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MATERNE PREOCCUPAZIONI -CAP II-

By 10 Maggio 2020No Comments

-CAP. II-
Mentre mi allontanavo da casa in macchina cercavo di razionalizzare. Sapevo bene che mio figlio pur non avendo alcuna fidanzatina fissa, aveva storie con diverse donnine disponibili.
Per questo mi ero già anni prima premurata di metterlo in guardia da possibili problemi, aids e gravidanze indesiderate compreso, parlandone con lui e beccandomi il solito “…mamma ma come sei antica, so già tutto, non ti preoccupare”. In sostanza quindi non c’è stata alcuna sorpresa.
Mio figlio è ormai un adulto che ha la sua vita sessuale e …una mamma lo sa.
Ma essermi trovata per caso dietro quella porta ad ascoltare in diretta, comunque, mi ha mosso qualcosa dentro. Non c  è in me solo rabbia per il tradimento ennesimo delle aspirazioni normali di una madre che vuole finalmente un figlio responsabile e diligente nello svolgimento dei suoi doveri di studente che studia e che si deve prendere un diploma (almeno),   c’è stata anche tanta eccitazione che solo ora riesco ad ammettere.
Sì mi sono eccitata come non mi capitava da tempo. Avevo partecipato a quel rapporto sessuale e celato dietro la rabbia mi era arrivato su per le gambe, lungo la schiena un diffuso languore. L’umido abbondante che avvertivo proprio in mezzo alle gambe lo testimoniava senza possibilità d  errore. Quanto tempo è che non mi faccio una bella sana scopata con quel lumacone di mio marito   -mi è venuto subito da pensare-? Almeno due mesi. Troppi francamente. Così ho deciso di organizzarmi e meno male che domani è sabato.
Stasera comunque quel delinquente di mio figlio mi sente, ma tanto già lo so come finisce.
Appena rientrata a casa noto che il pollo si è trasformato in un mucchietto di pelle ed ossa. Il ragazzo ha gradito evidentemente. Poi l’amore mette fame. Lo chiamo e vincendo le sue solite resistenze riesco a schiodarlo da quella maledetta play station. Gli dico di scendere perché dobbiamo parlare. Lui scende e mi guarda proprio mentre metto via i resti del fiero pasto. Esordisco con la solita ramanzina e lui mi ascolta attento. Gli racconto tutto il mio esame di maturità e di come mi ero preparata a sostenerlo. -Parto sempre da molto lontano,forse troppo – Lui non proferisce parola e annuisce se ne sta sul divano stravaccato con il telefonino tra le mani e invia messaggi a raffica. Miracolo! Sembra d’accordo. Ad un certo momento si alza di scatto e dallo zaino tira fuori una carta e me la porge.
“Questa è la lista dei commissari d’esame -mi dice – se ti vuoi preoccupare del mio esame qualcosa che potresti fare è trovarmi una raccomandazione.” Poi mi guarda con la sua solita faccia di bronzo e mi apre un sorriso irresistibile. Io resto con la carta in mano e la bocca mezza aperta. Mi ha colpito questo suo modo, molto pragmatico, di affrontare i problemi; gli dico “Va bene facciamo un patto però. Io cerco di trovare una raccomandazione ma tu cerca anche di studiare mi raccomando!” Lui mi guarda mi sorride e mi dice – “grazie mami”-    e riprende a smanettare su quell’affare.
Mentre sistemo la cucina dopo cena ho la lista attaccata sul frigo e cerco di capire come muovermi. Uffa io odio le raccomandazioni. Non ne ho avuto mai bisogno. Non so proprio da dove cominciare. Ultimate le faccende ho già deciso la strategia. Ho notato che il Presidente della commissione viene dal liceo di una cittadina vicina alla nostra in cui abita una mia cara amica delle superiori che, se non ricordo male, deve essere proprio una docente. Magari mi può dare un consiglio. E poi c’è in questi giorni quel vecchio rompicoglioni politico che mi sta tartassando per la casa che deve regalare alla figlia che si sposa    magari anche lui mi può aiutare.
Tiro fuori il telefonino dalla borsa e la mia rubrica e cerco il numero di Clara. Non ci vediamo da tempo, ma non è un problema. Dopo i primi trenta minuti spesi nelle solite chiacchiere le illustro il motivo della chiamata e lei troncando quasi la conversazione mi invita a parlarne il giorno dopo al circolo che lei frequenta, così ci vediamo anche e facciamo quattro chiacchiere. Non posso fare altro che accettare. All’indirizzo che Clara mi ha dato corrisponde un club abbastanza esclusivo a giudicare dai macchinoni che trovo parcheggiati fuori quando arrivo il giorno dopo in perfetto orario come al solito.   Chiedo alla receptionist se la sig. Clara A. era arrivata e la ragazza in divisa dietro al bancone mi risponde lei è la signora Ivana F.? La sig. A. si scusa arriverà con un poco di ritardo. Può attendere al bar o fare un giro per il club   come preferisce. Una sola preghiera tenga questo bene in vista    mi porge un bench VISITATORE-

Decido per un tour e la sig. mi affida ad un giovanotto sui trent’anni invitandolo a essere il mio accompagnatore. Si chiama Alfredo. Mi squadra con discrezione devo dire “abbastanza interessata” e mi porta a visitare gli impianti sottolineando ripetutamente che il club ha tutto quello che serve per il tempo libero, il rilassamento, lo sport. C’è anche un campo di golf. Poi c’è un  area per il fitness, una per il maneggio, una pista per il go cart ecc. ecc.

E poi sig. i nostri soci sono tutti accuratamente selezionati. Si viene ammessi solo se presentati da almeno due soci fondatori    e con delle restrizioni.

Proprio mentre si apprestava a spiegarmi il sistema delle restrizioni il cicalio della piccola trasmittente che portava in vita avvisava che Clara era arrivata e mi aspettava all’area bar. Alfredo mi saluta e mi lancia un spero di rivederla presto
Superati i baci bacini bacetti di rito ci accomodiamo al tavolo lei comincia a parlare dei compagni di scuola . Mentre parla fitto fitto, come è suo solito, la osservo e constato che è diventata una bella donna anche se, scusate l’immodestia, io credo di essere più    fresca, più tosta.

Indossa un jeans lavato e una camiciola lilla aperta su un body bianco che si intravede.

Poi passa a parlare del suo matrimonio finito in separazione e dei due magnifici figli che ora si trovavano uno in Spagna e uno in America in soggiorni studio e termina quella piena di informazioni con un     e io sono qua   ma ora dimmi   cosa posso fare per te?
Tiro un respiro di sollievo per essere ancora una volta sopravvissuta a tante chiacchiere, spiego il foglio della commissione d’esame di mio figlio e le rappresento la situazione. Colgo anch’io ovviamente l’occasione per parlare della mia famiglia, del mio unico figlioletto, del mio lavoro ecc ecc. Le specifico che non so proprio come muovermi e che da lei vorrei un consiglio. Faccio emergere tutta l’ansia che la cosa mi provoca e come io mi senta coinvolta in questa vicenda.
-Ho capito tutto    mi dice lei- guardandomi negli occhi.- Non ti preoccupare. Allora per prima cosa adesso pranziamo insieme poi ci rilassiamo un poco e studiamo il da farsi.
Detto questo Clara chiama il cameriere e dice di prenotargli un tavolo nella sala ristorante e una seduta rilassante per due al centro benessere.
Al ristorante il servizio è stato eccellente come pure il menù. Tutto buono, molto buono, compresa una bottiglietta di Greco d’annata veramente squisito.

Il ristorante era abbastanza affollato, soprattutto da uomini soli, la qual cosa mi sembrò per un momento un poco strana. Ma c’erano anche alcune coppie.
Durante il pasto Clara mi ha raccontato di essere anche lei impegnata in commissione d’esame in una scuola. Lei insegna storia e filosofia e praticamente è stata assalita da segnalazioni e raccomandazioni di ogni genere. “Che ci vuoi fare adesso funziona così…”    ha liquidato il tutto – tutti hanno la raccomandazione così alla fine, se ci pensi, tutti sono allo stesso punto di partenza.

Poi siamo passate in veranda per il dolce e il limoncello e mentre stavamo uscendo al cameriere ha chiesto di verificare se era pronta la seduta rilassante che aveva prenotato.

All’ultimo sorso di limoncello a bruciapelo mi ha detto hai visto come ci guardava quel sig. all’angolo destro della sala? Io non avevo focalizzato questo particolare ma mi ero sentita osservata “molto osservata”. Clara esplose in una risata gioiosa e coinvolgente e mi disse che la mia era una sensazione giusta. Mi chiese se la cosa mi disturbava e se l’ambiente mi piaceva. Io annuii sorridendo anche perché l’alcool assunto stava facendo il suo effetto e sentivo la testa veramente molto leggera. Io non bevo alcoolici se non raramente e quindi forse avevo esagerato bevendo anche quel liquorino dolce dopo la bottiglietta di Greco. Mi sono sentita tutta riscaldata e … leggera. Intanto seguivo Clara per avviarci verso l’area relax. Ricordo benissimo solo che lei ad un certo punto mi ha detto di pensare a rilassarmi e di non preoccuparmi di nulla perché avrebbe pensato lei a raccomandare mio figlio. Era molto amica del Presidente che è stato suo dirigente scolastico e intrattiene con lui ottimi rapporti. Questo mi rassicurò non poco. Clara intanto continuava a parlare e io la seguivo sempre con maggiore difficoltà. Mi sentivo come in fase pre abbiocco. Il vino mi fa questo effetto. Arrivate nello spogliatoio avevo qualche problema con i bottoncini e lei si avvicinò e mi aiutò, sfilandomi la camicetta, sganciandomi il reggiseno e aiutandomi ad abbassare il pantalone, le calze, gli slip.
Mi fece i complimenti sfiorandomi le spalle, i capelli e il sedere.
Avvicinandosi al mio orecchio mentre toglievo le calze mi sussurrò   Sei molto bella, mi piaci molto e mi diede un bacio sull’orecchio, sulla guancia, sulla bocca.
Questo approccio mi ha colta del tutto impreparata, ero in un ambiente sconosciuto, con troppo alcool in corpo, in equilibrio instabile e …mi sentivo eccitata. Nuovamente maledettamente eccitata. E così ho ceduto a quella bocca e a quelle mani esperte. Ero di nuovo in un lago.
Un cicalino ci avverte che la sala è pronta e mano nella mano entriamo.
Sentivo il mio odore di femmina in calore spandersi ad ogni mio passo intorno a me e mi vergognavo. Quella sensazione faceva però crescere in me l’eccitazione e Clara    contribuiva a peggiorare la situazione quasi divertita dalla mia difficoltà evidente.
“Ma dimmi un po’… tanto per sapere … quanti maschietti fai contenti con quella ficona che ti ritrovi? -mormorava a bassa voce- “E’ così che vendi le case? Adesso mi dovrai dire tutto, voglio sapere tutto di te. Lo sai che hai proprio una bella faccia da troia per non parlare poi del culo e delle tette…”    Il turpiloquio è una cosa che non mi piace. Sulla bocca di una donna poi … è per me inconcepibile. Quel linguaggio da camionista arrapato mi feriva, mi stracciava le vesti (che poi non avevo). Stavo per reagire non una ma tante volte. Sempre mi sono fermata    anche perché pensavo che Clara mi doveva aiutare – e    ho cominciato lentamente ad assaporare qualcosa a cui non riuscivo a dare un nome, una sensazione nuova. Ma lei subito si è fermata. Mi ha dato quattro colpi e si è fermata. Mi ha lasciata in preda al tumulto e all’estasi e si è ritirata. Almeno così mi è sembrato.
Poi mi ha portato per mano fino al lettino e una volta arrivati mi ha fatto stendere. Lei si è stesa vicino a me. La massaggiatrice era una ragazza giovane e carina. Ha iniziato il suo lavoro sulle mie gambe sui glutei sulle spalle sulle braccia. L’effetto di quel tocco su di me è stato devastante. Ogni volta che mi sfiorava faticavo a rimanere rilassata. Tendevo tutti muscoli automaticamente. Fino a che, mentre la signorina spalmava l’olio su tutto il corpo, mi sono rilassata completamente tutta, tranne … Lei. Non mi era mai capitato prima, sono una donna matura che sa controllarsi. Ma ad un certo momento … Lei è partita da sola, ha cominciato a pulsare automaticamente. E io le correvo dietro, arrancando, con tutti i miei sensi di colpa, con gli occhi chiusi, con la mente a folle, perduta in universo sconosciuto, fuori dal tempo e dallo spazio.
La signorina è passata poi a curare il corpo di Clara e io   ho aperto gli occhi ed ho trovato il sorriso rassicurante di Clara. “Tutto bene cara non ti preoccupare. E’ stato bello ? ti è piaciuto? -mi ha chiesto-   ”Molto”   le ho risposto a voce bassa, arrossendo vistosamente e volgendo lo sguardo verso la massaggiatrice -.

“Non ti preoccupare, Marta è una professionista e poi ha l’i-pod nelle orecchie e praticamente non sente nulla, possiamo parlare liberamente”  Non me ne ero resa conto, la ragazza aveva gli auricolari nelle orecchie e ascoltava evidentemente musica. Ma comunque non le erano sfuggiti i segni della mia eccitazione. Comunque, io stavo ancora pacificando con il ritmo del mio cuore e soprattutto con LEI, la mia amica che aveva finalmente arrestato la sua corsa.
Mentre ero assorta ancora in questi pensieri Clara riprende a parlarmi mugolando di piacere tra una parola e l’altra e strizzando l’occhietto sinistro. “E’ Bello vero?  . Marta mi riconcilia   . con la vita    con il mondo    con tutto    tranne che con quel pederasta    di mio marito    è lei che mi ha fatto    scoprire tante cose   di me che nemmeno    pensavo esistessero    mi ha fatto rinascere    le devo moltoooooooo e così dicendo se ne venne chiudendo gli occhi.
La sala massaggi era piena di noi. Al mio profumo intenso si era aggiunto quello di Clara che aveva una sfumatura diversa. Si distingueva dal mio e dal profumo dell’olio utilizzato da Marta per il massaggio. Lo spettacolo che mi ha offerto la mia amica Clara mi ha scaldato anche perché per i miei pudori non mi ero riuscita a lasciare andare fino in fondo.
Appena Marta ha lasciato la sala massaggi,  Clara ha ripreso il gioco e mi ha detto “Adesso siamo sole io e te, chiudi gli occhi e fatti fare, ma soltanto se lo vuoi quanto lo voglio io. Lo so che sei piena come una pentola a pressione e che sei cotta a puntino. Ho voglia di godere di te e di togliere il coperchio. Ma non voglio se tu non lo vuoi altrettanto. Quindi ora, se lo vuoi fare, spalanca le gambe, metti il cuscino sotto il culo e preparati. Te la voglio mangiare tutta quella ficona dolce che hai   Se non ti va non ti devi preoccupare o sentire in colpa con me. Non fa nulla. Ci alziamo e andiamo a fare la doccia. Siamo amiche e resteremo amiche e    per tuo figlio    non ti preoccupare ci penso sempre io.”
Poi tacque, aspettando una mia risposta. Con il suo ragionamento ultimo mi aveva tolto ogni scusa, ogni protezione, ogni alibi. Incredibile ma mi sono sentita, ora sì, davvero nuda. Ho pensato che io    insomma io non sono lesbica    poi alla mia età . Ma avevo troppa voglia che mi saliva ancora e si impadroniva di me e mi privava di ogni decisione e, come se non bastasse, LEI intanto si era già avviata senza che io avessi mosso ancora un muscolo. Così con uno scatto deciso ho aperto tutte le mie gambe le ho accavallate alle sue, con frenesia ho preso la sua mano e l’ho guidata tra le mie cosce e con l’altra mia mano sono andata alla sua fica, come se null’altro al mondo contasse di più e come se lo avessi sempre desiderato.
Quando le dighe rompono gli argini è alluvione… così è stato almeno per me con Clara. Per le sue dita che mi aprivano e toccavano con la sapienza che solo le donne hanno per la sua lingua che mi leccava facendomi tremare e venire tremare e venire. Davvero non ho contato quante volte sono venuta. Anzi a dire il vero mi è sembrato un lungo e interminabile orgasmo. Bellissimo e poi Clara è stata con me divina. Siamo state due ore intere a darci e a prenderci. Mi sono scoperta    alla mia età veneranda    urlatrice    incredibile. Ho goduto allo sfinimento e … mi è piaciuto tantissimo.
lalupas@gmail.com -suggerimenti e commenti molto graditi-

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