Skip to main content
Erotici RaccontiRacconti EroticiRacconti Erotici Etero

Mary, la giovane fruttivendola – Pt. 5

By 17 Novembre 2021No Comments

Finalmente Mary è di nuovo qui, proprio davanti a me. Sono passati appena pochi giorni da quella mattina in ufficio in cui l’ho desiderata, nonostante i nostri primi incontri appaganti. Di nuovo, sono incantato nel guardarla e il modo in cui lei mi fissa mi inebria. Oggi nessuna scusa, nessuna spesa, è stato solo il desiderio di possederci a farci incontrare, ancora una volta, qui a casa mia.

Oggi Mary è più bella che mai, coi lunghi capelli biondi che scivolano lungo la sua schiena e il maglioncino rosa che mette in risalto il suo seno e lascia leggermente scoperto il ventre. I jeans di un blu molto chiaro mettono in risalto la forma delle sue gambe e, ai piedi, le immancabili scarpette bianche. Pensandoci bene, non è un abbigliamento ammiccante, perché non vi è nulla di particolare, ma è il portamento di Mary a fare la differenza e a scatenare il mio desiderio.

Ci avviciniamo l’uno all’altra e prendiamo a baciarci. Saggio da subito le consistenze del suo corpo che, ormai, conosco piuttosto bene e le accarezzo i capelli. Profumano di pulito e sono lisci come seta. Mi concentro sulle sue labbra, né troppo sottili né troppo carnose, e le gusto. La mia lingua si fonde con la sua e le nostre bocche si allargano sempre di più, quasi a dover contenere la passione che scaturisce dal nostro bacio.

Le sposto i capelli all’indietro e, con entrambe le mani, afferro i suoi seni, cominciando a massaggiarli e a muoverli in senso rotatorio. Bacio il petto di Mary, ancora coperto dal maglioncino e, con uno scatto repentino, glielo sfilo via. Lei mi aiuta alzando le braccia e subito dopo mi accarezza i capelli. Continuo a palparla mentre, ora, i miei baci si stampano direttamente sulla pelle del suo petto. Le accarezzo i fianchi e vedo che Mary si è slacciata il reggiseno, nero senza ricami, facendolo scivolare in terra. Le sue mammelle ora appaiono alla mia vista in tutto il loro splendore: sode, candide e giovani. Le accarezzo, le bacio, le infarcisco di saliva attraverso i miei baci.

Ma le mie mani viaggiano da sole e sono arrivate intanto al culo di Mary. Lo tasto e mi ci avvinghio, affondando i polpastrelli nelle sue superfici. Sbottono, quindi, i jeans e li lascio cadere via, rimanendo ammaliato da un particolare: Mary indossa calze nere autoreggenti, ovvero il capo intimo che amo di più. Non gliel’avevo detto e il fatto che lei, chissà per quale motivo, lo stia indossando mi eccita ancora di più. “Wow…” le confido, al che le scappa un sorriso compiaciuto. La ragazza si sfila via anche le scarpette e resta ferma dinnanzi a me, nell’attesa di una mia mossa. Mi inginocchio di fronte a lei e, mentre le bacio il ventre, esploro col tatto l’intera lunghezza delle sue gambe, impreziosite come sono dalle autoreggenti. Le accarezzo dall’alto al basso e, quando sono di nuovo in alto, mi allungo sui glutei, ancora protetti dagli slip, neri anch’essi. Mary apprezza le mie attenzioni e sospira profondamente.

Poi mi chiede di alzarmi e, tenendomi per mano, si fa strada verso la camera da letto. La seguo compiaciuto e decido di lasciarle condurre il gioco. Così, giunti in camera, mi sfila di dosso maglietta e pantaloni e, con una leggera quanto decisa spinta, mi fa sdraiare sul letto. “Sei pronto?” mi chiede. Non le rispondo ma accenno solo un sorriso e mi libero in fretta di maglietta e canottiera. Mary si inginocchia tra le mie gambe e prende a baciarmi l’uccello, ancora coperto dalle mutande. Nel mentre, mi accarezza il petto. I suoi baci sono rumorosi e interessano tutta la lunghezza della mia asta. La giovane sente chiaramente la mia eccitazione, così si decide a sfilarmi le mutande, permettendo all’uccello di spiccare il volo.

Dunque, lo afferra e comincia a pomparlo. Stupendo. Mi godo lo spettacolo dapprima ad occhi chiusi, lasciando che siano le sensazioni a descrivermi la scena, ma poi li apro per goderne appieno. Mary, ogni tanto, sputa sul glande e lo ingurgita, facendolo letteralmente scomparire nelle sue fauci, assieme al resto dell’arnese. Accompagno il suo pompino con movimenti del bacino, come a volerla penetrare. E’ tutto bellissimo ma non posso permetterle di farmi esplodere.

Infatti mi divincolo, prendendo adesso io il comando, e la porto verso il muro, a cui la faccio appoggiare. Mi inginocchio alle sue spalle e le bacio l’intero sedere. Le tolgo lo slip e, con le mani ben salde alle natiche, mi infilo con la testa in mezzo allo spacco, che bacio e lecco. E’ ben curato, come tutto il suo corpo del resto. Mary ansima mentre con le dita entro pian piano nella sua vulva. Con la bocca, intanto, mi discosto dal sedere e arrivo alla vagina. Le sto praticando un cunnilinguus a pecora, cosa che lei apprezza molto. “Oh dio, si…” comincia a recitare Mary quasi in trans. Sono così concentrato nella pratica che Mary viene molto presto, abbandonandosi ad una serie di gemiti liberatori che quasi non la tengono in piedi.

Ma io voglio che lei ci resti in piedi. Non a caso, di fianco a noi c’è il comodino in cui tengo conservati i profilattici. Apri il tiretto e ne prendo uno, lo scarto e lo srotolo lungo la staffa, mentre Mary assiste all’azione in religioso e trepidante silenzio. E’ lì, di fianco a me, con la testa appoggiata alle braccia e l’intero corpo adagiato alla parete, nell’attesa di essere penetrata. Dal suo sguardo si percepisce la soddisfazione per l’orgasmo appena raggiunto mista all’attesa di ricevere il mio membro dentro di sé.

Attesa che, finalmente, viene premiata. Infatti, mi piazzo alle sue spalle e, mentre con una mano le allargo le natiche, con l’altra accompagno l’ingresso dell’uccello nella sua vagina che, ancora calda e bagnata, lo accoglie. Mi aggrappo ai suoi fianchi ed inizio a pompare. “Sei fantastica” le confido baciandole le spalle. Continuo a muovermi avanti e indietro mentre Mary mi accompagna inarcando la schiena. Le piace molto la pecorina, a tal punto che inizia a masturbarsi. Il sudore comincia a scenderle dalle tempie, inumidendole i capelli. Le accarezzo il viso e glielo giro leggermente perché voglio baciarla ancora. Con la bocca tappata dalla mia, Mary miagola, miagola e continua a farlo finché non raggiunge un secondo orgasmo, probabilmente più forte del primo. Sento le pareti della sua vulva contrarsi intorno al mio uccello mai domo. Sono compiaciuto ma sempre, tremendamente eccitato.

Esco dalla sua vulva e mi sputo sulle dita, portandole poi verso il suo ano. Ci guardiamo, entrambi consapevoli delle mie intenzioni… Comincio a massaggiarle pian piano lo sfintere, provando ogni tanto a metterci una punta di dita. Riportandomi in posizione genuflessa, gioco con la lingua per bagnarlo ancora di più, poi mi rimetto in piedi e continuo l’operazione manualmente. Smisto le mie attenzioni un po’ verso il culo e un po’ verso il resto del corpo di Mary che ansima costantemente, in un misto di piacere che lascia strada al fastidio causato dalla presenza insistente delle mie dita nel suo retto.

Infatti, poco a poco, sono riuscito ad entrare con due dita e penso che il momento sia ormai propizio. “Sai che lo desideravo da sempre, vero..?” le chiedo. “Lo so, è tuo, prendilo…” mi risponde Mary. Parole che sanno di poesia, per me. In preda all’eccitazione, spingo con decisione il volto di Mary contro il muro e lei, assecondandomi, inarca ancora la schiena; riafferro il mio pene e, tolto il condom, lo pianto all’ingresso del suo ano. Tenendolo ben saldo, comincio a farmi strada nei suoi meandri. Lo stretto di quella feritoia mi eccita da morire. Proseguo la mia lenta corsa e, con l’uccello piantato per metà nel retto di Mary, mi fermo, adagiandomi lungo la sua schiena. Inizio a muovermi adagio ed invito la giovane nuovamente a baciarmi, cosa da placarne i fastidi. Resto in silenzio, lasciando che siano solo i gemiti di Mary a romperlo. Provo ad aumentare il ritmo e, allo stesso tempo, entrare sempre di più, fino al limite. Ci siamo, sono completamente dentro!

Ora posso stantuffare con più decisione. Mary ha abbandonato ormai ogni sensazione di fastidio e prova solo piacere. Posso smettere di baciarla per godere appieno della visione dello spettacolo che ci stiamo offrendo in diretta, con la sua schiena nuda ad estendersi davanti al mio sguardo e i suoi glutei che vibrano ad ogni mio affondo nel suo retto. La mia giovane amante ormai gode a tal punto che, penso tra me e me, questa non sia la prima volta che offre il di dietro a qualcuno. Ma poco mi importa, perché sto realizzando l’ennesimo sogno erotico e sono al settimo cielo. Di tanto in tanto le accarezzo il seno, per poi tornare ad affondare le dita nella pelle del suo sedere.

Dio quanto godo… Me lo merito proprio l’orgasmo che sento di raggiungere di lì a poco. “Voglio venirti nel culo…” le confido ansimando. “Vieni, vieni, si” mi risponde Mary coinvolta dalla mia stessa eccitazione. Musica per le mie orecchie ma, soprattutto, per il mio apparato riproduttivo, che ha ormai messo in moto la macchina irreversibile dell’eiaculazione. La sento percorrere l’intera lunghezza del pisello, finché dal glande comincia a riversarsi con fiotti rapidi e densi nel culo di Mary. “Aaahhh, siiii” esclamo estasiato, osservando il pene che pulsa nell’ano di Mary, riempiendolo di sperma. Dura tutto alcuni magnifici secondi, poi l’uccello prende a sgonfiarsi e giunge, purtroppo, il momento di uscire dal tepore di quel magnifico culo.

Mary si volta e, spalle al muro, mi accarezza il viso. Faccio lo stesso, donandole ancora qualche bacio. Guardo i suoi occhi color ghiaccio e mi chiedo come possano celare un simile fuoco di passione. Domande senza risposta.

Ci ricomponiamo e, ancora una volta, ci lasciamo senza dirci troppe parole, perché in fondo bastano i nostri sguardi per comunicare. Si, ma cosa? Anche questa è una domanda senza risposta precisa. Sarà il futuro, probabilmente, a svelarla.

Leave a Reply