silvia, intanto, continua a filmare e si masturba senza alcun ritegno. Per quanto possa essere scafata, la vista di sua madre incastrata in un sandwich è una cosa nuova anche per lei. E sembra eccitarla moltissimo.
– «Più veloci, maiali!», li incita, «Voglio vederli fumare, quei buchi schifosi!»
Avvicina la telecamera al mio bacino, e allo stesso tempo mi passa la lingua sul ventre. Poi risale fino ai seni e si sofferma sui capezzoli, scrutando di sottecchi l’espressione del mio viso. Io non vorrei darle soddisfazione, ma non riesco a nasconderle che quel lavoro di lingua mi sta piacendo un mondo. E lei sogghigna compiacendosi di mettere a nudo tutta la mia debolezza. È decisamente una perversa.

Poi ridiscende con la lingua fino a leccarmi il clitoride. Non lo fa certo per darmi piacere, ma solo per umiliarmi ulteriormente. Che dopo che ti sei fatta leccare la fica dalla tua stessa figlia, hai voglia ad atteggiarti ancora a madre modello!

A quel punto decide di rincarare la dose. Dopo avergli passato la telecamera, fa spostare il porco che mi stava sopra, in modo da potermi leccare meglio.
Infila la lingua bene in profondità, e tanto per gradire mi infila anche due dita dentro. Poi inizia un andirivieni alternato di lingua & dita che mi fa scuotere per i brividi. E intanto mi scruta con un sorrisastro maligno, compiacendosi degli effetti che il suo trattamento ha su di me.

Ogni tanto indugia nell’afferrare con la punta delle dita il cazzo che mi sta inculando. Una specie di sega a due dita praticata attraverso la mia parete rettale. Ci gioca, si diverte a farmi vedere quanto è scafata. Poiché sa che in questo momento non ho il diritto di rimproverarle assolutamente nulla.

E riprende il suo lavoro di lingua sul mio clitoride, con piccole lappatine studiate in modo da farmi sussultare a tempo come una bambola ai suoi comandi.
Inutile cercare di negarlo: la piccola porca mi sta procurando un gran piacere, anche se lo fa solo per servire il suo scopo. Che è quello di degradarmi al suo livello di troia ninfomane, in modo che io non le possa più rinfacciare nulla sui suoi comportamenti lascivi.

Intanto l’altro maiale, continuando a filmare, la infilza da dietro.
Capisco che l’ha inculata perché la mia adorata stronzetta ha un sobbalzo che le fa staccare la faccia dalla mia passera.
Appena si è adattata all’intruso posteriore, decide di variare il mio tormento: mi infila dentro due dita per mano, e mi allarga la fregna per quanto le è possibile. Il porco con la cinepresa strabuzza gli occhi, chinandosi in avanti per riprendere meglio la scena.
– «WHOOAAHH!! Sembra una caverna senza fondo…Come avevi fatto a trovare l’uscita da lì dentro, Silvia?»
E la stronza, invece di prenderlo a sberle, ride sguaiata.
– «E adesso provo a rientrarci!»
Ciò detto, mette le dita a cuneo e mi penetra con tutta la mano, fino al polso. Poi inizia a rigirarla per farsi strada sempre più in profondità. Mi fa male ma mi fa anche godere.

Sento che la sgualdrina apre a ventaglio le dita, per stimolarmi l’antro il più possibile. Poi inizia a fare una sega al mio inculatore dall’interno della mia passera.
La sua fantasia perversa non ha proprio limiti…ed io, mio malgrado, mi ritrovo costretta a trarre immensa goduria dai suoi depravati esperimenti.

In ultima aggiunta, con la mano libera mi sditalina il clitoride ormai gonfio da scoppiare. E a quel punto, addio: sento il piacere montarmi dentro, crescere, avvicinarsi al suo culmine. La scrofetta se ne accorge, e aumenta il ritmo mentre mi fissa negli occhi, con un sorrisetto compiaciuto. È vicina alla sua vittoria finale. Io non vorrei darle soddisfazione proprio in questo modo, ma ormai il godimento è inarrestabile.

E finalmente esplodo. L’orgasmo mi arriva sconquassante, una vera mazzata, una esplosione che dalla mia fica si propaga in un lampo fino a ogni cellula del mio corpo.
– «Ah…Ah…AH! AAHH!! O-O-OH cazzocazzoCAZZ-O-O-O-OOOOOOOOOOHHH!!!»
Mi contorco come una indemoniata, la testa mi ciondola da tutte le parti. Il mio sguardo coglie immagini confuse; ho un flash del viso maligno di Silvia che sorride trionfante…ma al diavolo tutto; io mio godo il mio orgasmo.
– «AAHH!…OH! OH! OH!..OPPORCAP-P-PUTT-AH-NAAAHH!…OOOHUAAAHHH!!!»
Oh cielo, ma quanto dura…Non smette più? Sono scossa da brividi di piacere supremo, le convulsioni mi fanno tremare come un martello pneumatico. Mai provato qualcosa di così acuto, fulminante. Non me l’aspettavo proprio. È come se tutti gli orgasmi mancati degli ultimi anni si fossero presentati in un colpo solo. Sento che il cuore è sul punto di scoppiarmi.
– «AAAHH!!! AAHH! AH!…AH!…Ah…ah…»

Finalmente le contrazioni si fanno meno intense, e comincio a rilassarmi.
La piccola strega attende che io mi sia sbollita per bene, poi mi sfila la mano dalla fregna e me la avvicina al viso. È completamente lercia di liquido filamentoso, devo aver sbrodolato anche l’anima.
– «Guarda mammina, la tua piccola si è sporcata, uhe uheee, pulisci la manina, mamy cara…», dice sarcastica imitando una voce da bimba…e mi strofina quella mano fradicia della mia stessa broda sulle labbra, sul naso, sulle guance, sui capelli…In questo momento devo avere l’aspetto di una zoccola caduta di faccia in una pozzanghera. Il porco con la cinepresa si affretta ad inquadrarmi in primo piano. Sono al massimo della degradazione.

L’immagine della mia faccia umiliata sembra eccitare molto Silvia, che inizia a sditalinarsi con foga, sempre fissandomi negli occhi.
Se ne viene in pochi secondi. Il suo è un orgasmo animalesco, selvaggio, sfrenato. La svergognata mi guaisce in faccia senza il minimo contegno, come a volermi dire “Guarda come gode una vera femmina, vecchia comare repressa!“. E io incasso anche quest’ennesimo affronto, senza avere nessun diritto di reagire.

Intanto anche il maiale che mi sta impalando viene con un grugnito, scaricandomi nell’intestino una quantità industriale di sborra. Sento gli schizzi bollenti che si accumulano nelle mie budella. Quel calore è quasi un sollievo, per le mie viscere martoriate.

Poi il bastardo mi si sfila da sotto senza troppi riguardi per il mio povero ano devastato, e anche lui può finalmente godersi lo spettacolo della mia faccia lurida.
– «Cazzo, ma è proprio uno schifo…Questa zozzona deve imparare a fare un po’ di pulizia!»
Mi afferra per i capelli e mi guida la bocca sul suo uccello ancora lercio di culo. Non ho neanche la forza di provare a respingere quel batacchio disgustoso…ma a quel punto giunti, non mi dispiace neppure!
Me lo accolgo fino in gola, ricoprendolo di bava che poi ripulisco via con osceni risucchi, finché non è ben lustrato.

Per non essere da meno, la mia cara Silvietta si mette a spompinare l’altro porco.
Le viene in bocca quasi subito…ma lei non ingoia; mi si avvicina a bocca chiusa e mi sputa in faccia tutta la sborra raccolta. Adesso sì che sono pronta per vincere il concorso di Miss Cesso.

Silvia ne approfitta per farsi passare la telecamera e fare un’ultima bella ripresa del mio muso impiastricciato. E io me ne sto lì intontita a fissare l’obiettivo, che immortala impietosamente il mio aspetto di scrofa degenerata.
– «AH!AH!AH! Pensa alla faccia che farebbero le tue amiche dei circoli moralisti, se vedessero questo bel filmino! Ti eleggeranno subito “Mamma dell’anno“, sicuro!»

Soddisfatta, la mia aguzzina estrae il dischetto dalla cinepresa, poi si rivolge ai ragazzi che si stavano rivestendo:
– «Bene, e adesso levatevi dai coglioni, voi due!»
– «Ci si rivede ancora, Silvia? Se vuoi ci trovi sempre al solito posto…»
– «Sì, sì, vedrò, ma ora fuori dalle balle, che ho da fare!», dice senza neanche guardarli.

*****

Rimaniamo da sole. E adesso che l’eccitazione è passata, mi assale tutta la vergogna per ciò che ho fatto durante quella incredibile serata.
Mio dio!…Con che coraggio potrò ancora rimproverarle i suoi comportamenti dissoluti, dopo quanto è successo?

La guardo. È di spalle appoggiata allo stipite della porta, nuda, bellissima, trionfante, fiera del mettermi in imbarazzo con la sua sola presenza.
Lei non si volta, ma sa che la sto guardando, e si limita a sventolare con malizia il dischetto con il filmato che testimonia il mio totale fallimento come “madre modello”.

Questo silenzio mi sta uccidendo. Devo dire qualcosa, una qualsiasi cosa. Farfuglio “Silvia…Perdonami…“, ma non riesco ad aggiungere altro; un nodo alla gola mi toglie il fiato, e sento solo una gran voglia di piangere.

Al che, lei volge la testa. Per la prima volta in tanti anni non c’è astio nel suo sguardo.
Poi mi si avvicina. Mi passa delicatamente un dito sul viso raccogliendo una strisciata di sperma, e me lo porge.
E incredibilmente, io mi attacco a quel dito e glielo ciuccio, appassionatamente, a lungo, con una lussuria che la sorprende e la inorgoglisce.

– «Adesso sì che mi piaci come “madre modello”, mamma», dice con tono soave, stritolando il dischetto che teneva in mano.
Poi aggiunge: «Ora vai a dormire. Ci vediamo domani». Ed esce dirigendosi in bagno.

Guardo i cocci del dischetto sparsi per terra, e ne colgo il messaggio.
Poteva schiacciarmi, ma non l’ha fatto. Ha preferito farmi capire che forse, nel profondo, non siamo poi così diverse. Anzi.
Stasera lo strato di ipocrisia che mi ricopriva è stato spazzato via, rivelando la mia vera natura di troia affamata di sesso in tutte le sue forme. E di questo devo ringraziare proprio lei, la ribelle pestifera a cui avevo la presunzione di voler insegnare come doveva comportarsi.
Solo ora mi rendo conto di quanto poco sapevo, prima, su di lei. E su di me.

Domani parleremo. E insieme decideremo come ridefinire il nostro rapporto col sesso.
Sono sicura che le nuove regole piaceranno ad entrambe. Molto.

[FINE 1° EPISODIO]

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(episodio 2:) REGOLE PERVERSE
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Il giorno dopo la notte che ha sconvolto la mia vita, io e mia figlia Silvia abbiamo parlato.
O meglio, LEI ha parlato. Stabilendo come andava ridefinito il rapporto col sesso in questa casa.
– «Regola numero uno: IO FACCIO SESSO CON CHI MI PARE
Questa ho dovuto incassarla. Dopo quanto era accaduto ieri, non avevo il diritto di obiettarle niente.
– «E la regola numero due?», le ho chiesto.
– «Mi verrà in mente. Per ora è abbastanza.», e poi è uscita per andare a scuola. Lasciandomi sola a meditare. E dio sa quanto ne ho bisogno.

Sono ancora confusa.
Ieri Silvia mi ha annientata. Tutti i punti fermi su cui avevo costruito la mia vita sono stati spazzati via. E ora non so con cosa sostituirli.
Mio malgrado ho scoperto che le mie inibizioni erano frutto di ipocrisia, di convinzioni errate e bigotte sul sesso. E che in me c’è una belva affamata di lussuria che preme per uscire.

Ho paura.
Paura che i miei lati nascosti prendano il sopravvento.
Paura di scoprire che mi piacciano.
Paura di non essere quella Madre Modello che avrei voluto rappresentare per Silvia.

*****

I dubbi mi tormentano fino a sera, quando Silvia rientra.
Sento che non è da sola, ma in questo momento non voglio nemmeno sapere chi c’è con lei. Finché non mi schiarisco le idee, sono troppo debole per contrariarla sulle sue frequentazioni.
Così me ne resto in soggiorno a ciondolare mentre Silvia sta in camera sua coi suoi misteriosi ospiti.
Mi sento debole e vigliacca. In quanto madre, il ruolo di educatrice dei figli dovrebbe essere MIO, non il contrario. (E pensare che sono stata persino eletta “Madre Modello” dal comitato per la Difesa Morale che frequento! Sapessero in che situazione mi trovo ora…)

Un momento…Sniff!…Sento odore di fumo. Eh no, diamine: le ho detto chiaramente che in questa casa NON SI FUMA! Il sesso è una questione ancora tutta da definire, ma sul fumo non ammetto concessioni!
Vado verso la sua stanza decisa a farmi valere…ma più mi avvicino, e meno mi sembra odore di tabacco. Oddio, non sarà mica…?

La porta è scostata, così do prima una sbirciata dentro.
Silvia è sul letto in compagnia di una coppia di giovani vestiti in maniera trasandata. Sembrano due punk.
Il maschio è un brutto ceffo sui 20 anni, dallo sguardo spento, capelli neri a spazzola.
La ragazza è piccolina, coi capelli verdi e viola, piena di tatuaggi e borchie, compreso un piercing sulla lingua. Quanti anni può avere? Il trucco pesante rende difficile stabilire la sua età, ma ad occhio direi che sia ancor più giovane di Silvia.
Non stanno scopando, e questa è già una buona notizia…però vedo che stanno trafficando con dei sacchettini di plastica trasparente.
Oh, cielo…DROGA?! QUI?! Eh no, adesso mi sente!

Irrompo nella stanza facendo la voce grossa:
– «SILVIA! Che significa questo?»
Mia figlia non si scompone più di tanto; si limita a guardarmi con aria annoiata posando sul portacenere lo spinello che stava fumando.
– «Ciao, mamma. Questi due sono Pillo e Genis», dice lei indicandomeli. (Beh, almeno stavolta conosce i nomi dei tizi che si porta in casa…ma non mi piacciono lo stesso. Proprio per niente.)
– «Sì, i nomi starebbero per Pillola e Genis Gioplin…Ihihiheheheh!», aggiunge la ragazzina punk. Ha una risata stridula che mi violenta le orecchie, come sentire delle unghie su una lavagna.
– «Non me ne frega niente di chi sono; non voglio droga in questa casa!»
– «Macché “Droga“, mamma, è solo un po’ di marijuana!», replica Silvia con tono seccato.
– «Ah sì? E pensi di chiederli a me i soldi per comprarla?»
– «E chi ti chiede niente? Io e Pillo ci siamo accordati per 5 grammi in cambio di un pompino.»
Non credo alle mie orecchie!
– «Ma…ma stai scherzando?! È come prostituirsi!»
– «Ihihiheheheh! Ma da dove esce, questa? Da un convento di suore?», ridacchia la punk, subito spalleggiata dal suo compare:
– «Guarda che oggi le ragazzine fanno tutte così, vecchia!»

(“VECCHIA“?! Ma vaff…! Non solo vengono a spacciare in casa mia, ma si permettono anche di mancarmi di rispetto! Che razza di gente frequenta mia figlia?)

– «Uscite subito da questa casa, voi due!», ringhio imbufalita.
– «Certo che la tua vecchia è una gran scassapalle, Silvia», dice il ragazzo sbuffando.
– «FUORI, HO DETTO!», ribadisco con tutta la fermezza che mi è possibile.
Al che, Silvia mi sorprende:
– «Ragazzi, mia madre ha ragione: qui stiamo esagerando; non se ne fa più niente. Dai, vi accompagno fino al cancello.»

E infatti li conduce fuori dalla porta. Oh, bella…Vuoi vedere che Silvia non è poi quella viziosa amorale che credevo?
Li osservo dalla finestra. Prima che i due punk se ne vadano, noto che Silvia gli sussurra qualcosa…ma non importa; questo round l’ho vinto io.

Mia figlia rientra, e mi sento in dovere di spiegarmi.
– «Silvia, mi spiace di essere stata dura con quei tuoi amici, ma devi capire che…»
– «Tranquilla, mamma…Lo so che l’hai fatto per il mio bene!», risponde lei abbracciandomi in modo insolitamente affettuoso. Poi si ritira nella sua stanza.
Mi sento bene. Ho imposto a Silvia la mia volontà, e questo significa che ho ancora un certo ascendente su di lei.

*****

Si è fatta l’ora di coricarsi. Mi spoglio e mi metto in vestaglia.
Come mia abitudine, prendo una pasticca di sonnifero, la ingoio con un bicchierino di whisky, e mi metto a letto.
Di solito dopo un paio di minuti sono già in letargo…ma stasera, stranamente, il sonnifero sembra non farmi alcun effetto. Anzi, sono più sveglia di prima. Sento delle vampate di calore al basso ventre, e il cuore mi batte come impazzito. Che diavolo mi sta succedendo?

In quello stato di agitazione mentale, mi pare di udire la porta d’ingresso che si apre…ma forse mi sbaglio.
Sento caldo, scosto le lenzuola…e noto che ho le mutandine fradicie. La fica mi sta colando come una fontana. Assurdo, non c’è ragione di sentirmi eccitata…

In quel momento la porta della mia stanza si apre, e compare Silvia.
– «Hello, mami…Si può? Tutto bene, qui?», dice con un fare ironico.
La guardo stralunata, poi noto che dietro di lei ci sono anche i due punk di prima.
– «Silvia…Ma che significa? Perché quei due sono ancora qui? Mi pareva di aver detto che…»
– «La vecchia non ha ancora capito niente», dice il ragazzo.
Io non riesco a pensare lucidamente, mi sembra di avere la febbre.
– «C-che c’è da capire? Fuori dalla mia stanza…Fuori dalla mia casa!»
– «Rilassati, mamma, va tutto bene», dice Silvia sedendosi sul letto, «È solo che devi imparare a stare al tuo posto.»

La guardo confusa. Lei prende il flacone di sonniferi dal mio comodino e lo lancia al ragazzo, che lo afferra al volo.
– «Grazie, Pillo, adesso puoi riprendertele…Ah, mamma, giusto per informazione…Avevo sostituito i tuoi sonniferi con delle pasticche di Ecstasy!»
– «Tu mi…MI HAI DROGATA?!», le urlo in faccia scandalizzata.
– «E dagli con ‘sta “droga”…L’Ecstasy è solo un amplificatore di sensazioni, mamma. E immagino che in questo momento stia amplificando gli effetti dell’afrodisiaco che ti avevo messo nel whisky…Non è così?», dice Silvia guardandomi con un sogghigno perfido.
– «Ihihiheheheh! Guardate tra le sue gambe…Ha chiazzato le lenzuola!», fa eco la sua amichetta scema.
– «M-ma Silvia…Come hai potuto?», dico incredula, asciugandomi il sudore dalla fronte.
– «Devi imparare una lezione, mammina cara», dice Silvia afferrandomi per il mento con una mano, «Ed è che NON DEVI IMPICCIARTI DEI CAZZI MIEI! E mi assicurerò che te ne ricordi per bene.»

Nel frattempo, il ragazzo sta disinvoltamente rovistando fra i miei dischi.
– «Morandi, Celentano, Baglioni…Ma che è ‘sta merda? Non c’è qualcosa dei Clash o dei Cure?»
– «Porta pazienza, Pillo, te l’ho detto che mia madre è una retrograda», dice Silvia con tono sprezzante.
– «Wahh, non mi piace scopare senza musica!», sbotta lui, riponendo i dischi in malo modo.
– «”Scopare”?!…Ma chi vorresti scopare, tu? No, dico, che idee ti sei messo in testa?», borbotto sentendomi avvampare, sia per l’indignazione che per l’effetto dell’afrodisiaco.

Il giovinastro non mi risponde. Si limita ad estrarre una pasticca di chissà cosa, mettendosela in bocca.
Al che, la sua amica scema gli si avvicina come una gatta in amore.
– «UNA ANCHE A ME, UNA ANCHE A ME, DAI!»
Il tizio si mette in bocca un’altra pasticca e poi la estrae reggendola sulla punta della lingua. Prontamente, la punkretina la raccoglie con la propria.
Silvia mi tira bruscamente a sé, guancia a guancia.
– «Guardali; non sono un amore?»
Mi divincolo dal suo abbraccio, cercando di riprendere il controllo della situazione.
– «Silvia, insomma…Che intenzioni hai? Ho detto che quei due devono andarsene subito…»
Faccio per alzarmi, ma il giovinastro mi poggia le mani sulle spalle tenendomi seduta sul letto. Poi si siede al mio fianco, mentre la sua amica schizzata mi si inginocchia di fronte.

(Eccomi qua: mezza nuda, circondata da giovani debosciati, e imbottita di droghe afrodisiache. Da queste premesse non può nascere niente di buono.)

Il ragazzo mi afferra la testa e mi stampa un bacio in bocca, ficcandomi dentro la lingua. Provo a respingerlo, ma mi sento debolissima; riesco solo a premergli una mano sul petto.
Nel contempo, Silvia mi palpeggia i seni, mentre la scemetta dai capelli colorati mi accarezza le gambe.

Una improvvisa ondata di libidine mi travolge la testa…Oh dio, NO! Sta per succedere di nuovo tutto come ieri sera…
Forse in altre circostanze sarei riuscita ad oppormi…ma con le droghe eccitanti che mi hanno messo in corpo ho ben poche speranze di resistere.
Sento infatti che ogni loro tocco mi manda violenti impulsi al cervello. Tutto è incredibilmente amplificato; una carezza è come una scarica elettrica. La fica mi ribolle di lussuria, e il calore aumenta ad ogni istante.

Ansimo forte per non andare in debito d’ossigeno. Ma loro non mi danno tregua, e si spingono sempre oltre, sempre oltre…
Ora Silvia e il maschio mi hanno scoperto i seni dalla vestaglia, e si dedicano a succhiarmi un capezzolo a testa, mentre la loro amica mi lecca le gambe come una cagnetta.
Quell’attacco su più fronti è irresistibile; le mie ultime barriere mentali crollano come castelli di carte in un uragano.

La punk mi sfila le mutandine e mi allarga le labbra vaginali senza la minima delicatezza.
– «Ihihiheheheh! Guardate come sta sbrodando, la vecchia! E dire che faceva tanto la moralista…»
E subito dopo inizia a ficcarmi dentro la lingua avanti e indietro, tenendola tesa. Sento il freddo metallo del suo piercing a contatto con le mie pareti roventi, e non riesco a trattenere dei gemiti di piacere. L’ultima cosa che vorrei è di dare soddisfazione a quella ragazzaccia volgare, ma non posso evitare di trarre immenso godimento dal suo lavoro di lingua.
– «È brava la Genis, vero, mamma?», dice Silvia lasciando intendere che conosce assai bene la lingua della sua amica, «Ma anche Pillo ci sa fare, vedrai…»

Allunga una mano e gli sbottona i calzoni, estraendogli l’uccello in tiro. Cielo, che attrezzo! Un buon 23 centimetri per 5 di diametro…Ma a colpirmi maggiormente è il suo odore: acre, forte e nauseabondo. Evidentemente il giovanotto non si preoccupa molto della propria igiene personale. Infatti il suo uccello è sporco e limaccioso, mi provoca disgusto anche nello stato di iper-eccitazione in cui mi trovo.
Silvia pare essersene accorta, e non si lascia sfuggire l’occasione di umiliarmi. Mi afferra la testa e me la spinge contro quel membro sudicio.
– «Giù, giù da brava…Ecco, così, dagli una bella ripulita che dopo ti aiuto anch’io…»
Hai capito, la stronza! Non le va di succhiare un cazzo lurido…e così lo fa prima pulire un po’ a sua madre con la bocca!
Io non ho la forza di oppormi, così devo ingollarmelo per bene fino in fondo. Il sapore mi fa quasi vomitare, ma passata la prima ondata di ribrezzo, l’operazione diviene abbastanza sopportabile.

A questo punto Silvia si porta sull’altro lato e inizia a partecipare al pompino. Entriamo quasi in competizione, disputandoci quel cazzo a colpi di lingua.
Lei mi fissa con un sorrisino soddisfatto. Ha aggiunto un’altra tacca al suo score per degradarmi. Ma il peggio deve ancora arrivare.

– «Pillo, ricordati che per questo mi devi 10 grammi di erba, okay?», dice Silvia al giovane.
– «Okay, okay…E per la sua fica cosa vuoi?»
– «Uhmm…Facciamo…15 pasticche di Ecstasy!»
Ma cosa sento?…Silvia sta barattando le mie prestazioni sessuali in cambio di droghe?!
È un pensiero talmente inaudito che per un attimo mi scuote dall’effetto dell’afrodisiaco che ho in corpo.
Con uno sforzo disperato mi divincolo da quel groviglio, andando ad appoggiarmi ad una parete.
– «NO! Siete dei mostri!…Io non ci sto ad essere usata in questo modo!», gli grido.

Silvia e la sua amica si guardano per un istante, sapendo già bene cosa fare.
Scattano e mi afferrano per le braccia. Intanto il bastardo ha aperto una boccetta di chissà cosa, poi mi tappa il naso per costringermi ad aprire la bocca, e ci versa dentro del liquido.
– «Dose doppia, troia, così ti passano i cattivi pensieri!»
– «Ihihiheheheh! Avrà la fica in fiamme per i prossimi tre giorni!», replica la punk con la sua risatina odiosa.

Subito dopo una scarica di adrenalina mi travolge il cervello, e nell’inguine sento crescere un languore talmente intenso da farmi cedere le gambe.
– «Prooonta di nuovo!», dice Silvia con un sorriso perfido, sorreggendomi.
Il giovane si sdraia sul letto, e le due stronze mi sollevano sopra di lui dandogli la schiena. Sono inerte come una bambola; capisco solo il fuoco che ho in mezzo alle cosce.
Mi calano piano, facendomi impalare su quel cazzone enorme. Dio…Mai preso dentro un affare così grosso! Sento le pareti della fica che quasi si squarciano al passaggio di quel manico assurdo, ma il dolore è sovrastato da un piacere immenso.

Le due ragazzine mi si mettono di fianco e iniziano a lavorarmi un capezzolo ciascuna con la lingua.
Succhiano e leccano senza darmi tregua, mentre il palo dell’altro bastardo mi rovista ogni angolo della fica. Quel triplice assalto, combinato alla nuova massiccia dose di afrodisiaco, mi manda in estasi.
Sono già sul punto di scoppiare…quando Silvia aggiunge al tutto anche una ravanata di clitoride. E a quel punto, addio: la testa mi va in tilt, travolta da un orgasmo di potenza indescrivibile.
– «Oh!Oh! O-O-O-OOOOWWAAAAAHHH!…Dio…Dio…AAAWWWHHHH!!!»

Sarà per l’overdose di afrodisiaco…ma l’intensità di quest’orgasmo mi fa quasi svenire! Mai avrei pensato che si potesse provare un godimento così forte, così totale…Se esiste un paradiso, non può essere più bello!

– «Ihihiheheheh! Certo che alla tua vecchia basta proprio poco per godere, eh, Silvia?», dice la punk sciroccata.
– «Perché invece di dire stronzate non le mostri la tua specialità, Genis?», la provoca Silvia, malignamente.
La cretinetta non si fa pregare, e si mette di fronte alle mie gambe spalancate. Nel contempo Silvia si sfila i pants e si siede a cavalcioni sulla schiena della sua amica per gustasi lo show in prima fila.
Mentre il giovane continua a stantuffarmi da sotto, la punk inizia a lapparmi il clitoride con la sua lingua borchiata.
Dio! Questa ragazzina sballata lecca in maniera incredibile…Sento sul clitoride la morbida punta della sua lingua che si alterna al metallo del piercing…È un contrasto che mi tiene il grilletto sotto costante stimolazione.
Bastano pochi secondi di quel trattamento per spararmi di nuovo in orbita.
– «AOHH! Oh-Oh-Oh…M-ma cosa…OH! Oddio…OHWA-A-A-AAAHOOOOOHHH!!!»

È un orgasmo squassante, proprio come quello di poco fa…Ma come è possibile? Ero appena venuta…
Avevo sentito parlare di “orgasmi multipli”, ma non immaginavo che potessero essere così ravvicinati…e soprattutto della stessa intensità! Dio, sono diventata una macchina sforna-orgasmi!

– «Ancora, Genis, non ti fermare…Distruggila!», la incita Silvia, strusciandole l’inguine sulla schiena come se stesse spronando una cavalla.
E la punkettina esegue: fa saettare la sua lingua borchiata a velocità incredibile sul mio clitoride, riportandomi sull’orlo di un nuovo orgasmo.
A quel punto mi assale uno strano terrore. Io non sono abituata a godere così tanto; sento che il cuore è sul punto di scoppiarmi, non credo che riuscirebbe a sopportare un altro sforzo. Ma la punk beota non si preoccupa certo di questo.
– «N-no, è troppo…A-aspetta…Così mi uccidi…», farfuglio disperata. Ma è una supplica inutile: lei non si ferma, e un nuovo orgasmo mi investe con la potenza di un treno merci.
– «No…No, non…Oh…Oh-Oh…OH-OH-OH-OOOOOOOOAAAAAHHH!!!»

È come se fossi stata colpita da un fulmine! Grazie al cielo il mio povero cuore ha retto…ma tutto il resto me lo sento sconquassato. Mi affloscio all’indietro sul corpo del giovane, incapace di muovere un muscolo.
– «Ohe’, Silvia…Vuoi vedere che la tua vecchia è morta sul serio? Ihihiheheheh!», sghignazza la punk.
Ma che ti ridi, cretina! Non hai idea di quel che sto provando…Ho il cuore che batte come un martello pneumatico, e la fica mi fa un male cane per le incessanti contrazioni. E nonostante tutto, il mio stato di eccitazione non accenna a diminuire. Maledette droghe, ma quanto durano?…

Frattanto anche Silvia, a furia di strusciare la passera sulla schiena della sua amica, viene con una serie di sussulti.
Vorrei davvero credere che dopo ciò si senta appagata e la smetta di tormentarmi…ma conoscendola, so già che è una speranza vana.

A quel punto il giovane mi si sfila da sotto e mi fa mettere a quattro zampe.
– «Silvia, mi piacerebbe sfondare il culo di questa vacca…Cosa vuoi in cambio?»
Trasalisco inorridita. NO! Ho preso il mio primo cazzo in culo soltanto ieri, ed era di dimensioni normali…Questo me lo spacca!
Rivolgo uno sguardo implorante verso Silvia. Che manco a dirlo, sembra compiacersi della mia disperazione.
– «Se vuoi il suo culo, Pillo…devi darmi la tua boccetta di acquasanta!», sentenzia lei, riferendosi chiaramente al flacone di afrodisiaco.
Il giovane rimane per un attimo dubbioso. La mia ultima speranza è che lo consideri un prezzo troppo alto…ma alla fine estrae il flacone e lo appoggia sul comodino. Sono fottuta. In tutti i sensi.

– «Ok…È tutto tuo!», dice Silvia dandomi uno schiaffo sul sedere.
Emetto un sospiro rassegnato. Non riesco neanche a spostarmi da quella oscena posizione; la serie di super-orgasmi di poco fa mi ha prosciugata di ogni forza.
Per fortuna che Silvia ha almeno l’accortezza di prepararmi alla penetrazione, lubrificandomi il buchetto con la lingua. Grazie, sei un tesoro, stronza!

– «Ihihiheheheh! Mi sa che per far entrare il palo di Pillo ci vuole ben altro che una leccatina!», ridacchia la sua degna amica, chinandosi sulle mie natiche.
Subito dopo mi infila entrambi gli indici nel culo e inizia a separarli con forza inaudita.
Mi contorco dal dolore. Cazzo, questa scema mi sta squarciando l’ano…Oh gesù, sono nelle mani di una pazza! Silvia è una perversa, ma almeno è lucida; questa invece è proprio fuori di testa. Non si rende conto di quello che fa. Buon dio, toglimela di dosso!
– «Ihihiheheheh! Guarda che caverna…Chissà se tocco il fondo con un braccio?», dice la demente infilandomi dentro tutte le dita di una mano chiuse a cuneo.
Silvia si limita ad osservare, affascinata da quelle operazioni di allargatura. Per lei è solo un buco che si apre, non ha idea di quanto mi stia facendo male. O forse sì, ma non le importa.

– «Basta così, ci penso io ad allargare il buco a questa zoccola!», interviene il giovane, impaziente.
Silvia dà un paio di ciucciate al cazzo del tizio, insalivandolo per bene, e poi lo guida all’ingresso del mio culo.
Il bastardo non mi usa troppi riguardi. Ha pagato e tanto gli basta. Così mi appoggia la cappella allo sfintere e preme con tutto il peso del suo corpo.
Sento l’occhiello anale che mi si dilata in modo inverosimile, e mordo le lenzuola per non urlare. Assurdo a dirsi, ma in questo momento benedico l’orrendo trattamento preparatorio di poco fa, senza il quale l’uccello di questo selvaggio mi avrebbe spaccato il culo in due.

Comunque sia, riesco a prenderlo fino in fondo. Il più è fatto. Il porco comincia a far scorrere il cazzo avanti e indietro, e adesso che il mio sfintere si è adattato all’intruso, l’effetto dell’afrodisiaco torna a sovrastare il dolore. E mio malgrado sono di nuovo investita da sconvolgenti ondate di piacere.

A quel punto la punk si siede davanti al mio viso, alzandosi la gonna e scostando le mutandine. Non capisco; che diavolo vuole f…OH NO, QUESTO NO!!
Mi prende per i capelli e mi preme la bocca contro il suo inguine. Ho un moto di ribrezzo. Non ho mai leccato una fica; almeno questo Silvia me lo aveva risparmiato…finora.
Di sottecchi cerco lo sguardo di mia figlia, come ad implorare un improbabile aiuto. E infatti lei ride divertita del mio imbarazzo.
– «Dai, mamma, non fare l’ingrata: la Genis ti ha fatta godere tre volte poco fa, no?»
E le due stronze sghignazzano all’unisono.

Mi rassegno ad incassare anche questa ennesima umiliazione.
La fica della giovane punk è sporca e mal curata, in linea con la sua trasandata proprietaria. Emana un odore acre di urina, sudore e sperma rappreso. Eppure in qualche modo quell’afrore mi fa un effetto eccitante. Sarà che ho la testa ancora piena di schifezze chimiche…ma mi lascio andare all’istinto e inizio a slinguarla con foga.
Con la coda dell’occhio vedo Silvia che osserva compiaciuta, mentre accarezza il petto della giovane punk.
– «Ihihiheheheh! Non lecca male, la vecchia…Le hai insegnato tu, Silvia?», borbotta Genis…E per un attimo mi pare di scorgere nello sguardo di Silvia un lampo di invidia per la sua amica sciroccata.

Io intanto sono di nuovo in orbita anche con la sola penetrazione anale.
Il cazzo di quel bruto mi sfrega lo sfintere, mi rimesta le budella, mi urta lo stomaco e chissà quali altri organi…ma tutto ciò mi fa godere in maniera pazzesca! È come se quelle dannate droghe avessero trasformato ogni cellula del mio corpo in un clitoride…
…Tant’è che appena Silvia allunga una mano a ravanarmi la fica, vengo di nuovo travolta da un orgasmo micidiale.

Nello stesso istante anche Genis viene, inondandomi la lingua di succhi.
– «IIIIHHHHKK!! Oh-Oh-Oh-OOOH! Oh! Cazzocazzocazzo…Che sbrodolataaaaahh!!»
(Non lo avrei mai detto…ma l’essere riuscita a far godere questa pazzoide mi fa sentire in qualche modo fiera di me.)

Subito dopo il tale, Pillo, esce di colpo dal mio culo. Ho un sussulto di dolore per l’improvvisa estrazione. La delicatezza non è proprio il suo forte.
– «In ginocchio, puttanona…Fammi godere con una spagnola!»
– «U-una che?!…», bofonchio io confusa, scatenando una risata generale.
– «Ma la tua vecchia non sa proprio un cazzo! Spiegaglielo tu, Silvia…»
E Silvia mi “spiega”, senza dire neanche una parola.
Afferra il cazzo del tipo e me lo pone in mezzo alle tette, poi me le fa stringere con le mani e mi invita a muovermi su e giù col busto.
– «Ah», mormoro io, con tono da bambina che scopre l’acqua calda.
– «Questo ti costerà 5 grammi extra di erba», puntualizza Silvia a Pillo. (Non c’è che dire; la mia bimba ha proprio il senso degli affari.)

Devo ammettere che questo nuovo gioco, la “spagnola“, mi piace un mondo. E in un certo senso, mi piace anche che Silvia mi guardi con una punta di invidia: lei con quelle tettine da adolescente non può fare questo giochetto (non ancora, almeno).
Mentre eseguo la sega con le poppe, le due depravate iniziano a praticarmi un ditalino a due mani, passandomi nel contempo le lingue sul collo. Oh, brividi!
La mia eccitazione sale di nuovo, incontenibile. Oh no, non ci credo…Non è possibile che a questo punto io sia in grado di avere ancora un altro orgasmo!
Eppure ormai riconosco il suo appressarsi: vengo di nuovo proprio mentre il cazzo che ho fra le tette mi scarica in faccia una interminabile doccia di sperma.
Subito dopo le due giovinette si affrettano a ripulirmi con la bocca, emettendo osceni risucchi.
Io mi sento estasiata, pienamente soddisfatta. Anche l’effetto dell’afrodisiaco sta ormai scemando.

*****

Passata la tempesta erotica, Silvia passa a chiudere le trattative commerciali.
Si fa consegnare da Pillo una busta di erba e una manciata di pasticche, poi senza troppi complimenti accompagna alla porta i suoi due schizzatissimi ospiti.

Ed eccoci di nuovo da sole. Ho una sensazione di déjà vu. Per la seconda volta in soli due giorni, mia figlia mi ha imposto la sua volontà perversa, strapazzandomi a suo piacimento come una bambola di pezza.
Ma questa volta è stata anche peggiore. Mi ha drogata e ha venduto i miei buchi a due debosciati in cambio di stupefacenti. E che dio mi perdoni, mi è piaciuto. Questa è la cosa che più mi preoccupa per il futuro. La perversione di Silvia sembra non avere limiti; fino a che punto può spingersi nell’abusare di me?

In più, ora è anche in possesso di potenti sostanze afrodisiache. Non potrò più bere o mangiare nulla senza sospettare che lei possa aver alterato i cibi. La sola idea mi fa rabbrividire.

Come se mi avesse letto nel pensiero, Silvia rompe il silenzio:
– «Non preoccuparti, mamma. Non farei mai nulla che possa farti del male. Questo lo sai, vero?»
E subito dopo mi scruta con un sorrisetto indecifrabile, mentre si rolla una canna.
– «Silvia…Forse dovremmo discutere di quello che è successo negli ultimi due giorni…»
Lei si accende lo spinello e tira una lunga boccata.
– «Non c’è nulla da discutere, mamma. Abbiamo stabilito delle regole. Io le rispetterò; vedi di rispettarle anche tu, e andremo d’accordo.»
– «”Abbiamo stabilito delle regole“?!», ribatto, «Ti faccio notare che le hai stabilite solo TU…E per giunta ne hai stabilita soltanto UNA: “Io faccio sesso con chi mi pare“…»
Mi guarda con occhi da gatta selvatica.
– «Già, è vero…Allora è tempo di dettare la seconda ed ultima regola: “TU FAI SESSO CON CHI PARE A ME“. Buonanotte, mamma.»
Ciò detto, posa lo spinello sul portacenere ed esce con calma, dirigendosi verso la sua stanza.

Dio mio. Sono diventata una marionetta nelle mani di una ninfomane senza freni morali. Mi chiedo come ho potuto ridurmi a questo in soli due giorni. E domani può spingermi ancora più in basso. Cosa può impedirglielo? Ormai ho perso il mio ascendente su di lei, si fa guidare solo dalla sua dissolutezza. Trascinando anche me verso il fondo. E che dio mi aiuti, sto scoprendo che mi piace.

Mi cade l’occhio sullo spinello ancora fumante nel posacenere.
Meccanicamente lo prendo, me lo porto alle labbra e inspiro una profonda boccata.  
Uhm…Non è poi così male, in fondo.
Un’altra breccia nel mio muro di false convinzioni.
Un altro punto per Silvia.
Un altro passo verso il basso.

Mi sdraio sul letto, mentre il torpore del sonno sopraggiunge scacciando tutti i cattivi pensieri.
Oggi sono sopravvissuta alle perverse regole di Silvia; posso riuscirci anche domani. Forse.

[FINE 2° EPISODIO]

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(episodio 3:) DEGRADAZIONE TOTALE
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Il mattino dopo mi risveglio in uno stato di confusione mentale..
Se non fosse per i dolori al basso ventre, penserei di aver sognato tutto.
La vagina è un bruciore unico. E del culo non ne parliamo; è come se ci fosse passato in mezzo un autotreno.
Mi metto in piedi a fatica. La testa mi gira; forse sono ancora sotto l’effetto delle droghe che mi ha fatto prendere Silvia.
Mi guardo allo specchio. Gesù, che occhiaie. E quanti lividi. E sono piena di sperma rappreso, fin nei capelli.

Mi sistemo alla meno peggio e preparo la colazione per Silvia.
Già, Silvia. La mia piccola strega. La sento che si sta facendo una doccia, cantando bella giuliva.
– «LIKE A VIRGIN…HEY!…TOUCHED FOR THE VERY FIRST TIME…»
Bisogna dire che a lei il sesso mette di buon umore. Non si direbbe che solo poche ore fa ha abusato di sua madre dopo averla drogata, vendendola come oggetto sessuale a una coppia di pervertiti in cambio di stupefacenti. È LEI che dovrebbe vergognarsi per qualcosa. Allora perché sono IO quella che si sente in colpa?

Esce dal bagno in accappatoio. È stupenda. E sprizza vitalità da tutti i pori. Decisamente il sesso ci fa un effetto del tutto opposto.

– «Buongiorno, mamma. Dormito bene?», mi chiede. Stronza. Come se non si vedesse che sono ridotta a uno straccio.
– «Ascolta, Silvia…Quello che è accaduto negli ultimi due giorni è stato tutto un errore, ero ubriaca e drogata…Fare sesso assieme ad un famigliare è una cosa che non si fa, è immorale, è indecente…Pensa se si venisse a sapere in giro! Insomma, una cosa del genere non deve più ripetersi, okay?»

Mi squadra col suo sguardo da gatta, distendendo le labbra in un sorriso ironico.
– «Sei buffissima, mamma!»
– «C-COME?!…»
– «Sì: prima godi, e dopo te ne penti. Così sei in pace sia con le tue voglie che con la tua educazione bigotta.»
– «M-ma che dici? Non è vero, io…»
– «Invece è proprio così. Vorresti abbandonarti alle gioie del sesso ma non lo fai perché temi il giudizio degli altri se lo venissero a sapere. A me invece non me ne frega nulla di nascondere alla gente quanto mi piace scopare. Se non fosse per questo dettaglio, io e te saremmo uguali.»
– «Ti sbagli, io non sono come te, non sono una…una…»
– «…una TROIA? Dai, dillo; tanto ce l’hai sulla punta della lingua.»
– «No, non volevo dire quello…Intendevo…”una che vive solo per il sesso“, ecco…Io non sono così!»

Silvia scuote la testa ridacchiando.
– «Ah, non sei così? Ma dai. Ripensa all’altra sera. Ripensa a quanto hai goduto quando quei due stronzi ti hanno sfondata in sandwich per la prima volta. Quando mai avresti provato, se non ti avessi spinta IO a farlo? E ieri, coi miei amici punk…Hai avuto CINQUE ORGASMI DI FILA, sei quasi svenuta dalla goduria…e ora ti senti in colpa per questo? Fai ridere, su!»

Mi sta pungendo sul vivo. Non posso negare l’evidenza, ma nel contempo non posso nemmeno permetterle di farmi da educatrice sessuale. Sono IO la madre, che diamine!
– «Insomma, Silvia…Un conto è provare piacere a fare certe cose, un altro conto è farlo sapere in giro come se niente fosse!»
– «E cosa c’è da vergognarsi nel mostrarsi per quello che si è?»
E PAF!, mi ha sistemata.
Cerco le parole per ribattere, ma sul momento non mi viene in mente nulla. Strategicamente, Silvia approfitta della mia pausa per alzarsi da tavola e andarsene trionfante.

Devo prenderne atto: ha scoperto il mio punto debole. Il sesso è un terreno che non conosco quanto lei, e ne sta approfittando per mettermi sotto. Rischio di perdere il mio ascendente su di lei. E anche la mia reputazione di “Madre Modello”; fra pochi giorni si svolgerà il concorso annuale…ma come posso presentare una figlia così dissoluta ai miei amici del Comitato per la Difesa Morale?

*****

Devo occuparmi di un problema per volta o impazzisco. Ora devo fare qualcosa per i miei buchi infiammati. Forse una visita medica? Sì, è quello che ci vuole.
Apro la rubrica e telefono al mio dottore di fiducia, ma una voce registrata mi risponde che è in ferie per alcuni giorni. Devo trovarne un altro.
Mi casca l’occhio sul nome appena sotto: dottoressa GIADA CARDELLI…Chi è? Non l’ho scritto io.
Silvia esce dalla sua stanza giusto in tempo per chiederglielo.
– «Giada Cardelli? È…È la mia ginecologa, mamma. Perché?»
– «Mi sono rimasti dei dolori da ieri…Pensavo di farmi visitare, ma oggi il mio dottore è assente. Pensi che vada bene anche lei?»
Negli occhi di Silvia c’è uno strano lampo che non riesco a decifrare.
– «Vai pure tranquilla, mamma…La Cardelli è molto brava nel suo lavoro.»

Poi si muove per andare a scuola. È già quasi fuori dalla porta quando si volge dicendomi a bruciapelo:
– «Ah, mamma…Già che ci sei, perché non ti fai rasare il pube? È di moda, e i maschi lo trovano molto più arrapante.»
– «FILA!», le rispondo con un moto di fastidio. Ma che diavolo; adesso mia figlia pretenderebbe anche di stabilire come devo tenere la passera?! Come se avessi intenzione di farmi coinvolgere di nuovo nelle sue oscene ammucchiate, poi!

Telefono a questa dottoressa Cardelli. Le spiego i miei disturbi (omettendone opportunamente le cause) e lei mi prenota un appuntamento nel suo studio per oggi pomeriggio.

*****

Ho un po’ di tempo. Devo confidarmi con qualcuno sulle mie preoccupazioni. Qualcuno che so che terrebbe il segreto.
La religione mi ha sempre dato conforto nei momenti di inquietudine. Così decido di andare a confessarmi da DON BEDELIO, il curato della mia parrocchia. Per fortuna che il rito della Confessione garantisce l’anonimato del penitente; Don Bedelio non saprà chi sono io.

Mi inginocchio all’esterno del confessionale e inizio il rituale.
– «Mi perdoni, Padre, perché ho peccato.»
– «Ti ascolto, figliola», replica Don Bedelio dall’altra parte della grata, «Quale è il peccato di cui ti sei resa colpevole al cospetto del Cielo?»
– «Lussuria. Una tentazione da cui finora mi ero sempre tenuta lontana, ma da alcuni giorni ne sono preda. E non conoscendola, ho paura del livello di degrado a cui potrei scendere se la assecondassi.»
– «Figliola, sappi che la lussuria ha molti aspetti, ed alcuni di questi non sono poi così gravi. Forse tradisci tuo marito? O pratichi atti sessuali contronatura?»
– «No, no…La mia lussuria è originata da un mio familiare…»
– «COME DICI?!», esclama Don Bedelio, mutando improvvisamente il suo tono di voce.
– «Io…Voglio dire…Se la causa della mia lussuria riguardasse un componente della mia famiglia…»

Ora la voce del confessore si fa così feroce da farmi venire la pelle d’oca.
– «Donna! Tu non sai quello che stai dicendo…L’incesto è una pratica che comporta la dannazione eterna, non c’è perdono per un abominio del genere! Ora rispondimi sinceramente: vuoi forse dire che hai avuto rapporti carnali con un tuo genitore, un tuo fratello, o peggio…qualcuno dei tuoi FIGLI?»

Sono annichilita dalla sua durezza. A questo punto non oso pensare a come reagirebbe se gli dicessi la verità.
– «N-no, Padre…Si tratta solo di pensieri, fantasie innocenti, ecco…»
La voce di Don Bedelio si fa più rilassata.
– «Mh, capisco. Allora sappi che questi pensieri impuri ci vengono inviati dal demonio per minare la sacralità della Famiglia. Perciò, quando ti scopri preda di queste fantasie insane, recita il PATER NOSTER finché non scompaiono.»
– «Ho capito, Padre, grazie…Pregherò, dunque…»

Segue il rito di assoluzione, poi esco dalla chiesa.
Questa visita non mi ha aiutata per niente, sono più confusa di prima. “Pregare“, dice lui. Già mi immagino la scena, con Silvia che mi scatena addosso una mandria di maschi arrapati e io che mi difendo impugnando un rosario. Mah.

*****

Comunque è arrivata l’ora della visita medica. Almeno per un po’ mi distrarrò dai cattivi pensieri.
Entro nell’ambulatorio. Mi riceve una giovane infermiera, una bella biondina sui 25 anni.
La dottoressa Cardelli è una mora sui 35. Le spiego di nuovo i miei disturbi, e lei ascolta con fredda professionalità.
– «Molto bene, signora. Eseguiremo un esame delle sue parti intime. Si tolga le mutandine e si accomodi sulla poltrona ginecologica, prego.»

L’infermiera bionda mi fa sdraiare sulla sedia e mi distende le gambe sui braccioli poggiapiedi. Curiosamente, assicura le mie caviglie ai braccioli con delle cinghie.
La dottoressa si infila dei guanti di lattice e procede con la visita, allargandomi le labbra vaginali.
– «Mm…La peluria pubica non permette di esaminare correttamente lo stato esterno della vulva…Dovremo procedere ad una accurata depilazione intima.»
– «Beh…Okay, se lo ritiene proprio necessario…», rispondo, ricordando istintivamente le parole di Silvia in proposito. La streghetta sarà contenta.

L’infermiera mi blocca i polsi in due braccioli di cuoio collegati ai lati del lettino.
– «Ma…questo perché, scusi?», chiedo un po’ perplessa.
– «Stia tranquilla. È solo per garantire la sua assoluta immobilità durante un’operazione delicata.»
Boh, le esperte sono loro, quindi lascio fare.
L’infermiera mi dà una rapida sfoltita al boschetto con un rasoio elettrico, poi stende la crema da barba e passa al rasoio Bic. Infine ripulisce il tutto con delle salviette idratate. Il vedere il mio inguine liscio come quello di una bambina mi dà una curiosa sensazione di nudità.

A quel punto accade un fatto strano: entrambe le donne si sfilano i guanti di gomma per tastare la liscezza del mio pube coi polpastrelli.
Rilevo che indugiano un po’ troppo ed inizio ad innervosirmi.
– «Ma…cosa state facendo, adesso?»
– «Lei ha una pelle magnifica per essere una ultraquarantenne, signora. Ancora molto giovanile. Sarebbe un peccato se lei non volesse condividere una tale grazia con nessuno.»
E subito dopo iniziano a far scorrere le lingue sul mio inguine rasato. Comincio ad andare nel panico.
– «S-smettetela!…Questo…questo non fa parte della visita medica!»
– «Si fidi…Non c’è niente di meglio degli enzimi della saliva, per idratare la pelle dopo una rasatura…Mmmhh!!», risponde la doc.
Oh, cielo…Sono finita nelle mani di due lesbiche depravate!
– «NO! Ferme…Non voglio…Slegatemi, voglio andare via…AIUTO! EEEHI!!»

Per tutta risposta, l’infermiera prende uno strano anello di gomma rigida, me lo ficca in bocca, e lo fissa con dei lacci dietro la mia nuca. Ora posso emettere solo dei suoni inarticolati.
– «NHGH!…O’EEL…AI’GHRL…»
Poi riprendono il loro lavoro di lingua in tandem. E io non posso né muovermi né parlare. Il mio terrore cresce di pari passo con una inspiegabile eccitazione. Questa è a cosa che più mi sorprende. Al che, mi sovviene che ho ancora in corpo le droghe afrodisiache di ieri; gli amici di Silvia avevano detto che l’effetto sarebbe durato per almeno tre giorni…

Mentre l’assistente continua a slinguarmi il pube, la dottoressa mi allarga le labbra vaginali e mi infila dentro due dita.
– «La sua vagina non ha niente che non va, signora: è solo affaticata per la mancanza di abitudine alla penetrazione. L’ha lasciata impigrire e così ha perso elasticità. Niente che non si possa risolvere con una buona dose di inserzioni progressivamente sempre più grosse.»

È assurdo: queste due pazze mi stanno violentando…eppure continuano a darmi del “Lei” e a parlare in modo molto professionale. Un contrasto grottesco che contribuisce ad aumentare l’atmosfera di irrealtà di questa pazzesca situazione.

La dottoressa prosegue la sua “diagnosi” divaricandomi le natiche:
– «Per quanto riguarda il suo ano, invece, suggerisco una terapia più radicale: una bella spanatura secca dello sfintere in un colpo solo. Possiamo eseguire l’operazione anche subito…Se lei è d’accordo, ovviamente.»
– «NH!…S’ETE ‘HAZZE!!»
– «Lo prendo come un “Sì”…Bene, ci dia solo il tempo di predisporre l’occorrente.»
Subito dopo l’infermiera mi mette sul volto una mascherina di plastica, collegata ad una bomboletta di chissà cosa. Non posso fare altro che aspirare. In pochi secondi mi ritrovo addormentata.

*****

Quando mi ridesto scopro di trovarmi in una stanza da bagno. Sono carponi col sedere all’aria, le mani legate dietro la schiena, ed ho ancora l’anello di gomma in bocca. Provo a muovermi, ma quello strano gas che ho inalato poco fa mi ha lasciata del tutto priva di forze. Il massimo che riesco a fare è ruotare un po’ la testa per guardarmi intorno.
Le due aguzzine sono in piedi dietro di me, vicino ad un carrellino pieno di oggetti strani e…ORRORE! Su un cavalletto c’è una videocamera che mi sta inquadrando.

– «Ben risvegliata, signora. È pronta per il trattamento di trazione anale estrema?», dice la dottoressa col suo solito tono flemmatico.
– «AHNGH!…A’AHEI SHA’E, HROIE…»
– «Stia tranquilla, siamo delle esperte. Non le farà male…Non molto, almeno!»
Poi si rivolge verso la videocamera:
– «Cari spettatori, ora potrete assistere in diretta agli effetti della tecnica che vi ho spiegato. Come potete notare, la paziente non partecipa in alcun modo alle operazioni eccitanti, quindi il piacere che ne deriverà sarà assolutamente genuino.»

Ciò detto, mi si porta davanti e inizia a stuzzicarmi i capezzoli a due mani, mentre da dietro la sua assistente mi lubrifica l’ano con la lingua.
La mia eccitazione sale subito a mille. La biondina sta facendo un lavoro incredibile. Dà degli affondi a lingua tesa, alternandoli con un dito. Prima uno, poi due, poi tre…
Provo una immensa vergogna al pensiero che degli sconosciuti stanno guardando il mio culo così oscenamente dilatato, e non so nemmeno chi o quanti siano…

– «La paziente è pronta, dottoressa», dice la biondina.
“Pronta” per cosa non lo so…ma non tardo a scoprirlo: la dottoressa prende dal carrello un bulbo di gomma collegato ad un tubo e me lo infila nel culo aperto. Poi con una pompetta comincia a gonfiarlo. Sento l’ano che mi si dilata in maniera inverosimile…Che vogliano farmelo scoppiare?
No: ad un certo punto la dottoressa interrompe il pompaggio.
– «Apri la valvola!», dice all’assistente.
è solo allora che mi rendo conto che il tubo del bulbo è collegato ad una tanica trasparente piena d’acqua.
OH DIO! Vogliono farmi un clistere…e il tutto viene trasmesso in diretta a degli sconosciuti! Quant’è umiliante, vorrei sprofondare…

La biondina ruota il rubinetto, e subito dopo sento un getto di acqua tiepida che inizia ad invadermi l’intestino.
– «NNNGH!», mugolo. Non è doloroso, ma è degradante. Anche perché la stranissima sensazione datami dal clistere si accompagna allo stato di eccitazione in cui mi trovo…così i pervertiti che mi stanno guardando devono avere l’impressione che io mi stia divertendo un mondo. Cristo. C’è da morire dalla vergogna.

Intanto la dottoressa non smette un attimo di stimolarmi i capezzoli, e la sua assistente mi rigira due dita nella fica, tenendomi sotto costante eccitazione mentre l’acqua dilaga nelle mie viscere.
L’acqua sta saturando ogni spazio, e la pancia comincia a farmi male. Sento l’impulso di dovermi scaricare, ma il bulbo impedisce la fuoriuscita del liquido. La pressione interna comincia a farsi insopportabile.
– «NNN-NHHHH!», mugugno disperata. Si renderanno conto che ormai non ce la faccio più?
Come in risposta, la bionda consulta il manometro posto sul tubo:
– «Siamo a 3 litri, dottoressa.»
– «Ok, basta così…Chiudi l’acqua!», risponde.
Dio sia ringraziato…Ma cosa aspettano a stapparmi il culo, adesso?

La dottoressa mi separa le natiche con le mani, esponendo bene alla telecamera in mio buco otturato dal bulbo gonfiabile.
– «Vedete, signori? Il clistere induce l’ano a dilatarsi spontaneamente per evacuare il liquido contenuto nell’intestino. In questa fase lo sfintere acquisisce un surplus di elasticità, e può essere sottoposto ad una estensione che mai potrebbe raggiungere in condizioni normali.»
E ciò detto, ricomincia a pompare il bulbo, che mi allarga il buco in maniera disumana.

Nel contempo la biondina si permette di palparmi la pancia senza ritegno, divertendosi a provocare un grottesco “BLUB-BLUB” del liquido che ho in corpo.
– «È gonfia come una vacca incinta, signora. Ma del resto è questo che lei è, vero? Una VACCA. Su, muggisca!»
E subito dopo dà una pressione verso l’alto con la mano, che mi strappa di bocca un “MMMMOUUHHH!!“…a cui segue una risatina divertita delle due psicopatiche.

La dottoressa prosegue implacabile: dà una pompata, fa una pausa, poi ripompa…e ad ogni nuova pompata avverto il mio sfintere tendersi oltremisura.
Io sono al limite, non ce la faccio proprio più. La pressione interna mi sta facendo schizzare gli occhi fuori dalle orbite. Mi sento scoppiare, la pancia mi fa un male cane…eppure nel contempo sono anche sul punto di godere. Se mi toccassero il grilletto in questo momento, verrei all’istante. Probabilmente le due troie lo sanno, ed è per questo che si limitano a lavorarmi le tette e l’interno della fica, tenendomi sul filo dell’orgasmo ma senza mai provocarlo. Una sadica tortura.

Ad un certo punto la mora interrompe le operazioni di gonfiaggio del bulbo e si rivolge di nuovo verso la videocamera:
– «Signori, ci siamo quasi. Quello a cui assisterete fra qualche istante è una nuova frontiera del piacere sessuale!»
Ciò detto, la dottoressa afferra la base del bulbo e inizia a tirare con forza ma…SENZA SGONFIARLO!
è pazza…Come può pensare che quella specie di mongolfiera mi passi attraverso il culo senza prima sgonfiarla?

Intanto la biondina ha preso in mano una specie di spazzolino elettrico. Me lo appoggia al clitoride, lo accende e…

D I O ! ! !

Di colpo un fulmine scaturisce dalla mia fica, si propaga in un lampo attraverso ogni cellula del mio corpo, e mi trafigge il cervello.
Non è un orgasmo, è uno tsunami. Devastante, micidiale, indescrivibile. Mi ritrovo sparata in un’altra dimensione.
In quello stato di estasi mi accorgo appena che la mora ha estratto il bulbo dal mio culo, che erutta come un geyser. Non so come abbia fatto a farlo passare, ma in questo momento non mi frega niente di nulla. Sono in paradiso e all’inferno insieme.
La potenza di questa scarica di adrenalina è tale che perdo i sensi.

*****

Da lì in poi non ricordo quasi nulla; ho solo delle reminiscenze confuse.
Tipo che le due pervertite mi fanno il bagno e mi ripuliscono…Mi rivestono…Mi riaccompagnano a casa in auto…Mi adagiano sul letto…

…Lo stesso letto dove mi trovo adesso, ancora in uno stato di torpore post-orgasmico. È una sensazione magnifica, di totale rilassatezza.
Nel dormiveglia, scorgo che Silvia è accanto a me che giochicchia col suo telefonino.

– «Hello, mami. Ancora tra i vivi?»
– «S-Silvia…Passami il telefono, bisogna chiamare la polizia…», farfuglio confusa, con un filo di voce.
– «La polizia. Addirittura.»
– «Mi hanno violentata…»
– «Violentata. Ma non mi dire.»
– «S-sì…La dottoressa da cui mi hai mandato è una psicopatica…Lega la gente, la tortura, la usa per esperimenti sadici…»
– «…tipo fargli raggiungere un orgasmo da svenimento?»
Resto allibita.
– «C-come fai a…?»
– «Indovina un po’?», dice mostrandomi il display del telefonino. C’è un’immagine di me col sedere all’aria mentre il clistere mi riempie come un otre.

D’improvviso riacquisto la piena lucidità mentale e realizzo.
– «La videocamera…Gli spettatori…Ma allora…»
– «Bingooo!»
– «Era stato tutto organizzato da te…Ma come hai potuto…?»
Silvia sospira.
– «Sei così prevedibile, mamma. Mi è bastato scrivere l’indirizzo della mia ginecologa, che è anche una ESCORT specializzata in “giochi particolari”, sotto quello del tuo medico di fiducia. Sapevo che non ti saresti scomodata a cercare altri dottori.»
– «M-ma perché mi hai fatto questo?»
– «E non sei contenta? Ora hai un bel pube depilato, un culo a prova di sfondamento, ed hai pure avuto un orgasmo da favola…e tutto GRATIS! La Cardelli cercava una VOLONTARIA per la dimostrazione on-line di questa sua specialità, e io le ho proposto il tuo nome.»
Trasalisco incredula.
– «Tu…tu mi ha usata come CAVIA?!»
– «E certo; mica potevo provare di persona una esperienza del genere senza prima vederne gli effetti su qualcun altro. E ora che vedo come sei ridotta, credo che rimanderò la cosa. L’orgasmo tramite dilatazione anale estrema mi incuriosisce…ma non voglio mica giocarmi questo bel fisichino in cambio di una goduta!»

Cazzo. Stavolta la stronza ha passato ogni limite. Se avessi la forza di sollevare le braccia, la prenderei a sberle.
Silvia prosegue:
– «Forse ti interesserà sapere che nel filmato non ti si vedeva la faccia, quindi stai tranquilla: la tua reputazione di “Madre Modello” è salva…a meno che qualcuno non ti abbia riconosciuta dal culo, ah!ah!ah!»
– «Quello semmai è un problema che potrebbe riguardare TE!», le replico con una punta di sarcasmo.
D’improvviso l’espressione divertita di Silvia muta in uno sguardo di sfida.
– «Attenta, mammina cara. Io mi sentirei FIERA se tutto il mondo mi riconoscesse dal culo. Questa è l’unica differenza tra noi due, anche se ancora ti ostini a negarlo.»
Ciò detto, esce dalla stanza lasciandomi da sola sul letto a smaltire i postumi di quel super-orgasmo.

Rifletto sulle sue ultime parole. Io e lei uguali? Che assurdità! Però…Però…
Ripenso all’incredibile esperienza di oggi, all’intensità dell’orgasmo che ho provato – e di cui sento ancora gli effetti anche ad ORE di distanza.
Ciò che mi hanno costretta a subire è stato insano, perverso, umiliante…ma anche TROPPO BELLO. Non lo avrei mai immaginato.

In questi ultimi tre giorni Silvia mi ha aperto gli occhi su un mondo per me sconosciuto. Un mondo fatto di sesso selvaggio e di orgasmi devastanti. Un mondo che mi sono sempre negata per seguire un ideale di moralità e rettitudine.
Che abbia ragione lei? Ho forse paura di ammettere a me stessa di avere sprecato la mia vita ad inseguire un falso ideale…mentre invece la mia VERA vocazione era un’altra? Una vocazione che sto scoprendo solo ORA, alla soglia dei 44 anni?
Sarebbe dura da mandare giù. Troppo.

No, non posso accettarlo. Questi sono solo incidenti di percorso per mettere alla prova la fermezza delle mie convinzioni. Non voglio vederli in modo diverso.
Perciò, basta con le sbandate; da adesso mi sforzerò di attenermi ai miei vecchi valori. Ma Silvia è così scaltra nel riuscire a coinvolgermi nelle sue perversioni. Cosa posso fare per resistere alla tentazione?
Pater Noster qui es in celis…

[FINE 3° EPISODIO]
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