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Maledetta!…

By 6 Giugno 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

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Sono passati anni. Ma quella scena &egrave ancora qui, nella mia mente, come fosse ieri.

Tu che giochi, corri, salti, scherzi con i tuoi amici e le tue amiche in quella spiaggia della Grecia, completamente nuda. Tu che ti diverti a mostrare il tuo corpo in tutto il suo splendore, con la massima generosità, esibendoti in ogni posizione possibile, senza in minimo pudore, senza alcuna vergogna, senza indugio, senza risparmiare nulla. Proprio nulla.

Non eri l’unica ad essere senza costume ma si vedeva e si percepiva chiaramente che, a differenza degli altri, la cosa ti eccitava da morire. La situazione e le circostanze purtroppo non mi permisero di avvicinarmi, di tentare un approccio, di parlarti. Rimasi lì, poco distante, in religioso silenzio, ad ammirarti estasiato ed immensamente grado per lo spettacolo che stavi offrendo a chi, come me, poteva e sapeva apprezzare.

Fino a quando, nel tardo pomeriggio, mi gelasti il sangue, mi togliesti il respiro, mi apristi il petto per estrarmi i cuore ancora pulsante. Maledetta!…

L’aver dato spettacolo per tutto il pomeriggio, l’aver esibito ogni centimetro del tuo corpo nudo in ogni posa e in ogni posizione, l’esserti eccitata in quel modo e l’aver eccitato chi ti guardava… non era sufficiente, non ti bastava, no. Ne volevi ancora. Ancora di più. Volevi esagerare.

Mentre tutti quelli della tua compagnia iniziavano a raccogliere le loro cose, a vestirsi, a riempire gli zaini e a lasciare la spiaggia, tu eri ancora in riva al mare, sola, a passeggiare, con i piedi in acqua. Ancora nuda. E non per caso.

Le tue intenzioni mi furono subito chiare, evidenti. Ti osservavo senza fiato, ipnotizzato dalla situazione ed impaziente di vedere se davvero saresti riuscita a realizzare il tuo piano: andartene dalla spiaggia completamente nuda. Maledetta!…

Alcuni dei tuoi amici erano in procinto di partire mentre altri erano praticamente già andati. Il tuo momento si stava avvicinando. Da lì a poco avresti potuto accodarti al gruppo ed andartene così, tutta nuda, tutta porca, via dalla spiaggia, verso la strada, verso il parcheggio, verso le macchine, verso chissà dove. Ero immobile, paralizzato, fulminato da quella scossa elettrica senza fine che mi stavi dando. Maledetta!…

Quand’ecco che un ragazzo ti chiama. Aveva un tono autorevole, molto autorevole. Forse si trattava del tuo fidanzato… o forse no. Sembrava più un fratello maggiore. Non capivo la vostra lingua ma era facile intuire che ti stava richiamando all’ordine. Ti indicò gli altri, che se ne stavano andando, e ti porse un costume da bagno intero tutto raggomitolato.

Ti avvicinasti a lui ed iniziaste a discutere. In principio non capivo ma poi, pur non conoscendo la vostra lingua, la situazione si fece comprensibile: lui insisteva affinché tu indossassi quel costume ma tu… Tu no… Tu non ne volevi proprio sapere. Gli mostravi il costume come ad indicare che era sporco o forse solamente bagnato. Era la tua scusa per potertene andare via dalla spiaggia completamente nuda.

Ne nacque un diverbio molto acceso alla fine del quale, purtroppo, il ragazzo ebbe la meglio. Che stronzo! Prendesti in mano quel costume raggomitolato, ti dirigesti nuovamente verso la riva, lo risciacquasti e, a malincuore, te lo mettesti. A testa bassa seguisti quello che probabilmente era tuo fratello ed andaste a raggiungere il resto del gruppo.

Non resistetti alla tentazione e, a debita distanza, provai a seguirvi per un po’. Vi vidi imboccare una delle stradine che portavano fuori dalla spiaggia, al termine della qualche c’era un piccolo parcheggio pieno di auto. Le vostre macchine erano più avanti, lungo la strada principale.

In prossimità del parcheggio però mi dovetti fermare. Già, mica potevo andarmene a passeggio tutto nudo per la strada… Io no. Ma tu si. Tu si. Era esattamente quello il tuo desiderio. Maledetta… Maledetta!… Con la scusa del costume bagnato te ne volevi andare a spasso tutta nuda per la strada e magari salire in macchina e tornare a casa senza niente addosso. Maledetta!…

Sognavi l’asfalto caldo sotto i piedi scalzi, la brezza fresca sulla pelle nuda, gli sguardi attoniti della gente su tutto il tuo corpo, sui capezzoli duri e tesi come non mai, sul sedere perfettamente abbronzato senza alcun segno di costume, sulla figa nuda, aperta, gonfia, fradicia, in bella mostra.

Sognavi le mani dei tuoi amici che ti toccavano, che ti palpavano, che ti strattonavano, mentre scherzavano con te, tutta nuda in mezzo alla strada.

Sognavi di montare nuda in macchina, con nulla per poterti coprire, di partire e di rimanere nuda in balia dei tuoi amici chissà fino a dove e chissà fino a quando.

Quante volte ho pensato a te. Quante volte mi hai eccitato. Quante volte ho sognato di essere lì con te, al posto di quel ragazzo, per darti corda, per reggerti il gioco, per farti divertire, per esagerare. Quante volte…

Ti prego, rimani per sempre nella mia mente. Maledetta…

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